La normalissima famiglia Miller

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#41

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Ah, quindi vedi che non ero solo io ad andare nel panico?

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Medico: ed eccola qui, una splendida bambina verde smeraldo!

Anche per il parto il medico che mi aveva seguito era lo stesso che mi era stato indicato dal mio collega. Per lo meno lui sembrava sapere che fare...

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Un po' titubante, ho preso la piccola aliena in braccio. Non sapevo di preciso come avesse fatto a nascere, non sapevo neanche certo che biologicamente fosse anche figlia mia oppure no. Però era comunque cresciuta dentro di me per mesi e mesi, ed era così indifesa...

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Non avevo idea di come avremmo fatto a crescerla, gli alieni mangiano le stesse cose degli umani? E come avremmo fatto a non creare il panico tra la gente che l'avesse vista?
Quei problemi me li sarei posti più avanti, in quel momento volevo solo stringerla stretta e farle capire che era al sicuro con me.

L'abbiamo chiamata Luna, te la presento.
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#42

Off Topic
Per chiudere, ho voluto fare gli screenshots degli stati umorali legati alla gravidanza aliena. Li trovo esilaranti, e voi?

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#43

Capitolo11.1:
Manuale dei piccoli alieni


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Silvia: certo che è proprio... verde.

Quando la piccola Luna è arrivata a casa, Silvia ha provato a visitarla per cercare di farsi un'idea di cosa dovessimo aspettarci. La maggior parte degli organi sembrava analoga ai nostri, le uniche differenze evidenti che era riuscita a notare erano il colore della pelle, gli occhi monocromatici e le orecchie a punta.

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Almeno il problema di cosa mangiasse si è risolto in fretta, a quanto pare posso allattarla io. Questa faccenda si fa sempre più strana...

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Aliena o no è una bambina vivace, non c'è che dire.

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Milo invece non sembra molto felice della novità, ha fatto i capricci tutto il giorno. Su, presto avrai una sorellina con cui giocare, non sei contento?

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In tutto questo dobbiamo ricordarci di non trascurarlo, anche lui ha bisogno di noi dopotutto. Silvia in tutto questo è fantastica, nonostante tutte queste stranezze ha sempre accettato di starmi vicino e aiutarmi senza battere ciglio. È davvero una donna forte, ogni giorno me ne convinco di più.
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#44

Ritornato al lavoro, ho puntato al primo collega pretendendo spiegazioni. Avevo una piccola aliena in casa, come facevano a nascondermi ancora i dettagli?

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Stuart: volete spiegarmi che sta succedendo? Non ne posso più, sapete? Se continua così sarò costretto a contattare le autorità competenti!
Collega: ... calmati un secondo, così non risolviamo nulla.

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Ho così scoperto che quella degli alieni era una specie parassita, avevano bisogno di altre specie senzienti per riuscire a riprodursi. Devono quindi cercare un pianeta abitato da una specie adatta, "inseminarne" gli abitanti e lasciare che crescessero i loro piccoli, mentre loro continuavano a viaggiare verso altre destinazioni.

Lo scopo del laboratorio invece era quello di fornirgli una base di attracco e di fornirgli i materiali di cui avevano bisogno. Tutte le analisi e le sintesi che facevamo, i macchinari che assemblavamo e la raccolta di risorse avevano quest'unico scopo. I dipendenti umani, poi, erano gli esemplari perfetti da essere impollinati perché sapevano già della loro esistenza, quindi erano le persone più adatte per crescere i loro piccoli.

Gli alieni erano in grado di mimetizzarsi perfettamente con la specie autoctona del pianeta in cui si trovavano, al punto da non essere riconoscibili se non dopo un esame medico attento. Sembrava che ormai almeno l'1% della popolazione terrestre fosse in realtà costituita da alieni sotto mentite spoglie, tutti nati in quegli ultimi dieci anni, da quando quella colonizzazione subdola aveva avuto inizio.
Quasi tutti i miei colleghi del laboratorio erano passati per le stesse esperienze capitate a me, ma nessuno faceva niente perché...

