[CONCLUSA] Per sempre

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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archisim
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#31

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Sephiro non ci mise molto a raggiungere la regina nelle sue stanze.
Quando arrivò, Nova si era già preparata per la notte, i capelli sciolti e ben spazzolati, il viso deterso e purificato e gli ingombranti vestiti da cerimonia smessi.
Sephiro la strinse tra le braccia e la baciò con trasporto.

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Il profumo dei fiori nella stanza e la luce calda delle candele rendeva l'atmosfera soave e romantica.
Nova scacciò i pensieri negativi, si disse che Luce e Umi probabilmente avevano trovato una compagnia più piacevole per passare la serata, e le fate potevano sbagliarsi, d'altra parte non erano state infallibili nemmeno in passato.. lo strano e inconsulto senso di colpa che l'aveva assalita a cena era svanito, così come insensatamente era arrivato.
Ora poteva dedicare mente e corpo al suo amante, il quale non sembrava desiderare altro.

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Sephiro si disse che la donna a cui era destinato era quella che giaceva insieme a lui sul letto, che probabilmente anche Luce e Umi (e Lestat?) avevano trovato altra compagnia e la fata non avrebbe influenzato le decisioni di Nova, la quale sembrava completamente dominata dalla sua passione per lui e non avrebbe potuto sottrarsi al suo destino.

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Improvvisamente Sephiro sentì il petto avvampare, questa volta però non era solo la passione.
Non poteva opporsi, non poteva controllarla, era una forza oscura e potente che si stava impadronendo velocemente di lui, sapeva che sarebbe successo, forse non avrebbe voluto, ora..
Prima che i suoi sensi fossero completamente dominati dall'energia che stava invadendo il suo corpo, i suoi pensieri tornarono al momento del tramonto, e si sentì felice.

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#32

valuccia85 ha scritto:Luce è così carina ed il suo Amore così tenero e puro. Non oso immaginare quanto soffra nel sapere che lui ha trascorso la notte con la sorella.
Inoltre sembra che anche lui inizi a vederla in modo diverso... nascerà l'Amore? :slove:
Scusa cancello il commento che è finito in mezzo al capitolo, stavolta me la son presa comoda :lol: :lol:
cmq, per ora Sephiro ha in mente tutt'altro 8-) 8-) 8-) zozzone :roll:
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valuccia85
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#33

Figurati! Dispiace a me di aver scritto mentre stavi ancora aggiornando, ti chiedo scusa. Eh beh... la carne è debole... sarà per quello che si illumina come un semaforo? :lol:
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archisim
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#34

Cieco è l'amore
Quella notte Nova non aveva chiuso occhio.
Anche dopo che Sephiro si era addormentato, ella era rimasta immobile nel letto, incapace di prendere sonno, la mente tormentata da torbidi e inquieti pensieri: la presenza di uomini a palazzo, l'avvertimento della fata, il suo amante così passionale ma indifferente.. da quando era giunto a corte, i loro incontri si erano svolti per la maggior parte sotto le lenzuola (o in altri svariati impensabili posti), ma il suo cavaliere di giorno spariva, non era con lei, non era parte della sua vita.. forse a causa del senso di non appartenenza, forse un senso di inferiorità, forse una forma di umiltà?
Qualunque fosse il motivo, Nova doveva rimediare, non poteva sopportare un uomo accanto che non fosse alla sua altezza, che non si interessasse della vita di corte, che non fosse sempre al suo fianco.

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Si recò presso la sala del Ciliegio, e lì, come si aspettava, trovò la fata Ametista immersa in una profonda meditazione, accovacciata tra le radici dell'albero.
Tramite la meditazione, alle fate, e solo a loro, era concesso di poter parlare con tutti gli elementi della natura che rappresentavano la trasfigurazione di persone che, trascorsa la loro esistenza mortale presso il Casato dei Fiori, al momento della loro morte venivano tramutate in alberi o fiori di svariato genere, secondo una misteriosa alchimia che associava il tipo di essenza floreale allo spirito della persona.

