Giunti poco dopo al locale, l’intraprendente taglialegna si rese purtroppo conto che non sarebbe stato facile questa volta mantenere l’attenzione della ragazza, poiché il bar, frequentato da giovani, offriva svariate distrazioni, e gli short aderenti di Rouge non passavano certamente inosservati. Già al bancone Percival faticò a tenere d’occhio la ragazza che in men che non si dica era stata importunata da diversi avventori: fortunatamente Rouge sembrava starsene sulle sue, distratta dalla scelta del cocktail che voleva ordinare, e non fece caso nemmeno al ragazzo che glie lo fece preparare prima degli altri facendo leva sul suo evidente feeling con la barista.
Una volta esaurita la consumazione, i due si scatenarono sulla pista da ballo, ma con gran disappunto di Percival, questi notò che il ragazzo del bar non aveva ancora mollato la presa, e osservava insistentemente la ragazza da un angolo della sala.
Sebbene in gran forma fisica, Percival era comunque un ragazzo tranquillo, e quella sera non aveva proprio voglia di fare a botte, soprattutto perché era ancora decisamente sobrio, e puntava a rimanere tale per tentare un approccio non del tutto imbarazzante con Rouge, cosa che non gli sarebbe riuscita né totalmente ubriaco, né con un occhio nero.
Malgrado il vigile controllo di Percival, dopo poco Rouge si sentì accaldata e volle uscire all’aperto a respirare aria fresca. Nella sala affollata Percival la perse di vista e Rouge si ritrovò fuori sola nel patio del locale. Si stava giusto rinfrescando le gote con l’acqua fresca della fontana, quando lo sconosciuto che poco prima la osservava nella sala le si avvicinò.
Era anch’egli un bel ragazzo, ma con un fascino molto diverso rispetto a Percival: fisico asciutto, leggermente trasandato (ma quel trasandato un po’ chic), capelli corvini, occhi sottili e penetranti, sguardo furbo. Rouge si sentì decisamente fortunata quel giorno.
Il nome dello sconosciuto era Dagger, nome curioso pensò Rouge, e i suoi modi erano molto spigliati e intraprendenti, quasi già confidenziali, ma la ragazza non se ne risentì.
Non mostrò segni di indignazione nemmeno quando Dagger, che evidentemente era uno tipo che ci sapeva fare con le ragazze, le si fece vicino in modo sensuale e le fece capire quali erano le sue intenzioni per la serata.
Poco dopo Rouge e Dagger completavano le presentazioni in un bagno del locale, senza curarsi di provocare rumori che stavano attirando l’attenzione delle persone che sostavano appena fuori dalla porta.
Terminate le presentazioni, Rouge si ricompose alla bell’e meglio, si diede una sistemata al trucco sfatto e con l’atteggiamento più spontaneo che le riuscisse in quel momento uscì dal bagno, ignorando i sorrisini dei presenti. In fondo, era un’abitudine comunemente diffusa in qualsiasi parte del mondo quella di appartarsi nel bagno con un uomo, e loro che ne sapevano che Dagger era praticamente un perfetto sconosciuto per Rouge? La sua reputazione poteva essere salva, la sua integrità morale un po’ meno, ma in fondo, che le importava, lì, nessuno la conosceva.
Nessuno a parte Percival il quale, ormai rassegnato ad essersi perso l’occasione per la serata, stava dando fondo all’ultimo bicchiere in attesa che la sua compagna si rifacesse viva per tornare a casa.