Off Topic
Proseguiamo con la parentesi babbana della famiglia di Isabelle. Chissà che avvenimenti li avranno portati alla situazione in cui si trovano ora...
Capitolo Extra:
La famiglia Harris (parte III)
Settembre 1998, caffetteria della famiglia Baker
Sig.ra Baker: al tavolo cinque stanno aspettando il loro tè da una vita, sbrigati!
Grace: vado, vado...
Se c’era una cosa di cui Grace era sempre stata certa era che non avrebbe mai voluto lavorare a tempo pieno in quella trappola che era la caffetteria dei suoi genitori.
I signori Baker avevano invece progetti molto diversi per lei: avevano lavorato molto per aprire e portare avanti quel locale, vantando da sempre una gestione esclusivamente familiare. Davano a Grace l’opportunità di lavorare fin da subito in pianta stabile e, alla fine, le avrebbero anche lasciato la gestione della loro caffetteria. Come si poteva rifiutare un’opportunità simile?
Grace però aveva ambizioni del tutto diverse. Lei avrebbe preferito mille volte andare all’università, iscriversi a Lettere e, chissà, magari anche scrivere qualcosa di suo. Idea alla quale i suoi genitori si erano sempre opposti con forza, etichettandola come un capriccio adolescenziale che sarebbe presto passato di mente alla loro unica figlia.
Ma Grace sapeva che quello non era solo un capriccio e, anche se erano già passati tre anni dal diploma, non si era ancora arresa. I suoi genitori si rifiutavano di pagarle l’università? Peggio per loro, voleva dire che avrebbe iniziato a mettere da parte i suoi guadagni per pagarsela da sola. Ci aveva messo un sacco di tempo, ma finalmente c’era riuscita. Non le restava che dirlo ai suoi.
Grace: mamma, papà, vi devo dire una cosa.
Sig.ra Baker:
(distratta) che cosa, Grace?
Grace: la prossima settimana inizio l’università, ho anche già trovato un appartamento in cui stare.
I suoi genitori impiegarono qualche secondo per mettere a fuoco quello che aveva detto, occupati com’erano a mettere a posto le tazze e i piatti che avevano appena tirato fuori dalla lavastoviglie. Il primo a riprendersi fu suo padre, che si affrettò a dirle:
Sig. Baker:
(severo) che pazzia è mai questa? Ne abbiamo già parlato, per te l’università è solo uno spreco di soldi!
Grace: sono i miei risparmi, e ci faccio quello che mi pare!
Sig.ra Baker: piantala di dire stupidaggini!
Grace: non sono stupidaggini! Siete voi che siete due trogloditi che sanno pensare solo a questa stupida caffetteria!
Grace: cercarvi pure un’altra cameriera, perché io da qui me ne vado!
Sig. Baker:
(arrabbiato) ma dove credi di andare? Torna immediatamente qui!
Ma Grace lo ignorò completamente, continuando la sua strada senza neanche voltarsi indietro per guardare i genitori che ancora le urlavano dietro, intimandole di tornare indietro. Beh, potevano anche scordarselo.
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Per fortuna a casa aveva già la valigia pronta, quindi le bastò salire di corsa in camera sua per recuperarla prima di poter incrociare di nuovo i suoi genitori. Poi le sarebbe bastato prendere l’autobus per raggiungere il monolocale che aveva affittato qualche giorno prima.
Ormai era fatta, era finalmente libera! Aveva dovuto aspettare per ben tre anni, ma poteva finalmente fare quello che le piaceva davvero!
Persa tra questi e altri mille pensieri, Grace continuava a camminare sulla sua strada, senza prestare particolare attenzione a quanto le succedeva attorno. Era talmente distratta da attraversare la strada senza fare nessuna accortezza, tagliando in pieno la strada a una macchina che stava sopraggiungendo proprio in quel momento.
Autista: oh santo cielo! Chiamate subito un’ambulanza!