I °GENERAZIONE
-Erika Visconti-
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"E poi l’ho capito che la vita non è mai sana.
Che per essere Vita, la vita deve essere
un po’ malata."
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-1.2 -
Mens Insana in corpore (molto più) Insano.
[1/2]
Trovare. Un. Lavoro.
Ecco l'imperativo categorico che è diventato - finalmente- la priorità di Erika.
Ma la desolazione delle sue esperienze lavorative è seconda soltanto all'attuale incapacità di avere effettivamente uno scopo, anche solo un indizio, su quale possa essere il percorso a lei più congeniale. Fosse anche solo un sogno nel cassetto da poter usare come base, estratto da un improbabile cilindro di aspirazioni pigramente lasciate da parte.
Non che con il suo incrollabile ottimismo questo rappresenti un problema. Ad una bella biondina, con grandi occhi da cerbiatta e una discreta parlantina, in fondo, non si può negare qualcosa. Secondo il suo discutibile metro di giudizio questo basta per riuscire a essere assunti, Attitudine, essere positivi e...GRAZIOSI.
E' chiaro come non mai: non è mai uscita dall'adolescenza.
Spiegarle che non è più come tra le mura scolastiche, dove il numero di contatti e la vittoria nell'essere Miss Popolarità determinava a prescindere uno status positivo, è perderci tempo e, purtroppo, è così caparbiamente ingenua che l' ascoltare qualche saggio ammonimento è qualcosa che non andrà mai nemmeno lontanamente a intaccare quel poco di cervello che possiede.
Ha sfruttato l'impressionante tempo di tre secondi per decidere di saltellarsene in giro per Oasis Springs ed andare, letteralmente, porta a porta nella ricerca del suo primo, favolosissimo, impiego. Ed è stato così, che ha avuto inizio una serie di pessime figure per le quali avrebbe potuto essere nominata a pieno titolo come vincitrice della giornata più sfigata vista mai. Ma di questo Erika, al contrario di me, non ne è ancora cosciente.
La prima tappa è stata la
Palestra Brucia e Potenzia. Un luogo che lei ha sempre caldamente evitato come la peste.
Tranne per un breve periodo di due settimane dove si face appositamente trovare appostata all'esterno per flirtare spudoratamente con il manzo tutto muscoli che aveva adocchiato durante una delle proprie passeggiate:
Marcus Flex.
Una relazione da poco conto, iniziata con qualche bacio e parola sdolcinata che andarono inevitabilmente a schiantarsi contro l'incompatibilità caratteriale dei due.
Per quanto tutti quegli ondeggianti pettorali potessero far salire di parecchi gradi la temperatura solo a guardarli, l'abitudine di Marcus di svegliarsi alle sei del mattino per andare a far jogging e il suo desiderio di trascinarcisi dietro anche Erika era un prezzo che la biondina non era stata disposta a tollerare. Cose che succedono quando scoccano scintille tra un ragazzo così attivo e l'incarnazione fatta a femmina della pigrizia.
Ma un contatto è comunque pur sempre un contatto. E la desolazione del portafoglio (nonchè dello stomaco), sufficiente per attraversare le porte di quel luogo ostile e misterioso.
Non è stato difficile, per Erika, capire dove fosse Marcus. Non le è bastato altro che seguire il fiume di testosterone rimasto nell'aria e trovare l'angolo di palestra con il maggior numero di persone. Perchè di una cosa bisogna davvero dargli atto: pur non brillando d'intelligenza, il carisma del palestrato è tutto meno che da sottovalutare.
Dopo tutto il tempo passato senza vedersi non possono non notare quanto Erika rischi di lasciarsi sopraffare da quell'insieme di caratteristiche che, al liceo, rendono popolare e desiderato il capitano della squadra di football. Per una ragazza rimasta incastrata con la testa ai suoi 15 anni senza maturare oltre, mi rendo conto con la premonizione di chi vede due macchine in traiettoria per scontrarsi del pericolo nascosto dietro al sorriso spigliato che lei gli rivolge, mentre sfarfalla le lunghe ciglia dando credito al suo miglior sguardo languido da cerbiatta.
