I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
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#551

Il giorno seguente, lezione di difesa contro le arti oscure

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Prof Thompson: quindi, possiamo considerare i mollicci come creature opportuniste, che sfruttano le paure delle persone per difendersi. I mollicci si trovano spesso negli angoli più bui e nascosti delle case dei maghi, quindi è probabile che prima o poi ve ne troviate di fronte uno. A quel punto, che dovete fare?

Nessuno rispose, come spesso succedeva durante quelle lezioni.

Prof Thompson: non lo sa nessuno? Che pazienza... Walker, provi lei a rispondere.

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Nicholas: (serio) ... i mollicci soffrono le risate. Quindi, per sconfiggerli non bisogna far caso alle forme spaventose che assumono e usare l’incantesimo Riddiculus per obbligarli a prendere una forma che faccia ridere i presenti.
Prof Thompson: esatto, 10 punti a serp... grifondoro. La stavo di nuovo confondendo con suo padre, è la copia esatta di com’era lui alla sua età. A volte mi chiedo anche cosa lei ci faccia con i grifondoro, in effetti.
Nicholas: ...

Nicholas non commentò, quella solfa l’aveva sentita fin troppe volte.


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Le vacanze di Natale arrivarono, e tutti quanti ritornarono a casa per trascorrere del tempo con le loro famiglie.

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Scarlett: come mai oggi te ne stai chiuso in casa, Nick? Non è da te!
Nicholas: ahm, non mi va di uscire.
Scarlett: non ti starai mica prendendo qualche malanno? A pochi giorni dalla grande partita dell’anno, poi!
Nicholas: no, non credo.

A quel punto Scarlett e William si scambiarono un’occhiata eloquente, era evidente che Nicholas stesse rimuginando su qualcosa.

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William: è successo qualcosa mentre eri a scuola, Nicholas?
Nicholas: non c’è bisogno di farmi il terzo grado, non è niente di grave.
Scarlett: però qualcosa c’è.

Nicholas si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato. Di quel passo suo padre avrebbe tirato fuori la sfera di cristallo e sua madre sarebbe entrata in modalità interrogatorio, non era il caso di arrivare a tanto. Con estrema riluttanza, rispose quindi:

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Nicholas: se proprio ci tenete… ecco… ma voi avete mai avuto l’impressione che il Cappello Parlante vi avesse messo nella casa sbagliata?
Scarlett: in che senso?
Nicholas: (pensieroso) il cappello parlante mi ha detto un sacco di cose prima di smistarmi, a un certo punto aveva anche detto che sarei potuto stare bene a serpeverde. Anche a scuola me lo ripetono tutti, dicono anche che assomiglio un sacco a papà da giovane e cose del genere. E, a volte, anch’io non so cosa pensare, ecco.
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#552

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William: (pensieroso) anche a me il cappello aveva detto qualcosa di simile, anche se poi aveva preso la decisione opposta, in effetti.
Scarlett: (sorpresa) che? Questo non me l’avevi mai detto!
William: in fondo non era poi così importante, ti pare?
Nicholas: ...

Nicholas continuava a non sembrare particolarmente convinto dalla faccenda. Fare il cappello parlante non sembrava per niente facile.

William: Nicholas, al mondo non esistono solo quattro tipi di persone diverse. Nulla ti vieta di essere contemporaneamente intelligente, coraggioso, lavoratore e ambizioso. C’è tanta gente che si ritrova in una casa, ma sarebbe potuta stare benissimo anche in un’altra.
Scarlett: vero. (Incoraggiante) E poi l’importante è fare quello che ti sembri giusto, e anche dare sempre il massimo!
Nicholas: sì, questo lo so.
Scarlett: e non starli ad ascoltare troppo se ti dicono che sei tale e quale a tuo padre da giovane, ti assicuro che tu sei molto meno musone di quanto lui non sia mai stato.

A quel punto Nick non riuscì a evitare di lasciarsi scappare una mezza risata. Probabilmente avevano ragione i suoi genitori, si stava preoccupando per nulla.

