I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
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§HermioneSims§
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#461

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Isabelle: quando aveva quasi compiuto quindic’anni ha incontrato il signor Davies, il padre di Scarlett. Ha riempito pagine e pagine di lodi al progetto della Resistenza, quando è entrato in quel gruppo era convinto che quella fosse davvero la cosa giusta da fare. E forse lo pensa ancora, perché quando il signor Davies è stato arrestato ha continuato a scrivere quelle stesse cose.

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Isabelle: poi suo nonno si è ammalato. Lui voleva aiutarlo a tutti i costi, suo nonno è l’unica persona a cui tenga sul serio. È stato lui a proporsi di prendere la pozione polisucco per prendere il suo posto, e a iniziare il contrabbando e le truffe per trovare il denaro che gli serviva per le cure.

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Isabelle: quel ragazzo ha infranto la legge più volte di quante si possano contare, però… però penso anche che non sarebbe mai arrivato a fare cose simili se non si fosse sentito emarginato da tutto e da tutti. Anche lui ha avuto una vita molto ingiusta, in fondo.
Handir: sì, lo penso anch’io.
Isabelle: ma non si può fare proprio nulla per evitare che cose del genere succedano di nuovo?
Handir: se c’è un modo, tu e gli altri lo troverete di sicuro! Siete un portento per questo genere di cose!

Isabelle si lasciò sfuggire un sospiro, temeva che questa volta la situazione potesse non essere così facile. Era da giorni che nessuno si faceva più sentire, non era mai successo prima. All'inizio aveva deciso di lasciare agli altri il tempo per ragionare su quegli ultimi eventi, ma ormai era arrivata l'ora di fare qualcosa.



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Nel frattempo, William cercava ostinatamente di studiare il libro che gli stava davanti. Quella notte aveva fatto un errore inaccettabile, cappello o non cappello non avrebbe dovuto sbagliare di così tanto la valutazione del momento in cui sarebbe avvenuto quanto stava Vedendo. Aveva ancora molto da imparare, ma l’esame finale si avvicinava sempre di più. Forse avrebbe addirittura fatto meglio a restare a New York, quei viaggi continui gli faceva solo perdere tempo.

Con frustrazione, voltò la pagina del libro per passare al capitolo successivo. Ma, per quanto si sforzasse di concentrarsi, il pensiero continuava a tornare alla situazione in cui si trovavano. Certo, la situazione di Randall era più precaria che mai, ma quello che lo preoccupava ancora di più era...

Il filo di quel pensiero venne interrotto improvvisamente da una Premonizione, stava per ricevere visite.

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William: ciao Isabelle.
Isabelle: ciao.
William: che succede?
Isabelle: è da giorni che nessuno si fa più sentire, iniziavo a preoccuparmi. Tu come stai?
William: (con un’alzata di spalle) bah, come al solito.
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#462

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Isabelle: Randall sembrava davvero preoccupato invece, l’altra notte.
William: mi pare normale. Lui e Victoria hanno corso un rischio enorme, ne siamo usciti per un pelo, e adesso dovranno pensare a che cosa fare ora. È evidente che non possano continuare così.
Isabelle: forse dovremmo passare da loro, per chiedergli se hanno bisogno di una mano.
William: in effetti potresti non avere tutti i torti.

Isabelle: e poi dovremmo passare anche da Scarlett. Questa volta non riesco proprio a capire cosa possa esserle successo, ma mi è sembrata scossa per qualcosa.
William: (scuotendo la testa) non credo che che ci starebbe ad ascoltare. Da quanto Vedo, se andassimo da lei ora riusciremo solo a farci urlare contro.

Isabelle aveva la netta impressione di essersi persa qualcosa, non riusciva proprio a capire perché Scarlett avesse reagito così...

Isabelle: per caso tu sai cosa le è preso?
William: (vago) uhm, forse una mezza idea potrei avercela.

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Dopo tutto quello che Scarlett gli aveva detto a New York, per William non era affatto difficile intuire cosa l'avesse turbata tanto dopo l'incursione a casa dei Bradshaw. Dopo quell'incontro con suo padre Scarlett aveva iniziato a rimuginare su cosa fosse davvero giusto e sbagliato fare, per lei quello era il momento peggiore per ritrovarsi coinvolta in una situazione difficile come quella, era palese.