«Guarda guarda un po' chi c'è...» pronuncia Erika, con un tono di voce che degusta fin troppo allusivamente le sue intenzioni. Non fosse che verte in un istante in un cinguettio brioso: «...Ti trovo bene, Marcus!». Lo sbigottimento sorpreso dell'uomo è comprensibile. Vorrei fosse più tendente al facepalm di biasimo ma, invece, tutto ciò che posso scorgere nello sguardo che percorre il fisico piacente della biondina è.. apprezzamento. Oltre alla sorpresa già citata.
«Erika» sogghigna beffardo, lui. Non deve essergli sfuggito lo sguardo da triglia lessa celato dal flap flap civettuolo delle ciglia. «come mai da queste parti?». Le sorride con la fastidiosa sicurezza di chi è convinto di essere la ragione della sua presenza. Non che abbia del tutto torto ma questo non lo rende meno squallido.
Ed Erika coglie la palla al balzo, da brava disgraziata in astinenza romantica. Da rilanciare il dialogo con malizia innata «ma come..?» fa la scena, mentre il labbro inferiore sporge donandole un'aria deliziosamente imbronciata «rivederti non può essere una motivazione sufficiente?».
Fortunatamente Marcus la prende in ridere, lesto nel farle notare un dettaglio cruciale «Quando ci frequentavamo non lo era, hai sempre evitato di entrare»
Presa in contropiede, sicuramente stordita da quel commisto di prestanza maschile e sudore, non le resta che riconoscere l'evidenza dei fatti «Touché».
«...Dunque?» la esorta.
«Dunque, cosa?»
L'alzata d'occhi al soffitto non sfugge né a me né ad Erika. La differenza sta nel fatto che lei lo trova affascinante. E io vorrei vomitare.
«Dunque-perchè-sei-qui!»
«Ah!...mh..giusto!» Non è semplice apparenza: in quel momento d'esitazione Erika ha davvero dimenticato il motivo per cui si trova in un luogo a lei così estraneo. Il guardare Marcus aumentare l'intensità dell'allenamento e vederlo correre così sicuro di sé, l'ha fatta svalvolare male. «..Sto cercando un lavoro!» glielo confessa schiettamente, con un sorriso a trentadue denti.
«...un lavoro?» la squadra da capo a piedi, dubbioso «Tu?»
«esatto! proprio io!» gli ribatte, orgogliosa. Non posso non empatizzare con il scetticismo dell'uomo.
«..e sei venuta qui»
«Precisamente!»
Sono imbarazzata io per lei. Così tanta faccia tosta e così poco cervello per capire che razza di figura ci sta facendo.
« Gira voce che tu abbia molta influenza alla "
Brucia e Potenzia", Marcus» afferma, rendendo la voce appositamente carezzevole nel lusingarlo «..non potresti aiutarmi? in memoria dei.. bei vecchi tempi»
Avrebbe dovuto capirlo dal sorrisetto bastardo di Marcus che il suo darle corda sarebbe stata una tragedia annunciata...
...e invece no.
Eccola qui. Accettato di cambiarsi nello spogliatoio, Erika ha modo di rimirarsi allo specchio dandosi la carica per l'entusiasmante prospettiva di iniziare a guadagnare qualche simoleon. Certo, oggi dovrebbe essere solo una giornata di prova, le ha detto Marcus, ma che se verrà superata potrebbe favorire un colloquio per l'assunzione.
Qualcosa, per un breve momento, devo riconoscere che ha attraversato la mente di Erika, una nota stonata in tutto quel discorso fatto dall'ex compagno. Purtroppo l'attimo è svanito nel momento in cui, fedele alla sua natura frivola, la sensatezza ha lasciato posto al suo ego. Al notare quanto, in mise sportiva, non stia affatto male!
I pantaloncini le fanno un lato B da urlo e il fatto di aver intercettato lo sguardo di ammirazione di Marcus - ed altri soggetti di sesso maschile presenti in palestra- non fa altro che incentivarle l'orgoglio nell'aver preso questa iniziativa come prima scelta. Venire in palestra non le appare, al momento, il terribile spauracchio che ha sempre snobbato.
Al punto che adesso non ha nemmeno memoria del perchè abbia esitato così tante volte a varcare il magico confine dei patiti della forma fisica.
Se ne renderà conto molto presto, ve lo garantisco.
Mettetevi comodi e prendetevi qualche snack da sgranocchiare.
