I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#301

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Preside Powell: poco dopo le loro nozze nascesti tu, Lucas. Voi tre avete vissuto serenamente per alcuni anni. Dopotutto la guerra contro Colui Che Non Deve Essere Nominato era appena finita, ed essendo entrambi maghi non avevano nulla da nascondersi. Di cosa avrebbero dovuto preoccuparsi?

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Thomas: bravissimo Lucas!
Kristine: buongiorno tesori miei! Guardate cos’ho trovato?
Thomas: ma quella è una scopa volante?
Kristine: certo che sì!
Thomas: (divertito) vuoi che impari a volare prima ancora di camminare?
Kristine: (divertita) cavolo, come hai fatto a scoprirmi?



Preside Powell: (con tono grave) la situazione precipitò poco dopo la nascita di Scarlett, a causa di uno sfortunato incidente accaduto alla piccola Aurora. (scuote la testa)
Lucas: perché, cosa le è successo?
Preside Powell: la piccola è stata estremamente sfortunata. Dovete sapere che in quegli anni erano ancora in circolazione un paio dei mangiamorte che non si erano arresi al momento della sconfitta di Colui Che Non Deve Essere Nominato. Aurora e sua madre si trovarono nel bel mezzo delle operazioni di arresto di uno di questi criminali, e la piccola venne accidentalmente colpita da una maledizione vagante. All’epoca doveva avere circa dodici anni.

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Aurora: e poi dobbiamo ancora andare a prendere quel libro!
Roxanne: certo Aurora.

In quel momenti si sentì il rumore di uno scontro poco avanti.

Aurora: (preoccupata) che succede laggiù?


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Preside Powell: Aurora venne trattata come gli altri babbani colpiti accidentalmente dalla magia. Venne ricoverata al San Mungo, dove i guaritori tentarono di guarire la maledizione che l’aveva colpita. Riuscirono a evitare che i loro ricordi su quella brutta esperienza fossero cancellati, come previsto dal protocollo standard per i babbani colpiti accidentalmente da magia, solo grazie alla parentela con Thomas, che invece era un mago.

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Guaritore: (scuote la testa)

Preside Powell: Visto che né lei né sua figlia erano streghe, a Roxanne non venne neanche dato il permesso per entrare nell’ospedale e stare con Aurora. Non sapendo più che fare, decise di chiedere aiuto all’unico mago che conoscesse, ovvero Thomas. Lui non aveva più loro notizie da anni, ma appena sentì cosa era successo a sua figlia si precipitò da loro.
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#302

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Thomas: è sua madre, dovete lasciare venire anche lei!
Addetto accettazione: uhm, fatemi controllare il regolamento… (sfoglia un libro enorme) … ah, ecco qui. Posso farla entrare solo se accompagnata da lei, signor Davies, e se terrà questa spilla di riconoscimento.


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Roxanne: come sta?
Guaritore: … adesso sta riposando.
Thomas: ma cos’ha?
Guaritore: con dell’infuso di mandragola siamo riusciti a rallentare la maledizione, ma temiamo che abbia comunque… ehm… intaccato le corde vocali. A quanto pare non riesce più a parlare.
Roxanne: vuoi dire che è muta?
Guaritore: in pratica, sì.


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Roxanne: (furente) e non potete fare nulla?
Guaritore: le assicuro che stiamo già facendo tutto il possibile…
Thomas:… in che senso rallentato?
Guaritore: che per il momento sembra essersi fermata, ma…
Thomas: ma che potrebbe riprendere il suo corso, in futuro?



Preside Powell: vostro padre era sotto shock. Anche dopo la dimissione di Aurora dall’ospedale, lei era ancora debolissima e, soprattutto, non riusciva più a parlare. Così Thomas decise di dedicare sempre più tempo alla ricerca di una possibile cura per lei. Venne anche da me e passò settimane intere setacciando la biblioteca di Hogwarts, ma non riuscì a trovare nessuna soluzione.

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Roxanne: ma tu… non puoi fare qualcosa? Sei un mago, no?
Thomas: credi davvero che se fossi in grado di guarirla non lo farei?
Roxanne: eppure deve esserci qualcosa che tu possa fare!



