I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#321

Qualche settimana dopo i ragazzi ricevettero i risultati dei loro GUFO. Questi sono i voti che hanno ottenuto.

Legenda:
• E = Eccezionale = 10
• O = Oltre ogni previsione = 8-9
• A = Accettabile = 6-7
• S = Scadente = 5
• D = Desolante =3-4
• T = Troll = 1-2
(*A quanto pare a Hogwarts sono più larghi di manica che in qualsiasi scuola superiore italiana, lì i secchioni che qui avrebbero una media dell’8.5-9 prenderebbero quasi tutte E*)

Randall Collins:
Pozioni O
Erbologia O
Incantesimi E
Difesa contro le arti oscure O
Trasfigurazione E
Storia della magia E
Astronomia E
Divinazione A
Antiche rune E
Aritmazia E

Scarlett Davies:
Pozioni O
Erbologia A
Incantesimi O
Difesa contro le arti oscure E
Trasfigurazione O
Storia della magia A
Astronomia O
Aritmazia O
Cura delle creature magiche E

Isabelle Harris:
Pozioni O
Erbologia E
Incantesimi O
Difesa contro le arti oscure A
Trasfigurazione O
Storia della magia O
Astronomia A
Antiche rune O
Cura delle creature magiche E

William Walker:
Pozioni O
Erbologia A
Incantesimi O
Difesa contro le arti oscure O
Trasfigurazione O
Storia della magia O
Astronomia E
Divinazione E+
Aritmazia O
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#322

Capitolo 47.5:
Nuove prospettive


L’anno scolastico è ormai finito, quindi i ragazzi tornarono dalle loro famiglie per passare con loro le vacanze estive.

Questa volta Isabelle e sua sorella avevano deciso di tornare a casa prendendo i mezzi pubblici. Ci era voluto quasi tutto il giorno, senza poi contare tutte le occhiatacce che avevano ricevuto cercando di caricare i loro bauli su di un pullman, ma in fondo si erano anche divertite.

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Julia: ci è voluta una vita!
Isabelle: in effetti… Comunque, la mamma dovrebbe tornare tra poco. Ti va di prepararle la cena?
Julia: perché no.

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Isabelle: cosa vorresti preparare?
Julia: non so, cosa ci sarà in frig… AH!

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Handir: (allegro) ciao Isabelle!
Isabelle: (sorpresa) Handy! Cosa… cosa ci fai qui?
Handir: a Hogwarts non è rimasto più nessuno, non…
Isabelle: Julia, puoi lasciarci da soli un secondo?
Julia: (perplessa) … ok.

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Isabelle: potevi almeno avvisarmi! Adesso come lo spiego a Julia e alla mamma perché sei tornato qui?
Handir: (tranquillo) potremmo dirgli la verità, no?
Isabelle: vorresti dir loro che tu sei un elfo, e che noi due stiamo…
Handir: … insieme. Perché no?

Loro due stavano insieme ormai da mesi, a Hogwarts ormai l’avevano capito quasi tutti. Però, Isabelle non poteva certo dirsi tranquilla all'idea di presentare il suo ragazzo alla sua famiglia così, su due piedi...

Handir: (sorridendo) andrà bene, non preoccuparti!

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Sig.ra Harris: quindi lui sarebbe...
Isabelle: un… un elfo.
Sig.ra Harris: no, non intendevo quello…
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#323

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Julia: (emozionata) ma quindi lui è il tuo ragazzo? E non mi avevi detto niente?
Isabelle: beh, ecco…
Julia: (allegra) a Natale mi era venuto qualche dubbio, ma poi non ne hai più parlato e mi è passato di mente! (rivolta a Handir) Ma quindi adesso tu resterai qui da noi?
Handir: … no, pensavo solo di restare qui nei dintorni, per quest’estate.
Sig.ra Harris: (spaesata) ok… pensi di restare almeno per la cena?

Julia: ma quindi hai le orecchie a punta? È per quello che tieni il cappello anche se è luglio?
Handir: sì.
Julia: forte!

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La mamma le era sembrata essere caduta un po' dalle nuvole, ma l’aveva comunque presa molto meglio di quanto pensasse. Julia invece sembrava entusiasta, come tutte le volte che scopriva qualcosa di nuovo.

