I quattro colori di Hogwarts

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#21

Randall sta molto simpatico anche a me, sarà perché ho un debole per i corvonero. :ocheer:

Adesso però tocca al personaggio successivo, vediamo cosa ho escogitato per lei... :muaha:
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#22

Capitolo 3.1:
Primo giorno a Hogwarts: Scarlett Davies


Lo smistamento dei nuovi studenti proseguì.

Prof Collins: vediamo, adesso tocca a... Davies Scarlett!

Una ragazzina con una marea di riccioli rossi si staccò dal gruppo per sottoporsi alla prova del cappello parlante. Non sembrava particolarmente preoccupata di quello che la aspettava.

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Cappello: vediamo un po’ cosa c’è qui… il coraggio di sicuro non ti manca, e neanche il senso di giustizia… non ci sono molti dubbi signorina mia, sei proprio una GRIFONDORO!

Di nuovo, fu solo l’ultima parola a essere pronunciata ad alta voce in modo che tutta la sala potesse sentirla. Questa volta fu il tavolo in fondo, quello a cui sedevano gli studenti vestiti di rosso e oro, a esultare.

Scarlett si diresse con passo deciso verso quel tavolo. Se lo aspettava, tutti i componenti della sua famiglia erano stati Grifondoro. E poi i membri di quella casa erano notoriamente i più coraggiosi e intraprendenti dell’intera scuola, come poteva non esserne felice?

???: ehy Scarlett, vieni a sederti qui, dai!

L’unico problema era proprio questo: suo fratello Lucas. Era anche lui un Grifondoro, ma Scarlett non lo sopportava. Lucas era già al V anno, ed era stato appena nominato capitano della loro squadra di quidditch. Il quidditch era lo sport più famoso tra i maghi, ogni casa aveva una sua squadra e le partite di quidditch tra le case erano tra gli eventi più seguiti dell’anno scolastico, quindi il ruolo di capitano della squadra era molto ambito. Infatti Lucas aveva passato tutta l’estate a vantarsene, e a Scarlett non andava giù l’idea di doverselo sorbire pure lì a scuola.

Lucas: cosa fai lì imbambolata, vieni a sederti, su!
Scarlett: (a denti stretti) arrivo, arrivo.

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(*Nota: anche se non le somiglia per niente, il fratello è il tipo biondo seduto di fronte a Scarlett*)

Lucas: ero sicuro che ti saresti unita a noi!

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???: quindi saresti la sorellina di Lucas, eh?

La “sorellina di Lucas”. Incominciava bene, niente da dire.

Scarlett: sì, mi chiamo Scarlett.
???: (fissando i capelli) uhm… sì, credo di potermelo ricordare senza troppi problemi.
Scarlett: cosa…?
???: comunque, io invece sono uno dei prefetti, Louise. Quindi per qualsiasi dubbio devi fare riferimento a me.
Scarlett: va bene.

Lo smistamento finì e iniziò il banchetto. Scarlett rimase in silenzio al suo posto, mentre il fratello continuava a raccontare a tutti quanto lei fosse brava e quanto lui fosse fiero di lei. Era così imbarazzante...

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Lucas: …e sono sicuro che il prossimo anno entrerà nella squadra di quidditch. È un’ottima cercatrice, sapete? Dovreste vederla volare, è una scheggia! Altro che Michelle!
Michelle: ehi!
???: sul serio?:
Scarlett: ah ah.

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Louise: speriamo che sia un po’ più seria di te, Lucas. L’anno scorso abbiamo perso la coppa delle case per colpa tua.
Lucas: non è colpa mia se il professor Thompson ce l’ha con me!
Louise: non devi comunque provocarlo, quella volta ci hai fatto perdere 150 punti per uno scherzo cretino!

