I quattro colori di Hogwarts

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§HermioneSims§
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#371

Visto che l'attesa di una risposta stava rendendo Isabelle era sempre più ansiosa, Handir decise di invitare i loro amici, sperando che riuscissero a tirarla un po’ su di morale.

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Scarlett: sta’ tranquilla, sono sicura che risponderanno presto.
Randall: e poi, con i voti che hai preso ai MAGO, hai ottime probabilità di passare.
Isabelle: … uhm, se lo dite voi…

William: non per interrompervi, ma credo proprio che stia arrivando un gufo.

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Isabelle: cosa? È la lettera d’ammissione?
William: (vago) … può darsi.

Isabelle corse allora alla finestra, cercando di avvistare quel gufo postino.

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Approfittando della sua distrazione, Scarlett e Randall si girarono verso William con un’espressione interrogativa. Lui doveva già aver Previsto il contenuto della lettera, quindi volevano saperlo anche loro! In risposta, William si limitò a fare un gesto di “ok” con la mano per poi tornare alla postura impassibile che aveva mantenuto fino a quel momento.

Ignara di quel discorso muto alle sue spalle, Isabelle era finalmente riuscita a prendere la lettera di risposta da un gufo un po’ riluttante e stava tornando a sedersi al suo posto.

Scarlett: (impaziente) cosa aspetti, leggila!

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Isabelle: (leggendo) “Ogni anno ci pervengono numerosissime richieste di ammissione ai nostri corsi e per noi è sempre un sommo dispiacere dover respingere tanti giovani talentuosi…” non promette bene.
Handir: non è mica finita così, no?
Isabelle: … in effetti no. (ricomincia a leggere) “ad ogni modo, stando alle Sue credenziali, siamo lieti di ammetterla ai nostri corsi. In allegato troverà gli orari e l’elenco delle attrezzature di cui avrà bisogno per seguire le lezioni.”

Seguivano poi i saluti e una firma tutti svolazzi che non riusciva a decifrare.

Isabelle: (emozionata) ma allora…

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Handir: ti hanno preso! Bravissima Isa!
Scarlett: cosa ti avevamo detto, ero sicurissima che ti avrebbero presa!
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#372

Ancora emozionata per l’ammissione, Isabelle andò a Diagon Alley per comprare tutto quello che le sarebbe servito per le prime lezioni. Tornò a casa solo nel tardo pomeriggio, carica di borse dalle forme più strane.

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Isabelle: ciao a tutti!
Handir: ehi, ciao! Com’è andata oggi?
Isabelle: bene… ma come mai siete così indaffarati?
Julia: devo preparare il baule, domani si torna a Hogwarts!
Isabelle: oh.

Era vero. Ormai l’inizio di settembre era alle porte, Julia doveva tornare a Hogwarts per iniziare il suo quarto anno. E anche Handir doveva tornare là, visto che lavorava ancora come custode. Poteva sembrare stupido, ma con tutti gli impegni che aveva se n’era dimenticata.

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Handir: (preoccupato) Isa? Cosa c’è che non va?
Isabelle: … ci ho pensato solo adesso. Quest’anno io non posso più tornare a Hogwarts, mentre tu devi restare lì tutto l’anno, per fare il custode.
Handir: ah. Non preoccuparti, non vuole dire che non possiamo più vederci! Non sono mica rinchiuso là dentro, no?
Isabelle: … sì, è vero.

Però voleva dire che sarebbe diventato molto più faticoso riuscire a incontrarsi. Muoversi da Hogwarts era sempre molto complicato, visto che non ci si poteva né smaterializzare né usare la metropolvere entro i confini della scuola. E comunque Handir non poteva usare nessuno di quei metodi per spostarsi.

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Fino a quel momento lei e Handir non erano mai stati tanto lontani l’uno dall’altra, perché durante l’anno scolastico erano entrambi a Hogwarts e durante le vacanze erano a casa di Isabelle. Da quel momento invece sarebbe stato tutto molto diverso.