E' stato Marcus a distoglierla dal suo momento di gloria vanesia.
Ottenuta la sua attenzione, viene sommerso da una marea di quesiti, fastidiosamente ottimisti.
«Eccoti qui! Dunque.. con cosa comincio? Vado al banco e prendo nota dei nuovi iscritti? Mi assicuro che chi fa gli addominali non schiatti per terra?»
Lui scuote la testa, dissociato completamente dalla sua visione delle mansioni in palestra «No, Erika» le mormora, dando un cenno eloquente verso lo specchio, nel cui riflesso qualcosa deve poter attirare l'attenzione di Erika. E lo fa. Lì vicino non ci sono altro che un gruppo di panche multifunzione dall'aspetto complicato e la facilità di una tortura medievale.
«QUELLA?» ad occhi spalancati, la biondina cerca una possibilità di fraintendimento che Marcus non le concede. Tant'è che ribadisce, tranquillo «quella, esatto»
«E' più facile di quel che sembra» tenta di rassicurarla, nell'accompagnarla senza possibilità di fuga dopo averle messo un braccio dietro la schiena. Sono certa di sentire Erika mormorare, a denti stretti: "
Certo..per te che sei il mister muscolo dell'anno, forse".
Fatto sta che Marcus sa essere convincente. Le sciorina diverse motivazioni, dai vantaggi per i pettorali da farla vergognare della misura del seno al fatto che è necessario testare la sua resistenza e il suo grado di capacità prima di prendere qualunque decisione su una possibile assunzione.
E a quel punto come si può non ballare quando sei stata tu a decidere di accendere la musica?
Purtroppo, o per fortuna, ad Erika non manca un'incrollabile faccia di bronzo grazie la quale, allungato il sorriso e sollevato il mento con fare di sfida, ha permesso a Marcus di andarsene per dedicarsi a un gruppo impegnato con i sacchi da boxe senza sembrare la bimbominkia spaventata che, invece, è.
Avrebbe vinto la sfida o sarebbe morta nel tentativo!
Il risultato, a tutt'oggi, rientra tra i video più esilaranti che è possibile vedere su SimsTube, la piattaforma di condivisione video più cliccata di Internet, per quanto considerata spesso superata, se non addirittura "vintage", ad essere carini.
E il responsabile non è altri che Marcus che, già sghignazzandosela di suo, è stato pronto a cogliere la palla al balzo e filmare la performance discutibile della sua ex.
Quella che, sudata e con i polmoni ormai trascinati sul pavimento per pura fortuna, gli si è presentata davanti cinque minuti dopo.
«Sai Marcus, credo che quella panca non faccia poi "esattamente" per me»
«..ma davvero?» dissimula sorpresa, il ragazzo, a stento trattenendosi dal riderle palesemente davanti. «quindi hai cambiato idea? ti arrendi?»
«oh, no! non intendevo certo questo!»
E' in questo momento che la mascella di Marcus ha rischiato di impattare contro il pavimento e di finire di fianco ai polmoni della bionda.
«A questo punto mi spingi a chiederti che "cosa" tu stia intendendo. Non è da te» e gliene devo dare atto. Non è da Erika resistere dopo un fallimento tanto cocente.
Lei sorride beota e, strette le spalle, passa l'indice sopra la spallina umidiccia della sua canotta.
«Vero» se non altro ha un minimo di autocritica personale. «Ma quella era la vecchia Erika, quella che tu ha conosciuto è diversa da quello che sono adesso»
Per la prima volta scorgo un interesse più genuino nello sguardo scuro di Marcus «Potrebbe essere intrigante conoscerla»
« SE mi darai un'altra possibilità!» gli impone la bionda, suadente. Sarebbe stata una frase ad effetto perfetta non fosse che lo stomaco di Erika ha deciso di dire la sua.
Brontolato pesantemente da aver fatto fermare diverse persone, ignare su quale fosse in realtà la vera fonte del suono ignoto, l'imbarazzo è abbastanza per far abbassare la cresta ad Erika che, in difficoltà, pigola un supplice «..per favore»
E con una risata sonora, forte della promessa di lei, Marcus ha scelto di accettare.
Se non altro per aver modo di godere ancora di un turno di lavoro spassoso come da tempo non ne capitavano più.