I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#311

Inverno precedente, Diagon Alley

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Sig. Davies: mi pare che le nuove reclute si stiano integrando bene.
Aurora: (annuisce)
Sig. Davies: ehi Aurora, sta tranquilla, siamo ancora in tempo per trovare una soluzione. Mi inventerò qualcosa, te lo prometto.


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Handir: buonasera, signora locandiera!
Locandiera: buonasera a te. Non ti ho mai visto da queste parti, sei un forestiero?
Handir: sì, in effetti casa mia è abbastanza lontana da qui.


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Locandiera: così mi incuriosisci, lontana quanto?
Handir: adesso vivo a Hogwarts, sono il nuovo custode.
Locandiera: accipicchia, allora è davvero lontano!


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Aurora fece un lieve cenno con la testa nella direzione di Handir. Anche se non stava dicendo nulla di eccezionale, quel ragazzo aveva comunque qualcosa di molto sospetto.

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Locandiera: dopo un viaggio tanto lungo, sarai stanco morto.
Handir: (alza le spalle)
Locandiera: abbiamo delle stanze al piano di sopra, se vuoi puoi fermarti qui per la notte.
Handir: perché no, in effetti non sapevo ancora dove dormire stanotte.
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#312

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Handir: (tra sé e sé) che strane queste camere… ma almeno sembrano comode.

Quasi quasi si toglieva anche il cappello, non riusciva proprio più a sopportarlo. Teneva troppo caldo, per i suoi gusti.

Tanto là dentro chi poteva vederlo?


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Sig. Davies: (sottovoce) ma quello è…

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Quella sera erano andati a quel bar tanto per uscire da quel buco che era il loro rifugio, ma forse avevano finalmente trovato qualcosa di utile.

Sig. Davies: (perplesso) non ne sono certo, ma quello potrebbe essere uno degli elfi di cui ho letto nella sezione proibita della biblioteca di Hogwarts. Sinceramente non credevo che esistessero sul serio, ma la sua fisiologia non mi lascia molti dubbi.
Aurora: (a gesti) e anche se fosse un elfo?
Sig. Davies: stando a quanto dicono i libri, quelle creature hanno una magia curativa fortissima, potrebbe essere in grado di guarirti.


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Scarlett: quindi sareste venuti fin qui solo per cercare lui?
Aurora: (annuisce)

Aurora riprese a scrivere quello che era successo:

Volevamo mettere gli altri ribelli sulle sue tracce per catturarlo, ma per fare questo dovevamo prima dar loro qualcosa con cui potessero difendersi. Per questo siamo venuti qui la prima volta, a gennaio, per cercare quello strano marchingegno.

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Randall: (incredulo) volevate usare il mio prototipo per catturare Handir? E convincere gli altri ribelli a fare tutto il lavoro sporco per voi?

Aurora lo ignorò, e continuò a scrivere:

Ma poi lui è tornato qui da voi, e quando l’abbiamo saputo io e papà abbiamo dovuto inventare un altro piano per poterlo incontrare qui. Non vi avremmo congelato per sempre, ci serviva solo qualche ora per poterlo cercare.

Scarlett: poi però il vostro piano è fallito.

Aurora annuì, e scrisse ancora:

mi stavo nascondendo nel villaggio qua fuori, quando me lo vedo passare proprio davanti! Allora l’ho seguito.

Scarlett: (pensierosa) bene, credo di aver capito.
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#313

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Handir: mi… mi dispiace, avrei dovuto fare più attenzione a non farmi scoprire…
Isabelle: non preoccuparti, ormai quel che è fatto è fatto.
Handir: …

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Scarlett: ma quindi saresti davvero in grado di curarla?

Non sapeva ancora di preciso cosa fare con Aurora una volta che fossero usciti da quella capanna. Ma restava comunque una ragazza maledetta, se c’era anche solo la possibilità di curarla da quel male valeva la pena di tentare.