Forse la cosa più facile da fare sarebbe stata raccontare tutto quello che sapeva a Isabelle e andare insieme da Scarlett per parlarne, ma William era anche ragionevolmente certo del fatto che, se lo avesse fatto, ne avrebbe rimediato uno schiantesimo ben piazzato in mezzo alla fronte. Quindi si ritrovò a rispondere:

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William: non credo di potertene parlare, però.
Isabelle: (comprensiva) te lo si leggeva in faccia, sai?
William: ...

Come gli si leggeva in faccia anche quanto fosse preoccupato per lei, anche se probabilmente non se ne rendeva conto.

Isabelle: forse dovresti parlarci tu, con lei.
William: che? Se non l’avessi notato, l’altro giorno ce l’aveva soprattutto con me. Non credo che…
Isabelle: secondo me ti starebbe ad ascoltare, invece.

William esitò ancora per qualche istante, pensieroso, prima di rispondere:

William: … e va bene, proverò a inventarmi qualcosa. Ma non ti assicuro nulla.
Isabelle: allora da Randall passerò io.
William: uhm.
Isabelle: (rassicurante) non preoccuparti, sono sicura che andrà tutto bene anche stavolta!
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#463

Dopo l'accaduto, Scarlett se n'era rimasta in camera sua a ragionarci su. Alla fine se n’era andata via urlando agli altri che quello che stavano facendo fosse sbagliato, e ne era ancora convinta. Ciononostante, non era ancora riuscita a trovare nessuna alternativa accettabile, possibile che fosse così difficile?

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Yvonne: è da un bel po’ che te ne stai lì, stai bene?
Scarlett: non mi va di uscire.

In una situazione come quella non avevano molte alternative, proprio come avevano detto gli altri. Forse dovevano solo accontentarsi di esserne usciti tutti interi, in fondo.

Toc toc!

Yvonne: ehi, ma stanno bussando alla porta?
Scarlett: (a voce alta) arrivo!

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Scarlett: (sorpresa) Will? Che ci fai qui?
William: se non sbaglio, ti devo ancora una cena.

E, come a voler confermare quanto stava dicendo, le sventolò poi sotto il naso un sacchetto di un qualche cibo d’asporto.

Scarlett impiegò qualche istante prima di ricordarsi del viaggio a New York, della scommessa e della cena che aveva vinto. E chi ci pensava più, con tutto quello che era successo non sembrava neanche possibile che fosse passata solo una settimana.

Dopo averci pensato per qualche istante, Scarlett si fece da parte per lasciarlo entrare. Evidentemente quella della scommessa era solo una scusa: l’ultima volta che si erano parlati i toni si erano alzati parecchio e quella sembrava, a tutti gli effetti, una proposta di tregua.

E poi lei aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno.

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William: ... suppongo di dovermi scusare, l’altro giorno non avrei dovuto smaterializzarti via in quel modo.
Scarlett: e io non avrei dovuto urlarti contro. Scusa.

Avevano entrambi molte cose da dire, così tante da dover pensare a con che cosa iniziare. Solo dopo aver mandato giù un primo boccone, Scarlett iniziò a dire:

Scarlett: … ti sei ripreso? Quando c’era quel cappello nei paraggi avevi una pessima cera.
William: (scocciato) cappello o non cappello, non avrei comunque dovuto sbagliare di così tanto il momento a cui si riferiva la Premonizione. È un errore da idioti.
Scarlett: (scuotendo la testa) quella cosa che hai imparato a fare con la sfera di cristallo è fortissima, invece. Senza non saremmo riusciti a cavare un ragno dal buco l’altro giorno, sai?
William: ...
Scarlett: e poi quell’errore l’hai fatto per colpa del cappello, non tua. (Pensierosa) Anche se, in effetti, se avessi azzeccato subito la Previsione giusta avremmo evitato di setacciare quella casa palmo a palmo per niente.

E anche di scoprire il contrabbando di manufatti proibiti, o di riempirsi la testa di così tanti dubbi...

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Scarlett: (pensierosa) ... non c’era un altro modo per risolvere quel casino, non è così?
William: temo di no, questa volta potevamo solo scegliere a cosa volevamo dare la precedenza.
Scarlett: e abbiamo scelto di aiutare Randall.

E, in fondo, quello continuava a sembrarle di aver accettato il male minore.

