I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
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§HermioneSims§
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#71

Non appena il custode si rese conto di essere stato scoperto, borbottò qualche parola incomprensibile e scomparve nel nulla.

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Prof Thompson: per la barba di Merlino!
Prof Collins: ma come ha fatto a sparire? Non ci si può smaterializzare nel castello!
Prof Jones: l’ho visto solo io, o era proprio il custode?
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#72

Off Topic
Comunicazione di servizio: nelle prossime settimane non so se e quando avrò a disposizione una connessione internet sufficiente per aggiornare con i nuovi capitoli, quindi per un po' aspettatevi aggiornamenti meno regolari :snono:
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Tati
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#73

Wow... Hai capito il finto custode!!! Mi piace un sacco la tua storia! Aspetto con ansia il seguito! :slove:
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archisim
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#74

Ma dai un sogno rivelatore! Williamo è un veggente! (altro che interpretazioni strampalate :lol: )
Cmq il custode alla fine era anche una donna? Una vecchia strega in cerca di giovinezza forse??
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§HermioneSims§
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#75

Capitolo 11.1:
In punizione


Dopo quello che era successo, i ragazzi avevano passato quasi tutta la serata in presidenza: il Preside voleva cercare di capire cosa fosse successo e, apparentemente, loro erano gli unici testimoni. Con loro c’era anche la professoressa Collins in veste di vicepreside. Aveva uno sguardo severo che nessuno le aveva mai visto in volto, rivolto in particolare contro Randall.

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Preside Powell: come prima cosa, tolgo 50 punti a Grifondoro, Corvonero e Serpeverde. Non potete vagare per le segrete quando vi era stato espressamente ordinato di restare nei vostri dormitori. Voi tre passerete anche tutti il pomeriggio di domani in punizione, aiutando la professoressa Wood a pulire la serra numero 1. Ci sono domande?

Nessuno ebbe il coraggio di dire nulla.

Preside Powell: detto questo, vorrei cercare di ricostruire gli eventi. Signorina Harris, le dispiacerebbe dirci cosa le è successo?

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Isabelle: ecco, io… stavo tornando al castello con Scarlett, eravamo state assieme al campo di Quidditch.
Preside Powell: ma poi cos’è successo?
Isabelle: ero quasi arrivata al mio dormitorio, quando il custode mi ha sorpreso alle spalle e mi ha lanciato qualche incantesimo, non riuscivo più a muovermi.
Prof Collins: deve essere stato un incantesimo di pietrificazione.
Preside Powell: e poi ti ha portato nei sotterranei, giusto?
Isabelle: … esatto. È stato orribile, lui continuava a trafficare con quelli strani cerchi e io non potevo neanche muovermi…

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Preside Powell: un’ultima domanda: hai qualche idea di cosa potesse avere in mente?
Isabelle: … non saprei… continuava solo a lamentarsi di quanto fosse vecchio. E un paio di volte ha detto “per fortuna questo strazio finirà presto”. Un attimo, non vorrà mica dire che voleva…
Preside Powell: Hellen, ti dispiacerebbe accompagnare la signorina Harris in infermeria?
Prof Collins: va bene. Andiamo Isabelle, adesso puoi stare tranquilla.

Isabelle e la professoressa uscirono dall’ufficio, lasciando Scarlett, Randall e William faccia a faccia con il Preside.

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Preside Powell: c’è ancora una cosa che non riesco a spiegarmi: come avete fatto voi tre trovare la signorina Harris in un punto tanto sperduto delle segrete, quando neanche tutto il corpo docente messo assieme ci è riuscito?

Randall lanciò uno sguardo eloquente verso William, avrebbe voluto dire tutto. William invece restava composto nella sua posizione, lo sguardo fisso in quello del Preside. Non aveva nessuna intenzione di dirgli che aveva sognato il custode in una scena molto simile, e che l’istinto gli aveva detto di sospettare di lui.

