I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
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#31

Isabelle andò a sedersi in fondo all’aula, dove non poteva attirare troppa attenzione. C’erano già un paio di altri allievi, e sembravano tutti piuttosto agitati (anche se mai quanto lei).

Dopo dieci minuti arrivò anche la professoressa e la lezione iniziò.

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???: buongiorno a tutti. Io sono la professoressa Eliza Jones, e sono qui per insegnarvi la difficile arte della trasfigurazione. La mia materia non ammette errori, bisogna sempre essere concentrati e soprattutto bisogna sempre sapere quello che si sta facendo. Per questo dovremo iniziare con qualche nota teorica.
studente in prima fila: ahw…

Prof Jones: mi dispiace molto vederti tanto deluso, ma la trasfigurazione non si fa semplicemente agitando una bacchetta per aria. Quindi fuori le pergamene e le penne e prendete appunti, forza!

La professoressa Jones poteva sembrare perfino dolce a prima vista, ma in realtà era severissima e intransigente. Era anche molto intelligente, infatti era stata la strega più giovane ad ottenere il titolo di professoressa di trasfigurazione e di direttrice della sua casa (grifondoro). A conti fatti, era una persona temibile sotto numerosi punti di vista.

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Prof Jones: trasfigurare non significa modificare semplicemente l’aspetto esteriore dell’oggetto, questo può essere fatto con un semplicissimo incantesimo di illusione. No, qui si tratta di modificare l’essenza stessa dell’oggetto. Se trasfigurate un tavolo in una poltrona (nel frattempo agita distrattamente la bacchetta), non avrete un semplice tavolo che sembra una poltrona, ma una poltrona vera e propria (la cattedra diventa una poltrona di legno). Per poter trasfigurare l’oggetto bisogna però prima conoscerne l’essenza, capire cos’è e come si comporta…

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La professoressa parlò quasi ininterrottamente per quasi due ore, mentre gli alunni prendevano freneticamente appunti cercando di non perdere parti importanti del suo discorso.

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Quando Isabelle uscì dall’aula si sentiva scoraggiata, le sembrava di non aver capito assolutamente nulla. E come se non bastasse la professoressa aveva già assegnato una marea di compiti per la lezione successiva. Iniziavano anche a mancarle sua mamma e sua sorella… no, così non andava bene, avrebbe finito col piangere. Doveva prendere un po’ d’aria.
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#32

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???: Isa, ecco dov’eri finita! Ti aspettavamo per pranzo!

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Era un’altra tassorosso, poco più grande di Isabelle, e se non si ricordava male doveva chiamarsi Natalie.

Isabelle: ah, ecco… non ho molta fame in questo momento…
Natalie: uhm, fammi indovinare, lezione difficile?
Isabelle: non ho capito assolutamente nulla…

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Natalie: trasfigurazione all’inizio è difficile per tutti, soprattutto con la Jones… a volte non sembra accorgersi che le persone normali hanno bisogno di più tempo di quanto ne abbia impiegato lei per capire la sua materia… Comunque, ti ho portato un tramezzino, non vorrai mica saltare il pranzo, no?
Isabelle: ah, grazie.
Natalie: senti, devi sapere che l’anno scorso ero esattamente come te. Una professoressa è sbucata all’improvviso a casa mia dicendomi che ero una strega, mi hanno sommerso di cose strane come bacchette, calderoni e libri di magia e mi ha spedito qui prima che potessi capirci qualcosa. All’inizio ero giù di corda, mi sembrava di non essere capace a fare nulla e di essere finita in un castello abitato da pazzoidi. Penso di aver passato quasi tutta la prima settimana piangendo… Ma poi sono riuscita a fare il mio primo incantesimo, ed è una cosa… strepitosa! Qui bisogna mettersi un po’ in gioco e provare a fare le cose in prima persona per imparare, io ci ho messo un po’ a capirlo. Con un po’ di impegno si può fare tutto, e poi posso sempre contare su tutti i nostri compagni di casa! Per esempio Lisa è bravissima in trasfigurazione, sono sicura che questa sera ti aiuterà volentieri con i compiti.
Isabelle: oh.
Natalie: qual è la tua prossima lezione?