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Handir: mi sembra che l’abbiano presa bene.
Isabelle: sì, avevi ragione tu. (divertita) Giusto, non ti ho ancora chiesto una cosa: da quando ti metti i sandali?
Handir: quaggiù fa un caldo allucinante, non riuscivo a sopportare quegli stivaloni un secondo di più.
Isabelle: stai benissimo.
Handir: grazie.

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Julia: ehi piccioncini, la cena è pronta!
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Anche Scarlett era tornata a casa sua, dove la aspettava suo fratello Lucas.

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Lucas: ehi, ciao Scarlett! Aspetta, ti do una mano con il baule…
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#324

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Lucas: allora, come stai?
Scarlett: (alza le spalle) non male, finalmente abbiamo finito gli esami.

Non era questo quello che Lucas intendeva chiederle, l’ultima volta che l’aveva vista erano nell’ufficio del Preside ad ascoltare la storia di loro padre, e Scarlett non sembrava averla presa per niente bene.
Adesso invece lei sembrava essere di nuovo quella di sempre. Forse era riuscita a superare tutto quello che le era successo in quei mesi, oppure stava semplicemente cercando di non pensarci più e ignorare il problema.

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Lucas: … il signor Clarke, il mio capo, dice di averti tenuta d’occhio quando eravamo al castello a combattere contro la Resistenza. Secondo lui sei stata molto brava, sai?
Scarlett: (distaccata) ah.
Lucas: sì, dice che tra un paio d’anni accetterebbe di buon grado una tua domanda, se decidessi di entrare negli Auror.
Scarlett: uhm. Ci penserò.

In un certo senso le faceva piacere quella notizia, ma non poteva comunque fare a meno di chiedersi: “perché cavolo Lucas deve proprio continuare a ricordarmi l’arresto di nostro padre?”

Nella stanza scese il silenzio, non sapevano cos’altro dire. Visto che però nessuno dei due sopportava le situazioni del genere, quando il silenzio si fece insopportabile Lucas tentò di cambiare discorso dicendo:

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Lucas: c’è ancora luce fuori, ti va di fare due passaggi? Sono sicuro che la mamma ha lasciato almeno una pluffa da qualche parte.
Scarlett: … perché no.

A Scarlett sarebbe servito ancora parecchio tempo prima di riuscire a voltare davvero pagina, ma per lo meno sapeva di poter sempre contare su suo fratello, e sui suoi amici.
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Anche a William gli eventi dei giorni precedenti avevano dato molto a cui pensare. Il motivo principale di preoccupazione nel suo caso era la famosa mezz’ora in cui i Ribelli erano riusciti a schermare il suo Occhio interiore con quegli strani cappelli e a bloccare tutte le sue Premonizioni. E anche il modo con cui erano riusciti a infrangere la Profezia senza fare quasi nulla lo lasciava ancora parecchio perplesso.
Tutta quella strana situazione aveva però il merito di avergli fatto capire due cose molto importanti.

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Come prima cosa si era reso che, volente o nolente, ormai faceva un grandissimo affidamento sulle sue Premonizioni. Infatti, nonostante quanto se ne fosse lamentato durante tutto l’anno, alla fine il momento peggiore dei mesi precedenti era stato proprio quello in cui non era più riuscito a prevedere nulla. Si era finalmente reso conto che, anche se inconsapevolmente, le Premonizioni erano diventate una parte fondamentale del suo modo di pensare e di approcciarsi al mondo, e quindi che in fondo anche quella era una parte importante di lui.

L’altra cosa che aveva capito era molto semplice, ma non per questo meno importante: si era infatti reso conto che in fondo non sapeva quasi niente di come funzionassero le sue Premonizioni. Fino a quel momento si era solo limitato a sopportare passivamente quello che il suo Occhio gli mostrava, ma quando si trattava di cercare di Vedere qualcosa consapevolmente non sapeva da che parte iniziare, e questo gli pareva inaccettabile. Per questo si era ripromesso di mettersi a studiare seriamente i vecchi appunti di sua nonna, alla ricerca di qualche spiegazione utile.
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#325

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William: (distratto) ciao, Morgan.
Morgan: ciao. Ma stai ancora studiando? Non ne hai avuto abbastanza degli esami?
William: questa è un’altra cosa.

