I quattro colori di Hogwarts

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#391

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Lucas: bella casa.
Scarlett: grazie.

Suo fratello sembrava sulle spine, come se quel posto lo facesse sentire a disagio.

Scarlett: se devi dirmi qualcosa, ti consiglio di sbrigarti. Conoscendo la mamma, la pizza non durerà a lungo.

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Lucas: io… volevo solo chiederti scusa. Non volevo farti andare via di casa, giuro.
Scarlett: non me ne sono andata per colpa tua. O, meglio, non è stata solo colpa tua. È che ho bisogno di un posto tutto mio, hai presente?
Lucas: (annuisce)
Scarlett: e allora piantala di fare il muso e vieni a mangiare.

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Sig.ra Davies: (masticando) credo che dovrete farvi portare dell’altra pizza.
Scarlett: mamma!
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#392

Off Topic
A questo punto, credo che vi aspettiate un capitolo su Randall, e infatti sarà proprio così :D

A differenza dei capitoli precedenti però, questa volta cercherò di coprire un intervallo temporale un po’ più ampio. Questo perché i capitoli successivi saranno ambientati quando i ragazzi avranno circa 21 anni, quindi questo capitolo e l’extra seguente devono fare un po’ da raccordo.

Soprattutto il primo anno è molto sintetico perché Randall è già adulto, mentre Victoria (che ha un anno in meno) è ancora adolescente e va ancora a scuola, quindi la situazione fatta con the sims sarebbe sembrata un po’ strana.

Capitolo 53.9:
Due mondi


Dei quattro Randall era indubbiamente quello che dopo il diploma a Hogwarts se l’era presa più con calma. Si era semplicemente iscritto a un corso sulla trasfigurazione in un istituto analogo alle università babbane, con i risultati che aveva ottenuto ai MAGO non ebbe neanche bisogno di preoccuparsi troppo per l’ammissione.

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Tutto sommato le sue giornate erano abbastanza tranquille. La mattina si smaterializzava da casa sua per andare a seguire le lezioni, che di solito lo tenevano occupato solo fino all’ora di pranzo. Nel pomeriggio rimetteva a posto gli appunti o si esercitava con i nuovi incantesimi che aveva studiato, senza fretta. E gli restava anche un sacco di tempo libero.

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La più contenta di questa situazione era indubbiamente Victoria, ancora all’ultimo anno delle superiori. Dopo due anni in cui aveva potuto vedere il suo ragazzo solo durante le vacanze, non le sembrava neanche vero di poter stare con lui tutti i giorni.
In pratica l’unico a essere ancora lontano da casa per la maggior parte dell’anno era Hershel, a cui mancavano due anni a Hogwarts prima del diploma. Gli scrivevano spesso, sembrava più allegro di quanto Randall si aspettasse.
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Quel primo anno trascorse senza problemi. All’inizio dell’estate Victoria si era diplomata a pieni voti e si era immatricolata all’università più vicina. Visto che non aveva nessuna intenzione di fare la pendolare, aveva anche preso in affitto un appartamento vicino al suo campus.

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Randall aveva iniziato a passare sempre più tempo là con lei, più tempo di quello che passava a casa sua in effetti. Anche se non ufficialmente, in pratica ormai i due convivevano in quell’appartamento.
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Victoria: oh, ciao Randall!
Randall: ciao.

Tutte le altre persone sedute al tavolo si girarono verso di lui, sembravano incuriosite. Dovevano essere dei compagni di corso di Victoria, probabilmente stavano studiando insieme o preparando qualche relazione.

Victoria: vieni, così ti presento gli altri!
Randall: ok.

Randall cercava di mantenere un’espressione tranquilla e amichevole, ma Victoria aveva lo stesso l’impressione che fosse un po’ a disagio in quella situazione.