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Scarlett: fossi in te, andrei fuori a fare qualche passaggio con Alexis e Steve.
William: in effetti nei prossimi giorni nevicherà, non avrai molte altre occasioni per uscire.
Nicholas: sì, penso che farò così.

Detto questo si alzò e si diresse con decisione verso la porta. Aveva già un piede fuori, quando si girò verso i genitori per aggiungere:

Nicholas: grazie.

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Scarlett: ma quindi il Cappello Parlante voleva davvero metterti con noi grifondoro?
William: (vago) a un certo punto potrebbe aver accennato qualcosa del genere, se non ricordo male.
Scarlett: adesso che ci penso, in effetti con te ci aveva messo davvero un sacco tempo a decidersi!
William: comunque, credo che sia andata meglio così. Se fossi stato nella tua stessa casa, mi avresti buttato dalla torre entro il primo mese.
Scarlett: (ridendo) sì, su questo non hai tutti i torti!


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Il giorno della partita

Come per ogni partita di quidditch, più si avvicinava il fischio d’inizio più l’intera scuola sembrava concentrarsi su quell’unico evento. I giocatori di entrambe le squadre venivano spesso fermati per i corridoi, per ricevere incoraggiamenti o schermaglie a seconda dello schieramento di appartenenza.

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Capitano: quindi ricordatevi della formazione che abbiamo provato nell’ultimo allenamento. Non l’abbiamo mai usata in partita, quindi dovremmo riuscire a cogliere di sorpresa i serpeverde!

???: ehi, Nick!
Nicholas: oh, ciao Vivian, Margaret.

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Quelle due erano sue cugine, le figlie di zia Morgan e zio Lorenzo. Vivian aveva la sua stessa età e mezza scuola li scambiava per fratelli, mentre Margaret aveva due anni in meno di loro ed era al suo primo anno ad Hogwarts.

Margaret: in bocca al lupo per la partita!
Vivian: i serpeverde non la smettono più di tirarsela, quest’anno non hanno perso nessuna partita, cercate di fargli dare una calmata!
Nicholas: (deciso) l’idea è proprio quella!

Giocare quella partita contro serpeverde voleva anche dire avere contro sua sorella maggiore e i suoi cugini Matt e Drew. Quella messa assieme dai serpeverde quell’anno era una squadra davvero forte, non avevano tutti i torti a tirarsela tanto. Ma anche loro si erano allenati molto, non avevano nessuna intenzione di lasciarsi scoraggiare da così poco.
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#553

Raggiunto lo spogliatoio, la squadra venne accolta da un professor Thompson piuttosto accigliato. Trovare un docente nello spogliatoio appena prima della partita, in particolare se si trattava del direttore della casa avversaria, significava brutte notizie certe.

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Capitano: che è successo?
Prof. Thompson: (contrariato) sembra che la squadra di quidditch dei serpeverde non sarà in grado di giocare, oggi.
Capitano: cosa? Ma perché?
Prof. Thompson: apparentemente, più di metà della squadra non sarà in grado di giocare per colpa di un’intossicazione alimentare, al momento si trovano in infermeria.

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Capitano: (sottovoce) stando al regolamento, se una squadra non si presenta la vittoria va automaticamente all’altra.
???: (sottovoce) però io volevo giocare!
? ?: (sottovoce) ma pensaci, così i punti casa che ci servono sarebbero assicurati!
Capitano: (sottovoce) questa vittoria ci serve assolutamente, senza non avremo più nessuna chance di vincere la coppa delle case!

Nicholas si limitò a fissare i compagni di squadra, pensieroso. Il regolamento poteva anche dire che avrebbero dovuto vincere a tavolino, però...

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Capitano: (sottovoce) Nick, che è quella faccia?
Nicholas: (sottovoce) a voi sta davvero bene così? Anche l’altra squadra si è impegnata tanto quanto noi per questa partita, vi sembra giusto che debbano perdere solo perché oggi stanno male?
Capitano: …
Nicholas: (sottovoce) penso che dovremmo chiedere di rinviare la partita. Lo vedremo sul campo chi si merita di vincere!

Il resto della squadra si prese qualche istante per riflettere. Vincere a tavolino poteva sembrare la strada più facile, ma in fondo non sembrava giusto a nessuno di loro.


