I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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§HermioneSims§
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#491

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Isabelle: buongiorno a tutti! Mi chiamo Isabelle Harris, ed ero una tassorosso.

Un piccolo applauso partì dal tavolo a cui sedevano gli studenti in giallo e nero.

Isabelle: (titubante) dopo la scuola ho seguito il corso per guaritori del San Mungo e adesso lavoro al reparto pozioni. Quindi preparo le pozioni che servono per l’ospedale, in pratica.
Preside Powell: a qualcuno interessa sapere qualche dettaglio in più sul corso da guaritori del San Mungo?

Quasi la metà degli studenti presenti alzò la mano, ogni anno erano moltissimi gli studenti che puntavano a diventare guaritori. Probabilmente Isabelle fu quella che ricevette più domande in assoluto, dovette parlare per quasi venti minuti prima che il Preside decidesse di passare all’ultimo contributo della mattinata.


Preside Powell: vi chiedo ancora qualche minuto di attenzione, per ascoltare anche il contributo del signor Walker!

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Scarlett: (sottovoce) cerca di non spaventarli, ok?
William: (sottovoce) non è mia intenzione.
Scarlett: (sottovoce) allora cerca almeno di sorridere un po’, ok?
William: (sottovoce) va bene, va bene…

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William: (serio) sono William Walker, qui a scuola ero un serpeverde. Sono anche stato prefetto e caposcuola, per essere precisi. Ho iniziato a lavorare qualche mese fa presso l’ufficio per la Prevenzione delle Catastrofi e Incidenti Magici al Ministero della Magia. Avete qualche domanda?

Una mano si alzò dal tavolo dei serpeverde, e chi l’aveva alzata si alzò in piedi per chiedere:

Studente: cosa bisogna studiare per lavorare al Ministero?
William: la maggior parte dei miei colleghi ha studiato legge o amministrazione, dopo i MAGO.
Studente: e lei cos’ha studiato, invece?
William: (vago) io sono in possesso di un diploma da Veggente conseguito a New York.

A quel punto William riusciva già a Vedere con assoluta chiarezza la piega che la discussione avrebbe preso da lì in avanti, e non poté evitare di farsi sfuggire un sospiro di rassegnazione. Erano proprio il tipo di domande stupide che non sopportava.

Studente 2: ma quindi lei Prevede il futuro?
William: (rassegnato) sì. A proposito, vi suggerirei di stare attenti al corridoio est del terzo piano. C’è una buona ragione per la sua interdizione agli studenti.


Circa 15 minuti dopo...

Preside Powell: ringraziamo di nuovo i nostri ospiti per la loro disponibilità! Ora potete ritornare in aula per le altre lezioni di oggi!

Gli studenti si alzarono e iniziarono a lasciare la sala grande disordinatamente. Nel frattempo il Preside Powell si rivolse ancora a loro per aggiungere:

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Preside Powell: tra l’altro, mi fa molto piacere constatare che abbiate finalmente smesso di mettervi nei guai ogni tre per due. Continuate così, intesi?

I ragazzi si scambiarono ancora un’occhiata divertita, prima di rispondere:

Tutti: certamente, signor Preside!


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Finiti i discorsi in sala Grande, avevano deciso di fare un giro per la scuola. Avevano trascorso tanto di quel tempo là dentro, tutto appariva così familiare ai loro occhi.

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Isabelle: ci stiamo avvicinando parecchio all’ingresso del dormitorio dei tassorosso.
Scarlett: non ho mai capito di preciso dove fosse il vostro ingresso, so solo che è vicino a quello delle cucine.
Isabelle: è nascosto da delle botti in fondo al corridoio.
Randall: delle botti? Sul serio?
Isabelle: pensate che mi lascerebbero dare una sbirciata alla sala comune? Mi manca un sacco quel posto!
William: mi sembra poco probabile.
Randall: è un peccato però, anche a me manca la mia sala comune.
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#492

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Scarlett: ehi, ma qui è dove ci sedevamo sempre a parlare dopo le lezioni!
Randall: abbiamo passato ore su ore qui!

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Randall: chissà perché finivamo col sederci sempre per terra qua fuori. È pieno di sedie comode, dentro la scuola.
Isabelle: forse è perché qui potevamo stare per conto nostro.
Scarlett: e anche perché in biblioteca non si poteva mai parlare in santa pace.
William: anche il fatto che fossimo in quattro case diverse non facilitava la situazione.
Randall: in effetti è curioso, se ci si pensa. Non capita spesso che gente di case diverse faccia amicizia così, no?

A pensarci, sembrava incredibile che avessero fatto amicizia proprio loro quattro. E ancora più incredibile era il fatto che fossero ancora amici come il giorno in cui avevano lasciato Hogwarts, nonostante stessero prendendo strade così diverse e non riuscissero più a trascorrere insieme tanto tempo quanto facevano lì a scuola.