Preside Powell: vi rendete conto che qualsiasi particolare potrebbe essere di fondamentale importanza? Se vi rifiutate di parlare l’unica cosa che mi viene da pensare è che la punizione che vi è stata data non sia stata abbastanza severa!
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#76

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Scarlett: è stato William! Dice di esserselo sognato o qualcosa del genere.

Non le era mai stato particolarmente simpatico quel William, e non aveva nessuna intenzione di vedere la sua punizione lievitare per colpa sua.
D’altro canto, neppure lei doveva stargli particolarmente simpatica, o per lo meno così sembrava a giudicare dall’occhiataccia che aveva appena ricevuto da parte sua.

Preside Powell: sognato?

Non sembrava sarcastico, ma solo pensieroso. Evidentemente secondo lui non era poi un’ipotesi così assurda.

A quel punto anche Randall si fece avanti. Ormai tanto la faccenda era venuta fuori, non c’era più motivo per starsene zitti.

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Randall: è vero, la scorsa notte aveva sognato il custode e visto che altri suoi sogni si sono poi rivelati veri ha pensato che fosse giusto seguirlo.
Preside Powell: ti capita spesso di fare questi sogni premonitori?

William era assolutamente scioccato: due traditori, ecco cos’erano!
Cosa poteva dire adesso? Del sogno della rana? No, non aveva nessun senso. Sarebbe finito nel reparto di psichiatria del San Mungo (*l’ospedale riservato ai maghi*). No, la scelta migliore era negare tutto.

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William: assolutamente no! È solo che… il custode sembrava sospetto e ho deciso di seguirlo. Poi questi due (lancia un’occhiataccia a entrambi) hanno deciso di seguirmi. Ecco tutto.
Preside Powell: un’aria sospetta?

Questa volta invece la nota scettica nella sua voce era evidente.

Preside Powell: uhm… non importa, ho cose più importanti a cui pensare. Se non avete altro da dire, potete anche andare. Buona…

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Scarlett: un secondo, c’è un’altra cosa! Non credo che fosse proprio il custode quello nei sotterranei!
Preside Powell: in che senso?

Quella frase aveva riacceso l’interesse del Preside.

Scarlett: in pratica, quando l’incantesimo è andato storto e gli si è ritorto contro, per un secondo ha cambiato aspetto. Sembrava una vecchissima strega!

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Preside Powell: una vecchia strega dici? Uhm… va bene, credo di avere informazioni sufficienti. Potete tornare ai vostri dormitori, buona notte.
Scarlett, Randall e William: buona notte, preside Powell.
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#77

Appena fuori dalla porta Randall cercò di chiedere a William perché non ha voluto dire del suo sogno al Preside. Per lui non aveva nessun senso nasconderlo, anzi gli sembrava un’ipotesi intrigante.

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Randall: ehi Will, mi puoi spiegare perché ti sei inventato quella storia?
William: perché non voglio finire in un manicomio. E comunque avevo sognato solo il custode, non c’era il sotterraneo e tutto il resto, quindi probabilmente era solo una coincidenza.
Randall: ma allora perché hai inseguito il custode fino nei sotterranei?
William: io… dovremmo tornare nei dormitori, non vorrete mica perdere altri punti?

E si allontanò senza aggiungere altro.

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Scarlett: sogni o non sogni, un giretto al San Mungo non gli farebbe così male…

Randall si limitò a scuotere la testa, prima di andare a sua volta verso il suo dormitorio.
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Il mattino seguente in sala grande si respirava già una certa confusione, nonostante fosse domenica mattina. Si era ormai sparsa la voce della brutta avventura vissuta da Isabelle, che per questo fu accolta da un’ovazione (particolarmente rumorosa tra i tassorosso) quando varcò il portone della sala. Agli altri tavoli invece aleggiava una certa delusione per i punti persi a causa di quegli sconsiderati studenti del primo anno. “Come si fa ad essere così incoscienti?”, si chiedevano.

