I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#61

Mentre Isaac usciva dalla sala comune l’immagine si fece sfuocata. William chiuse per un secondo gli occhi e quando li riaprì si ritrovò sulle sponde del lago, in piena notte.

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Questo repentino cambio di location non lo preoccupò particolarmente, ormai aveva capito che doveva trattarsi solo di un sogno. Iniziò quindi ad esplorare la zona.

In cielo non era visibile la Luna, quindi era buio pesto. In compenso le stelle erano molto luminose. Non sapeva perché, ma più tempo passava in quel posto più sentiva l’inquietudine crescere dentro di sé. Forse c’entravano le stelle: non era un esperto in materia, ma Marte sembrava più luminoso del solito…

All’improvviso sentì un rumore di passi alle sue spalle. Istintivamente si nascose dietro un albero, dimenticando di non poter essere visto da nessun altro.


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Da lì vide che si trattava del custode, che si stava dirigendo con passo zoppicante verso il suo capanno. Se possibile sembrava ancora più vecchio di quel pomeriggio. Quando si chiuse la porta alle spalle una sinistra luce rossa uscì dalla finestra. Cosa stava succedendo là dentro? Forse se si fosse avvicinato avrebbe potuto spiare il custode dalla finestra…

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Era appena uscito dal suo nascondiglio quando si sentì un urlo agghiacciante uscire dalla casupola.

???: AHHHHHHHHHH

Pochi secondi dopo il custode uscì nuovamente dal suo capanno, questa volta con passo energico e deciso. Sembrava più in forze, addirittura più giovane.


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#62

Phoebe: AH! Prendetela, prendetela!

Sentendo l’urlo William si svegliò di soprassalto. Quindi era davvero solo un sogno… meglio così, era già abbastanza inquietante così. Questa volta si ricordava tutto fin nei minimi dettagli, anche se non gli era mai successo prima di ricordare qualcosa di quello che sognava… strano.

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Mentre si alzava pensieroso continuava a sentire strani rumori provenire dalla sala comune, chissà cosa stavano combinando gli altri.

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Isaac: guardate quanto è grande, probabilmente è scappata dallo studio del prof Nicholson. Chissà che stava combinando… Vabbè, meglio che vada a restituirgliela.

E uscì dalla sala comune con una grassa rana sottobraccio.

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William: (sbadigliando) che sta succedendo?
Noah: allora ti sei svegliato! Ancora un po’ e avremmo chiamato l’infermiera della scuola!
William: perché, che ore sono?
Noah: le 10. Di domenica mattina.

William gli rispose con un’occhiata sbalordita. Se era già domenica mattina, voleva dire che aveva dormito per non meno di diciotto ore.

Phoebe: è entrata una schifosissima rana in sala comune! Chissà da dov’è entrata!

Esattamente come aveva sognato quella notte… William non capiva cosa stesse succedendo, ma nulla di tutto quello gli sembrava normale. Che gli stava succedendo?

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Preoccupato dalla strana coincidenza, William decise di andare in biblioteca. Voleva leggere qualche libro sull’interpretazione dei sogni, per capire se aveva ragione a preoccuparsi oppure no. Si era appena seduto a un tavolo con il libro “Sogni: è tutta colpa della peperonata o c’è qualcosa di più?”, quando sbucò Randall da dietro uno scaffale.

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Randall: ehi Will! Stai meglio oggi?
William: per la quarta volta, ti pregherei di chiamarmi William.
Randall: ok, stai meglio. Che leggi di bello?
William: niente di che.
Randall: (curioso) fa’ vedere…

Si sedette di fronte a lui e sollevò il libro per vedere il titolo.

Randall: ehi, ma è un libro sull’interpretazione dei sogni? Allora lo vedi che la divinazione interessa anche a te! Te lo dicevo!
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#63

In quel momento sbucò anche Morgan da dietro uno scaffale. Ma quei due vivevano lì in biblioteca?

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Morgan: ma allora avevo sentito bene! Ciao Will, come stai? Randall mi ha detto che ieri non stavi bene, stai meglio oggi?
William: …

Male, molto male. Se Morgan avesse visto il libro che stava leggendo non lo avrebbe più lasciato stare per almeno una settimana.

William: stavo tornando in sala comune a leggere questo libro, quindi…
Randall: sta leggendo un libro sull’interpretazione dei sogni, sai?

