Bleed for me
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E' da tanto che scrivo questa storia, è il principale motivo per il quale il mio altro album, Eternal, ha avuto una lunga pausa. Questa storia è ispirata a quella, e in un certo modo è una specie di spin-off che si svolge parallelamente. Poi vabbé, una volta cominciata ha iniziato a vivere per conto suo, ma alcuni personaggi che si vedono di là si potranno vedere anche qui.
Colonna sonora
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01. Quasi
02. Ce l'hai fatta?
03. Mi fido
04. Lo sapeva
0.5 E tu chi saresti?
06. Ci stai?
07. Come vuoi
08. Non essere ridicolo
09. Un giorno ti pentirai
10. Quella è pazza
11. Blood on my hands
12. Tranquillità
13. Controllo
14. Smetti di fuggire
15. E' finita
16. Anche io
17. Via delle Palme, 4
18. Lo conosci?
19. In attesa
20. Improbabile
21. Un che di familiare
22. 204
23. Che cosa gli hai fatto?
24. Non ho niente da dirti
25. Ho chiuso
26. Nessuno
27. Elain
28. Io te l'ho detto
29. Sei un'esperta
30. Sono solo un chimico
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Premesse
Gli scenari e le varie giurisdizioni sono così divisi:- San Myshuno. (+ Magnolia Promenade e Newcrest, due quartieri della città)
- Oasis Springs
- Forgotten Hollow
- Windenburg (+ Willow Creek, un quartiere del paese)
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Era da più di un mese che Charmaine si stava preparando per quell’evento. Era stato tutto pianificato fin nel più minimo dettaglio.
La casa, un attico a San Myshuno, non presentava molti punti d’accesso. Anzi, a dir la verità, se si escludevano metodi “alternativi” di andare e venire come elicotteri o paracadute, c’era solo una via d’entrata e d’uscita: l’ascensore.

Non c’erano nemmeno scale di emergenza, il che era molto strano per un’edificio di lusso come quello.
Comunque, lei purtroppo non si trovava lì per piacere, anzi tutt’altro.

La prima cosa che notò una volta uscita dall’ascensore furono le due vistose guardie a difesa delle scale… guardie armate. Non sarebbe stato facile superarle senza farsi notare, ma fortunatamente erano un ostacolo che aveva previsto.

La padrona di casa arrivò subito ad accoglierla, accompagnata dai raggi solari che ne facevano risaltare la figura.

...
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Charmaine la salutò e ci fece quattro chiacchiere, dilungandosi in interessantissime e sincere conversazioni sull’ottima scelta del parquet o del tipo di siepe nel giardino.


Si diresse poi verso gli altri ospiti.

Si soffermò su ognuno per studiarlo.
Il suo lavoro quel giorno consisteva nel "recupero" di un particolare programma informatico, che certamente aveva attirato altre parti interessate, per non parlare dell'acquirente ufficiale che era tutto fuorché raccomandabile.

Individuò qualche viso a lei familiare, come il proprietario del programma, nonché socio della padrona di casa: un uomo disgustoso ma con evidente debolezza per l’altro sesso, cosa che lei avrebbe potuto sfruttare se le fosse servito. Lui aveva libero accesso alla stanza del programma.

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Charmaine la salutò e ci fece quattro chiacchiere, dilungandosi in interessantissime e sincere conversazioni sull’ottima scelta del parquet o del tipo di siepe nel giardino.


Si diresse poi verso gli altri ospiti.

Si soffermò su ognuno per studiarlo.
Il suo lavoro quel giorno consisteva nel "recupero" di un particolare programma informatico, che certamente aveva attirato altre parti interessate, per non parlare dell'acquirente ufficiale che era tutto fuorché raccomandabile.

Individuò qualche viso a lei familiare, come il proprietario del programma, nonché socio della padrona di casa: un uomo disgustoso ma con evidente debolezza per l’altro sesso, cosa che lei avrebbe potuto sfruttare se le fosse servito. Lui aveva libero accesso alla stanza del programma.

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La moglie, una ragazza di gran lunga più giovane di lui che probabilmente ama la bella vita più di quanto ami il suo caro marito.

L’acquirente: un uomo indecifrabile, con una pessima reputazione. Da lui bisognava stare alla larga.