Handir: (spaesato) io non… non lo so. Non mi avete ancora neanche detto che cos’ha…
Scarlett: a quanto pare è stata colpita da una maledizione.
Handir: (preoccupato) cosa? No no, non sono mai riuscito a fare niente di così difficile!
Isabelle: (incoraggiante) ma… non potresti almeno provarci?
Handir: io…

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Per riuscire in un incantesimo del genere era necessario raggiungere uno stato di piena comunione con l’ambiente e le persone che ti circondano. Neppure per la sacerdotessa degli elfi della Foresta sarebbe stata un’impresa facile, che possibilità poteva avere lui, che era stato talmente incapace da farsi cacciare dalla Foresta?

D'altro canto, però, era anche vero che nella Foresta non si era mai sentito tanto in sintonia con nessuno quanto lo fosse in quel momento con quei ragazzi, e soprattutto con Isabelle. Forse poteva almeno provarci…

Handir: forse… forse posso provarci. Ma non vi prometto niente.

Detto questo Handir si alzò e iniziò a frugare nella sua dispensa, aveva bisogno di quel vecchio vaso che aveva messo là dentro pochi giorni prima.

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Handir: non so come cancellare una maledizione, ma posso almeno provare a spostarla qui dentro. Tu cerca di stare più ferma che puoi.

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Handir chiuse gli occhi e provò a concentrarsi sulle altre persone presenti nella stanza. Per riuscire nell’intento avrebbe dovuto sentire la maledizione dentro Aurora, raccoglierla con la sua magia e spostarla nel vaso. Una specie di operazione chirurgica in pratica, ma fatta di sola energia mentale.
Non gli servì molto tempo per individuare tutte le persone presenti nella stanza, e neppure la maledizione. In realtà sarebbe stato difficile non notarla, era una delle magie più forti che avesse mai visto. Non sarebbe stato per niente facile spostarla…
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#314

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Handir: … per la grande quercia…
Isabelle: forza Handir, ce la puoi fare, sono sicura!

Dicendo questo Isabelle gli aveva anche stretto forte la mano, e fu quell’incoraggiamento a convincerlo a iniziare a spostare quella maledizione. Fu un lavoro lungo e snervante, perché era costretto a dividere la maledizione in pezzi più piccoli e a spostarli uno per volta fino al vaso. Dopo più di mezz’ora non riusciva più a sentire nessun segno della maledizione in Aurora, mentre il vaso pulsava di un’energia maligna. Anche volendo, non poteva fare più di così.

Isabelle: Handir! Stai bene?

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Handir: (stanchissimo) … c-come sta?

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La maledizione era davvero scomparsa? Ad Aurora non sembrava di sentire nessuna differenza, forse dopotutto non ci era riuscito neanche lui… ma c’era solo un modo per esserne sicuri.

Aurora: (titubante)… c-ciao?

Era riuscita a parlare! Allora quel piccolo elfo era davvero riuscito a guarirla!

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Aurora: grazie, grazie, grazie!

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William: non vorrei rovinarvi la festa, ma adesso cosa pensi di fare con lei?
Scarlett: … non lo so ancora.
William: stai pensando di consegnare anche lei agli Auror, vero?
Scarlett: sarebbe la cosa più giusta da fare.
William: uhm, ma ci hai pensato bene? Sarebbe difficile spiegare agli agenti come mai adesso lei riesce a parlare come se niente fosse. Là fuori non dovrebbe esserci nessun’altro che sa che Handir è un elfo.
Scarlett: (stanchissima) anche questo è vero. (Prende un profondo respiro) Aurora, sei stata qui anche troppo. Tornatene a casa.
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#315

Capitolo 46.5:
I GUFO e la Coppa delle case


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Scarlett aveva continuato a pensare all'accaduto per giorni. Alla fine era stata costretta a lasciar scappare Aurora, non poteva fare altro. Sarebbe stato troppo complicato spiegare alle autorità come fosse arrivata in quella capanna e, soprattutto, come aveva fatto a guarire improvvisamente senza mettere nei guai Handir. Però così facendo aveva aiutato lei e suo padre a raggiungere il loro obiettivo. Non che ci fosse nulla di male a cercare di curare qualcuno, però…