William gli lanciò un’occhiataccia, non poteva farsi i fatti suoi una volta tanto?

A Morgan invece si illuminano gli occhi. Vedere suo fratello interessarsi a qualsiasi cosa attinente alla divinazione era uno dei suoi sogni ricorrenti, dopotutto.

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Morgan: se vuoi posso darti una mano!
William: ma, veramente, io…
Morgan: iniziamo a vedere cosa stavi leggendo… (Prende il libro da William) Uhm, questo è un libro da principianti, non ti servirà a granché! Ma puoi dire a me quello che hai sognato, prometto che sarò professionalissima!

William non aveva nessunissima intenzione di raccontare i suoi sogni alla sorella, ma se non lo avesse fatto lei lo avrebbe tormentato per settimane. Vuotando subito il sacco, invece, sarebbe probabilmente riuscito a limitare i danni. Sarebbe stato difficile, ma restava di gran lunga l’alternativa migliore che gli venisse in mente.

Morgan intanto lo guardava con sguardo incoraggiante e carico di aspettativa. Riluttante, William prese un lungo respiro e si preparò a raccontare il suo sogno.

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William: all’inizio era un sogno piuttosto stupido in realtà.
Morgan: nessun sogno è stupido. Continua pure.
William: in pratica ho sognato una rana che scorrazzava per la nostra sala comune.
Morgan: va bene, una rana…

Mentre lo ascoltava, Morgan stava anche scrivendo qualche appunto su pezzo di pergamena. Chissà dove l’aveva tirato fuori.

Morgan: però dalla tua faccia direi che c’è dell’altro. Cos’altro è successo?
William: (pensieroso) il punto è che, quando mi sono svegliato, c’era davvero una rana nella nostra sala comune.

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Randall lo guadava con sguardo sorpreso, mentre Morgan non sembrava per niente colpita e continuava a scribacchiare sulla sua pergamena.

Morgan: secondo me è solo una coincidenza. Anche secondo i libri della nonna la divinazione non funziona così, non si può vedere esattamente quello che succederà. Bisogna prendere quello che vedi e cercare di interpretarlo. Però le rane possono simboleggiare molte cose… hai sognato altro, per caso?
William: beh, ecco…
Morgan: te lo leggo in faccia che è così! Dai, continua!

Sua sorella probabilmente non ci capiva nulla di divinazione, ma a volte sembrava leggergli il pensiero. Era inquietante.

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William: e va bene. Alla fine del sogno ero sul lago, di notte.
Morgan: (scrivendo) lago. Notte.
William: e ho visto il custode.
Randall: lo stesso che ci ha cacciato ieri?
William: non mi risulta che ci siano altri custodi qui. Il punto è che sembrava molto più vecchio di quanto non fosse ieri.
Morgan: (scrivendo) l’anziano. Continua pure.
William: è entrato nel suo capanno, si è vista una strana luce e… e quando è uscito sembrava molto più giovane di prima.

Non era il caso di dire anche dell’urlo. O della sensazione di terrore che gli aveva percorso le viscere.
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#64

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Morgan: direi che può bastare, il quadro è molto chiaro. La rana indica un balzo avanti, o un cambiamento. Il vecchio che torna giovane invece rappresenta il passaggio da una condizione negativa a una positiva. Quindi prevedo grosse novità per il tuo futuro! Chissà, magari è la volta buona che ti trovi una ragazza!

William non era per niente convinto del responso, ma non aveva neanche intenzione di contraddire la sorella, rischiando così di restare lì tutto il giorno.

William: ah, sarà. Speriamo… Adesso però devo proprio tornarmene in sala comune. Grazie per l’aiuto.
Morgan: sono contenta di vederti sollevato! E se dovessi sognare qualcos’altro non esitare a chiamarmi!

No, si era sbagliato. Sua sorella non lo capiva affatto.

William: sinceramente spero di non fare più sogni del genere per un bel po’.

Si allontanò dalla biblioteca, ancora pensieroso. Sua sorella si sbagliava completamente, era evidente. Come faceva a definire la faccenda della rana come una coincidenza? Aveva sognato esattamente la stessa scena, parola per parola. No, c’era qualcosa che non quadrava.

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Era già sceso nei sotterranei quando sentì qualcuno chiamarlo dalle scale.

Randall: ehi Will, aspetta un secondo!
William: per l’ultima volta, mi chiamo William.

