I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#421

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Lucas: (serio) Scarlett, sei convocata nell’ufficio del signor Clarke. Adesso.
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Sig. Clarke: la signora Ministro è stata fin troppo gentile, e forse la sua decisione può andare bene per i civili. Ma da lei, signorina, mi aspettavo un po’ di buon senso in più. Avrebbe dovuto comunicarci immediatamente tutto quello che sapeva.
Scarlett:... sì signore.
Sig. Clarke: per questo, come punizione, le è stato assegnato un turno di guardia intero ad Azkaban.

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Scarlett: cosa!? Ma ad Azkaban c’è…

Stava per rispondere per le rime al suo capo, ma si interruppe di colpo quando vide l’espressione di monito del fratello. Forse non era una buona idea, dopotutto.

Sig. Clarke: questo è quanto. In futuro mi aspetto più attenzione da parte sua. Per oggi siete tutti congedati, tornate pure a casa vostra.
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#422

Ce la faranno questa volta i nostri eroi a inaugurare il benedetto negozio di Randall? Chissà...


Capitolo 58.11:
Una nuova inaugurazione


5 Ottobre 2024

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???: ma quello nella foto a pagina quattro non assomiglia ad Handir, il custode?
? ?: boh, qua parla di elfi della Foresta...
???: ma hai visto che orecchie? Sarà per quello che teneva il cappello di lana pure in piena estate?

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Quel mattino Julia era corsa a prendere la prima copia della Gazzetta del Profeta che le era capitata a tiro, temendo di trovarsi davanti qualche titolo allarmistico del tipo: “Gli elfi si nascondono tra di noi! Ecco i 10 modi per riconoscere un elfo!”. E invece si era ritrovata davanti un articolo pacato che invitava alla conciliazione.

Eppure dubitava seriamente che le cose fossero davvero andate così lisce. Doveva scrivere al più presto a sua sorella, per chiederle cosa fosse successo per davvero.
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#423

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Isabelle: stavolta mi hai fatto prendere un colpo!
Handir: per un attimo ho davvero pensato che sarei rimasto bloccato là…

Erano stati fortunati in tutto, a partire dalla madre di Handir che li aveva aiutati ad uscire da lì fino ad arrivare alla Signora Ministro, che aveva addirittura dichiarato di voler risolvere personalmente l’attrito con gli elfi rimasti nella Foresta.

Handir: mi sa che per un po’ sarà meglio evitare di attraversare la Foresta. Almeno finché non capiamo le intenzioni degli altri elfi.

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Isabelle: tua madre come sta?
Handir: adesso sta gironzolando qua attorno, al limite della Foresta.
Isabelle: riesci a sentirla da qui?
Handir: (preoccupato) sì. E mi sembra molto turbata da tutto quello che è successo.

Per un elfo essere emarginato dal resto della sua comunità era una delle cose peggiori che potessero succedere, se restavano soli troppo a lungo rischiavano letteralmente di perdere le forze fino ad appassire. Anche per questo Handir era più determinato che mai a starle il più vicino possibile.

E quella non era l’unica cosa di cui dovessero preoccuparsi.

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Isabelle: guarda laggiù, credo che stia arrivando un altro gufo.
Handir: uhm.
Isabelle: ma sei sicuro che sia stata una buona idea lasciare mettere una tua foto sul giornale?
Handir: perché no?

Una notizia come quella della scoperta di una nuova specie di creature magiche nascoste nella Foresta Proibita dietro a Hogwarts non poteva che riempire le prime pagine di tutti i principali giornali e riviste, a livello nazionale e non solo.

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Isabelle: (preoccupata) e se fosse un’altra lettera di uno che ti ha riconosciuto sul giornale?
Handir: non mi preoccupa granché, prima o poi si stancheranno.

Dicendo questo aveva allungato un braccio per invitare il gufo ad avvicinarsi a lui. Sembrava uno dei gufi di Hogwarts, chissà chi lo mandava. Quella mattina avevano già ricevuto una decina di lettere, e non tutte erano state amichevoli.