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Preside Powell: Non so di preciso cosa sia successo in seguito. Da quanto mi ha detto vostra madre, in quel periodo Thomas si faceva vedere sempre meno a casa, e alla fine sparì del tutto. E non le ha mai detto il perché. Posso solo ipotizzare che Thomas abbia iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla ricerca di una cura per Aurora.
Lucas: e ci è riuscito?
Scarlett: (pensierosa) quella ragazza ancora non parla, quindi credo di no.
Preside Powell: questa è una mia pura speculazione, ma sono dell’idea che siano stati i suoi continui fallimenti nella ricerca di una cura efficacie, nonché la completa indifferenza degli altri maghi in cui si è imbattuto, a rendere Thomas tanto frustato da decidere di mettere assieme tutti quei babbani e fondare la Resistenza. Scommetterei quello che volete tutti loro serbano rancore nei confronti dei maghi, per un motivo o per l’altro.
Lucas: quindi avrebbe fatto tutto questo solo per Aurora?
Preside Powell: era sua figlia dopotutto.
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#303

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Scarlett: e io cosa sarei invece? E Lucas?

Detto questo si alzò dalla sedia e lasciò quell’ufficio. Non sarebbe riuscita a sentire neanche un’altra parola su quella storia senza senso.

Lucas: aspetta, Scarlett…

Sua sorella minore aveva tutte le ragioni per essere sconvolta, ma avrebbe dovuto aspettare. C'erano ancora alcune domande a cui il Preside Powell doveva rispondere.

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Lucas: (turbato) …signor Preside, posso chiederle ancora una cosa?
Preside Powell: certamente.
Lucas: se sapeva tutte queste cose, perché non ce ne ha parlato prima? Ci avrebbe aiutato molto con le indagini.
Preside Powell: la vita privata di tuo padre fino all’incidente di Aurora è nota a molte persone, e anche il tuo capo dovrebbe conoscerla. Mi sorprende piuttosto che in mesi di indagini tu non ne avessi mai sentito parlare.
Lucas: (pensieroso) …non mi hanno mai lasciato indagare direttamente su mio padre, il regolamento lo vieta.
Preside Powell: invece, per quanto riguarda quello che è successo in seguito, queste sono mie semplici congetture che ho elaborato negli ultimi mesi. Ieri pomeriggio avevo chiamato qui il Signor Clarke proprio per poterne parlare anche con lui.
Lucas: (si alza) va bene, ho capito… grazie per il suo tempo, signor Powell.
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#304

Capitolo 44.5:
Ritorno alla vita di tutti i giorni, oppure no?


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Isabelle: (sottovoce) siete sicuri che sia una buona idea?
William: (sottovoce) da quanto Vedo non ci racconterà mai quello che le stanno dicendo, quindi questo è l’unico modo che abbiamo per capirci qualcosa.
Isabelle: (sottovoce) ma…
Randall: (sottovoce) se non sappiamo cosa le è successo, come facciamo ad aiutarla?
Isabelle: (sottovoce) … va bene, però…
Randall: (sottovoce) piuttosto, sei sicuro che siano qui dal Preside?
William: (sottovoce) uscirà da quella porta tra meno di un quarto d’ora, quindi sì. Adesso, se avete finito di lamentarvi, tenete questo.

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Mentre parlavano William aveva tirato fuori dalla tasca una specie di lungo tubicino color carne, che poi srotolò con cura e incastrò sotto la porta.

Randall: (sottovoce) ma quello è un orecchio oblungo?
William: (annuisce)
Randall: (sottovoce) e dove l’avresti preso?
William: (sottovoce) l’ho confiscato ieri mattina a uno del primo anno. Adesso, se volete sentire qualcosa, vi conviene avvicinarvi.

(tramite l’orecchio oblungo) Preside Powell: … potrete non credermi, ma sono profondamente convinto che vostro padre non sia la persona egoista che voi credete, anzi. Non si può però negare che si sia trovato spesso in situazioni per nulla favorevoli, e che queste possano averlo spinto verso scelte… discutibili.

I ragazzi rimasero lì fuori ad ascoltare tutta la storia. Non si aspettavano di ascoltare nulla del genere, come avrebbe reagito Scarlett?

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William: (sottovoce) sta per uscire. Cercate di fare la faccia più innocente che potete, come se passaste da qui per caso. E non fatele capire che abbiamo origliato tutto, o è la volta buona che ci lancia qualche fattura.

Dicendo queste parole aveva già incominciato a riavvolgere l’orecchio oblungo, per poi rimetterlo al sicuro nella sua tasca.

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Scarlett uscì dall’ufficio pochi istanti dopo, sbattendosi la porta alle spalle. Sembrava sconvolta, e anche incavolata nera.

Scarlett: e voi che cavolo ci fate qua fuori?
Isabelle: beh, ecco…
Randall: eravamo preoccupati per te, sei venuta quassù di corsa senza dirci quasi nulla.
Scarlett: non fate quella faccia, sto benissimo.