C’era anche un’altra notizia a turbare gli animi: apparentemente, il custode era stato arrestato da una squadra di Auror durante la nottata mentre si trovava in una taverna di Hogsmade. Aveva negato con fermezza ogni accusa, dichiarando addirittura di non sapere di nessuno studente scomparso. In ogni caso, era già stato imprigionato ad Azkaban in attesa di ulteriori indagini.


Nel pomeriggio Scarlett, Randall e William avevano raggiunto serre per scontare la loro punizione.

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Randall: ehi ragazzi! Pronti per il lavoro?
Scarlett: (scocciato) ma sta’ un po’ zitto...
Randall: stavo solo cercando di rendere un po’ meno noiosa la faccenda.

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Prof Wood: bene, ecco qui i nostri piccoli avventurieri. Oggi pomeriggio devo spostare il concime dalla serra 1 alla serra 2, e il preside ha deciso che per punizione voi mi darete una mano. Certo, sono contenta che abbiate trovato Isabelle, ma avete rischiato troppo!

Il lavoro era molto noioso, oltre che faticoso e schifoso. Nessuno dei tre aveva molta voglia di parlare, quindi lavorarono in silenzio cercando di finire il più in fretta possibile.
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#78

A metà pomeriggio la professoressa Wood li lasciò da soli, perché aveva altre faccende da sbrigare. Non appena si fu allontanata videro avvicinarsi Isabelle: evidentemente stava proprio aspettando che la prof se ne andasse.

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Randall: ehi Isabelle!
Scarlett: ciao Isabelle! cosa ci fai qui?

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Isabelle: volevo solo ringraziarvi… se non fosse stato per voi io adesso… io…
Randall: non pensarci, ormai è passata, no?
Isabelle: mi dispiace molto che siate finiti in punizione per aiutare me.
Scarlett: non potevamo mica lasciarti laggiù, ti pare?

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Randall: a proposito, avete letto l’articolo sulla Gazzetta del Profeta? Danno tutta la colpa al custode. Eppure voi avete visto una vecchia al suo posto, vero?
Scarlett: sì, infatti. Quando William ha rotto l’incantesimo… a proposito, si può sapere come hai fatto?
William: niente di che, è bastato cancellare un pezzo delle linee che c’erano a terra.
Randall: quindi faceva degli incantesimi con dei cerchi? Non avevo mai sentito nulla del genere prima…
William: è abbastanza evidente che non utilizzava magia convenzionale, altrimenti come avrebbe potuto smaterialzzarsi fuori dal castello? Con tutti gli incantesimi difensivi che ci sono?
Isabelle: però è scomparso nel nulla proprio davanti a noi…

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Scarlett: dobbiamo tenere d’occhio la faccenda. Secondo me hanno preso la persona sbagliata, a quanto pare non hanno dato molto peso a quello che abbiamo detto.
William: secondo me abbiamo fatto già abbastanza casini così invece, sarebbe più prudente lasciar fare alle autorità.

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Scarlett: ti ricordo che sei stato tu il primo a essere sceso là sotto!
William: e cosa è successo? Se non te ne sei resa conto da sola, tu e Isabelle avete rischiato di lasciarci le penne!
Isabelle: come? È stato William a venire a cercarmi?
William: non esattamente.
Scarlett: a proposito, non ho ancora capito come hai fatto a trovarla.
William: (vago) c’eri anche tu, è bastato seguire il custode.
Scarlett: va bene, ma come facevi a sapere di dover seguire il custode?
William: … ho finito la mia parte, me ne torno al castello.
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#79

Detto questo si girò e si incamminò verso Hogwarts più in fretta che poteva.

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Randall: in questi giorni è proprio nervosetto.
Scarlett: in questi giorni solo?
Isabelle: chissà cos’ha…
Randall: secondo me è questa storia dei sogni, è più preoccupato di quanto non voglia dar a vedere.
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#80

Capitolo 12.1:
Corsa alla Coppa!


