I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#291

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Isabelle: Handy! Che ci fai qui?
Handir: ho sentito un casino allucinante dalla mia capanna e sono venuto a vedere che succede.
Isabelle: in pratica…
Handir: più o meno devo aver capito cos’è successo. Però adesso là fuori ci sono già fin troppi ragazzi a terra, andiamo a dargli una mano?
Isabelle: ma…
Handir: non mi sembra che ci siano ancora tanti ribelli là in mezzo, e poi il capo se l’è appena svignata.
Isabelle: v-va bene.

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Isabelle: innerva!
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William: (di fretta) dovete sbrigarvi, qui sta per congela… che ci fa lei qui?
Randall: lascia perdere, dice di volermi aiutare a spegnere questo affare.
Morgan: hai già qualche idea?
Randall: no, nada.
William: dovete sbrigarvi, restano meno di quattro minuti prima che congeli tutto.

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Morgan: ma non potete distruggerla e basta, oppure spostarla?
Randall: secondo te non ci ho già provato? È troppo pesate per spostarla, e poi sembra avere qualche incantesimo difensivo addosso. È refrattario a qualsiasi magia.
Morgan: forse non proprio a tutta, se ha usato le stesse protezioni che c’erano nei cappelli deve essere refrattario solo agli incantesimi offensivi.
William: ma se non possiamo usare gli incantesimi offensivi come facciamo a spegnerlo?
Randall: sembra che abbiano solo usato un forte incantesimo di congelamento, e che il macchinario sia una specie di guscio che serviva ad attivarlo nel momento giusto. Quindi non credo che si possa “spegnere”.
Morgan: quindi non è un macchinario a energia magica, non funziona come il tuo prototipo.
Randall: esatto, neanche quel pazzoide è riuscito a far funzionare assieme tecnologia e magia. Le due cose devono essere completamente incompatibili dopotutto…

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Victoria: aspetta, quindi qualsiasi cosa che cerchi di mettere assieme magia e elettronica non funziona?
Randall: sì, è quello che ho appena detto…
Victoria: allora non puoi… farlo diventare qualcosa di elettronico in modo che vada in tilt?

Questa era la Victoria che conosceva, aveva appena avuto un’idea geniale! Trasfigurando il macchinario non avrebbe cambiato solo la sua forma, ma anche la sua essenza, proprio come diceva sempre la professoressa Jones in classe. E se la nuova essenza fosse stata quella di un computer, forse l’incantesimo sarebbe andato in conflitto con il sistema elettronico e si sarebbe esaurito. Valeva la pena tentare.

Randall: forse potrebbe funzionare. Ma non sarà facile, quindi state indietro.
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#292

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Randall si rimboccò le maniche, prese la bacchetta e si preparò a lanciare la trasfigurazione.

Era un incantesimo complesso, doveva concentrarsi al massimo per riuscirci. Trasfigurare qualcosa in un computer funzionante sarebbe stato quasi impossibile, ma visto che lo scopo era ottenere qualcosa destinato a rompersi immediatamente il risultato poteva essere sufficiente.

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Randall: e adesso speriamo che vada davvero in tilt…

Premette il bottone di accensione del computer. Immediatamente un sottile filo di fumo iniziò a salire dallo schermo…

William: (allarmato) venite via da lì!
Morgan: perché?

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William: accid… Protego!

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La macchina era letteralmente saltata per aria, e se William non avesse eretto uno scudo in tempo si sarebbero fatti tutti molto male.

William: quando vi dico di allontanarvi, potreste anche darmi retta…
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#293

Capitolo 42.5:
L’arresto


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Sig. Davies: Aurora, tu scappa! Ti copro io!

Aurora sembrava molto riluttante a lasciare lì da solo il Signor Davies, ma si rendeva anche perfettamente conto di non poteva fare nulla contro due maghi armati di bacchetta.

Sig. Davies: che fai, sbrigati!
Aurora: (a gesti) non farti prendere.
Sig. Davies: ci rivediamo al rifugio domani mattina, te lo prometto.
Scarlett: Petrificus Totalus!
Lucas: fermi dove siete!

Il Signor Davies smise di fuggire e si voltò per fronteggiare i suoi figli, mentre Aurora iniziò a correre più veloce che poteva in direzione dei cancelli.