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Isabelle: erbologia… a proposito, dove sono le serre?
Natalie: appena fuori dal castello. Io adesso ho un’ora libera, se vuoi ti ci posso accompagnare.
Isabelle: ma non voglio disturbare…
Natalie: nessun disturbo! Però incamminiamoci, non è proprio vicinissimo.
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#33

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Quando la professoressa di erbologia arrivò un certo numero di studenti aspettava impacciato davanti alle serre.

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???: buon giorno a tutti ragazzi, non è uno splendido pomeriggio per dedicarsi all’erbologia? Ah, già, io sono la professoressa Wood, piacere di conoscervi. Oggi voglio farvi vedere qualche pianta carina, tranquilli, niente di pericoloso, per ora. Venite, venite!

Si mise a trafficare con il lucchetto che chiudeva la porta della serra, e quando riuscì ad aprirlo invitò gli allievi ad entrare.

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Prof Wood: molto bene, vediamo un po’ cos’abbiamo qui… questa è una pianta di dittamo, si può usare un suo infuso per favorire la cicatrizzazione delle ferite. Questa invece è una margherita chiacchierona, è un’ottima pianta da compagnia. Come stiamo oggi, Daisy?
Pianta: non male, capo. Questo bel sole fa proprio bene ai miei petali.

Quindi parlavano anche i fiori, e non solo i cappelli. Buono a sapersi.

Prof Wood: hai bisogno di qualcosa, Daisy?
Pianta: una bella innaffiatina non farebbe male, diciamo.
Prof Wood: uhm, capisco. Avete sentito ragazzi? Allora, chi vuole innaffiare Daisy?

Doveva mettersi in gioco, non poteva continuare a piangersi addosso…

Isabelle: (alza la mano) lo faccio io.

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Prof Wood: questo è lo spirito!

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#34

Capitolo 5.1:
Primo giorno a Hogwarts: William Walker



Ormai restava soltanto un ultimo studente da smistare. La soglia di attenzione degli altri allievi nella sala grande era scesa di molto, mentre il brusio aumentava sempre di più.

Prof Collins: potete fare silenzio ancora per qualche minuto? C’è ancora uno studente, che si chiama… Walker William!

Un ragazzo dall’espressione seria si diresse con passo tranquillo verso lo sgabello su cui era poggiato il cappello parlante. Sembrava perfettamente a suo agio, come se lo avesse già fatto decine di altre volte. Non fece una piega neanche quando il cappello parlante viene calato sulla sua testa, oscurandogli la visuale sul resto della sala.

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Cappello: ohi ohi, questo sì che è difficile! Sei sveglio, su questo non c’è dubbio, e anche ambizioso forse? E c’è anche un forte desiderio di mettersi in gioco… C’è anche qualcos’altro, anche se non capisco bene cosa… ahm, dove ti posso mettere?
William: possiamo sbrigarci?
Cappello: non mettermi fretta, ragazzo, è una faccenda seria… forse potrei metterti con i grifondoro, farebbe bene alla tua vena esuberante…
William: per carità, tutto ma non quello!
Cappello: siamo sicuri, sì? Allora vada per SERPEVERDE!


Uhm, poteva andare peggio. La maggior parte della sua famiglia era stata serpeverde, quindi probabilmente sarebbero stati fieri di lui. E poi per lo meno non doveva sorbirsi quella svampita di sua sorella, che invece era una Corvonero.

Si alzò dallo sgabello e si diresse con lo stesso passo calmo verso il tavolo sulla sua sinistra, dove lo aspettavano i suoi nuovi compagni di casa. I loro festeggiamenti erano molto meno rumorosi di quelli agli altri tavoli, ma sembravano lo stesso soddisfatti.

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Una ragazza si alzò dal tavolo per stringergli la mano e dargli il benvenuto.