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Julia: ehi, ciao Scarlett!
Isabelle: come stai oggi?
Scarlett: secondo te?
Julia: su Scarlett, domani inizieranno i GUFO! Non puoi mollare proprio adesso!
Scarlett: scusatemi, ma ho ancora tutt’altro per la testa…
Isabelle: ma Scarlett…

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Scarlett: (alzando la voce) vorrei vedere voi al posto mio, con vostro padre in prigio…

Scarlett si interruppe di botto: si era appena ricordata che il padre di Isabelle e Julia era morto a causa di un brutto incidente sul lavoro quando entrambe erano ancora molto piccole. Neanche loro sapevano come fosse crescere con un padre al fianco, in fondo.

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Scarlett: … scusate, io non…
Isabelle: non preoccuparti, lo sappiamo che non dicevi sul serio. Vero Julia?
Julia: …sì, certo.

Isabelle: senti Scarlett, lo so bene che per te gli ultimi sei mesi devono essere stati un incubo. Ma non puoi lasciarti andare così!
Julia: sì, giusto! Tu sei la ragazza più tosta di tutta la casa, sei sempre riuscita a cavartela benissimo in qualsiasi situazione!
Scarlett: …

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Isabelle: e poi ricordati che, qualsiasi cosa succeda, puoi sempre contare su di me. E anche su Julia, vero?
Julia: verissimo!
Isabelle: e anche su tutti gli altri.
Scarlett: … lo so.

Stava per mettersi a piangere, ma non voleva che nessun altro se ne accorgesse. Impresa non facile, quando si parlava con Isabelle.

Isabelle: … se vuoi, adesso io e gli altri andremo in cortile per studiare. Saremmo felicissimi se venissi anche tu.

Detto questo, Isabelle aveva fatto segno a sua sorella di seguirla ed era tornata ai piani inferiori del castello.
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#316

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Avevano ragione, non poteva lasciarsi scoraggiare fino a quel punto. Quel cretino di suo padre le aveva già rovinato i mesi precedenti, ma non si sarebbe lasciata rubare allo stesso modo anche quelli a venire. Doveva trovare il coraggio di voltare pagina e di vivere la sua vita. E sapeva perfettamente chi erano gli amici che voleva al suo fianco.
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Randall: in che anno è stato firmato il trattato tra…
William: 1493.
Isabelle: non vale! Non aveva neanche finito la domanda!
Randall: vabbè, proviamo con la prossima: cos’è il dittamo?
Isabelle: è un’erba usata per unguenti cicatrizzanti.
Randall: benissimo. Vediamo se sapete anche quest…
William: (sorpreso) uhm?
Randall: che succede?
William: sta per arrivare Scarlett.
Isabelle: sei sicuro?
William: secondo te?

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Scarlett: (con un sorriso tirato) ciao ragazzi, che stavate facendo?
Randall: stavamo ripassando le ultime cose.

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Scarlett: (sedendosi) posso partecipare?
Isabelle: certo che sì!
Randall: proviamo con la prossima domanda, allora?
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Ogni studente sa che gli esami sembrano sempre arrivare troppo presto. Ma, considerando tutto il tempo che i ragazzi avevano sottratto allo studio per star dietro agli strani eventi dei giorni precedenti, per loro quella più che un’impressione era stata una certezza. Infatti, in men che non si dica, si trovarono di fronte all’aula, aspettando di iniziare il loro primo esame.

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Randall: tutti pronti per l’esame?
Isabelle: speriamo…
William: non preoccupatevi, non sarà difficile.
Scarlett: hai già Visto le domande!? Non vale!
William: non lo faccio mica apposta.
Isabelle: sicuro che siano facili?
William: chiederanno esattamente quello che…
Randall: (si tappa le orecchie) no, non dircelo! La la la…
William: … quello che abbiamo ripassato ieri. Adesso però fate silenzio, sta arrivando la prof.
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#317

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Prof Collins: bene ragazzi, potete entrare. In bocca al lupo!

