TheSimSaga

Tornati a casa, abbiamo poi fatto il bagno alla piccola e l'abbiamo messa a letto, credo che per oggi dormirà bene.






Luke invece si era messo a sistemare la cucina di sua iniziativa, la sua propensione all'ordine e alla pulizia mi sorprendono ogni giorno di più...







Intanto al lavoro l'attività si fa frenetica, le indagini procedono.

Abbiamo trovato l'ex covo di quella banda, la loro estrema cautela si dimostra anche nella loro scelta di spostarsi di continuo. Siamo comunque certi che, per quanto siano stati attenti, qualche indizio devono averlo lasciato, e noi siamo determinati a non lasciarceli sfuggire.

Siamo addirittura riusciti a trovare dei testimoni da interrogare.




Abbiamo poi trascorso giorni interi ad analizzare le prove per elaborare indizi.



Fino ad essere certi di aver individuato uno dei membri di quella banda, non uno dei pezzi grossi ma neanche l'ultimo dei galoppini.



Leo: tenetevi pronti a fare irruzione, l'abbiamo trovata!





Leo: le prove sono schiaccianti, non hai modo di negare di essere colpevole. Ma se collaborassi con noi, potremmo trovare dei compromessi...
Sospettata: non vi dirò niente, e lo sai anche tu.

Ultimamente quella banda stava cambiando il suo modus operandi, per noi era difficile stare al passo di tutti quei cambi nel loro ritmo, nei loro luoghi di approvvigionamento e di spaccio. Che cosa aveva innescato tutti quei cambiamenti?

Sospettata: tenetemi pure in cella, non me ne frega proprio niente. E senza il mio avvocato, non sentirete un'altra parola da me.

Con frustrazione, la riaccompagnai in cella. Sarà stato il mio istinto a dirlo, ma ero certo che quella sospettata sapesse molto, ma molto di più di quanto saremmo mai riusciti a tirarle fuori con i metodi convenzionali. E gli ordini per quelle situazioni erano chiari...





Sospettata: ma che...




Capitano: agente Miller, che hai scoperto?
Leo: negli ultimi rapporti avevamo scritto dei cambi nel loro modo d'agire, e dall'ultimo interrogatorio credo di aver capito da che cosa possano essere scaturiti.
Capitano: non ho tutta la giornata, sbrigati.
Leo: ho dovuto leggere nel pensiero di quella detenuta per scoprirlo. Sembra che il loro capobanda sia cambiato di recente, e che la loro nuova priorità sia mettere le mani su una nuova droga.
Capitano: che tipo di droga?
Leo: anche la ragazza sembrava avere le idee piuttosto confuse in proposito. Ma sembra che questo li abbia spinti a introdursi illegalmente in alcuni laboratori di ricerca sotto il controllo del Ministero della Difesa.
Capitano: continuare le indagini allora potrebbe rivelarsi complesso, soprattutto se si trattasse di un laboratorio secretato...
Leo: (cauto) ... in realtà, potrei avere dei contatti laggiù.



Ritornato a casa, dovetti fare parecchia fatica per smettere di pensare alle indagini. Ma non potevo mancare, era di nuovo ora di festeggiare!



Per che cosa, stavolta? Semplice, era arrivato anche il compleanno di Chiara!

Certo che il tempo vola, non mi sembra possibile che sia passato davvero tanto tempo da quando ci siamo incontrati per la prima volta...



Sono riusciti a venire Aster e la sua famiglia, tutti i suoi figli stanno crescendo così in fretta... Orion invece non ha neanche risposto all'invito, chissà che gli sarà capitato. Conoscendolo, non so proprio che aspettarmi.





Chiara: sembri distratto stasera, ci sono casini al lavoro?
Leo: più o meno. Finalmente iniziamo ad avere qualche indizio concreto su quello che quella banda sta combinando, ma le indagini si fanno sempre più complesse...
Chiara: perché, che è successo?
Leo: la banda si è spostata, credo che per continuare le indagini dovrò prendere quel prototipo di teletrasporto in prestito per un po'...