Scarlett: per lo meno ha funzionato? Lui e Victoria non rischiamo più di farsi scoprire da quel magonò e dal nonno, vero?
William: da quanto Vedo, non penso che i loro fili degli eventi rischino di incrociarsi di nuovo con quelli di nessuno di noi. In compenso, continuando con le loro truffe e con il contrabbando di merce proibita non passerà molto tempo prima che il Ministero si accorga di loro.
Scarlett: mi sembra il minimo.

Scarlett non voleva giustificare quello che avevano fatto, ma non poteva che essere sollevata a sapere che quei due sarebbero comunque stati consegnati alla giustizia.

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Scarlett: sembri preoccupato, che altro hai Visto?
William: ... se continuano di questo passo, anche Randall e Victoria rischiano di attirare l’attenzione del Ministero, e non credo che riusciremmo ad aiutarli in eterno.
Scarlett: ma cosa si può fare?
William: … credo che questa volta stia a loro trovare una soluzione.
Scarlett: ...

Pensando, Scarlett continuava a mangiucchiare il cibo che Will le aveva portato. Non sapeva di preciso cosa fosse, però...

Scarlett: accidenti, ma quanto è piccante ‘sta roba?
William: dici? A me sembra abbastanza normale.
Scarlett: (imbronciata) uhm.
William: nella busta dovrebbe esserci anche qualcosa di meno speziato, se preferisci.


Will era rimasto per meno di un’ora, ma parlando con lui Scarlett si era schiarita le idee più di quanto avesse fatto pensandoci da sola per giorni interi.
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#464

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Scarlett: non c’era bisogno che venissi qui apposta, me la potevo cavare.
William: ...
Scarlett: comunque, grazie per essere passato.
William: non c’è di che.

Dopodiché, l’aveva salutata con un cenno del capo ed era uscito.


Yvonne: e lui chi sarebbe?

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Scarlett: (sorpresa) ma da quanto tempo sei lì?!
Yvonne: un po’. Allora, chi è?
Scarlett: è un mio amico, non te lo ricordi? Non è la prima volta che passa da qui.
Yvonne: ma...

Doveva decidersi a vendere quel quadro, Yvonne era uno degli ammassi di colori ad olio più impiccioni che avesse mai incontrato in vita sua.


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Nel frattempo, a casa di Randall e Victoria

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Victoria: oh, ciao.
Isabelle: ciao. C’è anche Randall per caso?
Victoria: sì, è di sopra. (A voce alta) ehi, Randall! C’è Isabelle!

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Randall: ciao.
Isabelle: ciao! Come state?
Randall: bene, tutto sommato.
Isabelle: sicuro? Perché è da un sacco di giorni che non vi facevate più sentire, stavamo iniziando a preoccuparci.
Randall: (vago) in effetti abbiamo avuto molte cose a cui pensare.
Isabelle: …

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Randall: non serve che vi preoccupiate tanto, davvero! Adesso è tutto a posto!

Isabelle non era per niente convinta, non riusciva a capire cosa stesse passando di preciso per la mente dell’amico. Non l’aveva mai visto così, ma non le sembrava neanche disposto ad accettare il suo aiuto. Forse, come aveva detto Will, aveva solo bisogno di pensare a cosa fare per conto suo.

Isabelle: mi fa piacere vedere che stiate bene! Se però aveste bisogno di una mano non esitate a chiamare me o gli altri, va bene?
Randall: sì, certo.

Dopodiché Isabelle li aveva salutati ed era uscita.
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#465

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Victoria: (stanca) forse è meglio se andiamo a dormire, è già tardi.
Randall: (stanco) va bene.


Nonostante fossero passati giorni interi, né Randall né Victoria riuscivano a smettere a pensare al rischio che avevano corso. E, ancora di più, a cosa potessero fare per evitare che qualcosa del genere si ripetesse di nuovo.

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Victoria: (rassegnata) credo che dovrei semplicemente smettere di venire in negozio. Così dovremmo evitare di attirare di nuovo l’attenzione su di noi.
Randall: (cauto) … forse c’è anche un altro modo.
Victoria: (scettica) e quale?
Randall: … ecco...

Randall non riuscì a risponderle subito. Stava pensando e ripensando a quell’idea da giorni, ed era sempre più convinto che potesse funzionare sul serio. Ma come faceva a dirlo a Victoria?