Morgan piegò la testa per cercare di leggere il titolo del libro che suo fratello stava leggendo. Quel libricino aveva qualcosa di familiare, sembrava…

Morgan: ma quello è il quaderno della nonna?
William: sì.
Morgan: allora ti sei finalmente deciso a studiare divinazione seriamente!
William: se vuoi metterla in questi termini…

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Morgan: (emozionata) posso darti una mano?
William: uhm?
Morgan: ho già letto quegli appunti, e so che non sono per niente facili.
William: non credo che servirebbe a molto, hai letto l’introduzione?

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Morgan: fa’ vedere…

La divinazione è un’arte delicata, che può essere intrapresa solo dai pochi fortunati in possesso di un Occhio interiore. Secondo la mia personale esperienza è praticamente impossibile per un Veggente imparare a leggere il Futuro nel modo corretto da solo, quindi la cosa più importante per un giovane che intende intraprendere questa strada è trovare un altro Veggente più esperto che possa trasmettergli la propria conoscenza. Infatti ho avuto il modo di verificare di persona che non è possibile imparare quest'arte da dei libri, o comunque da persone che non hanno esperienza diretta dell’Occhio…

Morgan: (delusa) uhm… non me la ricordavo questa parte…

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Quindi se voleva davvero migliorare doveva trovare qualcuno che potesse insegnargli quello che sapeva.
Ma il problema era: dove poteva trovarlo?
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Hershel: ah, mi era proprio mancata casa, sai? Poi oggi c’è anche un bel sole qui fuori, è proprio una splendida giornata!
Randall: (distratto) sì, certo…
Hershel: ma stai bene? Non hai quasi detto niente per tutto il viaggio, non è da te!
Randall: non preoccuparti, sto benissimo. Sono solo stanco, dopo tutti quegli esami…
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#326

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Victoria: (titubante) ciao, ragazzi.
Randall: … ciao.
Hershel: ciao Vicky!
Randall: Hersh, potresti…
Hershel: (guarda suo fratello e poi Victoria) ook, allora io me ne torno a casa… ciao.

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Randall: come stai? Come…
Victoria: va tutto bene, il vostro amico è stato di parola. Non abbiamo avuto nessun problema a tornare a casa, e qui nessuno si è accorto di niente.
Randall: (sollevato) meno male…
Victoria: non dirmi che eri preoccupato per me?
Randall: è tutto l’anno che mi preoccupo per te! Non…
Victoria: … forse dovremmo entrare in casa. Credo che la vicina di casa ci stia spiando.
Randall: (guarda la finestra) sì, forse hai ragione.


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Randall: il signor Davies si è preso tutte le colpe e ha fatto un accordo con il Ministero per far sì che nessuno venisse a cercarvi. Quindi puoi stare tranquilla, è tutto finito.
Victoria: …
Randall: Vicky...
Victoria: mi… mi dispiace tantissimo. Non avrei mai dovuto dar retta a quella gente…
Randall: non preoccuparti, la cosa importante è che adesso tu stia bene.

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Randall: adesso potresti spiegarmi cos’è successo? Come hai fatto a cacciarti in un casino simile?
Victoria: beh… è un po’ complicato…
Randall: quando hai capito che io sono… insomma, un mago?
Victoria: … ho iniziato a sospettare qualcosa quando tu e tuo fratello avete iniziato a frequentare quella strana scuola. Le pareti sono sottili, sai? La vostra camera è appena dall’altro lato di questo muro.
Randall: ah.

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Victoria: quando vi ho sentito nominare bacchette, penne d’oca e altre cose simili mi sono convinta che non andavate in una scuola normale. E che quindi mi stavate dicendo un sacco di bugie…
Randall: mi… mi dispiace, ma non potevamo fare altrimenti…
Victoria: adesso credo di averlo capito.
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#327

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Randall: ma come hai fatto a finire nella Resistenza?
Victoria: … lo scorso ottobre ho incontrato per caso uno di loro a scuola. Mi ha raccontato un sacco di cavolate, su come i maghi fossero avidi e cattivi e si prendessero solo gioco di noi babbani. E io gli ho creduto, e ho deciso di aiutarli… mi sono proprio lasciata fregare come una cretina.
Randall: dovevi essere proprio arrabbiata.
Victoria: oh sì, ce l’avevo a morte con te. Credo che te ne sia accorto anche tu, a Natale.
Randall: … ma adesso invece hai cambiato di nuovo idea? Perché?