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Mezz’ora più tardi, infermeria

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Nicholas: ma che avete combinato?
Alexis: questi due tonti di Matt e Drew hanno avuto la brillante idea di abbuffarsi di frutti di mare ieri sera, e i tre cacciatori hanno pensato bene di seguirli a ruota. Come se non li avessi avvisati!
Nicholas: ah.

Alexis: (seria) mi hanno detto che hai convinto il resto della tua squadra a rimandare la partita.
Nicholas: non mi sembrava giusto vincere a tavolino sapendo che eravate tutti qui in infermeria, ecco.

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Alexis: a Natale ho sentito quello che ti hanno detto mamma e papà sullo smistamento e le case, sai?
Nicholas: certo che tu sai sempre tutto...
Alexis: una cosa del genere poteva farla solo un grifondoro, garantito.
Nicholas: …
Alexis: e ve ne faremo pentire quando recupereremo la partita, stanne certo!
Nicholas: questa è tutta da vedere!
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#554

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#555

Capitolo Extra:
Lucille


1° settembre 2043, Hogwarts

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Elliott: non preoccuparti, andrà tutto benissimo! E qualsiasi cosa succeda chiedi aiuto a me, va bene?
Lucille: sì, certo!

Suo fratello Elliott poteva anche essere preoccupato per lei, ma dal momento in cui aveva messo piede in quel castello Lucille non aveva potuto evitare di guardarsi attorno con il naso all’insù e ammirare tutti quei dipinti e quelle statue. Quello era un posto bellissimo, le sarebbe piaciuto studiare lì.

Fu quasi presa alla sprovvista quando il suo nome venne chiamato per lo smistamento, il ragazzo vicino a lei dovette darle una gomitata per attirare la sua attenzione. Si era persa a guardare il cielo incantato nel soffitto della sala grande.

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Cappello Parlante: oh oh! Per lei, signorina, non ci sono davvero dubbi! Sarei un pazzo se non la smistassi in CORVONERO!

Il resto della sala sentì solo l’ultima parola, facendo festeggiare il tavolo con gli studenti in blu e argento davanti a lei. Con un mezzo sorriso Lucille si diresse proprio verso quel tavolo, facendo un cenno di saluto al fratello che in quel momento stava sventolando il gesto della V di vittoria nella sua direzione. A casa erano già tutti convinti che lei sarebbe stata una corvonero, proprio come il loro papà e lo zio Hershel, e il cappello parlante non aveva fatto che confermare quello che già tutti si aspettavano da lei.


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Lucille si era da subito dedicata allo studio, ma non aveva mai abbandonato la sua passione per le arti. Infatti non era raro vederla seduta in qualche angolo del castello con blocco da disegno e matita in mano, o sentirla canticchiare quando camminava per i corridoi.

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Prof Collins: Lucille, hai mai pensato di entrare nel coro delle rane?
Lucille: (confusa) il coro delle rane? Non l’ho mai sentito prima.
Prof Collins: è il coro della scuola, gli studenti cantano insieme ai loro rospi.
Lucille: ah, sono quelli che hanno cantato al banchetto del primo giorno!
Prof Collins: proprio loro.
Lucille: sì, penso che mi piacerebbe cantare con loro!
Prof Collins: è proprio il posto adatto ai ragazzi come te.
Lucille: (sorridente) grazie, nonn… professoressa Collins!
Prof Collins: all’inizio dell’anno prossimo faremo i provini. Se vuoi partecipare, sei la benvenuta!

Come aveva fatto a non pensarci prima? Ma certo, il coro della scuola! Avrebbe solo dovuto trovare un rospo…

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Victoria: (confusa) ma che c’entra un rospo con un coro? E poi che razza di animaletto da compagnia sarebbe?

Di fianco a lei Randall stava faticando a trattenere le risate, mentre Lucille aspettava con trepidazione una risposta.