E la programmatrice che l’aveva sviluppato. Una ragazza molto giovane ma molto abile. Un vero prodigio nel campo informatico. Lei era l’altra persona con accesso al laboratorio. Nemmeno i padroni di casa potevano accedervi. A dir la verità Charmaine non aveva capito come mai avessero deciso di tenere il programma in una casa che non era la loro, ma immaginò fosse per non avere guai con la legge in caso avessero perquisito le loro, di case.

Nonostante fosse un incontro di affari, l’atmosfera che si respirava era festosa e gioiosa, con dell’ottima musica.
Giusto così nessuno avrebbe potuto sospettare nulla.

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La moglie, una ragazza di gran lunga più giovane di lui che probabilmente ama la bella vita più di quanto ami il suo caro marito.

L’acquirente: un uomo indecifrabile, con una pessima reputazione. Da lui bisognava stare alla larga.

E la programmatrice che l’aveva sviluppato. Una ragazza molto giovane ma molto abile. Un vero prodigio nel campo informatico. Lei era l’altra persona con accesso al laboratorio. Nemmeno i padroni di casa potevano accedervi. A dir la verità Charmaine non aveva capito come mai avessero deciso di tenere il programma in una casa che non era la loro, ma immaginò fosse per non avere guai con la legge in caso avessero perquisito le loro, di case.

Nonostante fosse un incontro di affari, l’atmosfera che si respirava era festosa e gioiosa, con dell’ottima musica.
Giusto così nessuno avrebbe potuto sospettare nulla.

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Si sedette sul bordo della piscina assieme ad alcuni degli altri ospiti, attendendo il momento propizio. Era assolutamente di vitale importanza non destare alcun sospetto.


Si diresse poi al bar e ordinò da bere. Scambiò qualche convenevole con il barista, un uomo di classe che sprizzava professionalità da tutti i pori.


Il momento divertente durò poco, perché era ormai giunta l'ora di mettersi al lavoro.

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Si sedette sul bordo della piscina assieme ad alcuni degli altri ospiti, attendendo il momento propizio. Era assolutamente di vitale importanza non destare alcun sospetto.


Si diresse poi al bar e ordinò da bere. Scambiò qualche convenevole con il barista, un uomo di classe che sprizzava professionalità da tutti i pori.


Il momento divertente durò poco, perché era ormai giunta l'ora di mettersi al lavoro.

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Si diresse verso il suo obiettivo: le scale.

Un'altra ragazza si avvicinò barcollando, apparentemente ubriaca. Cadde addosso a uno degli uomini.

I due uomini della sicurezza si preoccuparono di farla allontanare, distraendo la loro attenzione dalle scale.

Fu allora che Charmaine agì, oltrepassando i gorilla impegnati con la ragazza maldestra.

Salì al piano di sopra, trovandolo, come si aspettava, vuoto. La porta del laboratorio era ben camuffata da libreria, ma Charmaine aveva fatto i compiti e sapeva già come fare.

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Si diresse verso il suo obiettivo: le scale.

Un'altra ragazza si avvicinò barcollando, apparentemente ubriaca. Cadde addosso a uno degli uomini.

I due uomini della sicurezza si preoccuparono di farla allontanare, distraendo la loro attenzione dalle scale.

Fu allora che Charmaine agì, oltrepassando i gorilla impegnati con la ragazza maldestra.

Salì al piano di sopra, trovandolo, come si aspettava, vuoto. La porta del laboratorio era ben camuffata da libreria, ma Charmaine aveva fatto i compiti e sapeva già come fare.

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Questa era la parte facile, il difficile veniva adesso: il laboratorio era protetto. Oltre la porta camuffata c'era una stanza vuota che fungeva da scanner, sorvegliata da una telecamera fissata al muro dall'altra parte della stanza. La porta successiva, che dava sul laboratorio, richiedeva un'autenticazione ad impronta digitale.
Charmaine si era già procurata le impronte dell'informatica che lavorava lì giorni prima, ora doveva solo superare tutto il resto…
Non aveva molto tempo. Alle 16.40 in punto le telecamere e lo scanner avrebbero avuto un piccolo crash, e lei avrebbe avuto esattamente 20 secondi per arrivare al laboratorio piazzando dei dispositivi elettromagnetici per tornare poi indietro.
Il tempo era fondamentale.
Non appena il minuto scattò, aprì la porta, precipitandosi sulla prima telecamera.

