I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#181

Isabelle e Randall, dopo aver controllato che nessuno li stesse guardando, gli andarono incontro. Stranamente Handir non tentò neanche di nascondersi, evidentemente voleva proprio parlare con loro.

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Isabelle: ciao Handir!
Randall: come mai sei così vicino al lago?
Handir: (spaesato) mi… mi hanno cacciato.
Isabelle: come cacciato? Chi?
Handir: gli altri elfi, mi hanno cacciato dalla Foresta.
Randall: cosa? Ma perché?
Handir: dicono che non sono in comunione con la Foresta, e che interferisco con la loro armonia…
Isabelle: ma adesso dove andrai?
Handir: non lo so…

Sembrava proprio abbattuto, dovevano aiutarlo in qualche modo. Ma cosa potevano fare? Nasconderlo? Aiutarlo ad andare in un altro bosco? Qualsiasi possibile ipotesi sembrava molto rischiosa, visto che per quanto ne sapessero nessuno era a conoscenza dell’esistenza di elfi come lui in quella Foresta, e che quindi nessun altro doveva vederlo.

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Randall: con quelle orecchie sei troppo riconoscibile, dobbiamo trovare il modo di nasconderti da qualche parte.
Isabelle: ma dove possiamo nasconderlo?
Randall: se non erro la capanna del custode è rimasta praticamente abbandonata. E non è neanche lontana da qui.

Dopo l’annetto passato ad Azkaban per una falsa accusa, il custode si era ritirato e adesso si stava godendo la pensione. Da allora il Preside non era ancora riuscito a trovare un sostituto, quindi la casupola in cui viveva era rimasta vuota.



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Randall: per il momento non possiamo fare di meglio, ma cercheremo di farci venire in mente qualcos’altro.
Isabelle: dovremo anche portarti qualcosa da mangiare.
Randall: giusto. Tu cosa mangi, Handir?
Handir: piante, radici, semi… ogni tanto anche uova.
Randall: ok, credo sia vegetariano. Più o meno.
Isabelle: vado a cercare qualcosa in cucina, torno subito.

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Il caso volle che il Preside stesse guardando fuori dalla finestra del suo ufficio proprio nel momento in cui Isabelle uscì nella capanna.

Preside Powell: che ci fa una studentessa nella capanna del custode? Meglio che dia un’occhiata.
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#182

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Isabelle: ho trovato solo questo. Un po’ di pane, delle noci e un po’ di frutta.
Handir: andranno benissimo, grazie.

E iniziò a mangiare le noci, rompendole con un sasso che aveva trovato a terra.

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Preside Powell: ma guarda un po’, Harris, Collins e… vi dispiacerebbe presentarmi anche il vostro amico?

I ragazzi erano rimasti senza parole: Handir era stato scoperto dopo neanche un’ora da quando lo avevano nascosto là dentro! Erano probabilmente i peggiori complici di tutta la storia!

Randall: beh, ecco…

Ci misero quasi cinque minuti per spiegare al Preside Powell degli elfi della Foresta e di come Handir li avesse già aiutato in passato.

Preside Powell: (pensieroso) potrei aver letto qualcosa sul loro conto nella biblioteca della scuola, in qualche vecchio libro del reparto proibito…

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Preside Powell: ad ogni modo, come mai adesso si trova qui?
Isabelle: gli altri elfi lo hanno cacciato dalla Foresta! Non potevamo lasciarlo da solo, non sa dove andare!
Preside Powell: ti hanno cacciato? Perché?
Handir: (abbattuto)… a quanto pare non sono in comunione con la Foresta.
Preside Powell: da quanto mi avete detto, sembra quantomeno peculiare, per un elfo della Foresta.

