Natalie: non preoccuparti troppo, non vi butteranno subito in mezzo alla corsia. Per adesso farete tante lezioni di teoria, e poi pian piano vi faranno vedere i vari reparti.
Isabelle: oh, bene.
???: LeRoy, che sta combinando laggiù? Si dia una mossa!
Natalie: Arrivo!
(a Isabelle) senti, se hai bisogno di una mano puoi mandarmi un gufo, va bene? Io adesso devo proprio scappare, ciao!
Isabelle: ciao!
Isabelle non sapeva se sentirsi sollevata o meno per quell’incontro. Di sicuro sapere di conoscere almeno qualcuno là dentro la tranquillizzava un po’, ma d’altro canto vedere Natalie così indaffarata le dava da pensare. Quanto poteva mai essere impegnativo quel corso? Per saperlo non le restava che farsi coraggio, e sperimentarlo di persona.
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Prof: … mentre invece l’incantesimo “Epismendo” può essere utile per curare ferite di lieve entità. Domani ci eserciteremo con questo incantesimo, ma per oggi direi che possiamo concludere qui la lezione.
Isabelle riarrotolò la pergamena su cui prendeva i suoi appunti, e guardò il suo orologio. Erano già le sei e mezza di sera.
I corsi per diventare guaritore erano molto pesanti, e per seguirli tutti Isabelle era costretta a passare tutto il giorno al San Mungo.
Le sere invece le passava quasi tutte studiando e scrivendo relazioni. Era molto faticoso, e il tempo libero che riusciva a ritagliarsi stava raggiungendo il minimo storico. Ma era comunque molto soddisfatta di quello che stava facendo.
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Sig.ra Harris: Isa, tutto a posto?
Isabelle: sì, sono solo un po’ stanca.
(sbadiglia)
Sig.ra Harris: forza e coraggio, il weekend è quasi arrivato!
Isabelle: uhm.
Toc toc
Ormai abituate a quel suono, si girarono entrambe verso la finestra. Come si aspettavano, dall’altra parte c’era un grosso gufo con una lettera legata alla zampa. Per evitare di attirare inutilmente l’attenzione, Isabelle si sbrigò a farlo entrare in casa.
Sig.ra Harris: di chi è la lettera?
Isabelle: sembra di Julia.
Sig.ra Harris: stavo giusto iniziando a domandarmi che fine avesse fatto. Che dice?
Isabelle:
(leggendo) “Ciao Mamma, ciao Isa!
Come state? Qui i professori ci stanno sommergendo di compiti, ma per il resto tutto bene. Ho anche trovato qualcuno che mi fa ripetizioni di aritmazia, mi sembra proprio bravo quindi non dovete più preoccuparvi dei miei voti!
Oh, e abbiamo anche vinto la prima partita di quidditch dell’anno! Questa volta la Coppa del quidditch, e pure quella delle Case, non ce le toglie nessuno!
Un abbraccio a tutte e due,
Julia”
Sig.ra Harris: beh, per lo meno sembra che si stia divertendo.
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Toc toc
Isabelle si svegliò di soprassalto, confusa. L’orologio segnava l’una di notte, e la lampada sulla scrivania era ancora accesa. Si rese conto di essersi addormentata sulla relazione che stava finendo di scrivere solo quando la piuma che stava usando per scrivere le si staccò dalla sua guancia, ricadendo sulla pergamena con un piccolo tonfo.
Toc toc
Isabelle:
(assonnata) ah già, il gufo...
Stiracchiandosi per cercare di svegliarsi un po’, si sbrigò ad andare alla finestra per lasciar entrare il gufo postino. Sulla lettera, riconobbe subito la calligrafia un po’ spigolosa di Handir.
Nonostante l’ora, la stanchezza e la relazione da finire, si affrettò comunque a leggere cosa le avesse scritto. Era da quasi una settimana che Handir non le scriveva più, iniziava ad essere davvero preoccupata.