Anche se aveva solo detto “sto benissimo”, il tono che aveva usato sarebbe stato più adatto a frasi del tipo: “ma andate tutti a quel paese!”, oppure: “ma non potete lasciarmi in pace almeno per un secondo?”

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Scarlett: (distaccata) adesso, se non vi dispiace, vorrei tornarmene al mio dormitorio. Non so voi, ma sono stanca morta.

Detto questo si allontanò da lì più in fretta che poteva. Aveva un disperato bisogno di starsene un po’ da sola.
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#305

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Isabelle: sembrava proprio sconvolta… che possiamo fare?
Randall: … aspettiamo.
Isabelle: come aspettiamo?
Randall: non possiamo costringerla a parlarci se non vuole, giusto?
Isabelle: va bene, ma…
William: (sbadiglia) voi fate quello che vi pare, ma io adesso me ne vado a dormire. E se fossi in voi me ne andrei comunque da qui, tra poco usciranno anche il Preside e Lucas.

Detto questo William sbadigliò un’altra volta e poi si diresse verso le scale che portavano ai sotterranei.

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Isabelle: (perplessa) non ci sto capendo più niente…
Randall: in effetti è successo un bel casino.
Isabelle: che pensi di fare adesso?
Randall: ehm, vediamo… vista l’ora, credo che cercherò il giornale del mattino per vedere se c’è già scritto qualcosa su quello che è successo.

Anche se Randall cercava di nasconderlo, si riusciva comunque a sentire una leggera nota di preoccupazione nella sua voce.

Isabelle: sei ancora preoccupato per la tua amica, vero? Sono sicura che non la troveranno, Handir sa quello che fa.
Randall: sì, certo, ma…
Isabelle: preferisci lo stesso controllare. Va bene, andiamo a cercare un giornale allora.

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Randall: certo che alla redazione sono stati veloci, quasi tutto il giornale parla di quello che è successo la scorsa notte…
Isabelle: iniziamo dalla prima pagina, allora.

Arrestato il Capo della Resistenza

Dopo il tentativo di assalto alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, eroicamente sventato da professori e studenti, gli Auror sono finalmente riusciti ad arrestate il capo della Resistenza, il signor Thomas Davies. Non sono invece stati rintracciati i suoi complici, che sono riusciti a fuggire dal castello poco prima dell’arrivo degli agenti.

Una volta trasferito nella sala interrogatori del Ministero, il signor Davies ha dichiarato di essere l’unico responsabile per tutti gli atti della Resistenza dell’ultimo anno. Ha anche chiesto al Ministero di non perseguire i suoi complici i quali, a detta sua, non hanno nessuna colpa. Per il signor Davies si prospetta una lunga reclusione ad Azkaban, che inizierà a scontare non appena il processo sarà terminato.

“È già la seconda incursione non autorizzata nella scuola quest’anno, tutto questo è inaccettabile.” Queste sono le prime parole del nostro Ministro della Magia, evidentemente non molto soddisfatta dell’operato del Preside Powell e della sua scarsa attenzione per gli incantesimi posti a protezione del Castello. Al Ministero già si discute di affiancargli un responsabile della sicurezza, per evitare che eventi del genere si ripetano ancora in futuro…


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Randall: (sollevato) quindi non li hanno ancora presi…
Isabelle: ormai saranno praticamente arrivati, secondo me puoi stare tranquillo.
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Handir: ok, secondo me siamo già abbastanza lontani, e poi in quella cittadina laggiù dovrebbe esserci anche una stazione del treno. (Si gira verso gli altri) Ehi, state bene?
Victoria: (con il fiatone) ma quanto corri?

Avevano percorso parecchi chilometri nel bel mezzo di un bosco in poche ore. Per Handir era una cosa normale, ma gli altri non sembravano pensarla come lui.

Handir: bene, se non vi serve altro io tornerei indietro. Con tutto il casino che avete combinato avranno bisogno di aiuto per rimettere tutto a posto.
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#306

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Jeff: … ci dispiace molto, per tutto quello che abbiamo fatto…
Handir: non preoccupatevi… cercate solo di tornarvene a casa tutti interi. Soprattutto tu (indica Victoria)
Victoria: chi, io?
Handir: sì, tu. Se ti capita qualcosa Randall non mi rivolgerà più la parola. È preoccupatissimo per te, sai?
Victoria: ... davvero?
Jeff: (perplesso) in ogni caso, grazie per tutto l’aiuto che ci hai dato.

