I quattro colori di Hogwarts
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Questo sarà l'ultimo capitolo ambientato a Hogwarts, mi viene già la nostalgia...
Arrivederci, Hogwarts
Noah se l’era presa con tutta calma, voleva essere sicuro di escogitare un buon piano prima di metterlo in atto. Aveva lasciato correre per mesi, aspettando le vacanze di Natale per mettere assieme tutti i dettagli. Dopo tutto quel lavoro, era ormai certo di poter smascherare quel presuntuoso di Walker una volta per tutte.
William aveva appena finito di cenare e, come ogni sera, stava tornando nel suo dormitorio.
Stava scendendo le scale, un po’ sovrappensiero, quando si fermò di colpo. Aveva appena Visto che parecchi studenti lo stavano aspettando in fondo alle scale, e anche che qualcuno avrebbe tentato di lanciargli un incantesimo alle spalle non appena gli fosse passato davanti.
Per evitare quello scherzo cretino decise quindi di tornare sui suoi passi, verso la Sala Grande. Ma non aveva percorso che pochi metri quando si accorse che anche lungo tutto il corridoio si nascondevano parecchi studenti che sembravano tenere d’occhio ogni sua mossa. Era proprio una strana situazione, non c’è che dire. E voleva capire cosa ci fosse sotto.
Notando che poco avanti un gruppetto di quei ragazzini stava discutendo animatamente, compromettendo così il loro nascondiglio, decise di andare da loro a chiedere cosa stessero facendo. Visto che lui era un prefetto e che quindi poteva minacciarli di mandarli in punizione o di togliergli punti casa, non sarebbe stato difficile convincerli a vuotare il sacco.
William: (autoritario) ehi voi, che state combinando qui?
I due ragazzini smisero di parlare di colpo, spaventati. La faccenda si faceva sempre più strana: William aveva già notato come alcuni degli studenti più giovani sembrassero intimoriti da lui, un po' come da tutti gli altri prefetti, ma nessuno si era mai spaventato in quel modo solo vedendolo.
William: allora? Non ho tutta la sera.
???: …
William: non vorrete mica costringermi a portarvi tutti e due dal Preside, vero?
? ?: cosa? No, certo che no!
William: e allora vi conviene parlare.
???: … è stata un’idea di Noah! Dice che… che tu prevedi il futuro e ce lo stai nascondendo!
William: ah, ha detto così? E allora perché vi avrebbe chiesto di nascondervi nei corridoi?
? ?: lui… lui voleva che…
William: (incavolato) cretino di un deficiente che non è altro!
William non lo lasciò neanche finire, aveva Visto perfettamente cosa stava per dire quel ragazzino. Non solo Noah voleva smascherarlo, ma voleva anche che più gente possibile assistesse alla scena. Per questo aveva nascosto suoi aiutanti per tutta la scuola, per essere sicuro di avere qualche testimone.
Alla fine quel cretino di un deficiente era riuscito a beccarlo. In effetti era prevedibile che fosse lui l’artefice di quella messinscena, Noah era sempre stato molto sospettoso nei suoi confronti. E se aveva elaborato un piano simile significava anche che era certo di quello che aveva scoperto. Quindi ormai William era fregato, non poteva più negare di saper Prevedere tutto quello che stava per succedere.
Noah poteva essere soddisfatto, in pratica aveva raggiunto il suo scopo. Ma aveva lo stesso poco di cui festeggiare: anche se ormai William era stato scoperto, nulla gli impediva di far rimpiangere amaramente a Noah il momento in cui aveva deciso di metterlo in ridicolo in quel modo davanti all’intera scuola.
Noah: (sottovoce) sta per arrivare, tenete pronte le bacchette, deve essere appena in cima alle scal...
William: (arrabbiato) stupeficium!
Un potente raggio di luce rossa passò a pochi centimetri dall’orecchio destro di Noah.
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William: (puntando la bacchetta) un’idea così cretina non poteva che essere tua, vero Noah?
Gli altri studenti lo fissavano allibiti e spaventati. Nessuno si aspettava che William fosse davvero in grado di prevedere quello che sarebbe successo, e neppure che si sarebbe arrabbiato tanto con loro.