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La regina Emeraude, madre di Nova e Luce, dopo la sua prematura scomparsa era infatti stata tramutata in un maestoso e florido albero di ciliegio, evento assai raro poiché l'energia vitale di un comune mortale era appena sufficiente per la trasmutazione in un tenero fiore, tanto delizioso quanto fragile.
L'albero era poi stato trasportato a palazzo nella stanza che poi avrebbe preso il suo nome, e attraverso invocazioni magiche e incantesimi, veniva utilizzato per richiamare le fate o come oracolo, e occasionalmente come confessore imperturbabile delle confidenze delle principessa Luce o della regina Nova.

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Dopo la meditazione, la fata Ametista era ancora più convinta di quanto aveva riferito alla regina in merito ai due cavalieri: non potevano essere persone fidate, in loro c'era qualcosa di oscuro e così ben celato che nemmeno il potente spirito del Ciliegio aveva potuto penetrare la cortina di nebbia che avvolgeva l'anima di Sephiro e il suo compagno d'armi Lestat.
La fata, seriamente preoccupata per la regina, provò a farla ragionare, ad aprirle gli occhi e, cercando di farle coraggio, rivelò a Nova tutto ciò che aveva potuto sapere con l'aiuto dei suoi sensi e dello spirito del Ciliegio.

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Ma ancora Nova non voleva sentire ragioni: non poteva credere che il suo Sephiro potesse essere una persona malvagia, non voleva credere alle "sensazioni" di una fata: il suo cuore era l'unico di cui sentiva potesse davvero fidarsi, e il suo cuore le diceva che Sephiro era l'uomo per lei, e niente e nessuno avrebbe potuto convincerla del contrario.

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Nova: Io lo amo Ametista, e voglio rendere partecipe tutto il regno del mio amore

Ametista, cogliendo le intenzioni della regina, pur sapendo che sarebbe stato un grave errore, non poté far altro che abbandonare le armi e congedarsi dalla regina, sparendo in un vortice di luce intensa, silenziosamente, così come era arrivata.
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#35

Quella notte Sephiro, dopo aver giaciuto con Nova, era sprofondato in un sonno profondissimo, di cui non ricordava nemmeno i sogni.
Al suo risveglio, si era sentito come spaesato, l'ultima cosa che ricordava era la luce fioca della candela che si esauriva con un sibilo soffocato; la polverosa tappezzeria della stanza iniziava a provocargli un senso di oppressione, così si vestì in fretta e uscì in giardino.
La temperatura esterna era piacevole e un leggero venticello scuoteva delicatamente le fronde degli alberi creando un'armonia di suoni e fruscii così rilassante, che Sephiro si ritrovò senza accorgersene a camminare senza meta tra i cespugli, lontano dal sentiero.

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Mentre ancora cercava di ritrovare l'orientamento, si accorse che poco distante, nascosta appena da una pianta di ortensia, una delicata fanciulla stava facendo il bagno nelle fresche acque del ruscello.
Credendo di riconoscere la folta capigliatura rosea, Sephiro si nascose d'istinto nella vegetazione, e malgrado fosse pratica ben poco cavalleresca, rimase incantato a rimirare le gentili grazie.

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Era ancora preso dalla sua poco cordiale attività voyeuristica quando, udendo uno scricchiolare di ramoscelli, il cavaliere capì che qualcuno si stava avvicinando.
Accorgendosi che il disturbatore molesto non era altro che il suo compagno d'armi, Sephiro dovette abbandonare a malincuore il suo nascondiglio e precipitarsi incontro a Lestat, prima che il secondo cavaliere si avvicinasse troppo alla radura e notasse anch'egli la fanciulla immersa nelle acque.