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Victoria: loro sono Lauren, Sean, David e Alicia. Sono miei compagni di corso.
Randall: piacere di conoscervi.
Victoria: stiamo lavorando a un progetto sull’effetto serra, modestia a parte credo che stia venendo proprio bene.
Randall: oh. Forte.
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#393

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Alicia: (curiosa) tu cosa studi invece?
Randall: chi, io? Ehm…

Cosa poteva rispondere adesso? Di sicuro non che studiava incantesimi di trasfigurazione avanzati. Ma quale poteva essere una risposta più “normale”?

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Victoria: informatica, studia informatica. È al secondo anno.
Randall: … sì, infatti. È stato un piacere fare la vostra conoscenza, ma mi sono appena ricordato che devo ancora finire un compito per domani. Buono studio.

Poi, per evitare altre domande a cui non avrebbe saputo come rispondere, si affrettò ad andare nell’altra stanza.

David: quindi è lui il tuo ragazzo?
Victoria: … sì.
Alicia: certo che è proprio strano.
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Per quanto gli dolesse ammetterlo, stare lì da Victoria era più faticoso di quanto non avesse previsto.

Essere l’unico mago di quel quartiere pieno di babbani non era una passeggiata, significava dover fare continuamente attenzione a tutto quello che diceva e faceva per il timore che qualcuno scoprisse chi lui fosse veramente. E questo non era per niente facile, soprattutto quando Victoria invitava così i suoi amici senza preavviso.

Dopo tutti quegli anni passati vivendo in tutto e per tutto come un mago a Hogwarts, stava iniziando a ricordarsi quanto fosse difficile mentire e fingere di essere qualcun altro per tutto il giorno, come era stato costretto a fare da bambino.

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Victoria: ehi, tutto bene?
Randall: sì, certo.
Victoria: sicuro? Perché se vuoi posso mandarli via, non ci cambia niente finire il progetto domani all’uni.
Randall: non preoccuparti, è tutto a posto. Studiate pure tranquilli.
Victoria: ok… allora torno di là. Gli altri staranno iniziando a chiedersi dove sia finita.

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Per quanto fosse complicato, non poteva farlo pesare su Victoria. Anche per lei quella situazione doveva essere già abbastanza difficile.
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#394

Qualche giorno più tardi…

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Victoria: ma non ti sei ancora preparato? Guarda che i tuoi amici arriveranno tra poco!
Randall: … come?
Victoria: questa sera passano i tuoi amici per cena, non dirmi che te n’eri dimenticato!
Randall: (guarda l’ora) cavolo, ma è tardissimo! Scusa, avevo perso di vista l’orologio, mi preparo subito!

Victoria si limitò a scuotere la testa, in quell’ultimo periodo Randall aveva proprio la testa tra le nuvole.

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Victoria: sbrigati, stanno arrivando!

Anche per Victoria quella situazione non era facile. Secondo la Legge dei maghi lei non avrebbe dovuto sapere nulla del mondo magico, quindi era costretta a fingere di essere ancora all’oscuro di tutto con chiunque al di fuori di Randall e pochissimi altri.
Purtroppo lo Statuto Internazionale di Segretezza era molto chiaro in proposito: i babbani dovevano restare del tutto ignari del mondo dei maghi, con pochissime eccezioni.

Negli ultimi anni i maghi avevano iniziato ad essere molto più aperti nei confronti dei babbani, al punto che ormai anche le nozze tra maghi e babbani non scandalizzavano più nessuno. Anche il Ministero della Magia di fatto permetteva ai maghi di condividere informazioni sul mondo magico con parenti stretti quali coniugi, figli o genitori babbani. Victoria non rientrava però in nessuna di queste categorie, quindi non potevano far altro che evitare a tutti i costi di far emergere quanto in realtà sapesse del mondo magico, e soprattutto riguardo all'anno che aveva trascorso nella Resistenza. Non potevano rischiare che il Ministero decidesse di cancellarle la memoria.