Collega: possono modificarti la memoria. Se pensassero che sei diventato una minaccia, ti cancellerebbero la memoria e ricomincerebbero tutto da capo.
Stuart: e che possiamo fare?
Collega: ora come ora, non molto. Ma, continuando a lavorare per loro, forse potremmo avere qualche speranza. Imparando come funziona tutta questa tecnologia aliena potremmo riuscire a mettere insieme qualcosa che ci torni utile, no? O, almeno, questa è l'unica soluzione a cui siamo riusciti a pensare.

Cancellareci la memoria... non c'è che dire, quegli alieni erano furbi. Ci avevano incastrato per bene, costringendoci a fare esattamente quello che volevano e senza darci spazio per opporci.

Ma doveva esserci un modo per uscirne, doveva esserci. E, costasse quel che costasse, l'avremmo trovato!
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#45

Capitolo 12.1:
Mimetismo


Luna cresce in fretta, ormai riesce a camminare da sola per casa. Per ora sembra andare d'accordo con Nacho, che ne dici, caro diario?

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Che ci fa il gatto dei vicini qui da noi, ti starai chiedendo? A detta di Silvia, loro sono andati in vacanza e le hanno chiesto di badare al loro adorato felino per qualche giorno. A quanto pare si chiama Miao.

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Milo inizia finalmente a sembrare più amichevole nei confronti di Luna. I bambini non hanno pregiudizi, quindi non sembra essere minimamente turbato dal colorito verde chiaro della sorellina.

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Silvia: probabilmente vorrebbe uscire, e conoscere altra gente non le farebbe male. Ma come facciamo, darebbe troppo nell'occhio!
Stuart: i miei colleghi dicono che sono in grado di mimetizzarsi con la specie ospite, ma non saprei come insegnarglielo...

Manco a dirlo, la piccola Luna aveva chiuso gli occhi un attimo, per poi assumere in un istante un aspetto del tutto diverso.

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Silvia: (sorpresa) oh, brava tesoro!
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#46

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Se gli alieni prendono davvero le sembianze degli individui attorno a loro, Luna sembrava aver fatto del suo meglio per assomigliare più che poteva a Silvia. A vederci così, nessuno avrebbe mai dubitato che potesse non essere figlia sua anche lei.

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Con quell'aspetto sembrava in tutto e per tutto una bambina assolutamente normale, al punto che anche noi a tratti ci dimenticavamo del fatto che, in realtà, lei fosse verde, con le orecchie a punta, e... no, del fatto che sia stato io a partorirla non credo che mi potrò mai dimenticare, non esageriamo.
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#47

Capitolo 13.1:
Ricerca


Caro diario, il nostro Nacho si ostina a osservarci oziosamente dalla cima del frigorifero, incurante del trambusto a cui ormai siamo abituati a vivere ogni mattina. Facile essere un gatto, non è così?

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Ormai credo di essere riuscito a prendere il ritmo della vita da genitore, e sto cercando di conservare anche energie sufficienti per il lavoro. Ho ancora molto da fare in quei laboratori, ogni giorno me ne convinco di più.

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Dovevo capirlo che questo laboratorio nascondeva qualcosa, avete visto che ingresso ha? Che vorrà dire questo sasso enorme?


Ormai gli alieni in giro per il laboratorio non fanno neanche più attenzione a non farsi notare, a quanto pare si nascondono pure tra gli "scienziati" che lavorano qui. Sembrano tutti adulti, quindi se davvero la colonizzazione della Terra ha avuto inizio solo dieci anni fa nessuno di loro deve essere nato qui.
In ogni caso, la loro tecnica di mimetismo è davvero impressionante, finora non avevo mai sospettato di nessuno di loro...