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Lestat, sorpreso di incontrare l'amico in un posto così insolito, ne approfittò per aggiornarsi sull'andamento della missione.
Per quanto Lestat fosse entusiasta di come stavano procedendo le cose per Sephiro (ormai era evidente che la regina non aveva alcun dubbio riguardo l'onestà del suo bel cavaliere), quest'ultimo sembrava meno soddisfatto della situazione.
Sephiro infatti aveva sovente manifestato più di qualche remora in merito alla moralità di quanto i due erano intenzionati a fare ma, per quanto anche Lestat avesse qualche riserbo morale sulla missione, era sempre riuscito a convincersi e a convincere l'amico che entrambi non avevano scelta, e perseverare così nell'intento.

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I due cavalieri vennero improvvisamente interrotti da un leggero canto di donna, e volgendo lo sguardo verso al radura si accorsero della presenza della principessa Luce, intenta a cogliere fiori mentre passeggiava.
Lestat suggerì di rientrare a palazzo, ma Sephiro manifestò chiaramente la volontà di restare.
La donna che aveva visto poco prima immergersi nelle acque non era dunque Nova, e l'apprendere di aver spiato la dolce principessa come un pervertito, celandosi tra i cespugli, lo riempì di ribrezzo verso sé stesso.
Prima di scomparire tra gli alberi, Lestat ricordò con tono secco e quasi poco amichevole che entrambi avevano un compito da portare a termine, e il mancato adempimento dello stesso lo avrebbero pagato con la vita. Dettò ciò, sparì tra le foglie.

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Quando anche la principessa si accorse della presenza del cavaliere, si precipitò raggiante verso di lui e, per quanto Sephiro potesse essere rimasto turbato dalle parole dell'amico, la vista di Luce che correva verso di lui gli strappò un sorriso.
I due si sedettero sulla vicina altalena, vecchia e ormai quasi completamente arrugginita, ma tanto cara nei loro ricordi e, mentre Sephiro rifletteva ancora sui suoi doveri, Luce scherzava sulla faccia seria del cavaliere o su quanto fosse buffo un uomo adulto in armatura abbarbicato su un decadente gioco per bambini: la voce squillante di Luce e le sue risa acute risuonavano gioiose per tutto il giardino, mente Sephiro restava seduto silenziosamente, dondolando appena, osservando la fanciulla.
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archisim
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#36

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Forse fu colpa dell'atmosfera esageratamente romantica di quel giardino incantato, forse delle altalene che gli avevano riportato alla mente il periodo felice della sua infanzia, forse il polline dei fiori nascondeva un incantesimo, o forse il sorriso di Luce era così dannatamente dolce, ma mentre la guardava dondolare lì, accanto a lui, Sephiro finalmente capì cos'era quella sensazione nuova che aveva provato sin dal principio, quando aveva rivisto Luce dopo tanti anni.
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valuccia85
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#37

Sono molto combattuta, Archi, te lo devo dire. Da una parte Sephiro non mi piace neanche un po', non mi fido di lui e lo trovo decisamente meschino. Nova farà un terribile errore a dichiarare il suo amore per lui a tutto il regno, perché temo che voglia usarla per qualcosa. Trovo anche sgradevole il fatto che vada a letto con Nova, mentre, a quanto pare, sta iniziando a provare dei sentimenti per Luce. Dall'altra, però, Sephiro mi sembra un personaggio un po'... infelice. Come se non fosse pienamente soddisfatto della sua vita... non so. Aspetto di leggere ancora qualche episodio prima di esprimere un parere finale, dai :D
Comunque le foto sono stupende ed adoro anche come hai allestito il tutto: rimango sempre incantata quando guardo le tue foto.
Bravissima!
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#38