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Handir li salutò con un gesto, e poi si addentrò di nuovo nella boscaglia per tornare a Hogwarts.
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Ormai era pomeriggio, tutto sembrava lentamente tornare alla normalità. Il cortile che era stato teatro dello scontro era stato rimesso a nuovo, e tutti i ragazzi e insegnanti rimasti feriti erano già stati curati dall’infermiera della scuola. Sarebbe invece servito molto più tempo per riportare la serenità negli animi, ancora tutti molto scossi da quanto successo poche ore prima.

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Scarlett non era riuscita a chiudere occhio da quando era uscita dall’ufficio del Preside. Continuava a pensare e a ripensare a quello che le avevano detto, cercando di dargli un senso. Perché c’erano ancora molte cose che ancora non le quadravano per niente...

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Randall: ecco dov’eri finita! Sono ore che ti stanno cercando tutti, sai?
Scarlett: ah. Che volete?
Isabelle: siamo preoccupati per te! Cosa…
Scarlett: (scontrosa) non ho nessuna intenzione di dirvi cos’è successo, quindi se siete qui per questo potete anche andarvene.
Isabelle: ma…

Non potevano lasciarla in pace neanche un secondo? L’avevano addirittura aspettata fuori dall’ufficio del Preside, chissà quanto tempo avevano passato là fuori… Un secondo, mentre erano là fuori non avranno mica…

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Scarlett: non avrete mica origliato quello che mi ha detto il Preside, vero?
Isabelle: no, certo che no!
Scarlett: (arrabbiata) sei una pessima bugiarda, lo sai? Come cavolo vi è venuto in mente di spiarmi?
Isabelle: eravamo solo preoccupati per te!
Scarlett: e chi ve l’ha chiesto?
Randall: beh, ti ricordi quello che diciamo sempre?
Scarlett: cosa?
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#307

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Randall: che siamo una squadra, e che in una squadra ci si aiuta a vicenda.
Isabelle: tu ti sei sempre fatta in quattro per aiutare noi, e adesso tocca a noi aiutare te. No?
Randall: sì, giusto.
Isabelle: (dà una gomitata a Will) dai Will!
William: ehm, certo.

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Scarlett: e di preciso, cosa avreste in mente di fare? Non ho molta scelta, devo solo rassegnarmi ad avere un padre che è finito in prigione pur di aiutare una sorella che non sapevo neanche di avere! Quell’idiota ha cercato di distruggere Hogwarts, e si è anche messo a duellare contro di me e Lucas per lasciare scappare lei! E poi…

Aveva fatto tutto quello che aveva fatto per aiutare Aurora… e allora perché aveva rischiato tanto e se l’era addirittura portata dietro in una missione suicida come un attacco diretto a Hogwarts? E che motivazione poteva avere per attaccare proprio il castello? Quando glielo avevano chiesto aveva borbottato che Hogwarts fosse il “simbolo della divisione tra maghi e babbani”. Sul momento non ci aveva fatto troppo caso, ma pensandoci meglio non sembrava affatto una risposta sensata. Se avevano rischiato tanto attaccando uno dei luoghi con la più alta concentrazione di maghi di tutte le isole britanniche, dovevano avere avuto una motivazione migliore…

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William: che ti prende adesso?
Scarlett: (pensierosa) … non possono essere venuti qui a Hogwarts per caso, non avrebbe senso. Stavano cercando qualcosa, e avevano bisogno di congelare tutto per avere il tempo di cercarla indisturbati…
Isabelle: e cosa avrebbero cercato?
Scarlett: …l’unica cosa per cui avrebbero rischiato tanto è una cura per Aurora. Deve essere qui, nel castello.
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#308

Capitolo 45.5:
Qualcuno che ti possa curare


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Randall: una… cura? Qui a Hogwarts?
William: (pensieroso) qui nel castello si concentrano un numero esorbitante di manufatti magici, sono talmente tanti che non si sa di preciso neanche quanti siano. Non è da escludere che in mezzo a tutti questo ci sia anche qualcosa che possa guarire una maledizione, in effetti.
Randall: però non ho mai sentito nominare niente del genere, se esiste davvero chissà dove sarà nascosta.
Scarlett: (pensierosa) avrebbe senso solo se avessero saputo in anticipo cosa cercare, e dove trovarlo…
Randall: anche se fosse, come avrebbero fatto a scoprire un manufatto del genere dal loro covo?
Scarlett: uhm…
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Avevano fallito, su tutto. Gli altri ribelli li avevano abbandonati, suo padre era stato sicuramente preso e come se non bastasse non avevano neanche trovato quello che stavano cercando. Non le restava che ritornarsene a casa sua e aspettare che la maledizione si risvegliasse del tutto…

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Un secondo, ma quello non era…

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Ignaro di essere stato seguito, Handir stava raggiungendo il passaggio segreto per tornare a Hogwarts il più in fretta possibile. Senza doversi preoccupare dei Ribelli ci aveva messo la metà del tempo che aveva impiegato all’andata, ma gli sembrava comunque di aver perso fin troppo tempo.