Ma, pensandoci meglio, era anche strano che avesse aiutato i maghi già anni prima, e che le prime persone a cui aveva pensato di chiedere aiuto fossero degli studenti della scuola. Quel giovane elfo sembrava nutrire molta fiducia nei maghi, dopotutto. Questo gli diede un’idea, quella capanna era rimasta vuota troppo a lungo…

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Preside Powell: forse ho una proposta che potrebbe interessarti.
Handir: …?
Preside Powell: Cosa ne diresti di restare qui? Non nascosto, come nuovo Custode e Guardiacaccia intendo.
Handir: cosa?
Preside Powell: così saresti ancora vicino al bosco, ma non abbastanza da infastidire gli altri elfi. E potresti anche passare tutto il tempo che vuoi con i maghi. Senza restrizioni.

Per Handir quella proposta era troppo bella per essere vera. Aveva passato tutta la vita a nascondere la sua curiosità per i maghi e il suo disinteresse per la monotonia della Foresta e dei suoi occupanti. E adesso gli proponevano di andare a vivere con i maghi!

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Preside Powell: certo, se non vuoi che il Ministero si accorga di te dovrai tenere sempre le orecchie coperte, ma per il resto non dovrebbe esserci nessun problema.
Handir: dice sul serio?
Preside Powell: mai stato tanto serio. Ti procurerò dei vestiti un po’ meno vistosi e, non appena sarai adeguatamente.. ehm… camuffato, potrai iniziare a fare il custode di Hogwarts.
Handir: non so come ringraziarla, signor…
Preside Powell: sono il Preside Powell.
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#183

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Handir: ma le scarpe devono per forza essere così pesanti?

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Randall: ha ragione il Preside, così non ti riconoscerebbe nessuno.
Isabelle: forse dovremmo anche pensare a un nome che suoni un po’ meno… elfoso.
Randall: che ne dici di Handy? In pratica tagli solo l’ultima R, sarebbe una specie di nomignolo.
Handir: Handy?
Isabelle: sì, così suona come un nome da mago. Potrebbe funzionare.

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Come potevo farmi scappare l'occasione di avere una "Capanna di Handir"? XD
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#184

Capitolo 25.5:
Hogsmeade


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Isabelle: mentre quello è un fornello. Serve a cuocere il cibo, sai?
Handir: uhm… cuocere?
Isabelle: prima di mangiare qualcosa noi lo scaldiamo sul fuoco, di solito.
Handir: cosa? Ma il fuoco è molto pericoloso!
Isabelle: ma il fornello è fatto apposta.
Handir: uhm, credo di poterne fare a meno.
Isabelle: puoi anche usarlo per preparare il tè.
Handir: tè?
Isabelle: è una bevanda calda, è buonissima, sai? (Tira fuori la bacchetta) Mi passi una tazza d’acqua?

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Handir: la tazza… è questa, vero?
Isabelle: sì, proprio quella.

Isabelle borbottò una formula e l’acqua iniziò a bollire. Poi appoggiò la tazza sul tavolo e si mise a cercare qualcosa nella dispensa.

Isabelle: sono sicura che c’è… Eccolo qui! E visto che ti piacciono le cose dolci ci vorrà anche un po’ di zucchero!

Mise quindi le foglie di tè in infusione nella tazza. Qualche minuto dopo filtrò le foglie e aggiunse anche un po’ di zucchero al té.

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Isabelle: ecco qua. Assaggia.
Handir: (diffidente) se lo dici tu…

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Randall: Isa, finalmente ti ho trovata! È già tardissimo, dobbiamo sbrigarci!
Isabelle: (guarda l’ora) ah, è vero! Scusa, avevo perso di vista l’orologio!
Handir: dove dovete andare?
Isabelle: a Hogsmeade.
Handir: oh. Allora ciao.

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Handir: (sorpreso) uhm, ma è buono sul serio!
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#185

Il castello di Hogwarts sorgeva nelle vicinanze di un piccolo villaggio chiamato Hogsmeade, abitato da soli maghi e completamente sconosciuto ai babbani, e gli studenti di Hogwarts avevano il permesso di andarci per un paio di giorni all’anno per svagarsi un po’. Era inizio novembre, e quel giorno era fissata la prima uscita a Hogsmeade di quell’anno, quindi era proprio là che i ragazzi stavano andando.