Handir: tranquilla, troveremo una soluzione. Giusto?
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Il primo giorno di lezione era anche stato il suo primo giorno in assoluto passato al San Mungo. In quel momento Isabelle, come la maggior parte degli altri studenti presenti, si sentiva del tutto fuori posto e anche un po’ impacciata nella sua nuova divisa.
C’erano guaritori che correvano indaffarati da tutte le parti, pazienti che facevano avanti e indietro di continuo (ma quel signore aveva davvero una teiera incastrata in testa?), e tutti sembravano avere una fretta allucinante. Sarebbe mai riuscita a lavorare lì anche lei?

???: (sorpresa) ehi Isa, sei tu?

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Isabelle si girò per vedere chi la stesse chiamando. Rimase molto sorpresa vedendo che si trattava di Natalie, una sua amica tassorosso di un anno più grande di lei. Sembrava un po’ trafelata, ma per il resto era proprio come se la ricordava

Isabelle: ciao Natalie! Ma quindi studi qui anche tu?
Natalie: sì. Invece tu inizi oggi, vero?
Isabelle: sì.
Natalie: agitata, vero?
Isabelle: in effetti… un sacco.
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#373

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Natalie: non preoccuparti troppo, non vi butteranno subito in mezzo alla corsia. Per adesso farete tante lezioni di teoria, e poi pian piano vi faranno vedere i vari reparti.
Isabelle: oh, bene.
???: LeRoy, che sta combinando laggiù? Si dia una mossa!
Natalie: Arrivo! (a Isabelle) senti, se hai bisogno di una mano puoi mandarmi un gufo, va bene? Io adesso devo proprio scappare, ciao!
Isabelle: ciao!

Isabelle non sapeva se sentirsi sollevata o meno per quell’incontro. Di sicuro sapere di conoscere almeno qualcuno là dentro la tranquillizzava un po’, ma d’altro canto vedere Natalie così indaffarata le dava da pensare. Quanto poteva mai essere impegnativo quel corso? Per saperlo non le restava che farsi coraggio, e sperimentarlo di persona.
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Prof: … mentre invece l’incantesimo “Epismendo” può essere utile per curare ferite di lieve entità. Domani ci eserciteremo con questo incantesimo, ma per oggi direi che possiamo concludere qui la lezione.

Isabelle riarrotolò la pergamena su cui prendeva i suoi appunti, e guardò il suo orologio. Erano già le sei e mezza di sera.
I corsi per diventare guaritore erano molto pesanti, e per seguirli tutti Isabelle era costretta a passare tutto il giorno al San Mungo.

Le sere invece le passava quasi tutte studiando e scrivendo relazioni. Era molto faticoso, e il tempo libero che riusciva a ritagliarsi stava raggiungendo il minimo storico. Ma era comunque molto soddisfatta di quello che stava facendo.
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Sig.ra Harris: Isa, tutto a posto?
Isabelle: sì, sono solo un po’ stanca. (sbadiglia)
Sig.ra Harris: forza e coraggio, il weekend è quasi arrivato!
Isabelle: uhm.

Toc toc

Ormai abituate a quel suono, si girarono entrambe verso la finestra. Come si aspettavano, dall’altra parte c’era un grosso gufo con una lettera legata alla zampa. Per evitare di attirare inutilmente l’attenzione, Isabelle si sbrigò a farlo entrare in casa.

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Sig.ra Harris: di chi è la lettera?
Isabelle: sembra di Julia.
Sig.ra Harris: stavo giusto iniziando a domandarmi che fine avesse fatto. Che dice?
Isabelle: (leggendo) “Ciao Mamma, ciao Isa!
Come state? Qui i professori ci stanno sommergendo di compiti, ma per il resto tutto bene. Ho anche trovato qualcuno che mi fa ripetizioni di aritmazia, mi sembra proprio bravo quindi non dovete più preoccuparvi dei miei voti!
Oh, e abbiamo anche vinto la prima partita di quidditch dell’anno! Questa volta la Coppa del quidditch, e pure quella delle Case, non ce le toglie nessuno!
Un abbraccio a tutte e due,
Julia”
Sig.ra Harris: beh, per lo meno sembra che si stia divertendo.
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Toc toc

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Isabelle si svegliò di soprassalto, confusa. L’orologio segnava l’una di notte, e la lampada sulla scrivania era ancora accesa. Si rese conto di essersi addormentata sulla relazione che stava finendo di scrivere solo quando la piuma che stava usando per scrivere le si staccò dalla sua guancia, ricadendo sulla pergamena con un piccolo tonfo.