Randall: (cauto) ... ti ricordi cosa ci eravamo detti, dopo che i miei genitori ci avevano avvisato che avremmo dovuto stare attenti a non farci scoprire dal Ministero?

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Victoria: ma quindi anche i tuoi genitori devono fare attenzione a non farsi scoprire?
Randall: no, il realtà il Ministero sa perfettamente che papà conosce il mondo magico.
Victoria: (sorpresa) sul serio? Ma perché loro possono?
Randall: beh, loro sono sposati. Il Ministero ha sempre permesso di dire tutto quello che volevamo almeno ai parenti stretti, a patto che non ci lasciassimo scoprire da nessun altro babbano.
Victoria: oh. Ma al Ministero che cambia se si è sposati o no?
Randall: beh, penso che sia perché così si viene registrati ufficialmente, così diventa più facile tenere d’occhio la situazione.
Victoria: (rassegnata) certo che a voi maghi piace proprio complicare le cose il più possibile!


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Victoria: aspetta un attimo... non vorrai mica dire che secondo te dovremmo sposarci!?
Randall: (imbarazzato) beh, ecco...

In fondo avevano sempre saputo che quella di nascondersi dal Ministero poteva essere solo una soluzione provvisoria. Sapevano perfettamente che, a un certo punto, avrebbero dovuto prendere una scelta definitiva e regolarizzare la loro situazione.
Ma erano davvero pronti per questo passo?

Randall: … in questo modo non credo che ti lascerebbero ancora lavorare in negozio. Però potresti stare là senza violare nessuna legge, e potremmo anche smettere di preoccuparci degli obliviatori.
Victoria: … sì, questo è vero.

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Randall: (imbarazzato) non esattamente il massimo del romanticismo, vero?
Victoria: perché quella faccia?
Randall: stavo solo ripensando a una cosa successa un sacco di tempo fa. Ti ricordi quando hai trovato quel velo da sposa nell’armadio di tua mamma?
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#466

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Victoria: (contenta) ah, guardate che bello! Da grande mi voglio sposare anch’io, e voglio un vestito bellissimo come quello della mamma! E anche una torta grandissima!

La piccola Victoria sembrava persa nelle sue fantasie su un ipotetico futuro matrimonio da favola, mimando con le manine la forma di una torta colossale, mentre i fratelli Collins assistevano alla scena con aria perplessa.

Randall: (confuso) ma… perché? I matrimoni sono così noiosi!
Victoria: non è vero!
Randall: invece sì! Un mese fa si è sposata una delle sorelle della mamma, e è stato noiosissimo! Vero, Hershel?
Hershel: sì sì, noiosissimo, non finiva più!
Victoria: siete voi quelli noiosi! (fa la linguaccia)


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Randall: tu ci tenevi davvero tanto, non…
Victoria: (ridacchiando) non dirmi che ti preoccupavi solo per questo! Quanti anni avevo, sette?
Randall: forse addirittura sei.
Victoria: appunto. Non sono mica quelle le cose importanti.

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Victoria: quando lo diremo ai miei genitori gli verrà un colpo. Quanta gente si sposa a vent’anni ai giorni nostri?
Randall: quindi sei d’accordo?
Victoria: avevi dubbi?









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Off Topic
In realtà le “fonti ufficiali” (aka zia Rowling) sono estremamente poco chiare riguardo alle situazioni in cui sia permesso mettere al corrente i babbani dell’esistenza del mondo Magico. Diciamo che per mettere insieme i pezzi di questa parte ho dovuto inventarmi un bel po’ di cose.
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#467

Capitolo 66.11:
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Isabelle: ehi, ciao Randall!
Randall: sono in ritardo, vero?
Scarlett: solo di mezz’ora, o giù di lì.
Randall: ho avuto parecchio da fare, scusatemi!

Randall quella sera sembrava essere arrivato lì di corsa, aveva i capelli anche più scompigliati del solito e la camicia mezza storta. E, qualsiasi cosa gli fosse successa, sembrava non riuscire proprio a stare fermo.

Isabelle: tutto bene?
Randall: sì. Direi di sì.
Scarlett: ma che ti è successo?

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Gli altri ebbero tutto il tempo per lanciargli un’occhiata indagatrice, prima che Randall riuscisse a mettere insieme le parole per dire:

Randall: (emozionato) ecco... io e Victoria abbiamo deciso che ci sposiamo!
Scarlett: (incredula) che? Sul serio?
Isabelle: ma è fantastico! Congratulazioni, Randall!