???: benvenuto nella nostra casa! Io sono Amelie, uno dei prefetti.
William: piacere di conoscerti.
Amelie: Tu sei il figlio dei signori Walker all’ufficio per le Relazioni Internazionali al Ministero, giusto?
William: esatto.
Amelie: quindi suppongo che tu sappia già come funzionano le cose qui. E visto che sei diventato un serpeverde, sono sicura che tu abbia anche tutte le capacità per cavartela egregiamente da solo. Comunque, ricordati che puoi sempre contare sui tuoi compagni di casa, per qualsiasi evenienza.
William: va bene, grazie per l’avvertimento.

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Morgan: EHY WILL!
Amelie: credo che ce l’abbia con te.

William si girò per vedere chi lo stava chiamando. Quando vide che sua sorella si stava sbracciando dal vicino tavolo dei Corvonero per attirare la sua attenzione, cercò di ignorarla meglio che poteva.
Vedendo che il fratellino non aveva nessuna intenzione di salutarla anche Morgan tornò a sedersi, un po’ delusa.

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???: non dirmi che conosci quella svampita?
William: temo di sì.
???: aspettate un attimo, non sembra anche a voi che si somiglino un po’? Non dirmi che è tua parente!
William: (annoiato) è solo mia sorella.
???: proprio non capisco. Tu sembri una persona a posto, come fai ad avere una sorella così?
Amelie: Noah, non esagerare.
Noah: pardon, ma la mia era solo una constatazione.

Durante il banchetto di inizio anno vennero presentati a William anche tutti gli altri componenti della casa, che a quanto pare erano per la maggior parte figli di importanti esponenti del governo o di antiche e nobili famiglie.
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#35

Alla fine dei festeggiamenti William e gli altri nuovi studenti furono accompagnati al loro dormitorio, che si trovava nei sotterranei del castello.

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Amelie: non devi preoccuparti troppo, anche se siamo sottoterra l’ambiente è molto accogliente.
William: buono a sapersi.
Amelie: per entrare è sufficiente dire la parola d’ordine. Per questa settimana sarà “Prestigio”. Vi comunicherò personalmente la prossima domenica sera. Forza, prova ad entrare.
William: va bene. (Fissando la porta) Prestigio.

La porta si aprì ubbidiente.

Amelie: molto bene. Forza ragazzi, tutti dentro.

Non appena tutti furono entrati Amelie si chiude la porta alle spalle e si gira verso i compagni di casa. Tutti avevano l’aria di aspettarsi qualcosa.

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Amelie: Ci siamo tutti? Direi che possiamo iniziare a lavorare al piano per vincere la coppa delle case: lo scorso anno siamo stati fortunati, abbiamo vinto solo perché quel cretino di Davies si è fatto beccare mentre faceva uno dei suoi scherzi stupidi. Questa volta dobbiamo assicurarci una vittoria schiacciante!

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???: ho già fissato i provini per la squadra di quidditch per dopodomani, così potremo iniziare gli allenamenti in anticipo rispetto alle altre case.
Amelie: perfetto, Thomas. I punti delle partite fanno sempre comodo. Altre idee?
? ?: i modi per fare punti sono sempre gli stessi, a parte le partite bisogna distinguersi a lezione e evitare le punizioni.

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Amelie: in effetti Phoebe… va bene, per oggi può bastare. Ricordatevi di dare sempre il massimo, e di non lasciarvi provocare dai Grifondoro. Per stasera potete fare quello che vi pare.
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#36

Il mattino seguente William si diresse verso l’aula in cui si sarebbe tenuta la sua prima lezione: difesa contro le arti oscure. Il corso era tenuto dal direttore della sua casa, il professor Thompson.

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Il professore era un tipo taciturno e guardingo, e sembrava divertirsi a riempire le sue lezioni di dettagli raccapriccianti sugli effetti causati dalla magia nera, o sulle mutilazioni che le creature magiche potevano provocarti. Non erano rari i casi di studenti che si recavano in infermeria a causa degli incubi suscitati dalle sue lezioni. Era anche esperto in incantesimi di difesa e da duello, che insegnava ai suoi alunni con severità esemplare.