Ripensando a quanto fossero cambiate le cose da quando erano ancora a scuola, Scarlett non riuscì a evitare di scoppiare a ridere sulla spalla di Will, innescando la domanda:

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William: (divertito) che ti prende?
Scarlett: stavo ripensando a quando eravamo a scuola. Discutevamo sempre per delle stupidaggini, ti ricordi?
William: e chi se lo dimentica.
Scarlett: (nostalgica) sembra passata una vita.
William: di tutte le cose, le discussioni inutili potrebbero essere quelle che mi mancano di meno, sai?
Scarlett: (ridendo) su questo non ci piove!

Isabelle e Randall si limitarono a osservare la scena: quei due potevano anche aver iniziato a uscire insieme quasi un anno prima, ma avevano iniziato a mostrarsi disinvolti anche in loro presenza soltanto in quegli ultimi mesi. Battibeccavano ancora quasi quanto facevano prima, ma sorridevano anche molto più spesso.

Isabelle: certo che sono cambiate un sacco di cose da quando studiavamo qui, non è così?
Randall: questo è sicuro.

Le loro vite stavano andando avanti, ma di sicuro non si sarebbero mai dimenticati di quella scuola, né degli anni che ci avevano trascorso.

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Randall: ehi, ho un idea! Facciamo un’altra foto, come quella che abbiamo fatto all’ultimo giorno di scuola!
Isabelle: sì, sarà divertente!
Scarlett: ma ce l’hai la macchina fotografica?
Randall: per chi mi hai preso? Certo che ce l’ho!

Detto questo si mise a frugare nelle tasche, che sembravano essere molto più profonde di quanto avrebbero dovuto essere. Dopo qualche istante afferrò qualcosa e iniziò a tirare fuori la sua macchina fotografica, con tanto di cavalletto e tutto il resto.

William: ma hai usato l’incantesimo di estensione irriconoscibile sulle tasche?
Randall: sì, è molto comodo, sapete? Anche se Victoria si arrabbia tutte le volte che facciamo il bucato, perché ci vogliono cinque minuti solo per svuotare le tasche!

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Randall: siete pronti?
Isabelle: sì!
Scarlett: sbrigati, non vorrai mica restare fuori dalla foto!
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#493

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Randall: ecco qui, una a testa!
Isabelle: è venuta benissimo! La incornicerò assieme all’altra!
Randall: forse dovrei iniziare a vendere anche macchine fotografiche come questa. Funzionano davvero bene, sapete?
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#494

Off Topic
Prima di passare alla parte conclusiva, voglio ancora dedicare un po' di tempo ai fratelli dei protagonisti. Vi ho fatto vedere le storie di genitori e nonni, ora tocca anche a loro!
Capitolo Extra:
Fratelli (Parte I)


15 Luglio 2025, casa Harris

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Julia: ciao mamma!
Sig.ra Harris: bentornata!

Anche Julia era arrivata alla fine del suo ultimo anno a Hogwarts e si era appena diplomata. Aveva un sorriso da parte a parte, sembrava raggiante come non mai.

Isabelle: aspetta, ti do una mano con il baule.

Isabelle si mise a trascinare il baule della sorella dentro casa, non era il caso di attirare ulteriormente l’attenzione dei vicini. Il baule era però particolarmente pesante, al punto che quando superò lo scalino dopo la porta le sfuggì di mano e, nel rovesciarsi su un lato, si spalancò di botto. A quel punto le fu anche chiaro perché fosse tanto pesante: più di metà baule era stipato da centinaia di foglietti di pergamena.

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Isabelle: (perplessa) Julia… ma ti sei trovata un ragazzo?
Julia: (solare) sì. Non ve l’avevo ancora detto? Stiamo insieme già da un paio d’anni!
Isabelle: che? No, sono sicurissima che non ci hai mai detto niente, vero ma’?
Sig.ra Harris: sì, anche a me questa è nuova.

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Prevedendo che quella di Julia sarebbe stata una lunga storia, si spostarono al tavolo della piccola cucin,a per poi chiedere:

Isabelle: dicci tutto!
Julia: vediamo, da dove posso iniziare...


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Ottobre 2022, Hogwarts

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Prof. Gauss: signorina Harris, ancora non ci siamo. L’aritmazia non le va proprio giù, vero? Veda di studiare di più, la prossima settimana faremo una verifica.
Julia: (scoraggiata) va bene, professoressa Gauss.

Era il secondo anno che studiava aritmazia, ma non riusciva proprio a farsi entrare quella materia in testa. Le altre cose che studiava le piacevano molto di più, tra fare incantesimi, mescolare pozioni o coltivare piante dai nomi impronunciabili si divertiva pure. A cosa poteva mai servire invece una materia in cui non si faceva altro che scrivere numeri su una pergamena? Forse aveva sbagliato a scegliere quella materia al posto di Divinazione...