Toc toc

Isabelle: (assonnata) ah già, il gufo...

Stiracchiandosi per cercare di svegliarsi un po’, si sbrigò ad andare alla finestra per lasciar entrare il gufo postino. Sulla lettera, riconobbe subito la calligrafia un po’ spigolosa di Handir.
Nonostante l’ora, la stanchezza e la relazione da finire, si affrettò comunque a leggere cosa le avesse scritto. Era da quasi una settimana che Handir non le scriveva più, iniziava ad essere davvero preoccupata.
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#374

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... a parte una piccola infestazione di alghe nel lago, qui va tutto bene. Credo di averle convinte a spostarsi un po’ più a nord, speriamo che mi ascoltino.
Ti ho anche trovato un po’ di artemisia per le tue pozioni, l’ho messa nella busta.
A te invece come vanno le cose?
Adesso devo andare perché ho un sacco di cose da fare, ci vediamo presto!

Un bacio

Tuo, Handir


Isabelle prese una pergamena e una penna per scrivere una risposta, con un sospiro. Handir aveva continuato a scriverle come promesso, ma le sue lettere si facevano sempre più vaghe. “Ho un sacco di cose da fare” aveva scritto, ma di che cosa poteva mai trattarsi? Ormai quella situazione andava avanti da un po’, e Isabelle non riusciva a evitare di pensare: "che mi stia nascondendo qualcosa?"

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#375

Sono curiosissima di sapere se davvero Handir nasconde qualcosa o se davvero è molto occupato!
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#376

Off Topic
Lo scopriremo subito Tati, don't worry ;)
Capitolo 51.8 Parte II

Novembre 2021, locanda “I tre manici di scopa”

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Randall: ciao Isa!
Scarlett: ciao!
Isabelle: (trafelata) ciao! Scusate il ritardo, ci ho messo più tempo del previsto a finire la relazione… ehi, ma manca ancora anche Will?
Randall: ho sentito che si sono di nuovo ritardi con le passaporte.
Isabelle: oh, mi dispiace per lui.
Scarlett: aveva solo da partire prima.
William: (sbucandole alle spalle) peccato che anch’io abbia da fare, sai?

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Scarlett: (sorpresa) ah! Ma sei scemo? Guarda che hai seriamente rischiato di…
William: …di beccarmi uno schiantesimo in mezzo alla fronte, lo so.

E sapeva anche che non stava scherzando. Scarlett infatti stringeva già in mano la sua bacchetta magica, ed era anche già pronta a lanciare il suo incantesimo.

Randall: bentornato Will. Com’è andato il viaggio?
William: un caos allucinante, non farmici pensare…

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Scarlett: ehi Isa, ma Handy come sta? È da un sacco che non lo vedo più.
Isabelle: bene, credo.
Randall: in che senso “credo”?
Isabelle: … è da quasi una settimana che non lo sento. Sono un po’ preoccupata, gli ho scritto due giorni fa ma non mi ha ancora risposto.
Scarlett: strano, non lo aveva mai fatto prima, no?
William: forse è solo colpa di un gufo, potrebbe essersi perso.
Isabelle: uhm, sì, forse. Stasera proverò a scrivergli di nuovo.
Randall: sono sicuro che non si tratta di nulla di grave.

Anche Isabelle avrebbe tanto voluto pensarla così, ma non riusciva proprio a levarsi dalla testa il sospetto che Handir le stesse nascondendo qualcosa.
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Tra una chiacchiera e l’altra, era arrivata a casa a mezzanotte passata. Isabelle era stanca morta e rientrò sbadigliando vistosamente.

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Arrivata in camera sua, iniziò a cercare tutto l’occorrente per scrivere una lettera. Doveva assolutamente contattare Handir in qualche modo prima di andare a dormire...

Toc toc

Sorpresa da quel suono, Isabelle si girò di scatto verso la finestra. Fuori c’era un grosso gufo che picchiettava sulla finestra.

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Isabelle lo fece immediatamente entrare in casa e recuperò il biglietto legato alla sua zampa. Sopra c’era scritto:

Ciao Isabelle!
Domani pensi di riuscire a venire a Hogsmeade? C’è una cosa che devo assolutamente farti vedere, non sto più nella pelle!