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Randall: bene, ti ricordi il piano?
Isabelle: certo.
Randall: allora ci vediamo ai Tre Manici di Scopa.
Isabelle: speriamo che vada tutto bene…

Era ormai dall’inizio dell’anno che Scarlett e William si rifiutavano di parlarsi, e Randall e Isabelle erano decisi a porre fine a quella ridicola situazione, in un modo o nell’altro.


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Isabelle: certo che inizia a fare freddo, non sembra anche a te?
Scarlett: è normale a novembre, no? Piuttosto, come sta Handy?
Isabelle: dovresti venire a trovarlo anche tu, è contento quando ha qualcuno con cui parlare. Comunque mi sembra che stia abbastanza bene. Certo, deve ancora ambientarsi un po’… l’altro giorno ci ho messo dieci minuti a spiegargli che noi dormiamo nei letti e non sugli alberi.

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Randall: certo che è freschetto qui, vero?
William: ...
Randall: perché non andiamo ai Tre Manici di Scopa a berci qualcosa di caldo?
William: non ho sete.

William Vedeva già esattamente cosa aveva intenzione di fare Randall e non poteva dire niente di più diretto perché avrebbe rischiato di insospettirlo.

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William: perché invece non andiamo da Mondomago? Ho finito le pergamene, dovrei comprarne un paio.
Randall: ci possiamo sempre passare dopo, no? Così non ti devi portare dietro le pergamene per tutto il giorno.
William: però…
Randall: ho detto a Isabelle che ci saremmo visti là, non vorrai mica farla aspettare, vero?

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William: mi puoi assicurare che non ci sarà anche Scarlett?
Randall: senti, lo so che avete litigato, ma non potete continuare a evitarvi e basta come state facendo adesso, dovete risolvere la faccenda in qualche modo! Poi, se preferisci, possiamo anche lasciarti in pace, visto quanto ti piace startene da solo ultimamente.
William: (esasperato) e va bene. Vediamo di sbrigarci però, ho di meglio da fare.

Randall era un tipo insistente, quando si metteva in testa qualcosa era difficile farlo desistere. Anche se fosse riuscito a evitarlo per tutta la giornata, lo avrebbe fregato un altro giorno. Tanto valeva farla finita subito.
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#186

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Scarlett: cosa! Che ci fa lui qui?
Isabelle: Scarlett, vogliamo solo mettere le cose in chiaro una volta per tutte. State mandando al manicomio sia me che Randall, sapete?

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William: vediamo almeno di fare in fretta, ho da fare.
Scarlett: hai solo da ammettere subito di aver imbrogliato, allora!
William: ancora questa storia? Ma è ridicolo!
Randall: calmi, cerchiamo di ragionare. Scarlett, perché sei così convinta che Will abbia barato?
Scarlett: non ho idea di cosa stesse facendo, ma in qualche modo sapeva quello che stavo per fare!
Randall: (pensieroso) sarà pure un Veggente, ma al massimo ogni tanto si sogna quello succede il giorno dopo.
Isabelle: non è che per caso ti eri sognato il duello, Will?
William: no. È da un sacco di tempo che non faccio più sogni premonitori di nessun tipo, in effetti.

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Scarlett: allora deve essere qualcos’altro, ha schivato tutti i miei incantesimi come se fosse la cosa più facile al mondo! L’anno scorso avevamo già duellato a lezione, e ti eri comportato in modo completamente diverso.
Isabelle: sì, adesso mi ricordo! Mi pare che avessi vinto tu, Scarlett.
Scarlett: infatti.

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Randall: uhm, così non andiamo da nessuna parte… però forse ho un’idea: potremmo provare a fare un piccolo test, vi va?