Già sapevano che convincere gli altri elfi a dargli ascolto non sarebbe stato facile, ma quella mattina avevano anche scoperto che anche per convincere i maghi sarebbe servito del tempo.

Handir: ehi, ma è di Julia!
Isabelle: cosa? Fa’ vedere!
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#424

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William: bell’articolo.
Morgan: grazie a te per avermi avvisato in anticipo. Ho avuto l’anteprima assoluta sulla notizia, sono stati obbligati a lasciarlo scrivere a me!

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Scarlett: ehi Will, ma sei ancora bloccato qui?
William: fino a domani mattina, a quanto pare.
Scarlett: Noah questa volta ha davvero esagerato, un bel richiamo non glielo toglie nessuno.
William: uhm.

William poteva anche essere stanco per il giorno e mezzo passato su quella sedia, ma Scarlett in quel momento sembrava messa anche peggio di lui. Non era solo la stanchezza per quello che era successo il giorno prima, sembrava anche preoccupata per qualcosa. E poi che ci faceva lì di domenica?

William: ma di preciso che punizione ti hanno dato i tuoi superiori?
Scarlett: ...

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Scarlett: ... ero passata per dirti che Randall ha rimandato l’inaugurazione del suo negozio a domani sera. Questa volta cerca di venire, ok?
William: ah ah.
Scarlett: e cerca almeno di tagliarti la barba, inizi a sembrare uno scappato di casa.

Detto questo Scarlett uscì dalla stanza. Aveva evitato di rispondere alla sua domanda, la punizione che si era beccata doveva essere piuttosto seria.

Mike: ... ciao anche a te, comunque.
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6 Ottobre 2024

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Randall: ehi, ciao! Tutto bene?
Handir: mai stato meglio!
Isabelle: sì, tutto bene.
Randall: fantastico! Allora accomodatevi, prego!
Victoria: (sottovoce) certo che sono proprio a punta. Ma tu lo sapevi già?
Randall: (sottovoce) ah ah.

Victoria si ricordava bene di Handir, dopotutto aveva aiutato lei e il resto della Resistenza a scappare da Hogwarts e a evitare l’arresto. Ma aveva sempre dato per scontato che fosse un mago anche lui. Anche dopo anni, il mondo magico continuava a riservarle moltissime sorprese.
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#425

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Scarlett: ancora complimenti per il buffet, il salmone è fantastico!
Victoria: salmone irlandese al cento per cento, avevi dubbi?

Crack!

Si girarono tutti di colpo verso il vialetto, qualcuno si era appena materializzato lì.

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Randall: ehi, ciao Will! Ce l’hai fatta stavolta!

William ci mise un attimo a rispondere, a dirla tutta sembrava un po’ scombussolato.

Randall: tutto bene?
William: cos... È colpa della smaterializzazione, è un po’... disorientante.


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???: mi dispiace molto che abbiate dovuto rimandare la vostra inaugurazione. Ma dovete scusare la mia impazienza, quando inizierete a vendere i vostri apparecchi?
Hershel: anche subito, signor Bradshaw! Edizione speciale per l’inaugurazione, che colore preferisce?
Sig. Bradshaw: non è importante, il classico andrà benissimo.

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Victoria: (sottovoce) certo che quel vecchio signore è proprio fissato.
Randall: (sottovoce) probabilmente ci farà pubblicità con i suoi amici, che se ne fa di un telefono solo?
Victoria: (sottovoce) sì, giusto!

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Handir: ne avete davvero un bel po’! E funzionano tutti come quello che abbiamo provato?

Preso dall’entusiasmo, Handir tirò su una cornetta a caso per sentire se ci fosse qualcuno dall’altra parte.

Handir: (deluso) ehi, ma qui non si sente niente!
Isabelle: (divertita) bisogna anche fare il numero, non basta alzare la cornetta!
Scarlett: se vuoi puoi provare a chiamare me quando ritorni a casa. Mi sono anche scritta il mio numero, eccolo qua!

Dicendo questo, Scarlett gli passò un bigliettino con il suo nome e il numero del telefono che Randall le aveva lasciato come ringraziamento per averli aiutati con il collaudo.

