Lorenzo: Piacere di conoscerti! (Gli stringe la mano) Mi hanno chiesto di farti vedere un po’ il posto, andiamo?
Lorenzo: l'edificio non è grandissimo, ma visto che siamo in pochi basta e avanza. Di là c’è la sala da pranzo, mentre là dietro ci sono le stanze in cui facciamo lezione. Giusto, è meglio se non le chiami “lezioni”, la signora Delphine preferisce se diciamo “incontri”.
Ma quanto parlava quel ragazzo? Da quando si era presentato non era ancora stato zitto per neanche un secondo.
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Non ci volle molto per vedere l’intera struttura, come Lorenzo aveva già accennato non era molto grande. L’edificio comprendeva solo tre piani, dei quali il primo era occupato dalla sala da pranzo e dalle stanze in cui si tenevano le lezioni (anzi, gli incontri), mentre i due piani superiori ospitavano gli alloggi in cui gli Oracoli vivevano. Dopo sette anni passati a Hogwarts William non poteva certo dire di essere rimasto impressionato da quel posto.
Lorenzo: ok, eccoci qua. La camera è di là, ti ho lasciato qualche scaffale e l’armadio sulla sinistra per sistemare le tue cose. Invece il bagno è là sulla destra.
William si stava guardando attorno, dalla sua espressione non si sarebbe detto particolarmente entusiasta della situazione.
Aveva ancora parecchie cose da chiedere, ma il filo dei suoi pensieri venne interrotto quando Vide che una ragazza stava per bussare alla loro porta. Nonostante gli Oracoli non fossero numerosi, quel posto sembrava comunque piuttosto movimentato.
William: stanno per bussare.
Lorenzo: oh, è probabilmente è Cassy. In effetti mi stavo proprio chiedendo che fine avesse fatto.
Detto questo aprì la porta senza pensarci due volte.
Cassy: potevi almeno lasciarmi bussare. Non è molto educato anticipare quello che gli altri stanno per fare, sai?
Lorenzo: (ironico) come potrei dimenticarlo, visto che me lo ripeti tutti i giorni?
Cassy: ad ogni modo, ero venuta qui per il tesserino del nuovo arrivato.
Cassy: benvenuto tra gli Oracoli. Io mi chiamo Cassandra, ma puoi anche chiamarmi Cassy. Tu invece sei Will, giusto?
William: William.
Cassy: prego?
William: preferirei essere chiamato William.
Cassy: (perplessa) come vuoi… Comunque, come prima cosa ci serve una tua fototessera da mettere sul tesserino.
Dicendo questo, prese una macchina fotografica dalla tasca del vestito e scattò una foto a tradimento a William.
Cassy: che faccia seria… vabbè, ce la faremo andare bene. Dati anagrafici?