Elliott: i rospi di quel coro sono sorprendentemente intonati, in effetti.
Victoria: ah.
Lucille: per favore, posso?
Victoria: ma perché proprio un rospo? Sono bestioline così fredde e viscide…

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Randall: (sottovoce) in effetti può sembrare un po’ strana come cosa, ma il coro delle rane è una vecchia tradizione della scuola. A Lucille piace un sacco cantare, si troverebbe bene con loro.
Victoria: (sottovoce) certo che voi maghi a volte siete proprio strani.
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#556

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Victoria: e va bene, se per entrare nel coro della scuola ti serve un rospo te ne troveremo uno.
Lucille: grazie mille!


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Ottobre 2044, Hogwarts

Così Lucille aveva avuto il suo rospo, anzi rospa, che aveva deciso di chiamare Tosca. A quel punto, non restava che superare le selezioni del coro.

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Elliott: andrai benissimo di sicuro!
Nicholas: e comunque non ci sono mai tante persone a quei provini.
Lucille: però non ho mai cantato di fronte a tutta quella gente…
Elliott: ma dai, che vuoi che sia? E poi anche Tosca non vedrà l’ora di esibirsi domani, vero Tosca?

Dicendo questo Elliott aveva automaticamente guardato verso la tasca dell’uniforme di sua sorella Lille, dove Tosca era solita dormire al di fuori delle ore di lezione.
Stranamente, però, quel pomeriggio nessun musetto anfibio fece capolino dalla tasca.

Elliott: ma oggi Tosca l’hai lasciata nel dormitorio?
Lucille: no, sono passata a prenderla prima, è proprio qu...

Parlando, Lucille si era messa a tastare tutte le tasche della sua uniforme, pensando di trovarci il suo rospo. Ma senza successo.

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Lucille: (preoccupata) deve essermi saltata via dalla tasca!
Nicholas: di nuovo?
Stephen: si vede che si stava annoiando, sarà andata a farsi un giro.
Lucille: uhm.
Elliott: la ritroveremo subito, non preoccuparti!

Così si erano messi tutti a cercare Tosca, chissà dove poteva essersi cacciata questa volta… Lucille non riusciva proprio a capire perché cercasse di scappare così spesso.

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Lucille: ehi Tosca, ci sei?

L’aveva persa di vista per l'ultima volta non più di mezz’ora prima, non poteva essere andata tanto lontana, no?

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L’ultima volta che era scappata era andata a nascondersi nei cespugli del cortile interno, quindi forse…

???: ehi Lille, hai di nuovo perso Tosca?
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#557

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Lucille: ehi, ciao ragazzi! Si, mi è di nuovo scappata, per caso voi l’avete vista?

Quei tre erano i suoi cugini Flora, Clare e Luke, ovvero i figli di zio Hershel e zia Julia. E non sembravano per niente sorpresi dell’ennesimo tentativo di fuga di quel rospo.

Luke: no, non mi sembra di averla vista. Voi?
Flora: no, mi pare proprio di no.
Clare: uhm… forse potresti provare a guardare attorno al lago, o nel parco. Ai rospi piace stare nel fango, no?
Lucille: uhm, sì, mi sembra una buona idea.


Così Lucille aveva trascorso l’intero pomeriggio passando al setaccio tutti gli acquitrini e il sottobosco del parco attorno al castello di Hogwarts. Aveva perfino trovato un paio di rospi mezzi addormentati, ma nessuno di loro era Tosca.

Ormai era stanca, infreddolita e con macchie di fango sul mantello e in faccia. Non sapeva più che fare, dove poteva essere finita la sua Tosca?

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Nicholas: abbiamo setacciato praticamente qualsiasi angolo freddo, umido e fangoso della scuola. È inutile, Tosca non vuole farsi trovare.
Stephen: in effetti stavolta si è nascosta proprio bene.

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Lucille: (sconsolata) non capisco, di solito si lascia trovare subito. Dove può essere andata?
Elliott: non preoccuparti, di sicuro starà bene.
Lucille: uhm.


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Così Lucille si ritrovò nel suo dormitorio, a scarabocchiare qualche disegnino nei margini di un libro per cercare di calmarsi almeno un po’.

A parte la preoccupazione per aver perso il suo adorato animaletto, c’era anche quella per il provino del coro del giorno dopo. Come avrebbe fatto a presentarsi senza Tosca?