Questa era nuova: avevano perso la coppa delle case per colpa di suo fratello! La coppa delle case era il premio per la casa che si fosse distinta maggiormente durante l’anno scolastico. Quando un alunno otteneva un risultato positivo, come prendere un buon voto in un compito, riuscire in un incantesimo complicato o anche vincere una partita di quidditch otteneva dei punti per la sua casa, mentre se uno studente si comportava male per punizione quei punti venivano sottratti. Arrivati alla fine dell’anno, la casa che riusciva ad accumulare più punti vinceva la famigerata coppa delle case. L’anno precedente avevano vinto i Serpeverde, che era la casa con cui in assoluto i Grifondoro andavano meno d’accordo. Quell’anno avrebbero fatto di tutto per non lasciarsi battere di nuovo.
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#23

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Louise: bene, questa è la porta del nostro dormitorio. Per entrare basta una parola d’ordine, che per questa settimana sarà “biancospino”. Prova.
Scarlett: ok.
Porta: parola d’ordine?
Scarlett: Biancospino.
Porta: corretto.

La porta si aprì, lasciandoli entrare nella spaziosa sala comune.

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Louise: una volta avevamo un quadro a guardia dell’ingresso, ma dopo la battaglia di Hogwarts contro ColuiCheNonDeveEssereNominato hanno ristrutturato completamente il castello e ci hanno dato una normale porta incantata.
Scarlett: ah. La mamma parlava sempre di un quadro di una signora grassa che parlava di continuo, in effetti.

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Louise: le camere sono al piano di sopra, ma la maggior parte del tempo noi la passiamo qui nella sala comune.
Scarlett: va bene. Sembra accogliente.
Louise: certo che lo è! Oh, me ne stavo dimenticando, aspetta un momento… (cerca qualcosa nella tasca) Ah, eccolo. Prendi, questo è il tuo orario.
Scarlett: grazie. (Legge l’orario) Certo che domani sembra proprio una pacchia.
Louise: non so, fa’ vedere. (Legge anche lei) In effetti… in bocca al lupo.
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Non la aspettava un inizio particolarmente entusiasmante. La prima lezione sarebbe stata quella di pozioni, tenuta nei sotterranei del castello. La materia le sarebbe pure potuta piacere, se non fosse stato per il professor Nicholson (direttore della casa dei Corvonero). Quell’uomo sembrava la dimostrazione vivente del fatto che vivere tra i vapori sprigionati dai calderoni non giovasse particolarmente alla salute mentale delle persone.

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Prof Nicholson: buongiorno ragazzi! Oggi inizieremo a preparare una pozioncina facile facile, la pozione scacciabrufoli! Quindi potete prendere posto dietro a un calderone, le istruzioni sono all’inizio del vostro libro di testo.

Scarlett era si stava già annoiando, le lezioni di pozioni erano probabilmente le più pallose in assoluto. Non c’era niente di emozionante nel mischiare reagenti magici,la maggior parte dei quali sembravano pure disgustosi, e nel cercare di tirarci fuori un intruglio decente. Era un lavoro che necessitava molta pazienza, concentrazione e attenzione. E a Scarlett mancavano tutte e tre.

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Scarlett: (tra sé e sé) allora, pozione scacciabrufoli… eccola qui. “Passo 1: triturare le zanne di serpente nel mortaio”.

Prense una manciata di zanne di serpente, le buttò nel mortaio e iniziò a triturarle distrattamente.

Prof Nicholson: ragazzi, ricordate che dovete sentire la pozione, con il suo “blup blup!” vi racconterà se ci vuole un altro po’ di questo, o un po’ di quello…

Scarlett non lo ascoltava neanche: aveva finito di frantumare i denti e li stava mettendo nel calderone.

Scarlett: (tra sé e sé) vediamo cos’altro bisogna fare: “aggiungere le lumache cornute”.

Le lumache cornute erano la cosa più viscida che avesse mai visto. Le buttò velocemente nel calderone, non voleva tenere quella roba in mano per neanche un secondo in più dello stretto necessario.