Era posizionata in alto. Molto in alto.
Più di quanto lei riuscisse a saltare.
Non ci voleva.
Decise di non perdere ulteriormente tempo con quella telecamera, superò lo scanner delle impronte e raggiunse il laboratorio.

Inserì la chiave USB che conteneva il programma di decrittazione della password e la copia del programma che doveva rubare.


Mentre il pc lavorava, aprì la porta per pensare alla telecamera della prima stanza. Era più semplice da quella posizione perché la telecamera era fissata a quel muro, permettendole così uno spazio di manovra più ampio.
Osservò con più calma, realizzando che non c'era modo di arrivare fin lì. La stanza era completamente spoglia, senza nessun appiglio, inoltre era anche troppo larga per poter fare perno con le gambe.
Sapeva esattamente cosa doveva fare.
Tornò nel laboratorio, individuando sulla scrivania un oggetto che non faceva parte della sua missione ufficiale, ma che lei cercava ugualmente.

Un nuovo tipo di esplosivo, chiamato 3XPL-0, un bel guadagno se venduto alle persone giuste, quasi un peccato che lei lo stesse rubando per fare un favore a qualcuno.
...
Questa era la parte facile, il difficile veniva adesso: il laboratorio era protetto. Oltre la porta camuffata c'era una stanza vuota che fungeva da scanner, sorvegliata da una telecamera fissata al muro dall'altra parte della stanza. La porta successiva, che dava sul laboratorio, richiedeva un'autenticazione ad impronta digitale.
Charmaine si era già procurata le impronte dell'informatica che lavorava lì giorni prima, ora doveva solo superare tutto il resto…
Non aveva molto tempo. Alle 16.40 in punto le telecamere e lo scanner avrebbero avuto un piccolo crash, e lei avrebbe avuto esattamente 20 secondi per arrivare al laboratorio piazzando dei dispositivi elettromagnetici per tornare poi indietro.
Il tempo era fondamentale.
Non appena il minuto scattò, aprì la porta, precipitandosi sulla prima telecamera.

Era posizionata in alto. Molto in alto.
Più di quanto lei riuscisse a saltare.
Non ci voleva.
Decise di non perdere ulteriormente tempo con quella telecamera, superò lo scanner delle impronte e raggiunse il laboratorio.

Inserì la chiave USB che conteneva il programma di decrittazione della password e la copia del programma che doveva rubare.


Mentre il pc lavorava, aprì la porta per pensare alla telecamera della prima stanza. Era più semplice da quella posizione perché la telecamera era fissata a quel muro, permettendole così uno spazio di manovra più ampio.
Osservò con più calma, realizzando che non c'era modo di arrivare fin lì. La stanza era completamente spoglia, senza nessun appiglio, inoltre era anche troppo larga per poter fare perno con le gambe.
Sapeva esattamente cosa doveva fare.
Tornò nel laboratorio, individuando sulla scrivania un oggetto che non faceva parte della sua missione ufficiale, ma che lei cercava ugualmente.

Un nuovo tipo di esplosivo, chiamato 3XPL-0, un bel guadagno se venduto alle persone giuste, quasi un peccato che lei lo stesse rubando per fare un favore a qualcuno.
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Fortunatamente era già all'interno di un contenitore adatto al trasporto, quindi lo prese e se lo infilò in tasca.
Dopo 65 secondi esatti il programma terminò di compiere il suo dovere, copiando il programma e sostituendolo sul pc con uno fasullo.
Prese tutto quanto e si diresse verso la porta. Una volta aperta, avviò il conto alla rovescia dall'attivazione del dispositivo elettromagnetico e, nel momento esatto, lo lanciò in alto verso la telecamera, sperando che fosse abbastanza vicino al momento giusto.

L'impulso del dispositivo riuscì a colpire con successo l’apparecchio, dandole così abbastanza tempo per schizzare fuori senza essere ripresa.
Con uno scatto riuscì ad uscire, chiudendo la porta dietro di sé. Controllò le scale per vedere se qualcuno stava salendo, ma era tutto tranquillo. I due gorilla erano ancora lì, la ragazza di prima se ne era ovviamente già andata.