Chiara: perché, fin dove dovresti andare?
Leo: sono dei laboratori che dovresti conoscere piuttosto bene, in realtà...

Eppure l'indirizzo dovrebbe essere questo, ma che razza di posto sarebbe?



Orion: ehi Leo, iniziavo a pensare che ti fossi perso!
Leo: ... che? Tu abiti in questa roulotte!?
Orion: è comunque più grande del laboratorio bunker su Sixam, te l'assicuro.



Orion: allora, di che volevi parlarci così urgentemente da venire fin qui?

Capitolo 54.3:
Uno strano incidente...

Orion: vieni dentro, forza!



Anche se in via non del tutto ufficiale, il Capitano della nostra caserma mi aveva mandato in quella strana cittadina in mezzo al deserto ad indagare, perché era proprio là che le prove ci avevano portato. Per essere più precisi, le prove ci portavano a pensare che uno degli obiettivi della banda a cui diamo la caccia sia il laboratorio in cui lavoravano Orion e gli altri alieni giunti dai laboratori nascosti su Sixam, quindi mi era sembrato naturale iniziare le mie indagini chiedendo a loro.

Sono così andato alla roulotte in cui abitava mio fratello. Ma, al mio arrivo, la situazione appariva già piuttosto concitata…



Fabio: (preoccupato) ma sei sicuro che sia una buona idea tirare in mezzo pure lui? I servizi segreti dicono che…
Orion: ormai è il caos più totale là fuori, pensi davvero che qualcuno possa accorgersene? E poi dice che potrebbe esserci un legame con le indagini che sta portando avanti, quindi potrebbe avere qualche informazione utile.
Fabio: ma…
Orion: alla peggio, può comunque aiutarci a sollevare roba pesante, no?
Leo: ehi, guardate che vi sento. Ma potreste spiegarmi che sta succedendo?



Fabio: che sbadato, scusami. Benvenuto in quella che ormai tutti chiamano Strangerville!
Leo: ma che sta capitando qui? Sono arrivato seguendo una traccia del mio caso, ma qui mi guardano tutti in modo strano…
Orion: possiamo spiegarti tutto quello che sappiamo, ma non qui. Stavamo proprio per uscire per pranzo, vero?
Fabio: c’è una tavola calda appena dietro l’angolo, andiamo sempre là.
Orion: mi raccomando, metti su un camuffamento quando esci. Qui la gente ha delle strane idee sugli alieni, soprattutto di questi tempi. Probabilmente era per questo che ti guardavano strano quando sei arrivato, in effetti.
Leo: ufficialmente non dovrei neppure essere qui, non credo che i miei superiori mi darebbero il permesso per…
Orion: qui in giro hanno ben altro per cui preoccuparsi… io sto usando da settimane con la stessa faccia che tenevo da adolescente a casa, e nessuno se n’è ancora accorto.
Leo: ma…
Orion: anzi, consiglierei anche a te di usare la faccia che usavi a quei tempi, così posso riconoscerti al volo.
Leo: se lo dici tu…



Orion: allora, andiamo?


Qui la situazione si fa sempre più strana, che sta capitando?



Orion: in parole povere, un paio di settimane fa il nostro laboratorio è saltato per aria, alcune tossine di natura non meglio specificata sono state disperse in giro, e i militari hanno chiuso del tutto l’ingresso della zona.
Fabio: pure noi che là ci lavoriamo per entrare siamo costretti a confondere le guardie e cancellargli la memoria, assurdo…
Leo: sembra pericoloso, perché ve ne occupate voi?
Orion: perché ci stavamo lavorando noi con quella pianta, quindi siamo quelli che hanno più probabilità di capirci qualcosa, no?
Leo: può darsi, ma le regole…
Orion: (ignorandolo) non riusciamo proprio a capire perché ci sia stata quell’esplosione, una volta tanto avevamo tutto sotto controllo. Era un semplice esperimentino di botanica, stavamo cercando di estrarre qualche principio attivo multi-azione da una pianticella di Sixam…
Fabio: al momento, la priorità è quella di valutare la gravità della contaminazione avvenuta. C’è stata una dispersione di spore che potrebbero mostrare un’azione neurotossica, potrebbe essere pericolosa per gli abitanti del posto. Alcuni sembrano già comportarsi in modo piuttosto bizzarro, in effetti…