valuccia85 ha scritto: Sono molto combattuta, Archi, te lo devo dire. Da una parte Sephiro non mi piace neanche un po', non mi fido di lui e lo trovo decisamente meschino. Nova farà un terribile errore a dichiarare il suo amore per lui a tutto il regno, perché temo che voglia usarla per qualcosa. Trovo anche sgradevole il fatto che vada a letto con Nova, mentre, a quanto pare, sta iniziando a provare dei sentimenti per Luce. Dall'altra, però, Sephiro mi sembra un personaggio un po'... infelice. Come se non fosse pienamente soddisfatto della sua vita... non so. Aspetto di leggere ancora qualche episodio prima di esprimere un parere finale, dai :D
Comunque le foto sono stupende ed adoro anche come hai allestito il tutto: rimango sempre incantata quando guardo le tue foto.
Bravissima!
grazie :s**:
in questa prima parte dei capitoli ci ho dato parecchio dentro col rosa, un po' in tutti i sensi :lol:
Ovviamente come un vero cavaliere che si rispetti, pure Sephiro nasconde molto sotto l'armatura (beh in senso metaforico intendo, per il resto dovere chiedere a Nova :lol: )
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#39

Spes ultima dea
Il tempo a palazzo sembrava trascorrere imperturbabile, ma il succedersi degli eventi avrebbe innescato una reazione a catena che avrebbe trasformato per sempre l'esistenza di ognuno.
Subito dopo l'allontanamento della fata Ametista, a corte era iniziato un trafelato e sospetto andirivieni di persone che incontravano privatamente la regina, entrando e uscendo da palazzo con pesanti scrigni e enormi bauli; nemmeno le damigelle più vicine alla regina erano a conoscenza della situazione, o quantomeno non era loro concesso farne parola con nessuno.

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Una tiepido pomeriggio, mentre Luce, Umi e Fuu discorrevano tranquillamente nel parco, un giovane bardo inviato da Nova convocò con urgenza le tre fanciulle nella sala da pranzo: la regina aveva un importante annuncio da fare.
Nella sala erano stati riuniti solo pochi intimi della famiglia reale, e tutti erano in trepidante attesa quando Nova fece il suo ingresso, seguita da Sephiro: vedendoli entrare insieme, un brivido freddo scosse Luce.
La regina, con passo lento e solenne, si portò al centro della sala, alzò lo sguardo sopra i presenti attendendo che tutti rivolgessero la loro attenzione verso di lei, e con la più austera compostezza, di cui solo una regina può essere capace, proclamò le sue intenzioni.

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Nova: Io, Nova, regina del Casato dei Fiori, appartenente alla famiglia reale del Ciliegio, e quest'uomo, qui al mio fianco, Sephiro delle Ninfee, valoroso maestro d'armi, che ha combattuto per noi nelle terre di confine, abbiamo deciso di sposarci.

A queste parole, l'atmosfera della sala, già immersa nel silenzio, per un istante rimase come sospesa.
Dopo i primi attimi di sbigottimento, gli sguardi delle damigelle si volsero istintivamente verso Luce, la quale sembrava come pietrificata.
Mentre le cameriere si affrettavano a servire come rinfresco lo Champigneto, prestigiosa bevanda leggermente frizzante prodotta nei boschi dagli elfi e servita solo in occasione di eventi importanti, nella sala si diffuse un brusio di voci e commenti, prima pacato, poi sempre più fragoroso, e gli invitati iniziarono a stringersi attorno alla regina per congratularsi e conoscere il loro futuro re.

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Luce, mentre tutto intorno si facevano brindisi benaugurali e si inneggiava ai futuri sposi, rimaneva seduta, lo sguardo fisso sul bicchiere di fronte a lei: nei suoi pensieri si alternavano un vortice di emozioni contrastanti, prima rassegnazione, poi una dolce illusione, e subito dopo ancora insofferenza, di nuovo consolazione, amarezza e poi.. gelosia.
Pur accettando l'amore tra il suo principe e la sorella, la notizia dell'imminente matrimonio le toglieva ogni speranza, seppur vana, che Sephiro provasse amore verso di lei: diceva a se stessa che la speranza avrebbe appagato i suoi sentimenti, ma ora la sacralità del vincolo che avrebbe unito quei due aveva spazzato via ogni cosa.