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Randall: a te convince quello che ha detto Morgan? A me sinceramente non molto.

William non era per niente convinto, ma non poteva dirlo a Randall. Da quello che aveva visto aveva la tendenza a riferire tutto a sua sorella, quindi rischiava di trovarsela piagnucolante ad aspettarlo fuori dalla Sala Grande quella sera a cena.

William: (vago) ehm, non saprei… devo rifletterci un po’ su.
Randall: ma quindi hai davvero sognato la rana poco prima che ne entrasse una nella vostra sala comune?
William: sì.
Randall: e la scena corrispondeva?
William: (cauto) direi di sì…

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Randall: ma allora non può essere una coincidenza, come dice lei! E allora, forse anche quello che hai visto sul custode…
William: senti, questa storia mi ha stancato. E avrei anche dei compiti da fare. Quindi, se non ti dispiace, preferirei tornare nella mia sala comune.
Randall: oh, certo. Non volevo dare fastidio. Ciao.
William: ciao.

Come se non ci avesse pensato già da solo. Ma quell’ipotesi era troppo inquietante… era meglio considerarla solo un sogno.
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#65

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Quel pomeriggio Scarlett e Isabelle erano state al campo di quidditch per vedere gli allenamenti e per approfittare della gentilezza di Lucas per fare un giro in volo sopra il campo.

Scarlett: oggi hai volato decisamente molto meglio. Un altro paio di lezioni e sarai pronta per il Quidditch!
Isabelle: veramente a me basterebbe riuscire a fare un giro del campo completo, da quello che ho visto il quidditch sembra parecchio pericoloso.
Scarlett: forse un po’. Ma senza un po’ di rischio, che divertimento c’è?

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Isabelle: forse… senti, io devo passare dalla sala comune prima di cena.
Scarlett: nessun problema. Stasera ci sarà il banchetto di Halloween, ci sarà da divertirsi!

Isabelle aveva appena imboccato il corridoio verso il suo dormitorio, quando una figura misteriosa comparve alle sue spalle.

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#66

Off Topic
Ammetto che quando mi è venuta in mente questa parte della storia stavo riguardando Fullmetal Alchemist Brotherhood
Capitolo 10.1:
Halloween


Era la sera di Halloween e, come ogni anno, era stato organizzato un grande banchetto per festeggiare degnamente la giornata. Tutti gli studenti e il personale scolastico erano riuniti nella Sala Grande e un brusio caloroso percorreva la sala.

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Hiroshi: ehi, qualcuno sa dov’è Isabelle?
Natalie: in effetti è da questa mattina che non la vedo.
Lisa: e non era neanche in sala comune, sono stata io l’ultima a uscire.
Hiroshi: uhm, è molto strano. Meglio avvisare la professoressa Collins.

Hiroshi si alzò e raggiunse con passo deciso il tavolo dei professori, mentre tutti gli studenti delle altre case lo fissavano come se fosse impazzito.

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Prof Collins: Hiroshi, cosa succede?
Hiroshi: non riusciamo a trovare Isabelle, in pratica è da questa mattina che nessuno l’ha più vista.
Prof Collins: cosa?
Preside Powell: grazie, puoi tornare a sederti.

Mentre Hiroshi tornava al suo posto, il Preside Powell si alzò in piedi e disse:

Preside Powell: un’alunna del primo anno, Isabelle Harris, è scomparsa. Qualcuno di voi ha qualche idea di dove possa trovarsi?

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La maggior parte degli studenti si guardava attorno con aria confusa, mentre i pochi che conoscevano Isabelle sembravano preoccupati. In mezzo a quella confusione, Scarlett alzò la mano: lei sì che aveva qualcosa da dire.

Preside Powell: parla pure.

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Scarlett: fino a non più di un’ora fa era con noi al campo da Quidditch, siamo anche tornate assieme al castello. L’ho salutata all’imbocco del corridoio che porta alle cucine.

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Preside Powell: (tra sé e sé) a pochi passi dalla sua sala comune… no, non può essersi persa. C’è qualcosa che non quadra. (Ad alta voce) Ascoltatemi bene: esiste la possibilità che sia successo qualcosa alla vostra compagna. Per la vostra incolumità, tornate immediatamente ai vostri dormitori e attendere lì ulteriori comunicazioni.

Seppur perplessi, gli studenti iniziarono ad uscire dalla Sala Grande.