Fabio: mentre, da quello che ci hai detto, anche tu sembri avere qualche informazione.
Leo: sì, stavo seguendo una banda di spacciatori, e durante un interrogatorio è venuto fuori che avessero da poco fatto incursione nel vostro laboratorio. La persona che abbiamo interrogato non sapeva i dettagli, ma per lo meno le date del loro arrivo sembrano coincidere con quelle del vostro incidente.
Orion: quindi potrebbero aver aizzato loro quelle piante, eh? Ma che bella mossa…

Sia Orion che Fabio sembrano volersi mostrare energici ed entusiasti, ma si vede lontano un miglio che fossero molto stanchi e preoccupati per questa situazione. Devono aver già lavorato parecchio per cercare una soluzione, senza riuscire ad ottenere granché.




Così abbiamo iniziato a girare per la cittadina, è davvero un posto desolato. La gente sembra anche piuttosto strana, e inizio anche a capire perché Orion abbia detto che non sembrino avere una buona opinione degli alieni… ma dopo il nostro arrivo sulla Terra, c’è ancora davvero gente in giro che crede a quel genere di complottismo?



Leo: e che sarebbe quel posto?
Fabio: lasciali perdere, sono solo dei deficienti che vendono robaccia e spaventano la gente.
Orion: quel tipo però sembra avere una quantità notevole di informazioni, chissà come fa…
Fabio: (serio) ad ogni modo, il vero problema qui è un altro.



Ci abbiamo messo un po’ a trovarne una delle strane piante che hanno iniziato a crescere in giro per il quartiere dopo l’incidente. Hanno anche un aspetto così inequivocabilmente alieno… Non fatico a credere che quella roba sia arrivata da Sixam.

Leo: quindi sarebbero queste le piante che stavate studiando?

E quindi anche l’obiettivo di quella banda che dovevo catturare.

Fabio: sì, anche se non capiamo come abbiamo fatto questa pianta ad arrivare qui, deve esserci stata una dispersione di semi. Anche sugli effetti a lungo termine sulle persone abbiamo ancora dei dubbi, perché questa pianta come meccanismo di difesa produce delle spore neurotossiche che causano…
Orion: ouch….



Leo: (preoccupato) Orion, tutto bene?

Orion era piegato in due, sembrava stare davvero male. Ci mise qualche altro istante, prima di riuscire a riprendere fiato e risponderci:

Orion: … niente che una dormita non possa risolvere.
Fabio: …
Quella sera sono tornato a casa più tardi di quanto avessi mai fatto, per fare avanti e indietro Orion mi ha aiutato a collegare il generatore di buchi neri del nonno che abbiamo in casa con il prototipo di teletrasporto a casa sua.
Data l’ora tarda, Chiara ormai stava iniziando a preoccuparsi sul serio.



Leo: scusa, non ce l’ho proprio fatta ad arrivare in tempo per aiutarti a mettere a dormire i bambini…
Chiara: non era tanto quello a preoccuparmi, ma piuttosto il fatto che hai detto che saresti andato a lavorare dove abita Orion… ecco, era più che altro tuo fratello a preoccuparmi.
Leo: giuro solennemente di non seguirlo nel caso in cui si mettesse a fare roba troppo pericolosa.
Chiara: ci conto, sai? Ma, in pratica, che state combinando laggiù?
Leo: non ho ancora capito bene la situazione neanch’io, ma finora abbiamo…

Sarà pure top secret e quant’altro, ma non posso fare a meno di raccontarle tutto come faccio di solito. Anche lei sembra un po’ perplessa dalla situazione, ma il lavoro è il lavoro.

Il giorno dopo sono ritornato a quella roulotte di buonora, progettavamo di avvicinarci al loro laboratorio, che era anche il fulcro dell’intera faccenda. Quando ho bussato alla porta, sia Orion che Fabio sembravano essersi alzati da poco.