Prof Thompson: Io sono il professor Thompson, e sono qui per insegnarvi a difendervi dalla magia nera e dagli altri pericoli in cui potreste incappare nella vostra carriera di maghi. Non siamo qui per giocare, e non vi nascondo che alcune attività che svolgeremo qui in classe potrebbero anche rivelarsi pericolose, per voi intendo. In ogni caso i rischi sono decisamente maggiori nel caso in cui voi non sappiate quello che state facendo, quindi vi consiglio vivamente di starmi ad ascoltare e di non prendere iniziative stupide.

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Nell’aula non volava una mosca: il professore stava parlando in modo calmo, ma la sua espressione diceva che se qualcuno avesse osato anche solo muovere un muscolo lo faceva a suo rischio e pericolo.

Prof Thompson: come prima lezione, oggi vedremo in cosa di distingue la magia nera dalla magia ordinaria. Allora, qualcuno di voi sa in cosa consiste la magia nera?

Nessuno osò rispondere.

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Prof Thompson: nessuno? Accidenti, questi studenti sono sempre meno svegli… Vorrà dire che mi risponderò da solo: la magia nera comprende tutte le pratiche magiche atte a danneggiare gli altri. A detta del Ministero della Magia è una pratica molto pericolosa, e il suo utilizzo comporta severe sanzioni, tra le quali spiccano l’arresto e la reclusione ad Azkaban. Quindi, a chiunque di voi a cui fosse anche solo passato dall’anticamera del cervello di poterla praticare, consiglio vivamente di desistere. Non ne vale la pena.

Erano questi strani commenti a dare inizio a una serie infinita di pettegolezzi secondo cui il professor Thompson fosse in realtà un ex mangiamorte evaso da Azkaban. Naturalmente non c’erano prove concrete a dimostrarlo ma, d’altro canto, il professore non aveva mai cercato di negare queste insinuazioni. E questo non poteva che aumentare la curiosità (nonché il timore) che gli studenti nutrivano per lui.

Uno studente alzò timidamente la mano, sembrava voler porre una domanda.

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Alunno: mi scusi, professore.
Prof Thompson: sì?
Alunno: cos’è Azkaban?
Prof Thompson: suppongo che tu sia un nato babbano, o sbaglio?
Alunno: (annuisce)

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Prof Thompson: poco male, un bel ripasso sarà utile a tutti. Azkaban è la prigione di massima sicurezza per i reati di natura magica in Gran Bretagna. Al momento la prigione è per lo più occupata da coloro che servirono il Signore Oscuro durante il suo tentativo di presa di potere, ovvero i mangiamorte. A guardia della prigione fino a pochi anni fa erano stati messi dissennatori, ma negli ultimi decenni è stato deciso di sostituirli perché non ritenuti sufficientemente affidabili. Non che la qualità della vita dei prigionieri ne abbia giovato, quindi...

Lo studente che aveva posto l’ultima domanda fissava il professor Thompson con aria terrorizzata, già solo sentire nominare quella prigione faceva questo effetto. A dirla tutta neanche il resto della classe, compresi gli studenti che già conoscevano Azkaban e i dissennatori, riuscirono a evitare di sentire un brivido lungo la schiena.

Una tipica lezione del professor Thompson, in parole povere.
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#37

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Noah: ehi Walker!
William: Noah.
Noah: che faccia, che ti è successo?
William: il prof Thompson ci ha deliziato con una simpatica lezione su Azkaban.
Noah: non dirmi che ti fai impressionare da così poco! Come pensi di fare quando inizierà a fare le lezioni sui lupi mannari sennò?
William: certo che no! Guarda che…
Noah: aspetta un attimo: ho un’idea per fare qualche punto facile.

Noah aveva avvistato degli studenti Grifondoro poco più avanti nel corridoio.

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Noah: guarda e impara, Walker.