Prof Collins: signor Powell, cosa pensa che stia succedendo?
Preside Powell: non possiamo ancora saperlo. Per ora, i direttori delle case vadano a tenere d’occhio i propri studenti. Gli altri, invece, vengano con me.

Detto questo, estrasse la bacchetta da una manica della veste e si diresse con passo deciso verso i corridoi. Pochi istanti dopo, anche gli altri docenti si alzarono per seguirlo.
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#67

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Noah: hai sentito, Walker? Ci tocca perderci il banchetto, e tutto per una sanguemarcio che non sa neanche tornarsene al castello senza una balia! Ehi, mi stai ascoltando?

William aveva di meglio da fare che stare ad ascoltare le lamentele di Noah. Come, ad esempio, tenere d’occhio il custode della scuola, che si stava dirigendo con nonchalance verso i sotterranei della scuola.
Dopo quel sogno, non poteva evitare di guardarlo con sospetto: che cosa stava andando a fare laggiù?

William: (vago) credo di aver dimenticato qualcosa in sala grande, torno subito.
Noah: ma come si fa ad essere così imbranati? Ti aspetto al dormitorio,vedi di sbrigarti!

Naturalmente era solo una scusa per seguire il custode nei sotterranei e togliersi Noah dai pieni. Non appena fu sicuro che nessuno lo stesse seguendo, William deviò verso la scalinata che conduceva alle segrete del castello.

Randall: (sottovoce) ehi Will!
William: …che? (Sottovoce) Ma che ci fai tu qui?

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Randall: (sottovoce) stai seguendo il custode, giusto? Ovviamente ti voglio dare una mano.
William: (sottovoce) così rischiamo di perderlo di vista… bah, fa’ quello che ti pare. Ma sta’ zitto.
Randall : (sottovoce) ricevuto.

Scesero quindi entrambi nei sotterranei, cercando di fare meno rumore possibile. Il custode stava scendendo parecchio, non erano mai stati in quella zona. Chissà dove stava andando.

Raggiunto un grosso bivio, si fermano per fare il punto della situazione.

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William: (sottovoce) qui la faccenda potrebbe farsi pericolosa, te ne rendi conto?
Randall: (sottovoce) per chi mi hai preso? Certo che me ne rendo con…
William: (sottovoce) aspetta un attimo, l’hai sentito anche tu quel rumore?

Si girano preoccupati per cercare di vedere quale fosse l’origine del rumore, ma riuscirono solo a intravedere una specie di cespuglio rossastro che ondeggiava dietro a una statua.

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Randall: (sottovoce) Scarlett, sei tu?

Il cespuglio rosso si sporse da dietro la statua: era proprio lei.

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Scarlett: (sottovoce) Randall e… William? Che ci fate voi qui?
William: (sottovoce) che ci fai tu qui, piuttosto?
Scarlett: (sottovoce) sto cercando Isabelle, ovviamente!

William, in risposta, si limitò a lanciarle un’occhiataccia. Doveva averlo seguiti pure lei, era l’unica spiegazione.

Randall: (sottovoce) noi invece stiamo seguendo il custode.
Scarlett: (sottovoce) il custode?
Randall: (sottovoce) sì, perché ieri notte Will ha fatto uno strano sogno sul custode, sembra che nasconda qualcosa di grosso...

Scarlett ascoltò la spiegazione senza particolare convinzione. Tutto questo per un sogno sul custode? Dovevano essere andati fuori di testa tutti e due per cacciarsi nei sotterranei del castello solo per questo!
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#68

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Scarlett: (sottovoce) e allora?
Randall: (sottovoce) forse non lo sai, ma lui è il nipote di Sybille Walker. È un Veggente vero!
William: (sottovoce) questo non è vero!
Randall: (sottovoce) e allora perché sei venuto fin qui?
William: (sottovoce) io...

Quella discussione non molto edificante venne interrotta dal rumore di una porta che veniva sbattuta poco più avanti nel corridoio.

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Scarlett: (sottovoce) deve essere laggiù! Io vado a vedere.
William: (sottovoce) fa’ attenzione, non sappiamo cosa… bah, se n’è già andata.

Si avvicinano tutti e tre di soppiatto alla porta incriminata. Era una porta molto sospetta, soprattutto a causa di quell’inquietante lama di luce rossastra che lasciava intravedere lungo il suo perimetro.