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Victoria: ho iniziato a dubitare di Davies quando… quando siamo andati a rubare i tuoi progetti. Mi… mi dispiace tantissimo, non volevo che facessero del male a tuo padre, lui non c’entrava nulla.
Randall:
Victoria: e anche tu mi hai fatto venire un sacco di dubbi. Insomma, nonostante quello che stavo facendo mi hai sempre aiutata. A novembre mi hai lasciato scappare da Hogsmeade, e qualche giorno fa pure dalla vostra scuola. All’inizio pensavo che da quando hai iniziato ad andare in quel posto tu fossi cambiato, e che mi stessi prendendo solo in giro. Ma quando ti ho visto là ho capito che invece eri rimasto sempre… tu. Cioè, quando ti sei spaventato vedendomi a Hogwarts mi hai solo puntato contro il cacciavite. Solo tu potevi fare una cosa simile.
Randall: … non volevo puntarti contro niente, è solo che…
Victoria: non sapevi se potevi ancora fidarti di me.

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Victoria: invece adesso… adesso ti fidi di nuovo di me?
Randall: certo che mi fido di te!

In fondo quelli della Resistenza l'avevano ingannata, trascinandola a forza nel mondo magico e mostrandole solo quello che l'avrebbe convinta ad unirsi alla loro causa. La maniera in cui i maghi si ostinavano a nascondersi dai babbani non era mai piaciuta neppure a lui, non faticava a capire perché lei si fosse arrabbiata tanto. Ma, dopo tutto quello che era successo, era convinto che anche lei si fosse resa conto di quanto complicata fosse la situazione, e che un gruppo come quello della Resistenza non poteva risolvere nulla.

Avevano passato entrambi un anno difficile, ma finalmente sembrava essere tutto ritornato come prima. O quasi.

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Randall: senti… volevo dirti che da adesso mi puoi chiedere tutto quello che vuoi. Non ti voglio più nascondere nulla.
Victoria: c-cosa? Perché?
Randall: non mi è mai piaciuto doverti dire tutte quelle bugie. E poi, se ci pensi, tutto questo in fondo è iniziato solo perché non ti ho potuto dire chi ero. Visto che adesso hai capito per conto tuo che sono un mago, non ha più nessun senso che ti nasconda quello che faccio.

Victoria si limitò a fissarlo per qualche istante, ripensando a quell'ultimo anno. Randall in fondo era sempre Randall, come aveva fatto a dubitare di lui?
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#328

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Victoria: (sussurrando) mi… mi eri mancato tantissimo, lo sai?
Randall: (sussurrando) mi sei mancata anche tu.

Non avrebbero saputo dire di preciso per quanto tempo fossero rimasti così, abbracciati. In fondo, in tutto quell'ultimo anno non avevano voluto altro se non riuscire a chiarirsi e fare pace. Era incredibile quanto un unico segreto potesse allontanare due persone... come anche quanto riuscire a condividere tutta la verità potesse avvicinarle tanto.
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Nel frattempo, nella stanza accanto...

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Hershel: (tra sé e sé) ha ragione Victoria, i muri sono decisamente troppo sottili…
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#329

Off Topic
Come per tutte le altre vacanze scolastiche che abbiamo passato, è l'ora per approfondire la storia di una delle famiglie. Ormai resta solo quella di Scarlett, non sia mai che si riesca a capire qualcosa in più sui suoi genitori?
Extra: La famiglia Davies (parte I)

1° Settembre 1985, Sala Grande, Hogwarts

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???: ehi Thomas! Che hai fatto di bello nelle vacanze?
Thomas: (vago) le solite cose, niente di che.
???: (sospettoso) uhm, secondo me mi stai nascondendo qualcosa. E deve pure essere qualcosa di grosso, visto che non hai risposto a nessuna lettera per tutta l’estate.
Thomas: da quando sei diventato un investigatore, Adrian?
Adrian: (scherzando) sta’ attento, ti terrò d’occhio!

Detto questo gli lanciò un’ultima occhiata divertita, prima di scoppiare definitivamente a ridere.

Thomas: (ironico) che paura...

Thomas aveva condiviso la camera con quel soggetto per tutti i suoi cinque anni precedenti a Hogwarts, e quindi non faceva neppure più caso a quel genere di battute.
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Prof Powell: ragazzi, potreste fare silenzio per qualche minuto? Abbiamo qui un sacco di nuovi allievi desiderosi di essere smistati nelle loro case!

A quell'annuncio un silenzio carico di curiosità scese sulla Sala Grande, come ogni anno erano tutti curiosi di vedere quali nuovi alunni si sarebbero uniti alla loro casa.