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Dopo tutto quello che era successo, Randall e Victoria erano sicuri di una cosa: avevano corso fin troppi rischi fino a quel momento, quindi se sposarsi poteva essere un modo per regolarizzare la loro situazione tanto valeva farlo il prima possibile.

Così si erano messi a organizzare le nozze in quattro e quattr’otto, con grande stupore di familiari e amici. Più le persone coinvolte erano a conoscenza della loro situazione più comprendevano perché avessero deciso di affrettare le cose, ma questo non gli impediva di essere felici per loro.

21 Novembre 2024

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(* la signora bionda è la mamma di Victoria*)

Sig.ra Smith: stai davvero benissimo, sembri una principessa!
Victoria: grazie mamma!
Sig.ra Smith: all’inizio ero un po’ perplessa quando ci hai detto che vi sposavate, siete così giovani! Ma Randall è una così brava persona!
Victoria: sì, è proprio così.
Sig.ra Smith: quindi sta’ tranquilla, andrà tutto bene! E oggi cerca di divertirti più che puoi, è il vostro gran giorno!

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Hershel: credo che il farfallino sia un po’ storto, aspetta un attimo…
Randall: sono proprio una frana con questo genere di cose.
Hershel: ecco fatto, perfetto!

Randall dovette inspirare profondamente per cercare di calmarsi un po’, nonostante a tutto non poteva fare a meno di essere emozionato in un momento del genere.

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Isabelle: è incredibile che siano riusciti a organizzare tutto in meno di un mese!
Scarlett: sì, si sono dati davvero da fare!
William: (sottovoce) sta per arrivare Victoria, fate piano!
Isabelle: (sottovoce) è bellissima!
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#468

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L’arrivo della sposa aveva monopolizzato l’attenzione di tutti, e soprattutto quella dello sposo che non riusciva proprio a levarle gli occhi di dosso. Potevano anche aver deciso di sposarsi in fretta e furia perché quella era l’unica scappatoia allo Statuto Internazionale di Segretezza che erano riusciti a trovare, ma era chiaro a tutti che prima o poi a quel passo ci sarebbero arrivati comunque.

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Isabelle: (sottovoce) ehi Handy, perché hai di nuovo quel cappello in testa?
Handir: (sottovoce) i parenti e gli amici di Victoria sono tutti babbani, succederebbe un gran casino se dovessero vedermi le orecchie.
Isabelle: (sottovoce) ah. Non ci avevo pensato, in effetti.
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#469

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Victoria: ehi, tutto bene?
Isabelle: (solare) sì, è una festa bellissima!
Randall: e non avete ancora visto il meglio, è l’ora della torta! Ma che fine hanno fatto Scarlett e Will?
Isabelle: uhm, forse è meglio se andiamo a cercarli...





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William: come mai così silenziosa?
Scarlett: … stavo solo ragionando.
William: uhm.

Di nuovo. Poteva anche essere passato un mese, ma Scarlett non aveva mai smesso del tutto di pensare alla disavventura successa a Randall e Victoria, e su quale fosse il vero motivo per cui fossero finiti in una situazione del genere.

Scarlett: se ci pensi, quei due si sono nascosti dal Ministero per anni, infrangendo non so quante leggi, però... cioè, guardali oggi!

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Scarlett: in fondo, loro vogliono solo vivere la loro vita in santa pace. Come fa una legge a rendere difficile una cosa del genere?

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Scarlett: … fino a pochi mesi fa mi sembrava tutto chiaro, se la legge dice una cosa è perché è quella giusta, no? Invece adesso non ne sono più così sicura.


La legge che regolamenta i rapporti tra maghi e babbani era ormai diventata contraddittoria da molto tempo. In origine, quando lo Statuto Internazionale di Segretezza era entrato in vigore, qualsiasi tipo di rapporto tra maghi e babbani era severamente proibito, e ogni babbano che venisse a conoscenza del mondo magico era sottoposto all’immediata cancellazione di quei ricordi. In molti altri Stati nel mondo la situazione era ancora questa e, in passato, tutti i tentativi di sovvertire la situazione erano finiti nel peggiore dei modi.

