I quattro colori di Hogwarts

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§HermioneSims§
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#561

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Così Holly aveva iniziato i suoi studi a Hogwarts. Era tutto così diverso da casa sua, e pure dalle scuole elementari che aveva frequentato. Fare incantesimi, trasfigurazioni, pozioni, ci sarebbe davvero riuscita anche lei?

Prof Collins: oggi inizieremo facendo un po’ di pratica. Qualcuno di voi ha mai sentito parlare dell’incantesimo di librazione?

Come ogni anno, la professoressa Collins aveva iniziato le sue lezioni per gli studenti del primo anno con un’esercitazione sull’incantesimo Wingardium Leviosa. Dopo aver introdotto l’argomento, aveva fatto uno svolazzo con la bacchetta per far apparire un aeroplanino di carta di fronte a ognuno dei suoi studenti, per poi concludere dicendo:

Prof Collins: ora tocca a voi provarci! Ricordatevi di scandire bene l’incantesimo, è Wingaaardium Leviooosa.

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Beh, non le restava che provare, pensò Holly. Cercò di ignorare i compagni di classe e tutta la titubanza che trasmettevano in quel momento, poi si rimboccò le maniche, tirò fuori la bacchetta, fece un respiro profondo e scandì l’incantesimo:

Holly: Wingardium Leviosa!

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Holly: ah!
Prof Collins: non preoccuparti, non è niente di grave.

Dicendo questo, aveva agitato distrattamente la bacchetta spegnendo il fuoco.

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Poco dopo, i primi aeroplanini iniziarono a volteggiare per l’aula, e non ci volle molto prima che tutti gli altri studenti riuscissero quantomeno a fargli fare una capriola sopra al loro banco. Holly invece era soltanto riuscita a far salire un altro po’ di fumo dalla punta della bacchetta, ma il suo aeroplanino continuava a restare ostinatamente immobile.

Prof Collins: per oggi la lezione è finita! Esercitatevi, mi raccomando!


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#562

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Stephen: allora, com’è andata la tua prima lezione?
Holly: … ho quasi dato fuoco all’aula.
Elliott: ma nella prima lezione di solito non si impara Wingardium Leviosa?
Holly: (frustrata) … infatti.

Da bambina non faceva che far svolazzare pezzetti di carta senza neanche accorgersene, che poteva esserci di tanto difficile nel far volare anche un aeroplanino di carta?

Lucille: non preoccuparti, capita a tutti di non riuscire a fare un incantesimo al volo. Se vuoi più tardi possiamo riprovarci insieme, ti va?
Holly: stasera non posso. Avevo detto a papà che sarei andata da lui, dopo cena.
Lucille: allora sarà per un’altra volta.


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Handir: ciao Holly!
Holly: ciao.

Handir non le chiese come stava, sentiva perfettamente che fosse stanca e frustrata dopo una giornata difficile. Le disse invece:

Handir: vuoi un po’ di tè, prima di iniziare?
Holly: sì, grazie.

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Holly: hai già pensato che cosa insegnarmi oggi?
Handir: la magia degli elfi è più semplice di quella dei maghi, il punto di partenza è sempre lo stesso.

Visto che Holly sembrava aver ereditato sia poteri magici da strega che da elfa, il Preside Powell aveva insistito affinché la piccola imparasse a destreggiarsi con entrambi. E, considerando quanto la diplomazia con gli elfi nella Foresta fosse ancora difficile, per quanto riguardava la magia elfica il suo insegnante non poteva essere nessun altro che suo padre Handir.

Handir: andiamo fuori, sarà più facile.

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Handir: in pratica, la magia degli elfi sta tutta nel riuscire ad entrare in Comunione con tutto l’ambiente intorno a noi. Più questa comunione è profonda, più sono complicate le magie che facciamo.

Alla fine della frase Handir aveva poi schioccato le dita con fare distratto. Pochi istanti dopo, uno piccolo bocciolo era cresciuto fino a circa un metro di altezza, prima di aprirsi e mostrare uno splendido fiore giallo.

Holly: (confusa) parli sempre di questa “Comunione”, ma in pratica come si fa?
Handir: chiudi gli occhi, concentrati su tutto quello che ti circonda. Cerca di sentirlo.