Prof Powell: Rees Kristine!

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Una ragazzina bionda si staccò dal gruppo dei nuovi allievi per ricevere il responso del cappello parlante. Tra tutti i ragazzi del primo anno era la meno nervosa, o per lo meno i presenti ebbero tutti questa impressione vedendola saltellare spensierata verso lo sgabello su cui era poggiato il cappello parlante.

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Cappello Parlante: GRIFONDORO!

Accompagnata dall’applauso che si era levato in sala grande dopo l’annuncio del cappello parlante, Kristine si precipitò felice verso il tavolo a cui sedevano i suoi nuovi compagni di casa.

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Kristine: ciao a tutti! Piacere di conoscervi, io mi chiamo Kristine!
Adrian: (sottovoce) entusiasta la nuova arrivata.
Thomas: (sottovoce) beata lei.
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#330

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Thomas: primo anno, da questa parte!

A dirla tutta Thomas non aveva questa gran voglia di fare il prefetto, soprattutto quando si trattava di fare da guida a dei ragazzini spaesati nei loro primi giorni lì a Hogwarts. Ad ogni modo, quel compito era stato affidato a lui e quindi sapeva già che nonostante tutto lo avrebbe portato a termine meglio che poteva.

Thomas: la nostra sala comune è di sopra, dovremo fare un po’ di scale per arrivarci.

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A metà delle scale dovette già rallentare, perché la maggior parte dei nuovi studenti faticava a stargli dietro. E avevano fatto solo quattro piani.
L’unica a tenere il passo era stata la ragazzina bionda iperattiva, che tra l’altro sembrava pure incapace di restare in silenzio per più di trenta secondi consecutivi.

Kristine: (emozionata) e quando iniziamo le lezioni?
Thomas: (annoiato) domani mattina. Appena arriviamo al nostro dormitorio vi darò anche il vostro orario.
Kristine: forte! E faremo anche lezioni di volo, vero?
Thomas: in settimana dovreste iniziare anche quelle, sì.

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Kristine: e gli allenamenti di quidditch invece?
Thomas: per quelli dovrai aspettare un po’, gli studenti del primo anno non possono partecipare.
Kristine: cosa!? Ma questo non è giusto! Scommetto quello che vuoi che sono più brava di qualsiasi altro cacciatore che avete adesso in squadra!
Thomas: non dipende da me, è scritto nel regolamento della scuola.
Kristine: ma non è giusto! Non potete non farmi giocare a quidditch per un anno intero!
Thomas: (spazientito) senti, ragazzina: ficcati bene in testa che finché ci sono io come Prefetto nessuno studente del primo anno potrà anche solo fare un passo sul campo da quidditch. Sono stato chiaro?
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Kristine: (imbronciata) uffa, non è giusto!
Adrian: non te la prendere, se c’è di mezzo il regolamento diventa irremovibile. E poi quest’anno è pure più rompiscatole del solito, chissà che gli è preso...
Kristine: uhm.
Adrian: comunque qui a Hogwarts ci sono un sacco di altre cose divertenti da fare, a parte il quidditch. Sono sicuro che il primo anno passerà in un batter d’occhio!
Kristine: (scettica) un sacco di cose tipo cosa?
Adrian: questa non è una scuola tranquilla, anche seguire le lezioni può essere un’avventura.

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Adrian: vabbé, io vado a dormire. Buona notte!

Detto questo si alzò e si diresse verso le scale che portano alle camere dei piani superiori. Nel frattempo, colto da un improvviso languorino, aveva recuperato da una delle tasche dell’uniforme una cioccorana. Che c’è di meglio del cioccolato per chiudere in bellezza una giornata?

Kristine: aspetta! Ma è una cioccorana quella?
Adrian: (masticando) sì.

Solo in quel momento Adrian si ricordò che dentro la carta che racchiude le cioccorane c’è anche una figurina di un mago famoso. A lui non gliene importava granché, la maggior parte delle volte finiva con il buttarla via assieme all’involucro. In molti invece facevano la collezione di quelle figurine, alcuni erano proprio fissati. A giudicare dall’impegno con cui la ragazzina cercava di capire chi fosse raffigurato sulla figurina che stava tenendo in mano, era probabile che lei facesse parte proprio di quest’ultima categoria.

Kristine: (stupita) ma quella è la figurina di Roderick Plumpton!
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