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Lucas: accidenti, sta scappando!
Sig. Davies: lasciate stare Aurora! Sono io il vostro avversario! Petrificus Totalus!
Scarlett: Protego!
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Morgan: che ti dicevo, ce l’abbiamo fatta!
William: … sì, è vero. Però non capisco come abbia fatto quel nodo a districarsi così, in pratica non abbiamo fatto niente.
Morgan: la nonna lo diceva spesso, basta davvero poco per cambiare il futuro delle persone. Sta tutto nelle scelte che si fanno, in fondo.
William: (poco convinto) uhm, sarà…
Randall: ma di che state parlando?
Morgan: è un po’ complicato, poi ti spiego.

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Isabelle: siete riusciti a rompere la macchina?
Randall: Sì! Non avete sentito il botto?

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William: (tra sé e sé) oh, era l’ora.
Morgan: che hai Visto?
William: a quanto pare il Signor Clarke sta per arrivare qui con una squadra di Auror.
Morgan: ecco dov’era finito…
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#294

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Randall: (preoccupato) cosa? E cosa faranno?
William: arresteranno il Signor Davies, e anche gli altri ragazzini che si è portato dietro.
Victoria: cosa?
Randall: ne sei sicuro?
William: secondo te?

Randall non poteva lasciare che arrestassero Victoria proprio adesso che si era accorta di chi fosse veramente il Signor Davies, chissà cosa le avrebbero fatto! Probabilmente non sarebbe finita ad Azkaban, ma rischiava seriamente che tutti i suoi ricordi dell’ultimo anno fossero cancellati. Ma cosa poteva fare per evitarlo?

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Isabelle: ma loro non c’entrano niente in tutto questo, sono stati ingannati!
Randall: ma non possiamo neanche farli sparire nel nulla, no?
Handir: quanto tempo abbiamo?
William: dieci minuti, non di più.
Handir: allora forse ho un’idea, ma dovremo sbrigarci. Venite con me.

Non sapevano di preciso che cosa Handir avesse in mente, ma Isabelle e Randall si sbrigarono a radunare i ragazzi della Resistenza ancora nascosti nel cortile e a seguirlo verso il lago. In fondo anche i ragazzini della Resistenza non erano che vittime di quella situazione, non volevano che gli succedesse altro.

William e sua sorella Morgan invece restarono nei pressi della macchina esplosa, c’era ancora molto da fare anche là.

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Morgan: hai fatto veramente un ottimo lavoro, Will.
William: grazie.
Morgan: sei ancora tanto convinto che le Premonizioni siano solo una scocciatura? Oggi ti sono servite un sacco.
William: (fa spallucce)

Pensandoci bene, la mezz’ora che aveva passato senza riuscire a Prevedere niente era stato uno dei momenti peggiori dell’ultimo anno. Inoltre, grazie a sua sorella, stava finalmente iniziando a capire qualcosa su cosa significasse davvero prevedere il futuro. E, infine, le sue Premonizioni erano pure servite a qualcosa. Doveva ammetterlo, a volte essere un Veggente non era poi tanto male.

William: adesso però vediamo di darci una mossa. Fa un freddo cane qua fuori, sarà meglio trovare qualche coperta o qualcosa del genere.

In effetti il cortile era pieno di studenti ancora un po’ confusi da tutto quello che era successo, e anche parecchio infreddoliti. William e Morgan quindi si rimboccarono quindi le maniche per aiutarli: era anche il loro dovere di Prefetti, in fondo.
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Intanto VIctoria era riuscita a radunare tutti i membri della Resistenza ancora nascosti in giro per il cortile, e aveva detto a tutti di seguire Handir. Non sapevano di preciso che potesse avere in mente, ma in quel momento non avevano molte altre alternative.

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Isabelle: (sottovoce) cos’hai in mente?
Handir: (sottovoce) ho trovato un passaggio segreto che porta dritto dritto a Hogsmeade.
Isabelle: (sottovoce) sul serio?
Handir: (sottovoce) sì, l’imboccatura è proprio qua dietro, poi basta seguire una galleria. Così non ci sarà neppure bisogno di infastidire i centauri.
Isabelle: (sottovoce) ok, ma una volta a Hogsmeade?
Handir: (sottovoce) Il passaggio a cui sto pensando sbuca in una casetta vicino a un bosco. Passando tra gli alberi dovremmo riuscire a raggiungere una città di babbani senza dare troppo nell’occhio…
Isabelle: (sottovoce) …e da lì potranno tutti tornare a casa senza farsi scoprire! Mi sembra un'ottima idea!
Handir: (sottovoce) oh, beh…