"Ahia, la situazione si mette male", pensò William. Andandosene adesso avrebbe tacitamente ammesso di nascondere qualcosa, ma restare e superare la prova che Randall aveva in mente non sarebbe stato semplice.

Randall: Isa, Scarlett, venite qui un secondo, adesso vi spiego. Tu invece non ascoltare Will, intesi?

I tre si misero a confabulare al lato opposto del tavolo. Stavano per chiedere a Will di chiudere gli occhi e starsene lì fermo, mentre loro gli avrebbero tirato contro la prima cosa che fosse capitata loro sottomano. Ma perché volevano tutti lanciargli roba addosso, non bastava sua sorella?

Randall: Will, potresti chiudere gli occhi per un secondo?

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William: (preoccupato) che volete fare?
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#187

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Scarlett: la prova sta proprio nell’effetto sorpresa, no? Tu chiudili e basta.

William chiuse gli occhi come gli era stato chiesto. Adesso per non confermare i sospetti degli altri avrebbe dovuto solo restare fermo, qualsiasi cosa gli avessero tirato.

Pochi istanti dopo aver chiuso gli occhi iniziò a Vedere cosa stavano per lanciare: Isabelle aveva un tovagliolo, di quello non se ne sarebbe accorto neanche a occhi aperti. Randall invece avrebbe lanciato un cucchiaino, ma non c’era bisogno di preoccuparsi, data la scarsa mira del lancio: sarebbe finito contro il muro senza bisogno di schivarlo. Scarlett invece aveva preso…

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William: (si para la faccia) ma sei fuori? Una saliera?

Lo aveva fatto istintivamente. Ultimamente le sue Visioni comprendevano tutti i sensi, non solo la vista, quindi si era appena sentito prendere in piena faccia dalla grossa saliera che Scarlett teneva in mano. Gli avrebbe fatto un male cane, come le era venuto in mente?

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Scarlett: ah ah, lo sapevo! Avete visto?
William: quella cosa fa male, lo sai? Come accidenti ti è venuta in mente la saliera?

Isabelle e Randall erano rimasti a bocca aperta, non si aspettavano che la cosa funzionasse davvero. Quindi in qualche modo Will riusciva sul serio a prevedere quello stava per succedere? Non avevano mai sentito di nessuno che sapesse fare una cosa del genere, prima d’allora. Però sembrava anche l’unica spiegazione a quello che era appena successo.

Isabelle: ma… come hai fatto? Avevi gli occhi chiusi, sono sicura!
Randall: sono curioso anch’io, adesso.
Lo avevano proprio fregato. E adesso che poteva dirgli?

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Scarlett: (soddisfatta) lo sapevo che in qualche modo baravi!
William: ehm…
Randall: ma quindi prevedi… cosa prevedi di preciso?
William: beh, ecco…

William avrebbe tanto voluto riuscire a trovare una risposta plausibile per quello che era appena successo, ma non ci riusciva. A dirla tutta in quel momento faceva molta fatica a concentrarsi su qualsiasi cosa, perché quel posto era molto affollato e il filo dei suoi pensieri veniva continuamente interrotto da Premonizioni di quello che stava per succedere nel resto del locale. E poi stava per succedere qualcosa di grosso appena là fuori, anche se non riusciva ancora a Vedere chiaramente cosa…

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Isabelle: (preoccupata) Will… stai bene?
William: cos… sì, certo. Perché?
Randall: non hai detto niente un sacco di tempo, sai?
William: (distratto) …sul serio?
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#188

Cosa stava per succedere lì fuori? Vedeva solo il solito via vai di gente, niente che giustificasse una Premonizione così vivida… Un secondo, quella ragazza chi era? Non sembrava una studentessa di Hogwarts… Stava prendendo qualcosa dalla tasca, per poi lasciarlo cadere per terra, e poi…

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William: (scombussolato) accidenti…
Randall: cos’è successo?
William: appena qui fuori, una ragazzina che sta per…

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Preoccupati gli altri erano andati alla porta per vedere cosa volesse dire William. Fecero appena in tempo a vedere la ragazzina lasciar cadere a terra il piccolo oggetto che teneva in mano. Che esplose subito dopo, facendo un rumore assordante.