Nel giro di pochi giorni l’interesse degli studenti per gli strani avvenimenti della notte di Halloween scemò e tutti tornarono alle loro normali attività, che quell’anno erano principalmente orientate verso la Sfida Accademica proposta all’inizio dell’anno dal preside.

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I grifondoro, e soprattutto il prefetto Louise, si erano arrabbiati molto con Scarlett quando aveva fatto perdere loro la bellezza di 50 punti.

Louise: ma allora sei tale e quale tuo fratello!
Scarlett: veramente io volevo solo…
Louise: vedi di recuperare quei punti in qualche modo, ne abbiamo bisogno!

L’unico a sembrare comprensivo con lei era stato proprio suo fratello Lucas, che a quanto pare era abituato a simili scenate.

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Lucas: non prendertela, Louise si arrabbia sempre per un nonnulla. 50 punti non sono così tanti, li recupereremo vincendo la partita di domenica, non preoccuparti! E poi l’importante è che tu non ti sia fatta male. A proposito, credo che sia meglio evitare di raccontare questa storia alla mamma…

Quel pomeriggio tutti gli studenti della casa erano impegnati sul loro progetto sui duelli. Gli studenti più grandi sarebbero andati ad allenarsi con gli incantesimi veri in cortile, sorvegliati dalla professoressa Jones, che si era offerta volontaria in quanto direttrice della loro casa.
Scarlett e un paio di altri studenti al primo anno invece furono lasciati nella sala comune da soli a studiare la teoria su libroni polverosi. Se non fossero già stati tutti arrabbiati con lei probabilmente Scarlett avrebbe protestato, ma considerando la situazione reputò più saggio obbedire.


Se nei sotterranei era stata subito scoperta era tutta colpa di William, che l’aveva distratta. Ed era anche stata sfortunata, se non fosse stato per la corrente d’aria che aveva spalancato la porta. No, a parte quel piccolo dettaglio aveva la situazione completamente sotto controllo.
In ogni caso, imparare qualche tattica nuova non poteva farle male. Prese quindi il libro che aveva davanti e iniziò a leggerlo:

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Nei duelli tra maghi la conoscenza di incantesimi potenti è certamente fondamentale…

E loro l’avevano mollata lì a studiare un libro polveroso, quando potevano insegnarle qualche incantesimo decente.

… ma mai quanto la capacità di analisi e la prontezza di riflessi del mago. Anche la maledizione più potente infatti può rivelarsi inutile se utilizzata nel momento sbagliato. Come prima cosa, quindi, un mago che decide di cimentarsi nell’arte dei duelli deve imparare ad analizzare la situazione e a individuare il momento adatto per attaccare, o per difendersi.

Uhm, questo era a dir poco ovvio. Ma che ci voleva a capire quando lanciare un incantesimo? Bastava seguire l’istinto, in fondo. No, quello che le serviva era qualche incantesimo decente.

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Non sempre è il mago più potente a vincere, anzi. I libri di storia sono pieni resoconti di duelli in cui maghi troppo pieni di sé hanno perso miseramente in duello contro avversari meno forti…

Anche questo era prevedibile. Possibile che non ci fosse qualcosa di interessante in quel libro? Forse, saltando avanti di qualche pagina…. Ecco, quello sembrava un capitolo interessante!

Tattiche per sconfiggere avversari più forti di te.

Contro avversari più forti occorre molta cautela, e approfittare di qualsiasi espediente per mettere in difficoltà l’avversario. Non si può pretendere di vincere con la pura forza bruta in questo caso, occorre prendere l’avversario di sorpresa. In proposito, si rimanda alla lettura del duello della maga Desdemona contro Chauncey, e al suo magistrale utilizzo del mantello dell’invisibilità…


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Quindi la tattica che il libro proponeva era uesta, ingannare l’avversario? Sicuramente non molto leale. Avrebbe dovuto allenarsi molto, se voleva evitare di dover ricorrere a simili espedienti in futuro.
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