Il Ministero della Magia Britannico era sempre stato relativamente permissivo nei confronti delle relazioni tra maghi e babbani, ed era permesso mettere al corrente dell’esistenza del mondo magico almeno i babbani che fossero parenti stretti di qualche mago o strega, come ad esempio i genitori, i figli o i coniugi.

Per secoli i maghi e le streghe erano stati estremamente cauti in proposito, al punto che tradizionalmente nascondevano la loro natura di mago o strega al compagno fino alla nascita del primo figlio, ossia quando sarebbe diventato impossibile tenere ancora nascosta l’esistenza della magia. Anche a quel punto, però, il numero di informazioni condivise con il compagno babbano tendevano ad essere estremamente limitate. In sostanza, decidere di sposarsi con un babbano significava rinunciare a vivere come un mago o una strega.

Solo negli ultimi decenni la situazione aveva iniziato a cambiare, e coppie come Randall e Victoria stavano diventando sempre più comuni. Eppure, a tutti questi babbani che vivevano con loro ogni giorno non era ancora permesso far parte a tutti gli effetti del mondo magico. La legge a malapena li tollerava e permetteva loro di esserne spettatori.



La faccenda dello Statuto Internazionale di Segretezza era molto complessa, il mondo magico non era ancora pronto a esporsi nella comunità babbana, e probabilmente non lo sarebbe mai stato. Però, più ragionava sulla faccenda più Scarlett pensava che suo padre, per quanto le dolesse ammetterlo, non avesse tutti i torti nel pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato nello stato attuale dei rapporti tra maghi e babbani. Ma cosa potevano fare?

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Scarlett: (frustrata) ci deve pur essere qualcosa che si possa fare!
William: (pensieroso) prima hai accennato che è la Legge stessa a sembrarti sbagliata, non è così?
Scarlett: sì, in effetti potrei averlo detto.

Scarlett si prese qualche istante per cercare di capire dove volesse andare a parare Will, per poi sbottare con la domanda:

Scarlett: non vorrai mica cercare di modificare quella Legge!?
William: tecnicamente tutti i maghi e le streghe del Paese possono fare proposte di Legge al Ministero.
Scarlett: raccogliendo un sacco di firme, lo so. Ma stiamo parlando dello Statuto Internazionale di Segretezza, secondo te c’è davvero gente disposta a darci retta?
William: non posso Prevedere una cosa del genere, è solo una possibilità tra le tante al momento.
Scarlett: lo so che non funziona così, infatti ti ho chiesto secondo te come potrebbe andare.
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#470

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William si prese qualche istante per rifletterci. Di solito alla gente interessava solo sapere del Futuro, non era abituato a dare la sua opinione.

William: (pensieroso) è una questione complessa, di sicuro la frazione più conservatrice del Ministero si opporrebbe con forza a una proposta di questo tipo. Ma negli ultimi decenni i maghi si sono avvicinati molto ai babbani, potenzialmente una proposta del genere interesserebbe a moltissime persone. A dirla tutta, mi stupisce il fatto che il Ministero abbia continuato ad ignorare il problema fino ad adesso.

Scarlett si fermò un momento, non trovava niente da ridire. Certo che Will riusciva a tirare fuori delle ottime idee, quando ci si metteva.

Scarlett: in effetti potrebbe essere una buona idea, sai? Passata la festa, dovremmo provare a parlarne anche con gli altri.

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Isabelle: (allegra) ecco dov’eravate finiti! Guardate che se non vi sbrigate non troverete più neanche un pezzo di torta!


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La festa continuò fino a pomeriggio inoltrato tra cibo, congratulazioni ai novelli sposi e chiacchiere. Avvicinandosi alla fine della celebrazione, gli sposi si prepararono al loro breve discorso conclusivo.

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Randall: vorrei ringraziarvi tutti per questa bellissima giornata, non potevamo chiedere di meglio!
Victoria: sì, grazie a tutti!

Sig.ra Collins: aspettate un minuto, vorremmo ancora proporre un brindisi!

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Un po’ sorpresi, tutti i presenti si voltarono tutti assieme in direzione dei signori Collins.

Sig.ra Collins: questi due ragazzi hanno dovuto superare moltissime difficoltà per arrivare dove sono adesso, ma non hanno mai neppure pensato di arrendersi!
Sig. Collins: vi facciamo i nostri migliori auguri, continuate così e supererete ogni ostacolo!
Sig.ra Collins: in bocca al lupo! Cin cin!

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Tutti: cin cin!
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