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Holly: (concentrata)
Handir: che cosa senti?
Holly: sento che sei stanco anche tu, stasera. E c’è anche uno scoiattolo affamato, laggiù.
Handir: riesci anche a sentire le piante, o gli alberi? Ce ne sono parecchi, qui attorno.
Holly: io…

Holly ce la stava mettendo tutta per concentrarsi più che poteva. Ma le piante là attorno non sembravano apprezzare i suoi sforzi, perché pochi istanti dopo un ramo dell’albero più vicino scattò di colpo verso di lei, come a volerla scacciare.
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#563

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Handir: (rivolto all’albero) ehi, che modi sono!
Holly: uhm.
Handir: (incoraggiante) non preoccuparti, Holly, pure io ci ho messo un sacco di tempo prima di imparare come si fa, in realtà.


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Holly non era tipo da scoraggiarsi velocemente, ma nella sua posizione sarebbero stati in tanti a voler gettare la spugna. Ormai era là a Hogwarts da mesi, ma non era ancora riuscita a fare neanche un incantesimo né ad entrare in comunione con gli esseri viventi della Foresta. Continuava soltanto a dar fuoco alle cose, e a farsi scacciare dagli alberi. Cosa stava sbagliando?

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Lucille: non ti preoccupare, sono sicura che prima o poi ci riuscirai anche tu!
Stephen: sì, giusto!
Holly: guardate che me ne accorgo quando dite le cose solo per cercare di farmi stare meglio, ma che non le pensate per davvero.

Gli altri si scambiarono un’occhiata sconsolata, non sapevano davvero come aiutare Holly in quella situazione.

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E non era neppure detto che ci fosse davvero un modo per aiutarla. Holly non era né una vera strega né un vero elfo, non c’era nessun altro come lei. E allora come faceva ad essere certa di poter davvero fare le stesse magie degli altri studenti di Hogwarts, o di poter entrare in comunione con le piante come faceva suo padre?

Ma se fosse stato così, che ci faceva lì a Hogwarts? E cosa altro avrebbe potuto fare?

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Alexis: Holly, il Preside ti vuole nel suo ufficio.
Holly: che? Perché?
Alexis: non ne ho idea, ma ho avuto l’impressione che fosse urgente.



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Holly: (sorpresa) mamma, papà! Che ci fate anche voi qui?
Isabelle: il Preside ci ha chiesto di venire, ha detto di volerci parlare di qualcosa di importante.

La mamma aveva cercato di usare un tono di voce tranquillo, ma Holly si era accorta di quanto invece fosse preoccupata.
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#564

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Preside Powell: (serio) suppongo che abbiate già tutti capito che il motivo di questa riunione siano le difficoltà che la piccola Holly sta incontrando nelle lezioni. Non posso nascondervi quanto questa situazione abbia destato la mia preoccupazione.
Holly: … signor Preside, vuole mandarmi via da scuola?
Preside Powell: come? Assolutamente no, vi assicuro che è mia intenzione fare il possibile affinché ciò non accada.
Isabelle: quindi cosa ha intenzione di fare, signor Preside?
Preside Powell: ci ho ragionato a lungo, credo di aver trovato una potenziale soluzione.

In risposta Holly si limitò a fissare il Preside con aria confusa. Non riusciva proprio a interpretare quali potessero essere le sue intenzioni, quindi non le restava che restare ad ascoltare che altro avesse da dire.

Preside Powell: Isabelle, Handir, posso chiedervi di fare una dimostrazione?
Isabelle: (perplessa) sì, nessun problema.

Il Preside non si aspettava una risposta diversa, quindi aveva già fatto apparire due aeroplanini di carta con un gesto distratto della bacchetta.

Preside Powell: sapete entrambi come far volare uno di questi aeroplanini, non è così?

Sia Isabelle che Handir annuirono, per poi lanciarsi nella dimostrazione chiesta dal Preside.

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Isabelle prese la bacchetta da una tasca, fece un largo svolazzo e scandì la formula: “Wingardium Leviosa!”. Handir invece si concentrò qualche istante e schioccò le dita. Subito dopo, entrambi gli aeroplanini volteggiavano per l’ufficio.