Scarlett: (tra sé e sé) che schifo! Vediamo, cosa viene dopo… “far bollire per alcuni minuti, mescolando in senso orario, finché la pozione non diventa azzurra”.
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#24

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Prof Nicholson: uhm… non sentite anche voi la musica dei calderoni che sobbollono all’unisono? C’è forse qualcosa di più melodioso?

A Scarlett sembrava più il rumore di fango che bolle, ma non era il caso di contraddire il prof già il primo giorno.

Stava girando la pozione da quasi cinque minuti, sempre in senso orario, ma la pozione non accennava ancora a diventare azzurra. Scocciata, si era messa a mescolare quell’intruglio con ancora più foga.

Prof Nicholson: piano, piano! Non ti ha fatto niente di male, no?
Scarlett: non vuole diventare azzurra!
Prof Nicholson: vediamo un po’…

Prese una specie di mestolo e raccolse un po’ di pozione. Si vedevano ancora distintamente pezzi di denti di serpente.

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Prof Nicholson: ah, ecco, ho capito qual è il problema. All’inizio avresti dovuto sminuzzare le zanne fino a ottenere una polvere, mentre qui ci sono ancora pezzi di denti, vedi? È ancora presto, perché non ci riprovi?

Quella mattina Scarlett dovette rifare la pozione ben tre volte prima di riuscire a ottenere un colore azzurro accettabile. Pozioni non faceva proprio per lei…
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La lezione del pomeriggio sarebbe stata quella di storia della magia, l’unica materia in grado di competere con pozioni per il titolo di lezione più noiosa. Non a caso molti studenti approfittavano delle lezioni della professoressa MacNeil per recuperare ore di sonno arretrate.

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Prof MacNeil: buongiorno a tutti ragazzi. La lezione di oggi verterà sull’origine della magia. Ci sono domande?

Quelle poche parole erano state sufficienti per gettare la classe in un silenzio sonnacchioso, nessuno aveva intenzione di porre domande. Non che la professoressa se ne aspettasse, quindi iniziò subito con la lezione.

Prof MacNeil: molto bene. Dovete sapere che la magia è molto antica, non ci sono fonti attendibili che permettano di datare con certezza il suo primo utilizzo. Molto probabilmente la magia pervade da sempre il nostro mondo, principalmente in forme inconsapevoli. Vi basti pensare alle piante e alle creature magiche più semplici. Se parliamo invece del primo utilizzo consapevole della magia, tradizionalmente lo si attribuisce a…

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Scarlett, come la maggior parte dei suoi compagni di classe, giocherellava distrattamente con la penna sulla pergamena. Si era ripromessa di prendere appunti, ma quella lezione era troppo soporifera. Probabilmente quella professoressa sarebbe stata in grado di rendere pallosa anche una lezione sulla sanguinosissima terza guerra degli orchi.
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#25

Due ore dopo Scarlett uscì sbadigliando dall’aula, diretta in sala grande per la cena. Vedendo un’altra grifondoro seduta al loro tavolo, decise di sedersi vicino a lei.

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Scarlett: posso sedermi?
???: certo. Tu sei la sorellina di Lucas, Scarlett giusto?
Scarlett: sì.
???: io invece sono Danielle. Oh, sta arrivando anche mia sorella.

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???: ciao! Tu sei Scarlett, giusto? Io sono Michelle.

Scarlett era rimasta un po' sorpresa, le due erano identiche fino all’ultimo capello. Lucas in effetti le aveva detto qualcosa riguardo a due sorelle gemelle a Grifondoro, se non si ricordava male dovevano essere al terzo anno.

Danielle: allora Scarlett, com’è andato il primo giorno?
Scarlett: una pacchia, pozioni e storia della magia.
Danielle: accipicchia, proprio leggero…
Michelle: incantesimi e difesa contro le arti oscure sono molto più interessanti.
Scarlett: trasfigurazione no?
Michelle: a me non fa impazzire, ma i gusti sono gusti.
Danielle: a me non dispiace invece.
Scarlett: uhm, con trasfigurazione inizio domani.

