I quattro colori di Hogwarts

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§HermioneSims§
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#541

Off Topic
Ok, passiamo al prossimo Extra dedicato ai figlioli dei protagonisti. Inizialmente era mia intenzione partire dal più grande e arrivare al più giovane facendo un capitolo per ognuno di loro, però questi due (ovvero Elliott e Stephen) hanno la stessa età e passano una marea di tempo insieme, quindi era sostanzialmente impossibile fare due capitoli separati per loro. Quindi, il capitolo di oggi si intitolerà:
Capitolo Extra:
Elliott & Stephen



Elliott e Stephen avevano ricevuto assieme la loro lettera di ammissione a Hogwarts, e non avrebbero potuto esserne più contenti.

1° settembre 2041

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Elliott: speriamo di finire nella stessa casa!
Stephen: sì, sarebbe bello!


Elliott era stato tra i primi studenti ad essere chiamato. Il cappello parlante gli rimase in testa per quasi un minuto, prima di annunciare a tutti i presenti la sua decisione:

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Cappello Parlante : GRIFONDORO!

Felice, Elliott si diresse verso il tavolo a cui sedevano gli studenti in rosso e oro, facendo un cenno vittorioso verso Stephen. Aveva sentito parlare molto delle case di Hogwarts, non poteva che essere orgoglioso di far parte proprio di quella. E anche Stephen sarebbe stato smistato sicuramente nella stessa casa, chi era più grifondoro di lui?

Dovettero aspettare un bel po’ prima che anche Stephen venisse smistato, l’ordine alfabetico non perdona.

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Cappello Parlante: uhm, interessante. Se non ti dispiace, dovrei pensarci un po’ su…

Il Cappello restò in silenzio per quasi cinque minuti, per poi esordire dicendo:

Cappello Parlante: TASSOROSSO!

Un po’ sorpreso, Stephen si alzò e si diresse verso il tavolo dei suoi nuovi compagni di casa. In famiglia non c’era mai stato nessun tassorosso, ai suoi genitori sarebbe venuto un colpo.

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Elliott: è un peccato però, ero convinto che finissi anche tu a grifondoro!
Stephen: beh, siamo comunque tutti e due a Hogwarts, no? Chi se ne importa se la casa è diversa!

In effetti, i due si erano divertiti da matti anche se erano finiti in due case diverse. Spesso studiavano insieme e passavano pomeriggi interi a giocare a gobiglie in cortile.

Ma vivere a Hogwarts non era sempre una pacchia...


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Dicembre 2044, durante il loro IV anno a Hogwarts

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Stephen: ieri sono passato dalla gufiera, certo che ormai Pan non ha molta compagnia laggiù. Gli ho detto di bussare alla finestra del nostro dormitorio, quando si annoia troppo.
Elliott: mi sa che sei l’unico in tutta la scuola che si ostina ancora a spedire lettere con i gufi. Ormai tutti usano i telefoni!
Stephen: (ridendo) certo che sei proprio di parte!
Elliott: (ridendo) sì, forse un po’.
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#542

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Stephen: adesso abbiamo ancora la lezione di difesa contro le arti oscure, vero?
Elliott: sì. Il professor Thompson la scorsa volta ha detto che oggi ci sarà un’esercitazione di duello.
Stephen: (poco entusiasta) sì, lo so.
Elliott: che è quella faccia? È importante anche saper duellare, può sempre tornare utile!
Stephen: uhm.
Elliott: qual è il problema?
Stephen: sinceramente, non mi piace granché il metodo del prof Thompson. Non mi va di lanciare incantesimi pericolosi contro i miei amici.
Elliott: beh, allora ti basta cercare di fare l’esercitazione con qualcuno che ti sta antipatico.
Stephen: (ridendo) infatti credo proprio che farò proprio così!


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Prof Thompson: come da programma, oggi verrete valutati per le vostre capacità di duello. Dividetevi in coppie, forza!