Frustrata dalla situazione, Victoria aveva chiesto a Randall di poter almeno incontrare i suoi amici maghi. Randall parlava sempre di loro e delle cose pazzesche che facevano tutti i giorni, quindi lei era curiosissima di conoscerli. Forse non era del tutto legale, ma Randall non aveva impiegato molto a convincere gli altri. Dopotutto anche loro erano curiosi di incontrare Victoria di persona, ed era certo che nessuno di loro sarebbe mai andato a raccontare di lei al Ministero.

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Randall: ciao ragazzi! Accomodatevi, prego!

Scarlett e William sembravano un po’ titubanti e si guardavano attorno con aria perplessa. Ed era anche comprensibile, per loro che venivano da famiglie di soli maghi una casa piena di cose come le lampadine o i televisori doveva avere un che di esotico. Isabelle invece era cresciuta in una casa del genere, quindi sembrava molto più a suo agio. Infatti fu lei la prima a parlare, dicendo:

Isabelle: grazie ancora per l’invito! Io mi chiamo Isabelle, piacere di conoscerti.
Victoria: piacere mio. Loro invece siete Scarlett e William, giusto?
Scarlett: sì. Piacere di conoscerti, Victoria.

William invece si limitò a salutare con un cenno del capo.

Randall: allora, andiamo a tavola? Dovrebbe essere quasi pronta la cena.

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Victoria: spero che l’arrosto piaccia a tutti.
Isabelle: sembra buonissimo. Soprattutto la salsa, cosa ci avete messo?
Victoria: solo un po’ di limone.
Isabelle: oh.
Scarlett: (perplessa) ma l’avete preparato usando gli elettrodimestici?
Victoria: elettrodomestici. Comunque sì.

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Victoria: Randall mi ha detto che tu sei un Auror, giusto?
Scarlett: (orgogliosa) quasi, ho iniziato l’addestramento un annetto fa.
Randall: Isabelle invece sta studiando per diventare guaritrice, una specie di medico in pratica.
Victoria: oh. Sembra forte.
Isabelle: (modesta) beh, devo ancora studiare un sacco prima di riuscire a curare davvero qualcuno...
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#395

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Victoria: e William invece cosa fa?

Per fortuna aveva avuto il buonsenso di non chiamarlo “Will”, quindi in risposta ricevette solo un’innocua occhiata annoiata.

Randall: oh, lui è strano anche per i canoni dei maghi. In pratica è un Veggente, prevede il futuro.
Victoria: (sorpresa) sul serio?
William: in effetti sì. A proposito, uno dei vostri elettrodimestici là dietro sta per mettersi a fare un rumore preoccupante.
Victoria: sarà il timer, il dolce dovrebbe essere quasi cotto.

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Con il procedere della serata sembravano essere tutti molto più a loro agio di quando si erano messi a tavola. Gli amici di Randall erano un po’ strani, ma sembravano anche simpatici.

Victoria: oh, la caraffa è vuota. Ve la riempio subito.

Fece per alzarsi per andare al lavandino, quando Isabelle la interruppe dicendo:

Isabelle: non preoccuparti, faccio io.

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Prese la bacchetta da una tasca e, dopo un leggero movimento del polso, la caraffa era di nuovo piena d’acqua. La cosa non sembrava aver sorpreso nessuno, ma lasciò Victoria pensierosa: Randall non faceva niente del genere in sua presenza da un bel po’. Pensandoci meglio, non lo aveva mai visto fare nessuna magia da quando erano in quella casa.

I suoi amici invece avevano passato tutta la sera con la bacchetta a portata di mano e non si erano fatti problemi a usarla anche solo per passarsi le cose, o per riempire le caraffe.

Victoria: …
Isabelle: cosa stavo dicendo… ah, vero. In pratica l’altro giorno al San Mungo è arrivato questo tipo con un grosso palco di corna in testa, e…
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Parlarono del più e del meno per il resto della cena, e l’ora di tornare a casa arrivò fin troppo presto.

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Randall: alla prossima allora, ciao a tutti!
Isabelle: grazie ancora per la cena, era tutto buonissimo!
Victoria: è stato un piacere, davvero.