Noah: (con voce tremante) ehm, ecco… volevamo solo…
William: farmi uno scherzo, come no.
Noah: …
William: (minaccioso) dovete lasciarmi in pace, altrimenti è la volta buona che vi beccate tutti una maledizione. Chiaro?
Lanciò un’ultima occhiataccia ai presenti, poi si voltò e iniziò ad incamminarsi verso il suo dormitorio.
???: ok Noah, forse avevi ragione…
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Per quanto grande fosse Hogwarts, le notizie riuscivano comunque a viaggiare a una velocità incredibile grazie agli onnipresenti pettegolezzi tra studenti. Quindi il giorno dopo già tutti sapevano quello che era successo a Noah, e naturalmente anche che William avesse mirabolanti capacità da Veggente.
Randall: mi dispiace molto dovertelo dire, ma anche tra i corvonero non si parla quasi più d’altro.
Isabelle: mi sa tanto che ormai lo sa già tutta la scuola.
William: (esasperato) lasciate perdere, che è meglio.
Se solo si fosse fermato un attimo in più a riflettere, invece di andare dritto a fare una scenata a Noah, forse sarebbe riuscito quantomeno a limitare i danni. Invece…
Scarlett: eddai Will, non mi sembra che le cose vadano tanto male.
William: (stanco) non direi proprio, sta’ a vedere.
Dicendo questo aveva fatto un gesto con la testa verso una studentessa più giovane che si stava avvicinando a loro con passo incerto.
???: mi scusi, signor Walker…
William: (esasperato) non se ne parla neanche!
Un po’ spaventata dalla risposta brusca, la ragazzina se n’era subito andata.
Isabelle: poverina, le hai fatto paura.
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Scarlett: ma che voleva?
William: (esasperato) voleva che le predicessi il futuro. È già la quinta oggi, sapete?
Scarlett: certo che ne hanno di coraggio, dopo quello che hai combinato ieri a Noah. (Divertita) Mi spiace quasi di essermi persa la scena, dicono tutti che sia stata epica.
William: (ironico) ah ah, molto divertente.
William sembrava proprio giù di corda, non era affatto abituato ad essere nel centro dell’attenzione in quel modo.
Isabelle: (guarda l’ora) accidenti, ma è tardissimo! Dovevo andare da Handy più di mezz’ora fa, scusatemi!
Così detto si alzò di corsa per raggiungere Handir alla sua capanna, questa volta era veramente in ritardo.
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Isabelle: ciao Handy! Scusa il ritardo, ho perso di vista l’orolog… ehi, ma dove sei?
Handir fece capolino da dietro la sua capanna, e appena vide Isabelle iniziò a sbracciare nella sua direzione.
Handir: ehi, ciao Isa! Stavo raccogliendo qualche bacca, ti va di darmi una mano?
Isabelle: quello è agrifoglio, giusto?
Handir: sì. L’infermiera della scuola me ne ha chiesta un po’ per…
Isabelle: … per fare la pozione contro l’influenza, giusto?
Handir: sì.
(* in realtà le bacche di agrifoglio sono velenose, quindi si consiglia ai lettori di non assaggiarle *)
Isabelle: ti serve una mano?
Handir: va bene, mi mancano ancora quelle due piante laggiù.
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Circa due ore dopo, non molto lontano…
Scarlett: ma come hai fatto a beccarla con un bolide?
???: non l’ho mica fatto apposta, scusate.
Scarlett: …è meglio se la porto in infermeria. E voi tornatevene al dormitorio, ci manca solo che si faccia male qualcun’altro!
Scarlett: fa tanto male?
Julia: … non è niente di grave… ma credo che sia meglio se non lo muovo.
Si incamminarono quindi verso il castello, con la certezza che Isabelle avrebbe fatto una scenata assurda a tutte e due.
Handir: quindi l’infermeria è al piano di sopra?
Isabelle: no, ci mancano ancora tre piani.
Handir: accidenti, qui dentro mi perdo sempre. Ma per fortuna ho una buona guida!
