Charmaine è un agente triplogiochista che lavora per San Myshuno, e finge di lavorare per Forgotten Hollow. In realtà non è leale a nessuno dei due e cerca semplicemente di tenere il piede in due scarpe per un suo fine personale, quindi ora mente a San Myshuno, ora mente a Forgotten Hollow. Ha un amico,
Yannis, un esperto di computer che l'ha aiutata ad acquisire un importante programma per lo spionaggio, che però le ha mentito sul fatto di averlo distrutto.
La sua collega,
Lynette (che non sapeva che Charmaine fosse un agente triplogiochista), ha da sempre un'antipatia per lei, nonché il sospetto che Charmaine non fosse sincera. Dopo una ossessiva ricerca di prove e grazie ad un accordo con Chana e Tor (due criminali minori che avevano svolto un lavoro segreto per Charmaine), riesce finalmente ad incastrarla con delle prove valide, a catturarla e a rinchiuderla. Nel farlo, cattura anche un agente di Forgotten Hollow,
Adrian, che lavorava di frequente con Charmaine.
Chana e
Tor, risolti i loro problemi personali (
la loro storia inizia qui), si prendono una vacanza, durante la quale spunta fuori il fratello di Tor per proporre loro un'indagine su un avvocato sospetto.
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Charmaine era rinchiusa in un carcere di massima sicurezza, situato in una località segreta e sorvegliato da militari amati.
Le celle erano piccole, strette ed essenziali. Essendo una prigione per traditori e criminali di un certo calibro, ogni stanza era isolata, con un'apertura ad impronta digitale.
Sulla porta c'era una piccola finestrella che permetteva, quando le guardie la lasciavano aperta, di vedere il corridoio e la cella dall'altra parte, ma era tutto studiato nel minimo dettaglio per far sì che i detenuti non potessero conoscersi: le porte infatti non erano allineate una di fronte all'altra, quindi anche se entrambe le finestrelle fossero state aperte, nessuno dei due avrebbe potuto vedersi.
Insomma, nessun contatto né col mondo esterno, né tra di loro.
Nonostante le prove presentate da Lynette, venne ugualmente torturata.
C'era chi poteva obiettare che informazioni ottenute tramite la tortura non sono informazioni attendibili, ma ai carcerieri poco importava. Con criminali ed agenti segreti traditori, poi, non avevano idea di che altro mezzo usare per far confessare.
Ogni giorno la portavano in una stanza per gli interrogatori, la legavano a una sedia e la picchiavano, domandandole che cosa aveva rivelato e a chi.
......