Gli altri salutarono con un cenno del capo, per poi allontanarsi lungo la strada. Stavano probabilmente cercando qualche angolino appartato da cui potersi smaterializzare a casa loro senza dare troppo nell’occhio.
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#396

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Victoria si chiuse la porta alle spalle, per poi rivolgersi a Randall con un’espressione improvvisamente serissima. Fino a un momento prima sembrava contenta, cosa poteva essere esserle preso?

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Randall: (incerto) … cosa succede, Vicky?
Victoria: (seria) perché qui non usi mai la magia?
Randall: … come?
Victoria: guarda che ho visto come facevano i tuoi amici, hanno usato la magia per tutta la sera! Ho anche visto che un paio di volte hai fatto per prendere la bacchetta in mano anche tu, ma poi hai sempre lasciato perdere. Perché?
Randall: … lo sai che qui devo fare attenzione, se qualcuno scopre che sono un mago…
Victoria: una questione è starci attenti quando ci sono altri babbani in casa, ma non puoi evitare di usare la magia per tutto il giorno come stai facendo adesso! Guarda che me ne sono accorta della fatica che stai facendo!
Randall: Vicky…

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Victoria: tu non devi rinunciare a fare il mago solo per stare con me, non sarebbe giusto! Così mi fai solo sentire come una palla al piede!
Randall: cosa? Vicky, ti assicuro che non…
Victoria: voglio solo che tu possa essere te stesso.
Randall: …

Provenivano da due mondi molto diversi, tra i quali esistevano pochissimi punti di contatto. Randall era escluso dal mondo dei babbani dal muro di recite e bugie che era costretto ad erigere per nascondere chi era veramente, mentre Victoria era tenuta fuori da quello dei maghi da quella legge antiquata che si chiamava Statuto Internazionale di Segretezza della Magia.
Se volevano che quella convivenza funzionasse dovevano cercare di trovare un modo di conciliare i loro mondi, di trovare un punto di equilibrio tra quello che erano entrambi.

Victoria: (cercando di calmarsi) bene. Adesso però credo che sia meglio sbrigarci a lavare i piatti.
Randall: ... aspetta, faccio io.

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Tirò fuori dalla tasca la bacchetta e la puntò contro le tende alla finestra, facendole chiudere di colpo. Poi, con un elegante svolazzo, la puntò verso i piatti rimasti sul tavolo, facendoli finire ordinatamente nel lavandino. Pochi istanti dopo una spugna iniziò a lavarli, come guidata da una mano invisibile.

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Victoria: (sorpresa) tu sapevi come far lavare i piatti da soli? E non me l’avevi ancora detto?
Randall: non ci avevo mai provato, in effetti.
Victoria: beh, non potevi pensarci prima?
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#397

Capitolo 53.10 Parte II

Estate 2023, casa Collins

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Hershel: ehi ragazzi, ciao!
Randall: ciao Hersh, com’è andato il viaggio?

Ormai anche Hershel aveva passato gli esami del settimo anno ad Hogwarts e quindi era arrivato alla fine del suo percorso di studi. In faccia aveva quell’espressione che mischiava il sollievo di essere finalmente in vacanza con la nostalgia per una scuola che non avrebbe più visto. Era una sensazione che avevano in molti al momento del diploma, soprattutto quando la scuola che stavi lasciando era Hogwarts.

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Hershel: non mi aspettavo di vedervi qui, che fate di bello?
Randall: Vicky voleva prendere un paio di cose, e mentre c’eravamo abbiamo pensato di fermarci un altro po’ per salutarti.
Victoria: a proposito, è meglio se vado a prendere quei libri. Torno subito.

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Hershel: ma da quand’è che hai la barba tu?
Randall: oh, è solo un esperimento.
Hershel: così assomigli al nonno.
Randall: (ridendo) al nonno? Ma lui c’ha novant’anni!
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Allora, dove li aveva lasciati i libri che le servivano? Ah, eccoli lì, sul terzo scaffale. Non ci aveva messo molto, poteva scendere e tornare dagli altri.