Handir


Isabelle tirò un sospiro di sollievo: quindi Handir stava bene, e si sarebbero rivisti il giorno dopo!
Scrisse la sua risposta sul retro del biglietto, e riconsegnò il foglietto al gufo perché lo riportasse a Handir.
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#377

Isabelle: (tra sé e sé) uhm, mi sa che sono un po’ in anticipo...

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Julia: (sorpresa) ehi Isa! Ciao!
Isabelle: Julia! Che ci fai qui?
Julia: oggi abbiamo la prima uscita dell’anno a Hogsmeade. Se ci fai caso c’è mezza scuola in giro.
Isabelle: oh. Non l’avevo notato.
Julia: distratta, eh? Fammi indovinare, oggi ti devi vedere con Handir!
Isabelle: in effetti sì.

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Julia: ma va tutto bene? Sembri preoccupata.
Isabelle: sì, cioè no, ...
Julia: che succede?
Isabelle: è solo che... che ultimamente non ci siamo sentiti molto. E poi è sempre molto vago su quello che fa, non mi scrive granché. Ho come l’impressione che mi stia nascondendo qualcosa, ecco.
Julia: uhm, ultimamente in effetti lo si vede poco anche a scuola...
Isabelle: (preoccupata) che? Sul serio?
Julia: ma sono sicura che non sia niente di importante. Cioè, è Handir, no? Che potrebbe mai nasconderti di tanto preoccupante?
Isabelle: uhm...

Julia era rimasta con lei ancora per qualche minuto a parlare del più e del meno prima di salutare la sorella e tornare verso Hogwarts. Isabelle non aveva capito i dettagli, ma dovevano c’entrare delle ripetizioni di Aritmazia.

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Rimasta di nuovo da sola, Isabelle si risedette sulla panchina che si trovava alle sue spalle. Sperava vivamente che Handir arrivasse presto, perché non ne poteva più di rimuginare sui dubbi degli ultimi giorni.
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Isabelle: Ciao Handy!
Handir: Ciao Isa! Che ne dici di una passeggiata?

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Handir: ci siamo quasi, non è che potresti chiudere gli occhi?
Isabelle: va bene. Da che parte…
Handir: tranquilla, ti accompagno io.

Handir in quel momento sembrava non stare più nella pelle dall’emozione, che poteva avere in mente? Il suo comportamento ricordava un po’ a Isabelle quella volta in cui le aveva regalato una coroncina di rametti e fiori fatto a mano apposta per lei. È inutile dire che in quel momento quel cappello era gelosamente custodito nel suo armadio.

E se con tutto quel mistero Handir stesse solo provando a farle di nuovo una sorpresa? Ma che tipo di sorpresa poi? Aveva fatto il vago per mesi interi, che tipo di sorpresa poteva richiedere tutto quel tempo per poterla preparare?

Handir: eccoci qui, siamo arrivati.
Isabelle: posso aprire gli occhi adesso?
Handir: certo che sì. Sorpresa!
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#378

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Erano davanti a una piccola casetta, ai limiti del villaggio di Hogsmeade e vicino ai confini della Foresta. Isabelle iniziò subito a guardarsi attorno, per cercare di capire cosa Handir volesse mostrarle.

Vedendola un po’ confusa, Handir si affrettò a chiarire dicendo:

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Handir: Isa, ti andrebbe di venire ad abitare qui, insieme a me?
Isabelle: c-cosa? Vuoi dire che... la casa...!?
Handir: (soddisfatto) mi ci è voluto un po’ per finirla, ma è venuta abbastanza bene, no?
Isabelle: n-non vorrai mica dire che l’hai costruita tu?!
Handir: in effetti sì. Ma per le scartoffie mi ha dato una mano il Preside Powell, lo sai che con quella roba non ci capisco niente.

Isabelle ci mise un po’ per mettere a fuoco cosa le avesse appena chiesto Handir, era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di sentirsi dire.

Ecco perché faceva il vago ed era sempre così indaffarato! Stava costruendo un’intera casa, una casa in cui potessero abitare insieme, e voleva che per lei fosse una sorpresa!