BOOM!

Scarlett: (tappandosi le orecchie) adesso l’ho capito che ha Previsto.

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Randall: aspettate, ma quella è…

Randall si allontanò di corsa da “I tre manici di scopa” per vedere meglio chi fosse quella ragazza. Le assomigliava in modo incredibile, ma lei non poteva essere lì. Non era possibile.

Randall: ASPETTA!

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La ragazza si girò un secondo per vedere chi avesse urlato, e quando vide che era stato Randall rallentò stupita.

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Victoria: Randall?
Randall: Vicky?

Anche altre persone avevano visto Victoria lanciare la bomba, e la stavano velocemente raggiungendo.

Victoria: allora sei veramente uno di loro…
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#189

Che diamine ci faceva lei lì? E come mai aveva fatto una cosa del genere? Queste erano solo alcune delle domande che Randall avrebbe voluto farle, ma vedendo la folla urlante avvicinarsi le disse invece:

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Randall: … devi sbrigarti, scappa!
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Mi dispiace chiudere il capitolo di oggi con questa comunicazione, ma non credo di riuscire ad aggiornare di nuovo prima del 20 luglio causa esperimento.
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#190

Dopo la fine dello scorso capitolo, che c'è di meglio di un capitolo dal punto di vista di Victoria?

Capitolo 26.5:
L’arruolamento



Qualche mese prima…

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Randall: ehi, ciao Vicky!
Victoria: ma… state già partendo?
Randall: sì, non vorremo mica perdere il treno. Giusto Hersh?
Hershel: esatto!
Victoria: dovete prendere il treno? Ma fin dove dovete andare, scusa?
Randall: ehm… la nostra scuola non è proprio dietro l’angolo, diciamo.
Victoria: ok, ma di preciso dove…

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Sig.ra Collins: su ragazzi, è tardissimo! Dobbiamo darci una mossa, sennò… oh, ciao Victoria.
Victoria: buongiorno signora Collins.
Randall: adesso dobbiamo proprio andare, ma torneremo per Natale, giuro!
Victoria: ok, ho capito… ciao Randall, e anche a te Hershel.
Hershel: ciao!

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E così quei due erano di nuovo partiti per andare nella loro scuola misteriosa… Certo che doveva proprio trattarsi di una scuola strana, se non potevano neppure dirle dove si trovasse.

Erano molte le cose che non le quadravano, tanto per dirne una quella mattina le era proprio sembrato di veder il Signor Collins intento a trascinare due grossi bauli nel bagagliaio della loro auto. Chi usava ancora i bauli, ormai? E poi pochi giorni prima le era proprio sembrato di sentire Randall e Hershel parlare di una bacchetta…

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Randall e suo fratello saranno anche ritornati nella loro scuola misteriosa, ma non erano gli unici a dover ricominciare ad andare a scuola. Solo che lei non ne faceva certo una questione di stato. Niente treni, niente misteri, solo pochi metri da percorrere a piedi ogni mattina. Non sarà stata una lunga distanza, ma le era comunque sempre più difficile trovare la voglia di andare a scuola. Soprattutto da quando le toccava farsi tutta la strada da sola.

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Quando erano ancora bambini, Randall e Hershel si inventavano sempre qualcosa di divertente da fare sulla strada per scuola. Che si trattasse di una battaglia a palle di neve improvvisata o di una barzelletta scema, trovavano sempre il modo di tirarla su di morale. In quegli ultimi anni invece l’avevano mollata lì da sola, per andare in quella loro strana scuola di cui non volevano mai dirle niente.
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