Isabelle: attenta, potrebbe chiamarti a qualsiasi ora!
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#426

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Randall: ehi, ciao ragazzi! Come va?
Isabelle: ci stiamo divertendo da matti, davvero!
Randall: (guardandosi attorno) ma che fine ha fatto Will?
Scarlett: sarà da qualche parte a fare l’asociale, come al solito. Datemi un secondo, vado a ripescarlo.

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Là fuori stava benissimo. Dopo giorni chiuso nel Ministero della Magia poter stare finalmente un po’ all’aperto era un vero sollievo, e poi si vedevano le stelle. Non che ci fosse qualcosa di veramente interessante nel guardarle, in realtà non facevano poi molto. E forse il motivo per cui gli piaceva tanto guardare il cielo era proprio quello. Passando tutto quel tempo cercando di sbrogliare quella matassa intricata che era il futuro della gente, guardare qualcosa che invece fosse così regolare e prevedibile era in qualche modo riposante, quasi rassicurante.

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Scarlett: ehi Will, che combini qua fuori tutto da solo?
William: uhm, c’è troppa confusione là dentro.

Evidentemente avevano due concezioni di “troppa confusione” molto diverse, ma Scarlett non aveva voglia di mettersi a discutere pure su questo e quindi sorvolò sulla questione. Chiese invece:

Scarlett: e cosa staresti facendo?
William: (alza le spalle) niente di che.
Scarlett: uhm… non dirmi che stai guardando le stelle?
William: perché no? A New York non se ne vede manco una, sai?
Scarlett: è solo che mi sembra una noia mortale. Se ne stanno lì e basta!

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William: se ti sentisse la professoressa Gray*… E comunque prova a guardare meglio, non è affatto vero che non succede niente. Questa sera ci sarà anche qualche stella cadente.

(*l’insegnante di astronomia a Hogwarts*)

Scarlett spalancò gli occhi per la sorpresa, non aveva mai visto una stella cadente. Aveva sempre avuto di meglio da fare che mettersi a guardare il cielo, e poi si dimenticava sempre della data giusta. In effetti era abbastanza curiosa di vederne almeno una.

William: vediamo, la prossima dovrebbe cadere…
Scarlett: aspetta, se mi dici dove guardare non vale!
William: come preferisci.

Cinque minuti dopo…

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Scarlett: basta, ci rinuncio!
William: uhm?
Scarlett: non c’è neanche una stella cadente!
William: giuro che a inizio ottobre, anche se poche, ce ne sono.
Scarlett: e allora non vogliono farsi vedere!
William: io ne ho già contate due.
Scarlett: come due?
William: tre tra pochi secondi.
Scarlett: e dove dovrebbe cadere questa tua presunta stella?
William: laggiù, in mezzo alla costellazione del Sagittario.
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#427

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Scarlett: dove?
William: (indica) là.
Scarlett: (concentrata) io non vedo proprio nie…

Proprio in quel momento una stella cadente passò esattamente dove aveva indicato William. La faccia stupita di Scarlett era a dir poco esilarante.

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William: (ironico) allora, espresso il desiderio?
Scarlett: … però così non vale!
William: così come?
Scarlett: non vale se sai in anticipo dove cadranno!
William: non posso mica farci niente, sai?

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Scarlett: ma come cavolo fai?
William: a fare cosa?
Scarlett: a fare finta di niente, anche se sai già tutto quello che sta per succedere. Io non ce la farei mai!
William: (ironico) a volte me lo chiedo anch’io.
Scarlett: ma quindi non ti sorprende proprio niente?
William: no, a volte quando Vedo per la prima volta qualcosa posso anche restare sorpreso.
Scarlett: (pensierosa) ma mai nel momento giusto...

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Iniziando a Vedere dove sarebbe andata a parare Scarlett, William non poté fare a meno che scoppiare a ridere. Ma come le venivano in mente certe idee?

Nel frattempo, ignorando completamente quella sua reazione, Scarlett aveva iniziato imperterrita a esporre la sua idea.

Scarlett: (seria) ti propongo una scommessa.