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Fino all’anno precedente avrebbe chiesto aiuto a sua sorella o a qualcuno dei suoi amici, ad esempio si ricordava che Scarlett aveva dei bei voti in arimatzia. Peccato però che tutti loro si fossero diplomati a luglio.
Eppure doveva pur conoscere qualcuno di più grande che fosse in grado di darle ripetizioni di aritmazia, no?


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#495

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Hershel: qualcuno si ricorda l’anno della prima rivolta dei goblin?
???: potrebbe essere il 1612. A che ti serve?
Hershel: sto scrivendo un tema di storia della magia.

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Julia: ciao Hershel.

Hershel ci mise un attimo a riconoscerla. Dopotutto le aveva parlato sì e no un paio di volte, e solo perché era la sorella di una delle amiche di suo fratello.

Hershel: (perplesso) ciao. Tu ti chiami Julia, vero?
Julia: sì. (titubante) posso chiederti un favore? Non so proprio a chi altro chiederlo!
Hershel: ...
Julia: vedi, la prossima settimana ho un compito di aritmazia, ma non ci sto capendo niente! Tu sei bravo in aritmazia, giusto? Potresti darmi una mano a studiare?
Hershel: ...

Hershel dovette farsi dare una gomitata dall’amico seduto di fianco a lui prima di riuscire a rispondere:

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Hershel: c-certo, quando vuoi!


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Il pomeriggio seguente, in biblioteca:

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Hershel: quindi riporti un 7 qui sulla destra, e ottieni…
Julia: … 8?
Hershel: ehm…

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Julia: (frustrata) è inutile, non ci capisco niente di questa roba! Non riesco neanche a capire a che serva, mi sembrano solo tanti numeri messi a caso!
Hershel: ah.

Hershel non sapeva di preciso cosa rispondere. L’aritmazia era una delle sue materie preferite, non aveva mai avuto particolari difficoltà a capirla semplicemente seguendo le lezioni e facendo i compiti.
Con Julia però quel metodo non sembrava funzionare granché. Ma cos’altro poteva fare?
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#496

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Hershel: è già quasi ora di cena, per oggi basta così. Riprendiamo domani.
Julia: (scoraggiata) uhm, va bene…


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Mancavano solo tre giorni alla verifica, ma a Julia non sembrava che quelle ripetizioni le servissero poi a granché. Non che Hershel fosse un cattivo insegnante, il problema era che quella materia continuava a sembrarle noiosa, contorta e sfuggente.

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Hershel: ciao!
Julia: uhm, ciao.
Hershel: per oggi avevo pensato di cambiare posto, ti va di andare in cortile?
Julia: (confusa) perché?

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Julia: ma dove l’hai presa quella pallina?
Hershel: me l’ha prestata un mio amico.
Julia: e a che ti serve?
Hershel: per spiegarti l’aritmazia.
Julia: (perplessa) ah.

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Hershel: attenta!

Hershel le lanciò la pallina. Non ha una mira particolarmente buona, se Julia non fosse stata abituata a prese molto più difficili di quella grazie agli allenamenti di quidditch non sarebbe riuscita a prenderla.

Julia: non sei molto bravo a tirare, sai?
Hershel: in effetti non è il mio forte. Puoi rilanciarmi la palla adesso? Facendo ben attenzione alla traiettoria che fa.

Julia gli rilanciò la palla, e Hershel la acchiappò per un pelo.

Julia: e questo a cosa servirebbe?
Hershel: adesso ti spiego.

Dicendo questo aveva steso a terra una pergamena e iniziato a tracciare schemi e scrivere numeri. Si vedeva lontano un miglio che era più portato per quello che per lanciare palline.
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#497

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Hershel: i numeri non sono necessariamente cose astratte, si possono usare anche per descrivere quello che vediamo tutti i giorni. Ad esempio si possono usare per calcolare dove andrà la pallina che hai lanciato, anche i babbani sanno fare questo in effetti.
Julia: uhm.
Hershel: con l’aritmazia puoi fare lo stesso, ma con i fenomeni che coinvolgono la magia. Tu giochi a quidditch, quindi sei brava a volare su una scopa, giusto?
Julia: beh, abbastanza.
Hershel: ecco, per mettere in numeri quello che fa una scopa volante serve l’aritmazia. Ad esempio…

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Hershel: quindi il risultato finale è…
Julia: 3,94!
Hershel: esatto! Adesso ti va di riprovare l’esercizio che vi ha dato per compito la professoressa Gauss?