Preside Powell: Holly, la vedi la differenza? I maghi usano la bacchetta per incanalare la loro magia, e hanno bisogno di visualizzare quanto hanno intenzione di fare nella loro mente. Gli elfi invece hanno bisogno di percepire ed entrare in contatto con quanto gli sta attorno prima di poter compiere magie.

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Holly continuava a fissare il Preside con aria confusa, senza capire dove volesse andare a parare.

Holly: signor Preside, queste cose le sapevo già. Ma io non riesco a fare nessuna di quelle due cose.
Preside Powell: questo lo immaginavo. È proprio questo il punto, in effetti.
Holly: (confusa) ah.

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Preside Powell: Holly, lo sai di cos’è fatta la tua bacchetta?
Holly: … ehm...

Holly sapeva solo che nessuna delle bacchette che aveva provato in quel polveroso negozio di Diagon Alley sembrava voler funzionare con lei, anche in quel caso aveva rischiato di dar fuoco al negozio. Alla fine i suoi genitori avevano dovuto chiedere a un loro conoscente, un certo Lorenzo Stradivario, di farne una apposta per lei. Non sapeva di preciso cosa avesse usato, ma aveva subito percepito che quella bacchetta era molto diversa da tutte le altre.

Holly: no, non lo so di cos’è fatta. È tanto importante?
Preside Powell: la tua bacchetta è stata fatta a partire da un rametto di agrifoglio*, mentre come nucleo è stata utilizzata una foglia della Grande Quercia. Tuo padre li ha chiesti personalmente agli elfi che abitano nella Foresta.

(*a quanto pare, Holly in inglese vuol dire proprio agrifoglio*)

Holly: ah.
Preside Powell: quella bacchetta mette assieme la magia dei maghi con quella degli elfi. E penso che questo sia anche quello che dovresti fare tu, quando cerchi di compiere una qualsiasi magia.
Holly: ...
Preside Powell: adesso, ti andrebbe di riprovare a far volare questo aeroplanino di carta? Non c’è un modo giusto o uno sbagliato per farlo, l’importante è che si sollevi dalla scrivania.

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Un po’ titubante, Holly prese la sua bacchetta e si avvicinò alla scrivania del Preside. L’idea di fondo non era difficile: se non sapeva fare incantesimi allo stesso modo dei maghi o degli elfi, avrebbe dovuto trovare un modo suo per riuscirci. Il che però era più facile a dirsi che a farsi...

Handir: cerca di percepire bene quello che hai attorno.
Isabelle: e di scandire bene la formula.
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#565

O la va o la spacca, pensò Holly. Strinse forte la bacchetta in pugno e si concentrò su quello che la circondava: tutte le persone nella stanza trepidavano per vedere cosa sarebbe riuscita a fare, ma quello su cui doveva concentrarsi era quel piccolo aeroplanino di carta. Non doveva solo sapere dove si trovasse, ma sentirlo assieme a tutto quello che gli stava intorno. Solo a quel punto avrebbe potuto dire:

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Holly: Wingardium Leviosa!

Per la prima volta dopo mesi, l’aeroplanino non solo non prese fuoco, ma si sollevò di quasi dieci centimetri dalla scrivania, prima di ricadere con un piccolo tonfo.

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Holly: (sorpresa) ci sono riuscita? Sul serio?
Preside Powell: ecco, proprio così! Credo che, fino ad adesso, l’unica ragione per cui non fossi ancora riuscita a fare nessun incantesimo sia stata proprio l’ostinazione a tenere separati i due tipi di magia. Da ora in poi continui così invece, intesi?

Holly: sì, adesso ho capito come fare!


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Elliott: ehi Steve, mi passi quella caraffa di succo di zucca?
Holly: aspetta, lo faccio io!

Tirò fuori la bacchetta da una tasca, si rimboccò le maniche e disse:

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Holly: Wingardium Leviosa!

La caraffa si librò dolcemente fin di fronte a Elliott, senza far cadere neanche una goccia di succo.

Lucille: adesso l’incantesimo ti riesce proprio bene!
Holly: (sorridendo) sì, vero?


Tutti quanti tornarono a mangiare la loro cena, felici. Certo, capitavano sempre molte cose a Hogwarts, ma nulla di tanto grave da doversene davvero preoccupare.

Senza ombra di dubbio, potevano dire che andava tutto bene.





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FINE
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