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Prof Thompson: Abbott, Walker, siete pronti?
???: (decisa) sì.
Stephen: sì.
Prof Thompson: allora iniziate!

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???: petrificus totalus!
Stephen: protego!

Stephen valutò velocemente la situazione: Meredith Abbott sembrava determinata a dare il suo meglio, come suo solito, ma questo non toglieva che stesse lasciando completamente scoperto il lato sinistro. Stephen non aveva voglia di perdere troppo tempo con quel duello, e sapeva perfettamente cosa doveva fare per finirla in fretta.

Stephen: flipendo!
Meredith: prot...

Senza neanche capire di preciso cosa fosse successo, Meredith si trovò stesa a terra per quell’incantesimo di inciampo.

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Prof Thompson: vince Walker. Almeno questo dovrebbe alzarti un po’ la media, ma non si dimentichi di studiare.
Stephen: ... certo, professor Thompson.

Dopodiché, Stephen aiutò Meredith a rialzarsi e tornò con il resto della classe.
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#543

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Elliott: (sottovoce) sei stato forte!
Stephen: (sottovoce) nah, non era niente di che. In bocca al lupo, tra poco tocca a te!

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Elliott: impedimenta!
???: protego!

L’avversario di Elliott, un certo Simon, aveva respinto il suo incantesimo senza nessuna difficoltà. Doveva inventarsi qualcosa, altrimenti...

Simon: petrificus totalus!
Elliott: proteg...

Elliott si era distratto solo per un attimo, così era riuscito a lanciare l’incantesimo di scudo all’ultimo istante. Ma non era bastato, perché un secondo dopo era steso a terra e pietrificato dalla testa ai piedi.

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Prof Thompson: vince Jenkins, che qualcuno sblocchi Collins.


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Stephen: (preoccupato) sei tutto intero?
Elliott: … mi sembra di sì.
Stephen: Simon ha proprio esagerato, non c’era nessun bisogno di...
Elliott: ha vinto lui, ok? Non mi pare che ci sia altro da aggiungere.

Detto questo ignorò la mano che Steve gli stava porgendo per aiutarlo ad alzarsi e si allontanò dal centro del cortile. La lezione non era ancora finita, c’erano ancora molti studenti che dovevano essere valutati.

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Elliott aveva sempre adorato la magia, come avrebbe potuto essere il contrario dopotutto? E allora perché non riusciva mai in niente, anche se dava sempre il massimo, quando a guardare gli altri studenti sembrava tutto così semplice? Pure Steve era così: lui era entrato al volo nella squadra di quidditch dei tassorosso l’anno precedente, per non parlare di come sembrasse imparare qualsiasi incantesimo al volo. Conoscendolo, non doveva neanche essersi impegnato per vincere il duello di poco prima…

C’era poco da fare, come pensava di competere con gli altri lì a Hogwarts? Dopotutto, lo sapevano tutti che lui era quasi un magonò. Per quanto si impegnasse, non sarebbe riuscito a stare al passo con gli altri studenti...


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#544

Dopo la lezione, Elliott si era allontanato velocemente dal cortile per andare chissà dove. Faceva sempre così quando perdeva, Stephen non si aspettava niente di diverso da lui. Forse avrebbe dovuto cercare di parlargli dopo cena.

Alexis: ciao Stephen.

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Stephen: oh, ciao Alexis. Cosa ti porta qui al tavolo dei Tassorosso?
Alexis: il professor Thompson mi ha parlato del tuo ultimo compito di difesa contro le arti oscure.
Stephen: ah, quello.
Alexis: ma che hai combinato? Di questo passo non passerai l’esame di fine anno!

Stephen non rispose, non c’era molto da dire. Per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a restare concentrato per ore su vecchi libri noiosi per studiare.

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Alexis: tra poco manderanno le pagelle del primo quadrimestre a casa, che pensi che diranno mamma e papà se prendessi una S?
Stephen: (rassegnato) conoscendoli, mi farebbero passare tutte le vacanze di Natale a studiare.
Alexis: appunto. Quindi vedi di darti una mossa, ok?
Stephen: uhm.