Isabelle: (ridendo) oh, grazie!
Handir: ehi, ma quelle non sono Julia e Scarlett?
Isabelle: cosa!?
Scarlett: acc…
Julia: …ciao Isa
Isabelle: (preoccupata) cos’è successo?
Julia: ehm… in pratica un bolide…
Isabelle: cosa? Fa’ vedere, ti fa tanto male?
Isabelle si mise a esaminare scrupolosamente il polso di sua sorella, e nel contempo lanciò anche un paio di occhiatacce verso Scarlett che sembravano dire: “Visto? Cosa vi avevo detto?”.
Isabelle: per lo meno sembra solo slogato, l’infermiera dovrebbe rimettertelo a posto in un attimo…
Julia: oh, meno male!
Isabelle: su, andiamo.
Scarlett: ma come hai fatto a beccarla con un bolide?
???: non l’ho mica fatto apposta, scusate.
Scarlett: …è meglio se la porto in infermeria. E voi tornatevene al dormitorio, ci manca solo che si faccia male qualcun’altro!
Scarlett: fa tanto male?
Julia: … non è niente di grave… ma credo che sia meglio se non lo muovo.
Si incamminarono quindi verso il castello, con la certezza che Isabelle avrebbe fatto una scenata assurda a tutte e due.
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Handir: quindi l’infermeria è al piano di sopra?
Isabelle: no, ci mancano ancora tre piani.
Handir: accidenti, qui dentro mi perdo sempre. Ma per fortuna ho una buona guida!
Isabelle: (ridendo) oh, grazie!
Handir: ehi, ma quelle non sono Julia e Scarlett?
Isabelle: cosa!?
Scarlett: acc…
Julia: …ciao Isa
Isabelle: (preoccupata) cos’è successo?
Julia: ehm… in pratica un bolide…
Isabelle: cosa? Fa’ vedere, ti fa tanto male?
Isabelle si mise a esaminare scrupolosamente il polso di sua sorella, e nel contempo lanciò anche un paio di occhiatacce verso Scarlett che sembravano dire: “Visto? Cosa vi avevo detto?”.
Isabelle: per lo meno sembra solo slogato, l’infermiera dovrebbe rimettertelo a posto in un attimo…
Julia: oh, meno male!
Isabelle: su, andiamo.
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Infermiera: adesso sta’ ferma un momento…
L’infermiera tirò fuori la sua bacchetta, fece un rapido gesto e il polso di Julia tornò tutto intero.
Infermiera: va bene, dovrebbe bastare. Però la prossima volta cerca di fare più attenzione.
Julia: va bene. Grazie!
Isabelle: (arrabbiata) ma come avete fatto? Era solo un allenamento!
Scarlett: ehm… a quanto pare uno dei nuovi battitori ha bisogno di un altro po’ di pratica…
Julia: comunque non era niente di grave, no? E poi guarda qua, il polso è di nuovo a posto! Sono formidabili questi dottori maghi!
Isabelle: si chiamano guaritori.
Julia: sì, proprio loro!
Proprio in quel momento la porta dell’infermeria si aprì di nuovo. In una scuola piena di maghi principianti succedono spesso gli incidenti più strani, quindi l’infermiera era abituata a quel continuo andirivieni di studenti.
Isabelle: (sorpresa) Randall!?
Randall: ciao, come mai siete tutte qui?
Scarlett: incidente di quidditch. Voi invece che avete combinato?
Randall: beh, ecco…non so se ve l’avevamo già detto, ma ci stavamo annoiando, quindi abbiamo iniziato a lavorare a un nuovo … ehm… progetto.
Randall: visto che l’anno scorso abbiamo capito che la magia non sembra andare molto d’accordo con i circuiti e con gli algoritmi, stavolta stiamo provando a lavorare con qualcosa che usasse solo la magia. È lo stesso principio delle radio dei maghi, o della macchina congelante che hanno portato qui a Hogwarts l’anno scorso, quindi dovrebbe funzionare, no?
Hershel: in pratica stiamo provando a fare un incantesimo che ci permetta di comunicare a distanza, per fare qualcosa che funzioni come i telefoni dei babbani.