Lucille: atch-ooo!

Per non parlare del fatto che cercando Tosca al freddo nel parco si era pure beccata un bel raffreddore. Poteva andare peggio di così?


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Il mattino successivo, in sala grande

Elliott: … forse dovresti andare in infermeria, un po’ di pozione pepata non ti farebbe male.
Stephen: forse ti fumerebbero un po’ le orecchie, ma per lo meno la voce sarebbe di nuovo normale.
Lucille: uhm.

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Alexis: che mi sono persa?
Nicholas: Lille ha di nuovo perso il suo rospo, per cercarlo ha preso freddo e adesso è senza voce, e oggi pomeriggio ha il provino per il coro delle rane.
Alexis: per la barba di Merlino, ma come fate a cacciarvi sempre in situazioni così?
Lucille: …
Alexis: dovreste chiedere una mano allo zio Handir, se c’è qualcuno che sa come trovare in fretta un rospo qui dentro, quello è lui.

Gli altri si scambiarono un’occhiata sorpresa, come avevano fatto a non pensarci prima?
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#558

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Handir: (pensieroso) hai perso il tuo rospo, dici?
Lucille: sì. Per caso puoi darci una mano a cercarlo?
Handir: certo, nessun problema! Ma potrebbe volerci un po’, ci sono un sacco di rospi qui attorno.

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Handir: ormai è metà ottobre, inizia a far freschetto qua fuori.
Lucille: (tirando su con il naso) sì, l’ho notato.
Handir: in questo periodo dell’anno i rospi selvatici di solito vanno in letargo, e ogni tanto anche i rospi degli studenti fanno lo stesso.
Lucille: oh. Quindi Tosca vorrà dormire fino alla prossima primavera?
Handir: no, di solito mi basta ricordargli che sono rospi da compagnia e che passeranno l’inverno al calduccio e con un sacco di cibo per fargli cambiare idea.
Lucille: uh, speriamo.
Handir: e poi oggi dovete cantare con il coro, no? L’ultima volta che ho visto Tosca mi sembrava entusiasta di cantare con voi, appena glielo ricorderderemo si sveglierà in un attimo, vedrai!

(*Svegliare un povero anfibio dal letargo pare un po’ crudele forse, ma nella serie originale non si fa cenno al letargo dei rospi degli studenti.
In generale, per tutti gli animali da compagnia dei maghi ho l’impressione che non siano esattamente uguali alle loro controparti selvatiche, basti pensare ai gufi che portano la posta*)



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???: che facciamo, professoressa? Lucille sembra in ritardo.
Prof Collins: se non si presenta, temo che…

Lucille: aspettate un attimo, ci sono!

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Tosca aveva trovato un ottimo nascondiglio per il suo letargo, così perfetto che pure Handir ci aveva messo ore per trovarla in mezzo alle decine di altri rospi nascosti sotto al fango. In quel momento invece le stava in mano tutta contenta, gracidando come se niente fosse.
Lucille invece era di nuovo coperta di fango e aveva i capelli tutti in disordine, senza contare il fatto che, come effetto collaterale della pozione pepata che aveva preso per il raffreddore, aveva anche un sottile filo di fumo che le usciva dalle orecchie.

Prof Collins: (preoccupata) Lucille, ma che ti è successo?
Lucille: avevo perso Tosca, ma mi ci è voluto un po’ per ritrovarla…
Prof Collins: sei sicura di riuscire a fare il provino?
Lucille: (decisa) sì, non preoccupatevi.

Conosceva bene le regole, se lei si fosse tirata indietro avrebbero preso a tavolino l’altro ragazzo venuto per i provini, Byrne. Lei poteva anche essere nella peggiore condizione possibile, ma dopo tutta la fatica che aveva fatto non aveva nessuna intenzione di tirarsi indietro senza fare neppure un tentativo!
Quindi si diede una sistemata alla treccia, si schiarì la voce e si rivolse a Tosca per dirle:

Lucille: (sottovoce) pronta, Tosca?
Tosca: cra!
Lucille: (ad alta voce) siamo pronte, quando volete fate partire la musica!