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Handir: voi fermatevi qui per un attimo, è pericoloso avvicinarsi di più.
Randall: quello non sarà mica…
Handir: è un Platano Picchiatore, per qualche motivo in mezzo alle radici c’è l’ingresso di un passaggio che porta dritto a Hogsmeade. Da lì vi aiuterò a raggiungere qualche cittadina babbana, dovrebbero bastare un paio di ore a piedi. Adesso però aspettate lì un momento, devo convincerlo a lasciarci passare.
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#295

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Handir si avvicinò con decisione all’albero. Quello iniziò subito a dimenarsi, voleva scacciare l’intruso, ma ad Handir bastò alzare una mano e parlare al Platano Picchiatore per convincerlo a calmarsi. Per chiunque altro sarebbe stato tremendamente difficile avvicinarsi a quell’albero, ma dopotutto lui era un elfo. Per lui non era un problema farsi capire dalle piante o dagli animali che incontrava.

Handir: bene, dovrei averlo convinto a lasciarci passare.

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Isabelle: grazie Handir.
Handir: te l'avevo detto che avremmo trovato un modo per evitare che si facessero male, no?

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Randall: cerca di stare attenta, va bene?
Victoria: me la posso cavare, non serve che tu ti preoccupi per me…
Handir: dobbiamo sbrigarci! Se siete tutti pronti partiamo!
Victoria: ci vediamo a casa, Randall.
Randall: …ok.

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Lucas: (sottovoce) ormai è completamente solo, possiamo fermarlo.
Scarlett: (sottovoce) fosse facile…
Lucas: (sottovoce) a breve dovrebbero arrivare anche i rinforzi, tieni duro ancora un po’.
Scarlett: (sottovoce) ok.

Scarlett ormai era stanchissima, era da quasi un’ora che lei e suo fratello cercavano di fermare loro padre, e lo avevano anche dovuto rincorrere fin quasi ai cancelli di Hogwarts. Però non poteva arrendersi proprio adesso, dovevano resistere almeno fino all’arrivo degli altri Auror.

Sig. Davies: (disperato) ma perché il castello non si è ancora congelato?
Scarlett: pensavi davvero che gli altri non avrebbero trovato un modo per spegnere quel tuo marchingegno del cavolo?
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#296

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Sig. Davies: … non è possibile… (disperato) Expelliarmus!
Scarlett: Proteg…

Non era stata abbastanza veloce, e con quell’incantesimo il suo padre era riuscito a toglierle la bacchetta di mano. Seguendo alla lettera in manuale degli Auror suo fratello Lucas le si parò davanti, in modo da difendere anche lei da altri possibili incantesimi.

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Lucas: (arrabbiato) ma non vedi quello che stai facendo? Hai detto che hai fatto tutto questo casino solo per aiutare una nostra sorella, che tra l’altro non avevamo mai sentito nominare, e poi te la prendi con me e Scarlett come se niente fosse? Ma che hai nella testa?

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Sig. Davies: (abbassando la bacchetta) ti assicuro che se avessi veramente voluto fermarvi, adesso la situazione sarebbe molto diversa. Non sono riuscito a proteggere la macchina, ma dovevo almeno guadagnare abbastanza tempo da permettere ad Aurora di fuggire. (Alza le mani) Avete ragione, questa storia è durata fin troppo. Mi arrendo.
Lucas: sei in arresto, preparati per Azkaban perché è là che ti manderanno.

In quel momento sopraggiunse la squadra degli Auror, che circondò rapidamente il Signor Davies.

Sig. Clarke: (con il fiatone) Stupeficium!
Sig. Davies: (dolorante) ehi!

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Sig. Clarke: ah, ma si era già arreso? Ottimo lavoro Davies… intendo Lucas ovviamente. Tu invece sei in guai seri, Thomas.
???: ma dove sono finiti tutti gli altri ribelli?
? ?: chi se ne importa, dopotutto erano solo babbani…

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Sig. Davies: non c’è bisogno che facciate tutte queste storie, ormai ho fallito. Però non dovreste sottovalutare così i babbani, sono molto più in gamba di quanto crediate.
Sig. Clarke: ti conviene seguirci senza opporre ulteriore resistenza...
Sig. Davies: posso ancora dire una cosa ai miei figli?
Sig. Clarke: sbrigati.
Sig. Davies: non abbandonate Aurora. Chiedete al Preside Powell, lui sa cos’è successo.
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#297

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Scarlett tornò al cortile principale del castello ben dopo l'alba, dove tutti gli altri sembravano aspettarla.