Nei giorni seguenti i ragazzi passarono da un’aula all’altra per sostenere tutti i loro esami, sia scritti che pratici. Nessuno di loro ebbe particolari problemi e, anzi, si distinsero in molte prove. Scarlett sorprese l’esaminatore di difesa contro le arti oscure con il suo Patronus, mentre Isabelle sostenne un esame sorprendente in erbologia (tutto il tempo passato con Handir a mettere in dispensa le erbe medicinali era servito a qualcosa!). Randall diede il meglio di sé nell’esame di trasfigurazione, trasformando la cattedra dell’esaminatore in un complicato marchingegno tutto rotelle. Una bazzecola, dopo aver trasfigurato quel macchinario congelante in un computer.

Per William l’esame più strano fu quello di divinazione, che fu tutto meno che convenzionale.
Oltre a William anche Randall doveva sostenere quell’esame, e quindi si ritrovarono insieme davanti all’aula poco prima dell’inizio dell’esame.

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William: (sorpreso) uhm!?
Randall: che hai Visto?
William: (leggermente preoccupato) … lo sa.
Randall: eh?
William: l’esaminatrice, sa quello che so fare. Credo che abbia parlato con il Preside Powell…
Randall: ma quindi…

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Esaminatrice: Walker William?
William: presente.

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Esaminatrice: Walker… dove l’ho già sentito questo nome… Ah, ci sono! Sei il nipotino di Sybille, quello che prevede il futuro in sogno!
William: sì, in effetti sono io.

La storia dei sogni premonitori ormai la sapevano tutti, visto che cinque anni prima sua nonna l’aveva raccontata a chiunque fosse rimasto fermo abbastanza a lungo da sentire tutta la storia. Eppure William era più che convinto che quella donna sapesse già molto di più e che, in quel momento, si stesse solo attenendo alla versione ufficiale dei fatti per non farlo preoccupare.

Esaminatrice: visto che in passato hai già dimostrato di possedere una certa, ehm, predisposizione, se sei d’accordo vorrei cercare di capire fin dove riesce arrivare il tuo Occhio.

Se davvero l’esaminatrice sapeva già tutto, non c’era nessuna ragione per nascondere quello che sapeva fare. E considerando che quello era pure un esame, tanto valeva cercare di fare anche una bella figura.

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William: non credo sia necessario, da quanto sono riuscito a capire lei sa già perfettamente cosa sono in grado di fare, Signora Delphine.
Esaminatrice: (colpita) … molto bene. Quindi tutta questa roba non ci servirà.

Parlando aveva spostato dalla cattedra la sfera di cristallo, le carte e tutte le altre cianfrusaglie che la occupavano. Come aveva Previsto, si prospettava un esame interessante.
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#318

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William: ma quindi lei conosceva…
Esaminatrice: sì, Sybille era una mia cara amica. Ci scrivevamo spesso.
William: e ha anche parlato con…
Esaminatrice: sì, in effetti è stato il signor Powell in persona a parlarmi della tua Profezia di qualche mese fa.

Riusciva a rispondere alle sue domande prima che lui finisse di pronunciarle, quindi ci aveva Visto giusto. Era una Veggente anche lei, e pure una brava.

Esaminatrice: visto che a quanto pare so molte cose sul tuo conto, lascia almeno che mi presenti: mi chiamo Delphine Miller. Sono una Veggente molto famosa, oltreoceano.

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Esaminatrice: adesso però ci conviene tornare al nostro esame, là fuori staranno iniziando a insospettirsi.
William: va bene.
Esaminatrice: vorrei cercare di testare quali sono i limiti del tuo Occhio. Le domande che farò potranno sembrarti banali, ma ti assicuro che non lo sono.
William: (annuisce)
Esaminatrice: molto bene, prima domanda: questa sera è prevista pioggia. Ma di preciso quando…
William: alle cinque e mezza inizierà un forte temporale, durerà quasi 25 minuti.
Esaminatrice: quanti fulmini?
William: due, ma solo in lontananza.
Esaminatrice: (soddisfatta) molto bene.