Randall: stiamo usando una radio, una di quelle dei maghi, come riferimento. Anche lì c’è un capo da cui entra il suono e un altro da cui esce, no?
Hershel: però abbiamo qualche problemino a fare viaggiare il suono in entrambe le direzioni.
Randall: in pratica di solito il primo segnale arriva senza problemi, ma appena proviamo a trasmettere una risposta il prototipo prende fuoco, oppure esplode.
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Randall: … ed eccoci qua.
Isabelle: (scuote la testa) se vi vedesse Victoria, cosa vi direbbe?
Randall e Hershel: (in coro) che ci abbiamo messo troppo fosforo.
Tutti gli altri li stavano guardando con aria piuttosto perplessa, questi esperimenti dei fratelli Collins stavano diventando sempre più assurdi.
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La vita dei ragazzi continuò tranquilla e senza ulteriori scossoni fino alla fine del loro settimo anno a Hogwarts. Soprattutto durante l'ultimo semestre avevano dovuto studiare come dei pazzi per passare gli esami finali, che li avevano tenuti occupati fino a pochi giorni prima. Era ormai arrivato il momento di salutare per sempre il posto che era stato la loro casa per i sette anni precedenti.
Randall: questo è l’ultimo giorno che passiamo qui a Hogwarts, ci pensate?
Scarlett: credo proprio che questo posto mi mancherà un sacco.
Isabelle: sì, anche a me…
Randall: aspettate un attimo, forse ho un’idea! Devo solo andare a prendere una cosa nel mio dormitorio, torno subito!
Detto questo si diresse con passo svelto giù per le scale della torre.
Isabelle: secondo voi dove sta andando?
William: a prendere una macchina fotografica, temo.
Scarlett: riesci a Vedere se è una di quelle a cui sta lavorando lui per caso?
William: … non ne sono sicuro, ma da quanto Vedo per lo meno non dovrebbe esploderci in faccia.
Randall tornò poco dopo e iniziò a trafficare con quello che aveva portato per fissare la macchina fotografica al cavalletto. Intanto faceva segno agli altri di mettersi proprio di fronte.
Randall: ecco qui! Pronti per fare qualche foto?
William: (prudente) cos'hai fatto di preciso a quella macchina fotografica?
Randall: non molto. A parte il fatto che fa le fotografie da sola, ovviamente. Non vorrai mica lasciare qualcuno fuori dall’inquadratura, no?
Isabelle: un bel sorriso, su!
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E così finiscono gli anni a Hogwarts dei nostri quattro protagonisti. Ma la storia non finisce mica qui, devono ancora succedere un sacco di cose!
Come se la caveranno come sim adulti, nel mondo vero? Lo scopriremo più avanti, con l’inizio della terza parte!
Come se la caveranno come sim adulti, nel mondo vero? Lo scopriremo più avanti, con l’inizio della terza parte!
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Ed è ora di dare inizio anche alla terza parte! Il respiro questa volta sarà un po' diverso, perché ormai i protagonisti non si troveranno più a Hogwarts. Il grosso della terza parte sarà ambientato nell'anno .11 della storia, ma prima ci sarà una parentesi piuttosto ampia in cui vi racconterò qualcosa sulle strade che quei quattro hanno deciso di intraprendere dopo il loro diploma
Finita questa parentesi, non tarderanno a mettersi nei casini come loro solito, non temete
(PS. questa parte è anche quella per cui ho dovuto inventare più dettagli sul Mondo Magico in assoluto. In fondo sia nei libri che nei film non ci fanno vedere molto di come funzionino le cose al di fuori di Hogwarts...
Da qui in poi i ragazzi passeranno anche da adolescenti ad adulti, quindi le facce cambieranno un po')
Finita questa parentesi, non tarderanno a mettersi nei casini come loro solito, non temete
(PS. questa parte è anche quella per cui ho dovuto inventare più dettagli sul Mondo Magico in assoluto. In fondo sia nei libri che nei film non ci fanno vedere molto di come funzionino le cose al di fuori di Hogwarts...