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William: (sottovoce) deve essere questa, riconosco la luce.
Scarlett: (sottovoce) io entro!
Randall: (sottovoce) no, aspetta un attimo!

Si sentì chiaramente una voce provenire dall’interno. Sembrava proprio quella del custode, ma non riuscirono a capire cosa stesse dicendo.

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Randall: (sottovoce) credo che sia un incantesimo! La faccenda non mi piace, dovremmo chiamare i professori.
Scarlett: (sottovoce) e Isabelle allora? Vuoi lasciarla là dentro?
William: (sottovoce) non sappiamo ancora se è davvero là.
Randall: (sottovoce) fate quello che volete, io vado a chiedere aiuto.
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#69

Senza aggiungere altro, Randall si voltò e si diresse verso il piano superiore cercando di fare il minor rumore possibile. Non appena ebbe girato l’angolo, la litania dall’altro lato della porta si interruppe. Poco dopo sentirono le parole:

Custode: ci siamo, piccina, i preparativi sono stati ultimati. Qualche ultimo desiderio?

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Scarlett: (sottovoce) basta, io entro!
William: (sottovoce) un secondo, non sappiamo cosa ci sia dall’altra parte!

Scarlett ormai era in piedi davanti al portone, pronta per entrare. Ma non si aspettava che un’improvvisa corrente d’aria spalancasse improvvisamente il portone, mettendola in piena vista. La sua solita fortuna, non c’è che dire.

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Custode: oh, ma che sorpresa! Abbiamo una volontaria!

Scarlett però non si era lasciata prendere dal panico (non ancora, per lo meno) e aveva già la bacchetta in pugno.

Custode: e sembri anche vivace! Bene, proprio quello di cui avevano bisogno le mie vecchie ossa…

Parlando aveva mosso distrattamente la sua bacchetta, disarmando Scarlett prima che potesse tentare qualsiasi incantesimo. Con un secondo gesto l’aveva poi completamente immobilizzata.

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Con un terzo gesto della bacchetta, l’aveva poi spostata al fianco di Isabelle, anche lei immobilizzata. Solo in quel momento Scarlett si accorse dell’intricatissimo disegno che ricopriva la maggior parte del pavimento.

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Isabelle ormai non ce la faceva più, era immobilizzata là sotto con quel pazzo da ore. Lo sguardo di Scarlett invece era ancora agguerrito.

Nel frattempo, William era ancora a pochi passi dal portone, nascosto dietro un’anfora. Si stava chiedendo: “ma come si faceva a essere così impulsivi?”
In ogni caso, ormai la situazione era grave. Presto sarebbero arrivati i professori con Randall, ma il custode sembrava pronto per… per qualsiasi cosa avesse intenzione di fare. Doveva almeno guadagnare un po’ di tempo, ma come poteva fare? Decise di sbirciare cautamente nella stanza dal portone, che era rimasto spalancato.

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Custode: perfetto, possiamo iniziare!

Si posizionò nella sezione di cerchio sul lato opposto a quello in cui si trovavano le ragazze. Non appena tirò fuori la bacchetta tutte le linee del cerchio iniziarono a pulsare di luce rossa.
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#70

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Evidentemente quel cerchio doveva in qualche modo incanalare l’incantesimo. Non aveva mai sentito parlare di nulla del genere, ma non c’era altra spiegazione ragionevole. Quindi forse sarebbe bastato cancellare le linee per fermare l’incantesimo… Considerando che i professori ancora non si vedevano, William adocchiò il tratto di linea più vicino alla porta, gli puntò contro la bacchetta e sussurrò:

William: Aguamenti!

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Un piccolo getto d’acqua fuoriuscì dalla bacchetta, sciogliendo l’inchiostro con cui erano tracciate le linee. L’effetto fu immediato: la luce sinistra che illuminava tutta la stanza sparì all’istante, e sembrò concentrarsi nel custode.

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Nell’istante in cui l’incantesimo gli si ritorse contro il suo aspetto cambiò, rivelando il viso di una vecchissima signora con una smorfia di dolore sul volto.

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Durò soltanto per un secondo, ma tutti e tre i ragazzi furono in grado di vederla chiaramente in faccia.

Pochi secondi dopo si sentì il rumore di parecchie persone che correvano nel corridoio. Erano i professori, con la bacchetta in pugno, che stavano accorrendo dopo essere stati chiamati da Randall.

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