Julia fissò l’esercizio per qualche istante, era da giorni che provava a risolverlo senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Però, a guardarlo meglio, non era poi tanto diverso da quello che Hershel aveva usato per l’esempio sulle scope volanti. Se provava a usare la stessa formula, il risultato era…

Julia: fa… 7?
Hershel: giusto!
Julia: (felice) sul serio, ci sono riuscita!?

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Julia: ma perché hai portato una pallina invece di una scopa volante?
Hershel: (ridendo) una scopa volante, io? Sarebbe stata una pessima idea.
Julia: ma almeno sai volare su una scopa?
Hershel: ho fatto le lezioni del primo anno, e ho capito che non è proprio il mio forte.
Julia: è un peccato, perché è davvero divertente volare!


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Prof Gauss: signorina Harris, ha fatto un buon lavoro. Continui a studiare.
Julia: (felice) certo!

Julia prese la sua verifica, e non poté che esultare per la A* scritta in rosso in alto a destra. C’era riuscita!



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#498

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Julia: ehi, Hershel! Ciao!

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Julia: grazie mille, ho preso una A!
Hershel: (imbarazzato) b-bravissima!

Julia aveva un sorriso da parte a parte, sembrava davvero felice.

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Julia: senti, la prossima settimana c’è un’uscita a Hogsmeade, e ho sentito che a Mielandia ci sarà anche un nuovo dolce! Ti andrebbe di andarci insieme?

Gli amici di Hershel dovettero di nuovo dargli una gomitata prima che lui riuscisse a rispondere, dicendo:

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Hershel: s-sì, certo!
Julia: ci vediamo sabato allora! Ciao!
Hershel: ciao!

Julia era poi tornata allegramente al suo dormitorio, lasciando Hershel e i suoi amici senza parole nel cortile.

???: per la barba di Merlino, mi puoi spiegare come hai fatto?
Hershel: … non ne ho la minima idea!


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Julia: Hershel è proprio un ragazzo d’oro, sapete?
Isabelle: (sottovoce) non mi ero proprio accorta di niente…
Sig. Harris: (sottovoce) neanche io...


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#499

Nel frattempo, negozio di Randall

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Victoria: (sbalordita) ti sei trovato una ragazza? E non ci hai detto niente?
Hershel: (imbarazzato) ehm, in effetti…

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Randall: (curioso) di che parlate?
Victoria: Hershel dice di avere una ragazza. Almeno a te aveva detto qualcosa?
Randall: (stupito) che!? Assolutamente no!

Suo fratello Hershel era una delle persone più timide che conoscesse. E poi era sempre lì in negozio, con loro. Dove l’aveva trovata una ragazza?

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Randall: dicci tutto!
Hershel: ehm, ecco… potrebbe essere una storia abbastanza lunga...
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#500

Capitolo Extra:
Fratelli (Parte II)


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Scarlett: (stupita) che? Vi sposate!?
Lucas: sì, il 12 Dicembre. Tieniti libera, devi venire assolutamente!
Scarlett: (con un sorriso tirato) sì, certo!

Mancavano ancora più di due mesi, ma Scarlett aveva già la sensazione che sarebbe stata una noia mortale.


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12 dicembre 2025

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(*Vi ricordo che la signora riccia e bionda è la mamma di Scarlett e Lucas*)


Sig.ra Davies: (orgogliosa) sei un figurino!

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Scarlett era imbronciata già prima di arrivare, non aveva mai sopportato la sposa. E anche Will non sfoggiava esattamente un’espressione felice, lì non conosceva quasi nessuno ed era venuto principalmente per farle un favore. Sarebbe stata una giornata molto, molto lunga.

William: non andate proprio d’accordo, vedo.
Scarlett: (contrariata) vorrei vedere te, tua sorella non esce mica con qualcuno che ti sta antipatico!
William: (rassegnato) ne sei proprio sicura?
Scarlett: che? Morgan si vede con qualcuno?
William: bah, in un certo qual senso...



Circa due anni prima, New York

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Lorenzo: tu pensi di ritornare in Inghilterra anche questo weekend, vero?
William: (sospettoso) perché ti interessa?
Lorenzo: così, per curiosità.
William: sì, penso di prendere la solita passaporta del mattino.

Ignorando l’occhiataccia indagatrice di William, Lorenzo si rimise a scrivere quella lettera. Aveva grandi progetti per quel weekend, ma se non voleva mandare tutto in fumo doveva essere certo che il suo coinquilino non fosse presente.


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Morgan: ciao Lorenzo, come va?
Lorenzo: tutto bene, e tu?

Avevano iniziato a scriversi quando Morgan aveva chiesto a Lorenzo di tenerla aggiornata su suo fratello. In quelle lettere avevano però presto iniziato a parlare del più e del meno, e non ci era voluto molto prima che decidessero di incontrarsi di nuovo.
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