Per quanto gli dolesse ammetterlo, come al solito sua sorella aveva ragione.
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Quella sera, Elliott si era rinchiuso in biblioteca con una pila di libri sui duelli e si era messo ostinatamente a studiare. Almeno in quello era bravo, e forse in mezzo a tutte quelle pagine avrebbe trovato qualcosa che potesse tornargli utile.

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Stephen: ecco dov’eri! Ma che ci fai ancora in biblioteca?
Elliott: se non l’hai notato, sto studiando.
Stephen: (dubbioso) studiando duelli?
Elliott: che altro posso fare?
Stephen: …
Elliott: devo almeno arrivare alla sufficienza alla prossima prova, e quindi studio!

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Dopodiché tornò a concentrarsi sul libro che aveva davanti, anche se ormai era troppo stanco per riuscire a ricordarsi di quello che stava leggendo. Riuscì ancora a leggerne mezza pagina, prima di sbatterle il libro sulla scrivania con frustrazione e sbottare dicendo:

Elliott: (esasperato) ah, è inutile! Ma come accidenti fai a lanciare incantesimi così, Steve?
Stephen: (perplesso) cosa?
Elliott: a vedere te sembra una bazzeccola!
Stephen: beh, mi esercito con i miei compagni di casa. Voi non lo fate?
Elliott: … no, di solito no.
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#545

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Elliott: tu invece che ci fai in biblioteca a quest’ora?
Stephen: sto cercando un libro di difesa contro le arti oscure che non mi faccia addormentare. A proposito, com’è il libro che stavi leggendo?
Elliott: (perplesso) che?
Stephen: nell’ultimo compito in classe di difesa non ho preso un bel voto, devo recuperare prima delle vacanze.
Elliott: ah.

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Elliott: forse ho un’idea: se ti dessi una mano con la teoria, tu mi aiuteresti con la pratica?
Stephen: guarda che non sono poi così bravo con i duelli.
Elliott: te la cavi comunque meglio di me.
Stephen: ...
Elliott: e io giuro che non ti lascerò addormentare sul libro mentre studi.
Stephen: ... potrebbe essere una buona idea, in effetti.


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Elliott: allora, da che iniziamo?
Stephen: non so, forse dagli incantesimi di scudo?
Elliott: ok, va bene.
Stephen: bene. Allora, in guardia!

Steve di solito aveva sempre un’espressione tranquilla e sorridente, ma in quel momento si era fatto serio come raramente Elliott l’aveva visto. Steve poteva dire quel che voleva, ma quando c’erano di mezzo i duelli non c’era da scherzare con lui.

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Stephen: flipendo!
Elliott: p-protego!

L’incantesimo che Stephen aveva lanciato era molto semplice, ma Elliott lo aveva comunque respinto per un pelo.

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Stephen: cerca di metterci un po’ più di convinzione quando dici l’incantesimo, forza!
Elliott: ...
Stephen: che ti prende?
Elliott: ma non sono mai riuscito a fare quell’incantesimo meglio di così. Io non...
Stephen: anch’io ci ho messo quasi una settimana a imparare per bene l'incantesimo scudo, in realtà è soprattutto una questione di tempismo.
Elliott: uhm. Mi sembra comunque troppo complicato.
Stephen: è per quello che ti stai esercitando, no?

Elliott esitò qualche istante, non era così sicuro che Steve avesse ragione. Ma non aveva neanche intenzione di arrendersi senza neanche provarci, quindi si concentrò più che poteva e rispose:

Elliott: va bene, riproviamo!
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#546

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Stephen: impedimenta!
Elliott: protego!
Stephen: visto? Questa volta andava già molto meglio.


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Elliott: ma perché ti sei portato anche Pan?
Stephen: in gufiera si stava annoiando. E poi gli ho chiesto di beccarmi se mi dovessi di nuovo addormentare.
Elliott: non capisco proprio come tu faccia ad addormentarti leggendo un capitolo sui lupi mannari.
Stephen: non dirlo a me...