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Ci ho riflettuto, e i miei colleghi non hanno torto: ora come ora non siamo in grado di opporci agli alieni, ma imparando come funziona la loro tecnologia potremmo essere in grado di fare cose al momento impensabili. Ma questo è tutto meno che facile, la tecnologia aliena è anni luce avanti rispetto alla nostra... ma non ho ancora intenzione di arrendermi!

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Gli alieni ci hanno lasciato a disposizione i progetti per questo macchinario, serve per duplicare gli oggetti. Funzionerà anche con le persone?

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Ho anche scoperto come aggiornare il raggio sim in modo da obbligare le persone a fare quello che gli dico di fare. Al momento posso solo convincerli a cambiarsi d'abito o a mettere in ordine la stanza, ma sento che il vero potenziale di questo arnese è molto maggiore di questo.
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#48

Ma la vera ciliegina sulla torna è questa:

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Lo abbiamo battezzato "generatore di buchi neri". Gli alieni non viaggiano da un sistema stellare all'altro sulle loro navicelle spaziali, neppure loro hanno ancora trovato un metodo per superare i limiti descritti dalla teoria della relatività che impediscono di superare la velocità della luce, e quindi di coprire distanze di anni luce in breve tempo. Ma loro hanno aggirato del tutto il problema, andando a inventare quello che sembra, in tutto e per tutto, un macchinario in grado di teletrasportare chi attraversa quel varco, presumibilmente per portarlo alle coordinate in cui è stato posizionato un altro marchingegno analogo.
Come diamine farà a funzionare? E come potrebbe tornarci utile? Per saperlo, non ci resta che continuare con il nostro lavoro, non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci!
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#49

Capitolo 14.1:
Compleanno


Questa mattina i vicini di casa hanno suonato presto al campanello di casa nostra, lasciandoci questo piccolo fagottino. Sembra che il loro gatto abbia fatto i cuccioli, e hanno insistito parecchio perché ne tenessimo uno noi.

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Stuart: che? Ma quindi Miao era una femmina!?
Silvia: ma dai, non te n'eri accorto?
Stuart: ma perché dovremmo tenere noi uno dei gattini?
Silvia: anche questa è una gattina, in realtà. E poi, l'hai guardata bene?

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Stuart: Nacho, dove ti sei cacciato?
Silvia: starà dormendo da qualche parte, come suo solito.

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Nacho ci ha messo un po' prima di svegliarsi e inquadrare che in casa ci fosse un altro piccolo felino. A quel punto si era messo ad annusarlo con aria perplessa, non sembrava particolarmente convinto dalla novità.

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Stuart: è inutile che tu faccia quella faccia, sai?
Silvia: cercate di andare d'accordo, per lo meno.

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Silvia normalmente sarebbe stata entusiasta di avere un nuovo felino in giro per casa, ma questa volta anche lei non era riuscita a fare altro se non sospirare con aria sfinita. Eravamo già indaffarati a sufficienza a badare ai nostri cuccioli, l'ultima cosa di cui avevamo bisogno era che ci si mettesse pure Nacho e la sua gattina. Per inciso, abbiamo deciso di chiamarla Taco.

Milo: papà, ho fame!
Luna: pappa!

Milo e Luna sono nati a meno di un anno di distanza l'uno dall'altro, è una faticaccia star dietro a entrambi e sia io che Silvia stiamo iniziando a risentirne.
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#50

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Stuart: forse dovremmo prendere una baby sitter... tanto per riuscire a dormire un po', almeno per un giorno.

Silvia ci aveva pensato un attimo, l'idea di lasciare che qualche sconosciuto si prendesse cura dei piccoli non le piaceva per nulla. Però sia io che lei eravamo così stanchi, quella situazione non era salutare per nessuno.

Silvia: sì, potrebbe essere una buona idea, in effetti.

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Essere genitori non è affatto facile, ma poter contare uno sull'altro rendeva il tutto un po' più facile da affrontare.

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Quindi, questo tizio sarebbe il nostro baby sitter. Bah... per lo meno, sembra cavarsela con i bambini.
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