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E quella cos’era? Sembrava proprio una delle lettere che le aveva scritto Randall quando studiava ancora a Hogwarts…
Si rigirò la lettera tra le mani. Era una delle ultime che si erano scritti, poco prima che lui si diplomasse e tornasse a casa. Il retro era ricoperto da schemi e formule del prototipo di telefono a cui stava lavorando assieme a suo fratello, come la maggior parte delle lettere che le aveva scritto in quel periodo. Il ricordo la fece sorridere, era da un sacco di tempo che non sentiva più nominare quel marchingegno.

Chissà perché avevano lasciato perdere, da quello che aveva letto nelle ultime lettere alla fine il prototipo sembrava addirittura funzionare. Più o meno.

Randall: (da fuori) ehi Vicky, tutto a posto?
Victoria: sì, arrivo subito!
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#398

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Randall: hai trovato i libri?
Victoria: sì. E guardate cos’altro ho trovato! Ve le ricordavate queste?

Dicendo questo passò a Randall e a Hershel la lettera che aveva trovato poco prima. Dopotutto anche loro avrebbero potuto trovarla interessante.

Randall: ah, mi ricordo quando ho scritto questa. Era la prima volta che il nostro prototipo non è esploso!
Hershel: anche se un po’ di fumo l’aveva fatto lo stesso.

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Victoria: ma ci avete ancora lavorato su quel telefono?
Randall: in effetti no, ci avevamo sempre lavorato assieme quando eravamo a Hogwarts. Negli ultimi anni però io e Hersh non ci vedevamo quasi mai, quindi alla fine abbiamo lasciato perdere.
Hershel: tecnicamente io avevo proposto di continuare il lavoro a distanza, ma tu rispondevi sempre in modo evasivo dicendo che avevi altra roba da fare.
Victoria: (scherzosa) vorresti dire che te lo distraggo?
Hershel: l’hai detto tu, non io.

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Randall: (pensieroso) però adesso siamo di nuovo tutti assieme, giusto?
Victoria: quindi?
Randall: quindi forse è arrivata l’ora di ritirare fuori quel prototipo dal baule.
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Randall: (soddisfatto) se continuiamo così, tra un paio di settimane dovremmo riuscire a far funzionare come si deve i nostri telefoni!
Isabelle: appena potete voglio provarli, sono proprio curiosa di vedere se funzionano come il telefono che avevo a casa!
Randall: adesso stiamo ancora lavorando per aggiungere anche le suonerie e i numeri di telefono, poi dovrebbe funzionare perfino meglio!

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Scarlett: (dubbiosa) ma i babbani usano davvero così tanto questi cosi per parlarsi?
Randall: oh sì, ed è anche un modo molto comodo per comunicare. I babbani per questo genere di cose sono a dir poco geniali, con le loro invenzioni riescono a fare un sacco delle cose che i maghi fanno con la magia, e anche di più.
William: (scettico) di più?
Randall: sì. Soprattutto nel campo delle comunicazioni sono avanti anni luce, altro che gufi postini e camini!

A quel punto Scarlett e William, unici tra i presenti a non aver mai visto un telefono in vita loro, lo guardavano come se fosse completamente impazzito. Una questione era riconoscere che quelle invenzioni potessero essere utili per i babbani, ma pensare che potessero superare quello che facevano loro con la magia sembrava una follia.

Randall: Vicky, ti andrebbe di fargli vedere il tuo cellulare?
Victoria: certo, no problem.
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#399

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Victoria: (indicando il cellulare) con questo si può parlare a qualsiasi altra persona che abbia con sé un dispositivo simile, in qualsiasi momento. In alternativa si possono anche scrivere e inviare dei messaggi di vario genere. E poi questo telefono è anche connesso con internet, naturalmente.
William: intarnet?
Randall: internet, con la e. I maghi non hanno niente del genere, come posso spiegarvelo… in pratica è un sistema che tiene in contatto un numero enorme di apparecchi in tutto il mondo. Puoi usarlo per cercare informazioni di tutti i tipi, come se fosse una biblioteca gigantesca, o per comunicare con le altre persone. E tutto in tempo reale, ovviamente.
Scarlett: e funziona sul serio?
Victoria: certo che sì.