Eppure, non era neanche arrivato in fondo alla seconda pagina e già sentiva le palpebre pesanti. E quel capitolo di pagine ne aveva ben trenta.

Elliott: la verifica di recupero è dopodomani, vero?
Stephen: sì.
Elliott: uhm. Forse possiamo provare a fare qualche schema, mentre leggi.

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Parlando, Elliott aveva tirato fuori da una tasca del mantello un pezzo di pergamena e una penna, e aveva iniziato a scrivere:

Lupi mannari 🡪 luna piena

Elliott: e le prime due pagine sono riassunte.
Stephen: gli servivano davvero due pagine per spiegarlo?


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L’ultima verifica del quadrimestre era arrivata puntuale come un orologio.

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Prof Thompson: Walker, veda di impegnarsi stavolta.
Stephen: certo, professore.

Stephen prese il foglio delle domande e iniziò a leggerle. Sorprendentemente, in testa aveva ancora chiaro lo schema riassuntivo che aveva fatto con Elliott, forse almeno questa volta sarebbe riuscito a fare un buon lavoro...

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Prof Thompson: iniziate!
???: expelli armus!
Elliott: (concentrato) protego!
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#547

L’incantesimo scudo aveva retto bene, e gli aveva anche lasciato lo slancio per rispondere con un:

Elliott: petrifico totalus!

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Prof Thompson: ben fatto, Collins. E anche a lei, Walker, ho qui i risultati dell’ultimo compito in classe. Almeno per questo quadrimestre siete riusciti a evitare l’insufficienza.

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Stephen: (sollevato) meno male!
Elliott: a chi lo dici!

Stephen: dopo pranzo, ti va una partita a gobiglie?
Elliott: stavo per chiedertelo io!
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#548

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#549

Capitolo Extra 14:
Nicholas


1° settembre 2042, Hogwarts

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Stephen: (incoraggiante) non preoccuparti, questa è una delle parti più divertenti!
Nicholas: sarà…
Alexis: sbrigati ad entrare, lo smistamento sta per iniziare!

Nel suo primo giorno a Hogwarts, Nicholas era stato particolarmente silenzioso. Da quando i fratelli maggiori frequentavano la scuola ne sentiva parlare di continuo, ma ritrovandosi lì in prima persona non poteva evitare di sentirsi un po’ spaesato.

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Prof. Collins: fate silenzio ancora qualche minuto, manca ancora uno studente! Adesso tocca a... Nicholas Walker!

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Cappello Parlante: uhm, difficile, almeno quanto con i tuoi fratelli. Ma dove posso metterti? Uhm...

Era da quando era piccolo che tutti gli ripetevano di continuo quanto assomigliasse a suo padre e a suo nonno, che erano entrambi stati serpeverde. Quindi Nicholas non poteva negare di aspettarsi di finire anche lui in quella casa, assieme a sua sorella Alexis e ai loro cugini Matt e Drew.

Cappello Parlante: serpeverde, dici? L’ambizione non ti manca, e neppure l’astuzia, però c’è anche dell’altro…
Nicholas: (pensando) e cos’altro allora?
Cappello parlante: una mezza idea in effetti ce l’ho, penso proprio che per te potrebbe funzionare. GRIFONDORO!

Nick ci mise un attimo a rendersi conto di quello che era successo, non se l’aspettava minimamente. Almeno sua madre sarebbe stata contenta, dopo Alexis e Steve stava iniziando a perdere le speranze di poter avere almeno un figlio a grifondoro.


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Così era iniziata la vita di Nick tra i grifondoro. Come tutti aveva avuto bisogno di un po’ di tempo per prendere il ritmo della strana vita di Hogwarts, ma tutto sommato non se la stava cavando male.