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Danielle: tuo fratello è molto bravo a trasfigurazione, sai?
Michelle: sempre a parlare di Lucas eh?

In quel momento anche Lucas entrò in sala grande e non appena avvistò Scarlett si sedette insieme a loro.

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Lucas: ehi Scarlett! Com’è andata oggi?
Scarlett: bah, non male.
Lucas: non preoccuparti, il primo giorno è sempre un po’… scioccante. Le lezioni interessanti iniziano adesso. Per esempio domani iniziate con le lezioni di volo, sono sicuro che ti divertirai con quelle!
Scarlett: infatti non vedo l’ora che ci diano una scopa volante!
Lucas: ti serve una mano con i compiti stasera?
Scarlett: non ce n’è bisogno, ci posso riuscire anche da sola.
Lucas: ma...

Scarlett cercava di concentrarsi sul piatto, senza stare ad ascoltare il fratello. Di quel passo, sarebbe stato un anno pesante.
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#26

Storia interessante, belli i personaggi e l'ambientazione :-D
sono curioso di scoprire che accadrà :-D
Hanno tutti lo stesso aspetto...In questo mare di mediocrità....Posso essere qualsiasi cosa....Tutto ciò che voglio essere...
Io sono il Nemico
Io sono l'Antidoto
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#27

Ho ancora due personaggi da presentare, anche se di Isabelle qualcosa si è già visto.

La storia vera inizia dopo invece :muaha:
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#28

Capitolo 4.1:
Primo giorno a Hogwarts: Isabelle Harris


Lo smistamento proseguiva, ormai metà degli studenti erano stati assegnati alla loro casa. Non appena tornò il silenzio nella Sala Grande, la professoressa Collins passò allo studente successivo.

Prof Collins: Harris Isabelle!

Isabelle non aveva capito molto di quello che le succedeva attorno, era semplicemente terrorizzata. Da quanto aveva capito chi veniva chiamato doveva andare davanti al tavolo a cui sedeva il Preside e farsi mettere in testa quello strano cappello, quindi si diresse in quella direzione con passo incerto e senza sapere di preciso che aspettarsi.

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Cappello: oh, ma che splendida signorina!
Isabelle: Ah!

Ormai si aspettava di tutto, ma sentire quel cappello parlare nella sua testa l'aveva comunque colta di sorpresa. Come diamine faceva un cappello a parlare, dopotutto?

Cappello: oh, non devi spaventarti! Sono solo un umile vecchio cappello, non ti posso mica fare del male, no? Comunque, non perdiamo altro tempo, perché gli altri studenti hanno fame. Secondo il mio modesto parere, sei una persona generosa e di buon cuore, dovresti solo lavorare un po’ sulla tua autostima, vali quanto chiunque altro qui dentro, sai? Dove ti metto, dove ti metto… ma sì, potrebbe funzionare… TASSOROSSO!

Nella sala si stava già alzando un certo brusio, perché il cappello ci stava mettendo molto più del solito a prendere la sua decisione. Quando finalmente la casa fu annunciata, dal tavolo di fronte a Isabelle si alzarono ovazioni gioiose. Quindi lei, ancora un po’ confusa dal quel discorso, riconsegnò il cappello alla professoressa e si dirisse incerta in quella direzione.
Tutti gli studenti a quel tavolo si alzano per congratularsi con lei.

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???: benvenuta!
? ?: siediti qui, sarai affamata!

Ancora un po’ frastornata, Isabelle si siede nel posto che le era stato indicato. Sembrano tutti felicissimi di vederla lì insieme a loro.

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???: ti chiami Isabelle, giusto?
Isabelle: (annuisce)
???: adesso puoi anche stare tranquilla. La nostra è una casa molto unita, per qualsiasi problema sappiamo di poter contare l’uno sull’altro. Quindi sentiti libera di chiedere aiuto a chiunque di noi in qualsiasi momento. Oh, che maleducato, non mi sono neanche presentato: io sono Hiroshi, e sono il prefetto della nostra casa.
Isabelle: prefetto?
Hiroshi: in pratica sono una specie di rappresentante degli studenti.
Isabelle: oh.