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Lucille era sicura di aver stonato almeno tre o quattro volte, e anche Tosca non era stata da meno. Ma avevano dato il loro meglio, e tanto doveva bastare.

Era un vero peccato che tutto questo dovesse succederle proprio nel giorno del provino, ci teneva tanto a poter cantare in un coro vero. Ma, nonostante tutto, era certa che sua nonna avrebbe scelto il nuovo membro del coro nel modo più imparziale possibile. In quel momento, Lucille avrebbe tanto voluto arrivare in tempo per sentire anche l'esibizione di Byrne, per farsi un’idea di quante chance avesse…

Intanto, sua nonna (anzi, la professoressa Collins) stava parlando fitto fitto con il resto dei membri del coro, ormai dovevano essere vicini a prendere una scelta.
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#559

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Prof Collins: innanzitutto, voglio congratularmi con entrambi. Nonostante tutto, vi siete resi onore con le vostre esibizioni.
Lucille: …
Prof Collins: Lucille, la tua prova è stata di tutto rispetto, ma Byrne ha una voce più vicina a quella che stiamo cercando. Ci dispiace, ma sarà per la prossima volta.



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Elliott: secondo me avevi cantato meglio tu, no…
Lucille: non importa, sarà per la prossima volta. Senza mal di gola non ci sarà gara per nessuno, vero Tosca?
Tosca: cra!

Nicholas: è quasi ora di cena, andiamo?
Lucille: prima penso di dovermi togliere un po’ di fango di dosso. E poi dovrei anche trovare un posticino caldo e qualche mosca per Tosca, non sia mai che le venga di nuovo in mente di andare in letargo!


E si diresse verso la sua sala comune canticchiando allegramente, con Tosca che le faceva da controcoro. Anche se non era riuscita a entrare nel coro al primo tentativo, quello sarebbe comunque stato un anno divertente, altroché!






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#560

Off Topic
Ultimissimo capitolo! A scrivere questa storia ci ho davvero messo un sacco, qui l'ho postata tutta in un annetto ma in realtà ci ho messo più di 5 anni a scriverla tutta.

Grazie mille a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere questa storia proprio fino alla fine e buona lettura!
Capitolo Extra:
Holly


1° settembre 2044, Hogwarts

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Lucille: che ti dicevamo? Non è un castello bellissimo?
Holly: (col naso all’insù) certo che quel soffitto è proprio alto!
Lucille: e non hai ancora visto…

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Alexis: ma siete ancora qui? Lo smistamento sta per iniziare, sbrigatevi ad andare in sala Grande, forza!


Holly era felice di essere finalmente arrivata a Hogwarts, aveva aspettato tanto quel momento. Ma, nonostante questo, non aveva potuto fare niente per evitare di sentirsi intimorita nel momento in cui era entrata nella Sala Grande, c’era tanta di quella gente là dentro…

Seduto al posto del custode, al tavolo degli insegnanti, c’era anche suo padre con il suo solito sorriso a trentadue denti. Come faceva ad essersi abituato a stare in un posto così affollato?

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Prof. Collins: Holly Harris!

Presa un po’ alla sprovvista, Holly si era fatta avanti, si era seduta sullo sgabello e si era lasciata mettere in testa quel cappello che parla. La spessa stoffa le impediva di vedere cosa stesse succedendo, ma sentiva lo stesso con assoluta chiarezza come tutti quanti stessero fissando proprio lei in quel momento.

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Cappello Parlante: buonasera signorina! Vediamo un po’, dove posso metterti… uhm… di sicuro non abbiamo studenti come lei tutti gli anni, questo è certo.
Holly: …
Cappello Parlante: non si preoccupi, ho già un’idea! Secondo me, la casa perfetta per te è… TASSOROSSO!

Proprio come aveva detto Alexis, allungando un po’ il collo probabilmente sarebbe riuscita a vederla gongolare qualche tavolo più in là.

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Stephen: ciao Holly! Come stai?
Holly: (disorientata) bene, credo.
Stephen: non preoccuparti, il primo giorno è un po’ strano per tutti quanti!
Holly: uhm, ok.


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