Il piano prevedeva che lei scendesse dalla finestra dall'altro lato dell'appartamento e raggiungesse nuovamente la festa. Attraversò il secondo piano dalla casa, evitando di fare rumore.
Ce l'aveva quasi fatta.
Raggiunse la stanza designata, una camera da letto. Purtroppo occupata.

Il legittimo proprietario di ciò che lei aveva rubato era lì, nella stanza, che si stava cambiando. Riuscire di soppiatto ad aggirarlo e a calarsi dalla finestra in modo sicuro era fuori discussione, non avrebbe avuto abbastanza tempo. Pensò di tramortirlo, ma questo significava che avrebbe dato l'allarme una volta rinvenuto, non proprio l'ideale.
Guardò l'ora: non aveva più tempo. La consegna sarebbe dovuta avvenire entro breve altrimenti avrebbe creato dei sospetti.
Entrò nella stanza sicura di sé "Signor Hilton, speravo di riuscire a parlare con lei... in privato" si avvicinò camminando lentamente.

...
Fortunatamente era già all'interno di un contenitore adatto al trasporto, quindi lo prese e se lo infilò in tasca.
Dopo 65 secondi esatti il programma terminò di compiere il suo dovere, copiando il programma e sostituendolo sul pc con uno fasullo.
Prese tutto quanto e si diresse verso la porta. Una volta aperta, avviò il conto alla rovescia dall'attivazione del dispositivo elettromagnetico e, nel momento esatto, lo lanciò in alto verso la telecamera, sperando che fosse abbastanza vicino al momento giusto.

L'impulso del dispositivo riuscì a colpire con successo l’apparecchio, dandole così abbastanza tempo per schizzare fuori senza essere ripresa.
Con uno scatto riuscì ad uscire, chiudendo la porta dietro di sé. Controllò le scale per vedere se qualcuno stava salendo, ma era tutto tranquillo. I due gorilla erano ancora lì, la ragazza di prima se ne era ovviamente già andata.

Il piano prevedeva che lei scendesse dalla finestra dall'altro lato dell'appartamento e raggiungesse nuovamente la festa. Attraversò il secondo piano dalla casa, evitando di fare rumore.
Ce l'aveva quasi fatta.
Raggiunse la stanza designata, una camera da letto. Purtroppo occupata.

Il legittimo proprietario di ciò che lei aveva rubato era lì, nella stanza, che si stava cambiando. Riuscire di soppiatto ad aggirarlo e a calarsi dalla finestra in modo sicuro era fuori discussione, non avrebbe avuto abbastanza tempo. Pensò di tramortirlo, ma questo significava che avrebbe dato l'allarme una volta rinvenuto, non proprio l'ideale.
Guardò l'ora: non aveva più tempo. La consegna sarebbe dovuta avvenire entro breve altrimenti avrebbe creato dei sospetti.
Entrò nella stanza sicura di sé "Signor Hilton, speravo di riuscire a parlare con lei... in privato" si avvicinò camminando lentamente.

...
- Akuiyumi
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"Signorina, lo sa che non dovrebbe essere qui?"


"Io so che sono esattamente dove vorrei essere... con chi vorrei essere..." Si avvicinò ulteriormente, posandogli delicatamente ma con sicurezza una mano sul petto, facendola scendere lentamente.

Fortunatamente si era preoccupata non solo di studiare i sistemi d’allarme, ma anche le persone. Le voci su quell'uomo erano fondate e non ci mise molto a credere che lei fosse veramente lì per sedurlo. Proprio nel momento in cui lui stava per fare una mossa, qualcuno alle sue spalle gli tirò un colpo in testa, tramortendolo.
"Dovrei forse essere geloso?"

"Signorina, lo sa che non dovrebbe essere qui?"


"Io so che sono esattamente dove vorrei essere... con chi vorrei essere..." Si avvicinò ulteriormente, posandogli delicatamente ma con sicurezza una mano sul petto, facendola scendere lentamente.

Fortunatamente si era preoccupata non solo di studiare i sistemi d’allarme, ma anche le persone. Le voci su quell'uomo erano fondate e non ci mise molto a credere che lei fosse veramente lì per sedurlo. Proprio nel momento in cui lui stava per fare una mossa, qualcuno alle sue spalle gli tirò un colpo in testa, tramortendolo.
"Dovrei forse essere geloso?"

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