Noah si incammina con passo deciso verso lo studente, spintonandolo malamente quando lo raggiunse e facendogli cadere il libro che stava portando.

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Lucas: ehi, fa’ più attenzione!
Noah: ops, non ti avevo proprio notato, Davies.

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Prof Thompson: cosa sta succedendo qui?
Noah: niente professore, stavo solo aiutando questo impedito a riprendersi il libro gli è caduto. Come fai a essere portiere con una presa così debole…
Lucas: non è vero! È lui che mi ha spintonato!
Prof Thompson: come no, Davies. Meno dieci punti a Grifondoro, per insinuazioni stupide contro gli altri studenti.
Lucas: ma…
Prof Thompson: non vorrai mica perdere altri punti?
Lucas: …

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Noah: visto Walker? Più facile di così si muore. Come ti dicevo, non devi temere il prof Thompson, con noi serpeverde è quasi umano.
William: (poco convinto) buono a sapersi…
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#38

Quel giorno William doveva anche seguire la lezione di Astronomia, che si teneva sulla torre più alta del castello a notte inoltrata. Si ritrovò quindi a sbadigliare assonnato in cima a una torre battuta da un forte vento, assieme ad altri studenti non molto più svegli di lui.

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???: buona serata. Sono la professoressa Gray, e 0ggi inizieremo a osservare la volta celeste. Naturalmente qui si fa astronomia, e non astrologia. Quindi toglierò 20 punti al primo che mi chiede qual è il trigono di Marte con Giove o altre cavolate simili. Quelle cose le studierete a divinazione.

Disse la parola divinazione come se fosse una parolaccia, evidentemente non le piaceva la materia. E chi poteva darle torto?

Prof Gray: adesso prendete un telescopio e guardate il cielo: potete vedere stelle, costellazioni, pianeti… oggi inizieremo con qualcosa di facile, quindi parleremo della Luna. La Luna è il satellite naturale della Terra. A noi interessa studiarla perché le fasi lunari influenzano molte attività magiche, come la fermentazione delle pozioni o il ciclo vitale di piante e creature magiche…

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William la ascoltava distrattamente, era impegnato a scrutare il cielo. Non avrebbe saputo spiegarne il motivo, ma tutte le volte che si trovava di fronte al cielo stellato non poteva evitare di perdersi nei suoi pensieri. Sapeva che le stelle erano solo palle di fuoco gigantesche poste a distanze astronomiche dalla Terra, così distanti da non sembrare più grandi di un puntino. Eppure, anche se non sapeva di preciso perché, sentiva che nascondessero qualcosa di più. E gli avevano pure fatto venire un brutto presentimento...


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#39

Capitolo 6.1:
Lezioni di Volo


Durante il secondo giorno a Hogwarts furono programmate le lezioni di volo per tutti gli studenti del primo anno. Venne chiesto loro di trovarsi sulle sponde del lago la mattina presto e di aspettare lì che arrivasse il professore con le scope volanti.

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Scarlett: che bello, finalmente ci fanno fare qualcosa di interessante!
Randall: sinceramente io non mai volato prima su una scopa.
Scarlett: ma dai! È la cosa più divertente che si possa fare!
Randall: uhm, sarà.
Isabelle: scusate, ma quindi dobbiamo volare su delle scope?

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In quella scuola niente era quello che sembrava: i quadri e i cappelli parlavano, le armature camminavano da sole, e adesso le scope volavano. Isabelle non sapeva più cosa aspettarsi, ed erano passati soltanto due giorni.

Randall: sì, a quanto pare sono un mezzo di trasporto molto diffuso tra i maghi.
Scarlett: e soprattutto con i manici di scopa puoi giocare a quidditch! Non dirmi che non conosci il quidditch!
Isabelle: no, mai sentito in effetti.