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Umi e Fuu andarono a congratularsi con la regina e il promesso sposo.
Gli ospiti, inconsapevoli dell'oscuro presagio profetizzato dalla fata, pur trovando insolito l'annuncio di un matrimonio così imminente, non potevano che essere felici che il regno finalmente trovasse una stabilità e quindi - si auguravano il più presto possibile - anche degli eredi che garantissero ancora per lunghi anni quella tranquillità che la sovranità del Casato dei Ciliegi era riuscito a mantenere fino a quel momento.
In cuor loro le due damigelle, anch'esse ignare della profezia, gioivano per al ritrovata serenità di Nova e, malgrado non riuscissero a godere appieno di quel momento di giubilo a causa della loro affetto per Luce, si complimentarono sinceramente con la regina porgendole i loro auguri.
Quando Nova, sfuggita alla piccola folla che l'aveva attorniata, cercò con lo sguardo la sorella pensando di riceverne le congratulazioni, trovò solo una sedia vuota: Luce, non potendo più contenere il suo turbamento, aveva ormai lasciato la stanza, trattenendo a stento le lacrime.

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#40

Dopo l'annuncio ufficiale, Sephiro si era ritirato nelle sue stanze per sfuggire, almeno finché ancora poteva, alle domande assillanti e alla curiosità dei sudditi.
Tra un misto di soddisfazione e disgusto per sé stesso, si trovò ad ammirarsi davanti allo specchio.
Per anni non aveva fatto altro che servire, combattere, prendersi cura degli altri.. ma chi si era preso cura di lui? Per difendere il regno già una volta aveva sacrificato la sua vita, il suo amore.. e in più c'era la maledizione, ereditata dai propri antenati, senza che lui avesse colpa alcuna.
Era giunta l'ora del riscatto, della salvezza, di porre fine a quell'antico sortilegio che tormentava il suo popolo ormai da troppo tempo.

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Mentre ancora rifletteva sulla propria sorte entrò Lestat.
Il secondo cavaliere aveva l'aria compiaciuta di chi ha ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo.

Lestat: Complimenti amico mio, non pensavo ti saresti spinto a tanto, non speravo in un risultato così concreto! In men che non si dica tu sarai re, e tutti questi inutili fiorellini appassiranno all'ombra del nostro nuovo magnifico regno!

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Sephiro: Ma come puoi parlare così.. sono persone come noi Lestat, hanno diritto quanto noi di stare a questo mondo! Io non voglio essere strumento di una assurda vendetta che nemmeno ci riguarda!

Lestat: La vendetta è un effetto collaterale, è semplicemente inevitabile.


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Sephiro si rendeva conto, così come Lestat, di non essere altro che un burattino i cui fili erano mossi da uno spirito estremamente colmo di rancore, che non avrebbe esitato a sacrificare il sangue del suo sangue pur di sopravvivere.
Sopravvivere significava porre fine al castigo inflitto alla sua gente decenni prima, ed un mezzo efficace per avvicinarsi alla redenzione era il legame che Sephiro stava creando con la regina.
Ma uno spirito ferito, mosso dall'ira, non può alleviare la propria sofferenza riconquistando ciò che era già suo, prima che gli venisse tolto: per trarre sollievo, deve infliggere un dolore ancora più atroce al suo carnefice.
Per questo motivo il compito di Sephiro andava ben oltre l'ottenimento della redenzione.

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Lestat: Ricordati amico mio che io sono stato inviato qui insieme a te nel caso tu avessi fallito, e sai bene, nel caso questo dovesse malauguratamente accadere, chi ne farebbe le spese.. Se tu non farai filare tutto liscio alla cerimonia, io sarò costretto ad eseguire gli ordini, non sarei mai voluto ricorrere alle minacce, ma come ben sai, è questione di vita o di morte!

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Sicuro di aver colto nel segno, Lestat voltò le spalle all'amico, ma prima di abbandonare la stanza, guardando il proprio corpo tentare di ribellarsi ancora una volta all'oscura forza che li dominava, ribadì ciò che più di ogni altra cosa avrebbe smosso la volontà di Sephiro.

Lestat: Devi scegliere, Sephiro, o loro, o noi.
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