Fabio: (sbadigliando) oh, buongiorno Leo.
Leo: buongiorno…

Mi guardai un attimo attorno. Mi avevano spiegato che gli altri alieni del gruppo di Sixam erano occupati in altre faccende ben più urgente, quindi non potevo dirmi granché sorpreso di trovarli di nuovo soli.

Devo però ammettere che fossi convinto che quei due usassero quella catapecchia soltanto come punto di partenza dell’indagine, ma più passava il tempo più mi convincevo che, in realtà, dovessero abitare là entrambi. Mi fa strano che Orion non mi avesse detto mai niente, in proposito…

I miei ragionamenti vennero interrotti da un farfugliamento incomprensibile fuori dalla porta, che stava succedendo?



???: AKjsdfjasIJKSH!





Leo: ehi, signora, si sente male?
???: akjsdkahskd!
Fabio: ah, eccone un’altra. Sembra una degli intossicati dalle spore rilasciate durante l’esplosione.
Leo: che?

La signora vagava per il quartiere con movimenti scomposti, non sembrava capire una parola di quello che le veniva detto, e si limitava a farfugliare in modo incomprensibile e a fissare ciò che la circondava con sguardo folle. Era davvero questo l’effetto di quella pianta?

Orion: per ora, l’unico modo che abbiamo trovato per fargliela passare è prenderli a sberle finché non si svegliano.



Leo: mi scusi allora, signora.

Gli effetti mi sembravano molto più gravi di quanto mi aspettassi… i servizi segreti stavano davvero tenendo tutto nascosto?
Forse mi stavo allontanando dal caso per cui ero andato fin in quella cittadina sperduta ad indagare, ma non volevo lasciare quella gente in una situazione del genere.

Orion: e non possiamo andare più avanti di così, i militari hanno cambiato la chiave d’accesso.
Fabio: gli abbiamo detto che tutta la nostra attrezzatura è al piano di sotto e che così non possiamo fare niente, ma non sembrano volerci ascoltare.



Orion: che faccia seria, Leo. Che c’è di tanto interessante, in quella porta?
Leo: i cervelloni potrete anche essere voi due, ma fino a prova contraria l’investigatore sono io.
Orion: (ironico) agli ordini, signor detective.
Leo: non sto scherzando. Piuttosto, pensate che sia rimasto qualche documento o qualcos’altro di utile su questo piano?





Leo: (tra sé e sé) non pensavano davvero che potesse entrare qualcuno, hanno lasciato un sacco di documentazione secretata in bella vista…

Orion: niente di interessante dal sistema di telecamere?
Fabio: sto cercando di entrare nella rete, ma quelli della Difesa hanno aggiunto un paio di livelli al sistema di firewall rispetto a quello che avevo impostato io… mi ci vorrà un attimo. Mentre per la porta non c’è niente da fare, non posso accedere da nessuno di questi apparecchi a quella rete.

Leo: Orion, non potresti cercare di darci una mano anche tu a cercare qualche informazione?
Orion: oh, ma io so già esattamente come fare.

Detto questo, mise una mano in tasca e ne tirò fuori una manciata di quelli che a me sembravano strani chip elettronici.

Fabio: bene, non pensavo che ne avessi ancora.
Leo: ma che pensate di farci, con quelli?


Poco dopo ci dirigemmo verso il piccolo bar della cittadina. Gli altri due sembravano avere le idee precise su che fare, mentre io mi limitavo a fissarli da lontano con aria confusa.



Orion: (sottovoce) sta a vedere, potrebbe servirti anche con le tue indagini future.

Detto questo, Fabio si sedette al bancone come se nulla fosse e Orion si sedette a uno dei tavoli, sembrava voler parlare a quelli dell’esercito.



Leo: ma che vuole fare?
Fabio: sta’ a vedere e basta.





Leo: (sottovoce) ma gli sta piazzando delle… cimici? Avete davvero il permesso per farlo?
Fabio: (sottovoce) non credo, ma qui ormai nessuno sta più giocando seguendo nessuna regola.