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Scarlett: non sai cosa ti sei persa! Allora, ci sono due squadre di 7 giocatori, tutti volano su un manico di scopa. Tre giocano da cacciatori, e devono far passare la palla più grande, la pluffa, dentro uno degli anelli a fondo campo. Il portiere dell’altra squadra tenta di parare la pluffa e evitare il goal. Per ostacolare i cacciatori ci sono anche i due battitori, che scagliano con una mazza i bolidi contro gli avversari. I bolidi possono fare molto male, conviene evitarli. Poi c’è ancora il cercatore, che deve acchiappare il boccino d’oro. Prendere il boccino fa finire la partita, e soprattutto assicura alla tua squadra un sacco di punti. Però è molto difficile da acchiappare, quindi…

Isabelle aveva cercato di seguirla, ma si era persa più o meno dopo la parola Pluffa.

In ogni caso, l'interminabile spiegazione fu interrotta dall’arrivo il signor Brennan, l’insegnante di volo. Assieme a lui c’era uno studente più grande, evidentemente lì per dargli una mano.

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Scarlett: Lucas? Tu che ci fai qui?
Lucas: sorpresa! Mi sono offerto volontario per dare una mano al signor Brennan.
Scarlett: cosa?

Scarlett era parecchio scocciata, così suo fratello le avrebbe anche rovinato la lezione di volo che aveva tanto aspettato. Ma non aveva anche lui delle lezioni da seguire?

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Sig. Brennan: state attenti, oggi imparerete a volare su un manico di scopa! Visto che probabilmente molti di voi non hanno mai volato, inizieremo dai fondamentali. Non vorremo mica che qualcuno di faccia male, no? Lucas, visto che ti sei offerto di aiutarmi, inizia a fargli vedere una scopa volante.
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#40

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Lucas: va bene. (Prende in mano una scopa) Questo è un manico di scopa volante. È uno di quelli in dotazione della scuola, quindi non è dei migliori, ma per oggi andrà benissimo. In realtà contiene un sacco di incantesimi complicati, ma in pratica è molto facile da utilizzare. Basta che vi sediate sopra a cavalcioni e diate lo slancio con le gambe. Una volta in aria basta inclinarsi nella direzione in cui vuoi girare.
Sig. Brennan: perfetto, Davies. Adesso potresti fare loro una dimostrazione? La farei di persona, ma oggi la mia schiena è troppo dolorante…
Lucas: sarà un piacere.

Detto questo saltò agilmente sulla scopa, prese velocemente lo slancio, e un secondo dopo volteggiava nel cielo. Non c’era niente da dire, era proprio bravo.

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Sig. Brennan: va’ piano, o quaggiù non ci capiranno niente!
Lucas: ricevuto!
Sig. Brennan: come potete vedere, non è così difficile. Adesso, appena Davies ci restituirà la scopa, potrete provare anche voi. Non abbiate paura, ci sono qui io quindi non può succedervi nulla di male.

Lucas atterrò e restituì il manico al signor Brennan, sembrava quasi dispiaciuto.

Sig. Brennan: molto bene, il primo è… Collins Randall.

Randall si diresse verso il professore e prese la scopa con aria diffidente.

Lucas: tieni. Adesso siediti sopra e dai una bella spinta!
Randall: va bene, proviamo…

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Randall si alzò in volo. La scopa non era particolarmente stabile, continuava a cambiare direzione da sola.

Lucas: mettici un po’ di forza! Sei tu a decidere dove andare, non la scopa!
Randall: va bene!

Dopo qualche giro del prato, il sig. Brennan sembrò soddisfatto e disse:

Sig. Brennan: bravo, adesso prova ad atterrare! Mi raccomando, fa’ piano!
Randall: ci provo!

Inizia a spostarsi verso terra. Evidentemente andava troppo veloce, perché non appena toccò il suolo inciampò e finì faccia a terra.

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Lucas: accidenti, ti sei fatto male?
Randall: (si mette seduto) non credo… Mi si sono rotti gli occhiali, però.
Lucas: passa qui. (Prende la bacchetta) Reparo!

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In men che non si dica, occhiali tornarono perfettamente integri.

Randall: grazie.

Lucas: la prossima volta rallenta di più prima di atterrare, ok?
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