2044, durante il suo terzo anno a Hogwarts

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Elliott: la prossima partita ce l’avete subito dopo le vacanze di Natale, no?
Nicholas: sì, giochiamo contro i serpeverde.
Elliott: il grande derby dell’anno, insomma.
Nicholas: così dicono.
Elliott: beh, cercate di vincere allora! Quest’anno i punti casa delle partite ci farebbero particolarmente comodo!
Nicholas: lo sa bene anche il capitano, infatti ci ha raddoppiato gli allenamenti. Il prossimo è tra poco, in effetti.

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Elliott: certo che sia tu che Steve ne avete di voglia di giocare a quidditch. Chi ve lo fa fare, oggi piove e fa pure un freddo cane!
Nicholas: quando c’è il sole è più divertente, ma resta comunque meglio che restarsene tutto il giorno al chiuso.
Elliott: uhm, se lo dici tu…
Nicholas: ma tu hai mai provato a giocarci, a quidditch?
Elliott: non sono molto bravo a volare, però potrebbe essere divertente provarci.
Nicholas: uhm.
Elliott: penso che chiederò a Steve di insegnarmi.
Nicholas: sì, non mi sembra una cattiva idea.

In quel momento incrociarono anche Stephen, doveva essere di ritorno da una lezione di erbologia.
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#550

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Stephen: ehi, ciao ragazzi!
Elliott: ciao Steve, stavamo proprio parlando di te!
Nicholas: ciao. Sentite, adesso dovrei proprio andare agli allenamenti di quidditch.
Stephen: nessun problema, ci si vede a cena!



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Camminando per il corridoio, Nicholas fece velocemente mente locale: doveva ancora correre alla torre dei Grifondoro per recuperare la divisa da gioco e la scopa, per poi raggiungere il campo da quidditch dall’altro capo del castello. Quella scuola era decisamente troppo estesa, non c’era modo di arrivare in orario da nessuna parte...

???: (strafottente) ma guarda un po’ chi c’è!
? ?: Alla prossima partita vi stracceremo!

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Nicholas si lasciò sfuggire una mezza imprecazione, sperava vivamente di riuscire a evitare quei tre. Con l’avvicinarsi della partita, i giocatori dell’altra squadra diventavano di giorno in giorno sempre più insopportabili.

Nicholas: che vuoi, Wilson? Se non l’avessi notato, sono di fretta.
???: e dove pensi di andare?

Nicholas prese un bel respiro prima di rispondere. Con gente come quella, gli veniva in mente una sola maniera per uscirne in fretta.

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Nicholas: (serio) se fossi in voi non farei tanto il furbo. Secondo voi che vi farebbe Alexis se le dicessi che fate di tutto per finire in punizione e perdere punti casa? In modo così stupido, poi...

Gli scocciava dover tirare in ballo la sorella maggiore, ma quella restava la soluzione migliore. Se c’era una cosa che aveva imparato da tutti i serpeverde che aveva in famiglia era che, volenti o dolenti, evitavano sempre di mettersi contro a chi stava più in alto di loro.
Quindi doveva solo sperare che anche quei tre ragionassero allo stesso modo, e anche che la spilla da prefetto di sua sorella costituisse uno spauracchio sufficiente a farli desistere.

? ?: non ne vale la pena, andiamocene.

Dicendo così, si erano voltati e si erano diretti verso i sotterranei senza aggiungere altro.


Alexis: ehi, Nicholas.
Nicholas: (sorpreso) Alexis.

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Alexis: ero convinta che quei tre avessero capito la lezione, quante altre volte devo mandarli in punizione?
Nicholas: non mi sembrano molto svegli, in effetti.
Alexis: comunque te la sei cavata bene, di questo passo potresti diventare prefetto anche tu!

Mentre la sorella maggiore si allontanava, Nicholas non poté evitare di lasciarsi sfuggire una smorfia. Forse tra i serpeverde quello poteva sembrare un buon modo per evitare rogne, ma dubitava fortemente che nessun altro dei suoi compagni di casa avrebbe mai fatto lo stesso.

Vabbé, ci avrebbe pensato in qualche altro momento, ormai era in ritardo da far spavento per l’allenamento.


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