Isabelle: Scarlett! Stai bene?
Scarlett: … uhm…? Certo, non mi sono fatta niente…

Alla fine suo padre era stato preso, e lei anche dato un contributo importante al suo arresto. Era questo quello che voleva, no? Eppure c’erano ancora molte cose che non le quadravano, e nonostante tutto non si sentiva ancora né felice, né soddisfatta.

Scarlett: cosa avete combinato con la macchina?
Randall: ehm… è un po’ complicato, ma la cosa importante è che si sia fermata. Giusto?
Morgan: questo è certo, non credo che qui ci fosse nessuno che avesse voglia di diventare un ghiacciolo.

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Scarlett: e invece gli altri ribelli li avete lasciati scappare?
Isabelle: ecco… non esattamente…
Scarlett: uhm?
Isabelle: (cauta) in pratica… li abbiamo aiutati a scappare. Handir li sta accompagnando in un posto sicuro.
Scarlett: ah. Bene.

Come minimo Isabelle si sarebbe aspettata che Scarlett avrebbe disapprovato quella loro iniziativa urlandogli contro, o qualcosa del genere. Se non reagiva doveva esserci qualche problema davvero serio.

Isabelle: (cauta) ... sei sicura che vada davvero tutto bene?

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Scarlett: … sì, certo… Adesso però avrei da fare, ci vediamo più tardi.

Scarlett aveva ancora tutt’altro per la testa. Non riusciva ancora a spiegarsi chi fosse quella strana ragazza, Aurora. E poi non capiva ancora chi potesse essere la sorella di cui suo padre aveva parlato. Non ci aveva capito molto, ma suo padre aveva anche accennato che il Preside Powell poteva saperne qualcosa di più… non le restava che andare nel suo ufficio e cercare di convincerlo a raccontarle tutto quello che sapeva. Non riusciva a restare lì ferma un secondo di più, nonostante fosse stanchissima dopo quell’interminabile nottata.

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Isabelle: povera Scarlett, avete visto che faccia aveva?
Randall: hai ragione, chissà cosa le è successo…
Isabelle: ma secondo voi dove sta andando?
William: (pensieroso) da quella parte c'è l’ufficio del Preside.
Isabelle: l’ufficio del Preside? Perché dovrebbe andare dal Preside?
William: non ne ho idea, ma…
Randall: hai un brutto presentimento, giusto?
William: (annuisce)
Randall: allora andiamo a vedere.
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#298

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Scarlett: Lucas! Non eri tornato al Ministero?
Lucas: no, ho chiesto al capo la mattinata libera, credo che questo sia più importante. Andiamo?

Toc toc

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Preside Powell: (stanco) avanti. Ah, buongiorno ragazzi.
Scarlett: Signor Preside, dobbiamo chiederle una cosa.
Preside Powell: me lo aspettavo, in effetti.
Scarlett: chi è Aurora? Che c’entra lei con nostra padre?
Preside Powell: (prende un respiro) sedetevi qui, sarà una lunga storia…
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#299

Capitolo 43.5:
Aurora


Lucas: quindi lei sa come mai nostro padre si è cacciato in questo guaio assurdo?
Preside Powell: ... sedetevi, sarà una lunga spiegazione.

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Preside Powell: Mi ci è voluto molto tempo per capire cosa deve aver passato vostro padre per decidere di comportarsi in modo tanto sconsiderato, e non posso neanche avere la presunzione di sostenere di aver compreso interamente le sue motivazioni. Vi posso comunque esporre la mia teoria, e per farlo dovrò partire da ciò che vostro padre, Thomas Davies, ha fatto dal suo diploma qui a Hogwarts in poi.

Detto questo il Preside interruppe il suo discorso. Sembrava pensieroso e preoccupato, come se non sapesse come iniziare il suo racconto.

Lucas: (preoccupato) signor Preside, non ci tenga sulle spine. Cos’ha combinato?

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Preside Powell: … potrete non credermi, ma sono profondamente convinto che vostro padre non sia la persona egoista che voi credete, anzi. Non si può però negare che si sia trovato spesso in situazioni per nulla favorevoli, e che queste possano averlo spinto verso scelte… discutibili.
Scarlett: (arrabbiata) come fa a non essere un egoista? Ci ha abbandonati tutti, fregandosene della sua stessa famiglia!
Preside Powell: temo che la realtà possa essere più complicata...
Scarlett: come fa a non essere vero? Io non l’avevo mai neanche visto in faccia prima che venisse fuori tutto questo casino!
Preside Powell: lasciate che vi racconti cosa gli è successo, poi potrete giudicarlo come meglio credete.

