Capitolo 13: "Una colpa, un colpo"
All'istituto, il giorno seguente, Cano fu di buon umore tutta mattina: la sera precedente Loth gli aveva regalato quel fruttino luminoso e lui era al settimo cielo, era forse un segno che la ragazza stesse riconsiderando la loro amicizia?
Cano aveva riposto con cura il piccolo frutto in un involucro di stagnola, valutando di conservarlo e mangiarlo il più tardi possibile prima che mostrasse segni di marcescenza, e ora lo portava con sè nella tasca, avvertendo una piacevole sensazione di calore per tutto il corpo, forse dovuta alla luce calda emanata dal frutto, forse dovuto alla sua esaltazione.
Lo stato di grazia in cui Cano si trovava, venne bruscamente interrotto quando, alla fine della giornata, cercando Loth all'uscita dell'istutito, la trovò a chiacchierare con Setsuna.
Avvicinandosi potè sentire proprio ciò che non avrebbe mai voluto dover ascoltare: Setsuna, col suo solito fare brillante, stava invitando Loth a
tornare verso casa insieme, e Loth ovviamente si era dimostrata ben felice della proposta.
Quindi da parte del ragazzo c'era dell'interesse per la sua Loth, la quale, sprovveduta com'era, era già sicuramente cotta di quel bel faccino slavato.
Fortunatamente Cano non era l'unico ad assistere impotente alla scena, poichè tempestivamente sopraggiunse Sara, l'affascinante sorella di
Setsuna la quale, gelosa del fratello, non ebbe la discrezione di Cano e si infilò tra i due aggiungendosi alla coppietta, anche se evidentemente indesiderata.
Durante il tragitto Loth e Setsuna parlavano amabilmente, mentre Sara, costretta a seguirli qualche passo dietro, tendeva l'orecchio per non perdere nessuna parola, infatti era sempre stata molto possessiva col fratello, e il fatto che quella ragazzina scheletrica si fosse intromessa nel loro rapporto senza che Setsuna ne avesse mai parlato, la infastidiva molto.
Cano invece, infuocato dalla gelosia, li seguiva a distanza e, non potendo udire ciò che dicevano, rosicava ancora di più immaginandosi proposte indecenti e sguardi languidi tra i due, e si chiedeva se tentando di abbordare Sara, avrebbe potuto suscitare la gelosia di Loth, o almeno del fratello, giusto per dispetto.
Presi dai loro discorsi, veri o immaginari, nessuno dei quattro si accorse di essere osservato da vicino, molto vicino.
Non fosse stato per l'arrivo improvviso di Ryu, i ragazzi non si sarebbero accorti di nulla.
Loth fu subito preoccupata dall'incontro: dopo l'esperienza della sera della festa, ormai sapeva bene che l'interesse di Ryu per lei era prettamente professionale, e se la stava raggiungendo così di corsa, quando non era nemmeno sola, era sicuramente successo qualcosa di serio.
Le deduzioni di Loth furono infatti pienamente confermate.
Ryu: Loth, e anche voi, dovete venire tutti con me, presto dobbiamo allontanarci da qui.. non vi siete accorti che vi stanno pedinando? Non giratevi, comportatevi normalmente e seguitemi, vi prego fidatevi siete tutti in pericolo!
Loth: Ma Ryu non abbiamo incontrato nessuno.. e poi perchè dovrebbero pedinarci? Non stiamo facendo niente di male..
Ryu: Perdonami Loth è colpa mia, ho commesso un gravissimo errore, mi dispiace.. ti ho messo in pericolo.. a causa delle mie ricerche..
In quel mentre Ryu alzò lo sguardo, scrutando attraverso i vetri scuri di un grosso camion parcheggiato sul ciglio della strada a pochi
passi dai ragazzi.