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???: io invece sono Lisa, piacere di conoscerti.
Isabelle: piacere mio.
Lisa: ti vedo parecchio disorientata. Fammi indovinare, la tua famiglia è babbana.
Isabelle: (titubante) sì.

I maghi erano soliti chiamare “babbani” tutte le persone che non sapevano usare la magia e che vivevano senza conoscere il mondo magico. Tra le altre cose la professoressa Collins aveva spiegato a Isabelle che alcuni maghi consideravano chi, come lei, avesse genitori babbani come “inferiore”, affibbiandogli anche vari nomignoli dispregiativi. La pratica stava cadendo in disuso ed era fortemente scoraggiata dal governo in carica, ma alcune vecchie famiglie di maghi continuavano ancora a vantare il loro status di “purosangue” al pari di un titolo nobiliare. Isabelle sperava vivamente di aver a che fare il meno possibile con persone simili.

Lisa: per te deve essere tutto molto strano, vero?
Isabelle: un po’… per esempio, non mi aspettavo che il cappello parlasse.
???: ah! Quello fa venire un colpo a tutti! Cioè, molti di noi sapevano già che appena arrivati qui ci avrebbero messo il cappello parlante in testa, ma quando te lo senti parlare nella testa è tutta un’altra faccenda, no? Oh, non mi sono presentato: io sono Samuel.
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#29

La conversazione si mantenne su questo tono per tutta la cena, tutti quanti erano stati gentilissimi con Isabelle.
A cena finita accompagnarono Isabelle e gli altri nuovi studenti al loro dormitorio, che non distava molto dalla sala Grande.

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Hiroshi: eccoci qui, questa è la porta. Per entrare bisogna bussare in questo modo: un tocco, due tocchi veloci, un tocco, tre tocchi veloci.

Mentre parlava bussata distrattamente la porta con il dorso della mano.

Hiroshi: cerca di memorizzare bene il ritmo, perché se lo sbagli la porta ti spruzza di aceto.
Isabelle: cosa?
Hiroshi: non è praticamente mai successo, ma…
Isabelle: ma a che serve la bussata segreta?
Hiroshi: a non far entrare nel nostro dormitorio gli altri studenti, ovviamente.
Isabelle: ah.

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Nel frattempo erano entrati nella sala comune del dormitorio, sembrava molto accogliente.

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Hiroshi: le camere sono là in fondo. Ah, già, mi stavo quasi dimenticando. Questo è il tuo orario di domani.
Isabelle: grazie…

Isabelle iniziò a leggere l’orario. Prima lezione, trasfigurazione. Poi erbologia, pozioni, incantesimi… ma che razza di materie si studiavano in quella scuola?
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#30

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Lisa: forza Isa, svegliati! Altrimenti non troveremo più niente da mangiare in sala grande!
Isabelle: cosa…?

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Ah già, era a Hogwarts. Quel giorno avrebbe iniziato le lezioni. Non sarebbe stato facile abituarsi a tutto questo…

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Hiroshi: buongiorno Isabelle! Ciao Lisa! Dormito bene?
Lisa: non male…
Samuel: devi assolutamente assaggiare questi toast, sono fantastici.
Isabelle: va bene, grazie.
Hiroshi: allora, che lezioni avete oggi?
Lisa: io inizio con divinazione.
Samuel: io invece con aritmazia… proprio una prima lezione leggera, no?

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Hiroshi: invece tu che lezione hai, Isabelle?
Isabelle: trasfigurazione.
Hiroshi: io invece incantesimi. Le aule sono vicine, se vuoi ti posso accompagnare. All’inizio è facile perdersi qui dentro.

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Hiroshi: bene, l’aula è questa. Ci vediamo a pranzo, in bocca al lupo!
Isabelle: va bene, grazie.
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