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Per il Preside non sarebbe stato affatto facile raccontare quella storia, soprattutto ai figli del signor Davies. Ma si sentiva comunque in dovere di farlo, quindi raccolse le energie e iniziò:

Preside Powell: dovete sapere che… che vostro padre era già stato sposato una volta prima di incontrare vostra madre.
Scarlett: cos…?
Preside Powell: la prima moglie di vostro padre si chiamava Roxanne Scott. Vostro padre la conosceva da sempre, perché anche lei viveva nello stesso villaggio in cui lui era cresciuto.

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Roxanne: ehi, ciao Thomas!
Thomas: oh, ciao Roxanne.
Roxanne: sei tornato dal tuo collegio allora!
Thomas: sì, sono arrivato ieri mattina.
Roxanne: potevi dirmelo, stavo iniziando a chiedermi dove fossi sparito, sai?


Preside Powell: Lei era una babbana, non sapeva nulla del mondo magico né tantomeno che Thomas fosse un mago. E lui non aveva nessuna intenzione di dirglielo, perché temeva che lei non lo avrebbe accettato per quello che era. Si sposarono quando erano ancora molto giovani, come se fossero una normalissima famiglia babbana.

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#300

Preside Powell: nonostante la loro relazione fosse fondata su quel grande segreto, riuscirono a vivere sereni e felici nella piccola casa ai margini del loro villaggio. Poco dopo nacque la loro bambina, che chiamarono Aurora.

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Preside Powell: solo allora vostro padre trovò il coraggio per confessare alla moglie di essere un mago. Si era sentito in dovere di farlo, se non per altro perché anche sua figlia rischiava di essere dotata di poteri magici, come lui. Ma Roxanne non la prese affatto bene.

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Roxanne: come cavolo hai potuto nasconderci una cosa del genere?
Thomas: beh, ecco…
Roxanne: come ho fatto a non accorgermene…? Oh cielo, non ci avrai mica fatto qualche incantesimo? Che razza di mostro sei?
Thomas: Cosa? No, non potrei mai fare niente del genere!
Roxanne: e io come faccio a crederti?
Thomas: … ma io…
Roxanne: vattene, non voglio più vederti!



Preside Powell: vostro padre la prese molto male, decise di starsene da solo e per anni non vide quasi più nessuno. Incontrò vostra madre Kristine per caso solo cinque anni dopo. Si conoscevano già di vista dai tempi di Hogwarts, perché erano stati entrambi nella stessa casa.

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Kristine: ehi, passatemi una burrobirra. (si gira verso Thomas) Che muso lungo, che succede?
Thomas: … che, dici a me?
Kristine: e a chi altri sennò?
Thomas: bah, lascia perdere.
Kristine: aspetta un secondo, mi sembra di averti già visto da qualche parte… ah, ci sono! Tu eri in quel prefetto musone, com’è che ti chiami… Thomas, giusto?
Thomas: sì, devo essere io.


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Kristine: però sembri anche più musone del solito, che è successo?
Thomas: … oggi mia figlia compie sei anni, ma sua madre non vuole farmela neanche vedere.
Kristine: … brutta situazione.
???: ehi Kristine, la partita sta per iniziare!
Kristine: Arrivo! Beh, Thomas, mi fa molto piacere averti rivisto. Però adesso devo proprio scappare.
Thomas: partita?
Kristine: (allegra) sì, tra un’ora giochiamo contro le Holyhead Harpies. Se ti sei stufato di startene qui, potresti venire a fare il tifo per noi!
Thomas: bah, vedremo…


Preside Powell: quegli anni erano stati difficili per tutti, con il ritorno della guerra e tutto quanto...
Lucas: sì, la mamma ci ha raccontato qualcosa di quando ha incontrato papà.
Preside Powell: quindi saprete anche che, poco dopo la fine delle guerra, decisero di sposarsi. Per Thomas non fu affatto facile decidere di risposarsi. Ma con Kristine fu completamente sincero, almeno all’inizio.

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Scarlett: aspetti un secondo… quindi la mamma sapeva tutto? Sapeva della sua prima moglie, e anche che lui aveva un’altra figlia?
Preside Powell: sì.
Scarlett: e allora perché non ci ha mai detto nulla?
Lucas: se ci pensi, la mamma non ci ha mai voluto dire nulla quando le chiedevamo perché papà se ne fosse andato.
Scarlett: va bene, però…
Lucas: Signor Preside, per favore vada avanti.
Preside Powell: (annuisce)
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