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#309

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William: ma che…
Scarlett: che hai Visto stavolta?
William: a quanto pare Handir arriverà tra poco… però…

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Isabelle: (preoccupata) però cosa?
William: (scuote la testa) qui siamo troppo lontani, lo Vedo a malapena… ma c’è qualcosa che non mi quadra.
Isabelle: cosa? Allora dobbiamo andare subito a aiutarlo!
Scarlett: quanto tempo abbiamo?
William: giusto il tempo di scendere da qui.


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Isabelle: (preoccupata) cosa? Lo hanno seguito?
William: (annuisce) adesso riesco a Vederlo molto chiaramente, c’è qualcun’altro.

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Finalmente era riuscito a tornare fino a Hogwarts e si sarebbe potuto riposare un po’, pensò Handir. Per quanto fosse abituato a camminare nei boschi, era comunque da più di un giorno che non dormiva.

Isabelle: Handir, vieni via da lì! Ti hanno seguito!
Handir: eh?

Pochi secondi dopo il Platano picchiatore iniziò a dimenarsi violentemente, l’inseguitore stava cercando di uscire dal passaggio segreto posto tra le sue radici.

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Scarlett: sei sicuro che sia proprio lei?
William: sì.
Scarlett: ok.

Scarlett prese un lungo respiro, per cercare di calmarsi. Non poteva permetterle di scappare una seconda volta, quindi doveva cercare di restare lucida.

Scarlett: Handir, potresti calmare il Platano picchiatore per un secondo?
Handir: (scosso)… sì, dammi un attimo.

Non appena l’albero si fu calmato, Scarlett si avvicinò con passo marziale verso l’imboccatura del passaggio segreto tra le sue radici, puntando la bacchetta di fronte a sé.
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#310

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Scarlett: vieni fuori e tieni le mani in vista. Sappiamo che sei lì!
Isabelle: ma quella non è…

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Scarlett: ti conviene non provare a fare scherzi. Come vedi, noi siamo in cinque, e lui (indica Will) riesce anche a Prevedere in anticipo tutto quello che farai. Quindi non hai nessuna possibilità di scappare.

Aurora si guardava attorno smarrita e spaventata, non si aspettava che la situazione potesse degenerare tanto in fretta. Era proprio fregata.

Scarlett: adesso ti conviene trovare un modo per spiegarci perché sei voluta tornare qui. Non ti è bastato quello che è successo la scorsa notte?

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Aurora iniziò a gesticolare animatamente, nel vano tentativo di farsi capire. Ma se nessuno dei presenti riusciva a capire il linguaggio dei segni, che possibilità aveva di spiegarsi?
Stava iniziando a perdere le speranze quando Scarlett le chiese:

Scarlett: sei tornata qui per cercare una cura, vero?

Aurora annuì vigorosamente.

Scarlett: e dove sarebbe questa cura?

Aurora tentennò per un istante. Poi iniziò a sollevare un braccio per indicare quello che aveva cercato disperatamente per tutti quei mesi.

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Handir: (perplesso) che? No, mi dispiace, ma io non ho proprio nessuna cura con me.

Aurora scosse allora la testa, come per dire che non intendeva dire quello. Ma continuava anche a indicare Handir, su quello non c’era dubbio.

Isabelle: non vorrà mica dire che… che è Handir la cura?

Finalmente Aurora sembrava soddisfatta della risposta, e iniziò ad annuire.


Un po’ disorientati da quella notizia, i ragazzi decisero di spostarsi nella capanna di Handir e di portarsi dietro anche Aurora. Dopo una risposta del genere, aveva molte cose da spiegargli, in mezzo al parco davano troppo nell'occhio. In ogni caso, cosa avrebbe potuto mai fare quella ragazza?

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Scarlett: Will, tu controlla che non arrivi nessuno.
William: (annuisce)
Scarlett: mentre a te conviene spiegarci cosa intendevi dirci. Tieni.

Le stava porgendo un lungo rotolo di pergamena e una penna per darle modo di spiegarsi meglio.
Aurora non se lo fece ripetere due volte e iniziò a scrivere la sua versione della storia su quella pergamena.
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