Da qui in poi i ragazzi passeranno anche da adolescenti ad adulti, quindi le facce cambieranno un po')
Gli Oracoli del Bronx
Subito dopo il suo ritorno a casa dall’ultimo anno a Hogwarts, William sentiva la necessità di raccogliere le idee prima di decidere cosa fare della sua vita.
Era da ormai un paio d’anni, da dopo l’attacco della Resistenza in effetti, che si era messo in testa di voler imparare a sfruttare come si doveva il suo Occhio interiore per tirare fuori qualcosa di utile da quella gran scocciatura che gli era toccata.
Aveva però un grossissimo problema: non sapeva da che parte iniziare.
William: che succede?
William non sembrava neppure lontanamente sorpreso, suo padre capì subito che l’aveva già Visto arrivare da un pezzo.
Sig. Walker: (serio) William, ti devo parlare.
William: di che si tratta?
Sig. Walker: tua nonna voleva che ti dessi questo, non appena ti fossi diplomato a Hogwarts. A detta sua, forse loro potrebbero aiutarti.
Senza dire nulla, William prese il volantino che suo padre gli stava porgendo.
Da quando aveva letto per la prima volta quel piccolo opuscolo aveva pensato parecchio a quella proposta. A prima vista sembravano servirgli su un piatto d’argento proprio quello di cui aveva bisogno: altri Veggenti in grado di insegnargli come interpretare le sue Premonizioni e i suoi Sogni.
D’altra parte, però, per partecipare alle attività di quel Circolo sarebbe stato costretto ad andare fino a New York, che era dall’altra parte dell’Oceano.
William si era preso tempo per valutare quella proposta, cercando di non trascurare nessun dettaglio.
Anche i suoi amici e sua sorella, per quanto volenterosi, non erano di grande aiuto. Avevano opinioni molto discordanti e finivano solo con il confondergli ancora di più le idee.
Isabelle: ma… ma è proprio quella New York?
William: ne conosci altre?
Isabelle: no…
Scarlett: in teoria prendendo una passaporta il viaggio non dovrebbe essere troppo difficile. E anche gli orari delle passaporte per l’America non sono tanto male, ce ne sono due o tre tutti i giorni.
Isabelle: sul serio?
Scarlett: sì, sono sicura perché conosco un paio di amici di Lucas che adesso sono a Boston. Loro riescono addirittura a tornare qui tutti i fine settimana.
William: uhm, sarà. Sinceramente non mi sono mai piaciute particolarmente le passaporte.
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Randall: ma che sono quelle facce? È un’ottima occasione per imparare davvero qualcosa su quello che fanno i Veggenti seri, secondo me dovresti andarci!
Morgan: sì, sono d’accordo con Randall. Se fossi al tuo posto, non ci penserei due volte prima di partire!
William: … lo so.
Morgan: quindi cosa pensi di fare?
Sinceramente l’idea di andare fino a New York non lo allettava per niente. Doveva però cercare di tenere bene a mente il motivo per cui doveva andarci: quella era la sua unica vera opportunità per diventare un Veggente con licenza. E poi, anche se le cose fossero andate male, poteva sempre tornarsene a casa. In pratica, anche nel peggiore dei casi tutto quello che rischiava era di perdere tempo per qualche mese.
Oggettivamente, la scelta più sensata sembrava quella di tentare.
William: (riluttante)… suppongo che provarci non mi costi nulla.
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La sede degli Oracoli del Bronx era proprio nel bel mezzo dell'omonimo quartiere di New York. Per nasconderla dalle attenzioni dei babbani avevano deciso di non ricorrere a incantesimi complicati e astrusi, ma avevano preferito mimetizzarla semplicemente in mezzo a tutti gli edifici circostanti.
Quindi, visto da fuori, quel posto sembrava solo un vecchio complesso un po’ fatiscente come tanti. William doveva ammettere che quel posto non faceva esattamente una buona prima impressione.
???: ehi, ciao! Tu sei quello nuovo, vero?
William: ah ah.
???: allora io sono il tuo compagno di stanza, mi chiamo Lorenzo. Invece tu sei…
William: William.