L’esaminatrice continuò a fare domande di quel genere per circa un quarto d’ora, e quando fu soddisfatta si fermò per dire:

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Esaminatrice: a quanto pare sei in grado di Prevedere la maggior parte degli eventi nel futuro prossimo senza sforzi evidenti, e anche senza che questo interferisca con la tua percezione del Presente. Sembri anche aver sviluppato un buon senso critico di quanto Vedi. Devo ammetterlo, sono colpita.
William: grazie.
Esaminatrice: posso chiederti come hai fatto ad esercitarti?
William: (vago) giocando a scacchi, soprattutto.
Esaminatrice: (sorpresa) sul serio? Non è decisamente un modo, ehm... tradizionale, ma sembra essere stato piuttosto efficacie.

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Esaminatrice: mi aspetto di sentire parlare presto di lei, signor Walker.

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Randall: (preoccupato) ci hai messo un sacco, com’è andata?
William: bene, credo.
Randall: ma…
William: no, non credo che andrà a raccontare in giro quello che so fare… o almeno lo spero.
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#319

Gli esami finirono nel giro di pochi giorni, ormai anche quell’anno scolastico era finito. Come ogni anno la cerimonia di fine anno fu aperta dall’annuncio della Casa vincitrice della coppa delle case.

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Randall: chissà chi vincerà questa volta?
Isabelle: sono curiosa anch’io, c’erano veramente pochissimi punti di differenza tra le case questa mattina.
William: …
Scarlett: tu sai già chi vincerà, vero?
William: ehm…
Isabelle: non dircelo però!
William: … ci conviene entrare in Sala Grande, stanno per dare l’annuncio.

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Preside Powell: nonostante tutto, siamo di nuovo giunti alla coppa delle case! Mai come quest’anno sono stati determinanti i punti assegnati nelle ultimissime ore.

Tutta la sala era in silenzio e attendeva con trepidazione di sapere che casa avesse vinto.

Preside Powell: in quarta posizione, i corvonero.

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Morgan: me lo aspettavo… non abbiamo vinto neanche una partita a Quidditch quest’anno.

Preside Powell: al terzo posto i Grifondoro. L’incidente nel sotterraneo di pozioni sta ancora dando un sacco di problemi al Prof Nicholson, e purtroppo vi ha penalizzato non poco.

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???: vi ho già detto che non l’ho fatto apposta!

Preside Powell: al secondo posto i Serpeverde. Avete fatto un ottimo lavoro quest’anno.

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Noah: ma quindi ci siamo fatti fregare dai…
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#320

Preside Powell: Ma il lavoro migliore di tutti l’hanno fatto i Tassorosso! Complimenti ragazzi!

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Isabelle: sul serio?
Natalie: (soddisfatta) ottimo lavoro ragazzi!

Erano tutti molto sorpresi di aver vinto, i Tassorosso non vincevano la Coppa delle case da parecchi anni ormai.

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Come sempre, subito dopo quell’annuncio tutti gli stendardi della sala si colorarono dei colori del vincitore: il giallo e il nero dei tassorosso.

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Preside Powell: e adesso diamo via al banchetto! Festeggiamo degnamente la fine di quest’anno scolastico!
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La mattina seguente i ragazzi si ritrovarono all’ingresso del castello, per poi andare tutti assieme a prendere il treno che gli avrebbe riportati a casa per le vacanze estive.

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Isabelle: (allegra) la la la…
Julia: non è giusto che abbiate vinto voi!
Isabelle: perché no?
Randall: lasciala gongolare un po’, erano tipo cinque anni che i tassorosso non vincevano più la coppa.
Hershel: io però non vedo l’ora di tornare a casa! È un sacco che non sento più papà, e neanche Victoria… chissà come stanno.
Randall: ...

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Morgan: ma siete ancora tutti qui? Tra poco partirà il treno!
William: guarda che stavamo aspettando te.
Morgan: quanto tempo abbiamo?
William: un quarto d’ora.
Scarlett: allora ci conviene andare, o questa volta il treno lo perdiamo davvero.
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