Era talmente stupefatta da non riuscire a dire niente. Ad ogni modo il suo silenzio era abbondantemente compensato da Handir, che invece era impaziente come non mai di mostrarle il suo regalo e non riusciva a restare in silenzio per un secondo di più.

Handir: aspetta, adesso ti faccio vedere anche cosa c’è dentro.

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Handir: (emozionato) siamo proprio sul limite esterno della Foresta Proibita, quindi da qui mi ci vogliono cinque minuti scarsi per arrivare a Hogwarts. E secondo il Preside va bene lo stesso se abito qui e non nella capanna. Tu invece riesci ad andare dappertutto smaterializzandoti, e se vuoi il Preside ha anche fatto collegare un camino alla metropolvere. Quindi dovresti riuscire ad andare dove vuoi senza problemi, credo. E non preoccuparti, ci ho messo tutte le cose di una casa vera: di là ci sono anche la cucina, la camera per dormire e pure il bagno.

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Detto questo non trovò altro da dire, ma la sua mente era ancora affollata da molti pensieri.

Fino a pochi anni prima Handir non sapeva neppure cosa fosse una casa, la maggior parte della sua vita l’aveva vissuta nella Foresta indossando un vestito di foglie. Durante quegli anni non era mai stato davvero felice, ma neanche gli anni successivi erano stati facili per lui. Aveva dovuto mimetizzarsi tra i maghi e imparare le loro usanze per non essere scoperto.

Se non fosse stato per la presenza rassicurante di Isabelle, che era stata al suo fianco per tutto quel tempo, probabilmente non ce l’avrebbe fatta a resistere. E percepiva con assoluta chiarezza che anche per lei la sua presenza fosse importante. Si era spremuto le meningi per settimane cercando un modo per poter di nuovo stare assieme, come facevano quando lei era ancora a scuola.

E in quel momento tutto l’impegno, la costanza e il buon cuore che aveva messo nella costruzione di quella casa erano chiari come il sole anche a Isabelle. Aveva pensato a tutto, e l’aveva fatto sempre pensando a lei. Come poteva dirgli di no?

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Isabelle: grazie mille Handy!
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#379

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Randall: (perplesso) l’indirizzo sembra proprio questo.
Scarlett: secondo voi perché ci hanno chiesto di venire qui?
Randall: non so, sembra solo una casetta.
Scarlettt Will, non è che per caso Vedi qualcosa di utile?
William: (vago) stando all’invito, ci hanno invitato qui a pranzo. Quindi suppongo che dovremmo bussare alla porta.

Con un sorrisetto divertito e senza aggiungere altre spiegazioni, si incamminò verso la porta d’ingresso e bussò senza nessuna esitazione.

Ancora più perplessi di prima, Scarlett e Randall lo seguirono. William doveva aver già Previsto quello che stava per succedere, ma sembrava pure che si stesse divertendo da matti a tenersi quello che già sapeva per sé.

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Handir: ciao ragazzi, come va?
Scarlett: ma cosa…?
Handir: adesso vi spiego, ma intanto venite a tavola, o si raffredderà tutto.
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Randall: è tutto buonissimo, complimenti Isa!
Isabelle: oh, grazie.
Scarlett: ma quindi adesso voi abitate qui? Da soli?
Isabelle: sì.
Scarlett: ma tua madre non ha detto niente?
Isabelle: in effetti ci è rimasta un po’ male, perché così è di nuovo da sola a casa. Però è d’accordo con me, questa è la soluzione migliore. E poi passo comunque almeno un paio di volte a settimana passo da casa a vedere come sta.

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Randall: ehi Handy, ma quindi hai costruito tutto tu?
Handir: beh, quasi tutto. Per esempio la stufa l’ho solo comprata.
Randall: ma come hai fatto con le travi portanti? Sembrano pesantissime!
Handir: (con un’alzata di spalle) sono fatte di legno, non è stato così difficile convincerle ad andare al posto giusto.
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#380

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Ma quindi era quello l’elfo che avevano esiliato perché non riusciva neppure ad entrare in comunione con la Foresta?

Eppure quel posto era pieno zeppo di magia elfica, e la fonte non poteva che essere lui.

Doveva immediatamente tornare alla Radura e avvisare gli altri elfi di quanto aveva appena visto.
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