Nella sua voce c’era una malcelata nota di orgoglio. Non era cosa da tutti riuscire a sorprendere dei maghi, no?

Victoria: piuttosto, come avete fatto voi a continuare a usare i gufi postini per tutto questo tempo? Sono così lenti!
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4 gennaio 2024, primo collaudo

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Victoria: siete sicuri che stavolta non esploderanno?
Randall: ragionevolmente sicuri.
Hershel: allora credo che possiamo iniziare.
Randall: io chiamo Isabelle, tu Will e tu Scarlett. Siete tutti pronti?
Hershel e Victoria: (in coro) sì!
Randall: e allora via!

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Hershel: pronto, mi ricevi?
William: sì, qui tutto a posto.
Morgan: passamelo, voglio provarci anch’io! (Prende la cornetta) C’è nessuno?
Hershel: ehi Morgan, sei tu? Tutto bene?
Morgan: wow, ma è anche più forte di come ce l’avevate descritto! Ma adesso quindi tu sei a casa tua, sul serio?
Hershel: ti assicuro di sì.

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Isabelle: (divertita) Pronto? Qui casa di Handir e Isabelle, con chi parlo?
Randall: qui ditta Collins & co, vorremmo chiederle se è interessata all’acquisto di uno dei nostri impareggiabili apparecchi.
Isabelle: (ridendo) certamente, signor Collins.
Handir: (confuso) ma a chi stai parlando?
Isabelle: te l’ho detto prima, con Randall. (Gli porge la cornetta) Forza, provaci anche tu!
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#400

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Randall: pronto, c’è nessuno?
Handir: (sorpreso) ehi, ma sembra davvero Randall!
Randall: ehi, ciao Handir!
Handir: (a Isabelle) ma quindi sente quello che sto dicendo!?
Isabelle: certo che sì, tu senti lui e lui sente te. Forza, prova a dirgli qualcosa!

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Victoria: pronto, mi ricevi?
Scarlett: ... wow, ma quindi è davvero così facile? E poi si sente benissimo, è proprio forte!
Victoria: (orgogliosa) avevi dubbi?
Scarlett: altro che gufi postini, così si risparmia un sacco di tempo!
Victoria: era proprio quella l’idea.
Scarlett: posso tenerlo?
Victoria: perché no? Però mi raccomando, facci un po’ di pubblicità!

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Randall: (emozionato) ce l’abbiamo fatta sul serio! Funzionano!

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Arrivati a quel punto, non gli restava che trovare un modo per far scoprire al mondo la loro invenzione. Sapevano già che non sarebbe stato facile, visto che i maghi erano famosi per disprezzare tutte le novità e tutto quello che ricordasse loro il mondo dei babbani.

Nonostante questo cercavano di essere ottimisti. Come prima cosa, si misero all’opera per cercare uno spazio da usare per aprire un negozio in cui vendere i loro telefoni.

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Victoria: quindi questo rudere è dei vostri nonni?
Hershel: bisnonni. Avevano inventato una pozione contro l’insonnia, e avevano iniziato a venderla qui.
Victoria: ok... ma perché hanno chiuso?
Randall: perché, come effetto collaterale, la loro pozione faceva diventare i capelli viola.
Hershel: credo che un paio di streghe fossero anche diventate calve, in effetti.
Victoria: ah.
Randall: forse ci vorrà un po’ di lavoro, ma almeno abbiamo evitato gli affitti di Diagon Alley, giusto?
Hershel: sì, 200 galeoni al mese erano davvero troppi...
Victoria: ... allora, da che parte iniziamo?
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