Continuando a non dare adito alle risa sempre più incontrollate di Will, continuò dicendo:

Scarlett: (seria) scommetto di riuscire a farti una sorpresa, e senza che tu lo Veda in anticipo.
William: (continuando a ridere) e come penseresti di fare, di grazia?
Scarlett: se te lo dicessi non sarebbe più una sorpresa, no?

Sembrava molto decisa, ma William era convinto che stesse solo bluffando. Era impossibile trovare un modo per sorprenderlo per davvero.
Era proprio il genere di scommessa che per lui era impossibile perdere, come poteva tirarsi indietro?

William: e cosa vorresti scommettere?
Scarlett: chi perde deve offrire una cena. Che ne dici?
William: perché no?

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#428

Capitolo 59.11:
Questo negozio non s’ha da aprire


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Victoria: certo che ieri sono arrivate in negozio un sacco di belle streghe. Come mai sei rimasto per conto tuo tutta per la sera?
Hershel: (confuso) come, non ve l’ho ancora detto? Guardate che io...

Crash!

Per quanto potesse essere interessante il discorso che stavano intrattenendo, questo passò completamente in secondo piano nell’istante in cui un grosso sasso fracassò la vetrina di destra del loro negozio.

Il sasso aveva toccato il pavimento da pochi secondi, ma Victoria era già affacciata dal porticato per cercare di capire chi fosse stato.

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Hershel: non preoccuparti per la finestra, non ci vuole molto ad aggiustarla.

Dicendo questo aveva già preso la sua bacchetta magica in mano e, con un gesto distratto, aveva comandato ai cocci di vetro sul pavimento di ritornare al loro posto e ricomporre la vetrina.

Victoria: (arrabbiata) non è questo il problema! Chi diamine è stato?

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Randall: (perplesso) c’è un pezzo di carta attaccato al sasso. Sembra... un volantino?

Con un misto di confusione e preoccupazione, aprirono il volantino spiegazzato per leggere:

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Hershel: ma quello è il vecchietto dell’inaugurazione!
Victoria: non può farlo, quel telefono è stata una nostra idea! Questa è violazione del brevetto, ecco cos’è!

Randall non era il tipo di persona che si arrabbia facilmente, ed era ancora più raro vederlo andare in escandescenze. Ma in quel momento anche lui fece fatica a mantenere la calma, e ancora di più a trattenersi dall’appallottolare quello stupido volantino per poi buttarlo direttamente nel camino, assieme al sasso e a tutto il resto.

Randall: ... suppongo che non ci resti che andare da questo signor Bradshaw e sentire la sua versione.
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#429

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Sig. Bradshow: (con aria innocente) sì, posso esservi utile?
Victoria: cosa diamine sarebbe questo volantino? I suoi unici e inimitabili parlatoi?
Sig. Bradshaw: non so proprio di cosa stiate parlando.
Victoria: (arrabbiata) stupido vecchio...

Randall: Signor Bradshaw, sono sicuro che ci sia un modo più che ragionevole per risolvere la faccenda. Vede, i telefoni per maghi sono stati brevettati da me e da mio fratello qualche mese fa. Quindi...
Sig. Bradshaw: (sogghignando) parlate di regole, proprio voi! Come se introdurre di nascosto una babbana nel mondo magico, per di più una babbana che in passato si è opposta al Ministero della Magia, fosse un reato anche solo comparabile con un semplice scaramuccia per una questione di proprietà intellettuale!

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Si erano aspettati molte situazioni diverse dirigendosi verso il negozio della concorrenza, ma di sicuro non questo. Come aveva fatto quel vecchietto a scoprire Victoria? E come faceva a sapere anche della Resistenza?

Randall: ... ma come...
Sig. Bradshaw: Victoria Kathleen Smith, pensavi davvero che bastassero quegli stupidi occhiali per non farti riconoscere?

Victoria si era sentita la terra mancare da sotto i piedi ed era sbiancata sempre più man mano che quell’uomo continuava ad aggiungere dettagli. Sapeva chi era e, soprattutto, cos’aveva fatto. Ma come faceva a sapere tutte quelle cose?

Victoria: (spaventata) ... chi è lei?
Sig. Bradshaw: cosa vuoi che ti dica. Alcune persone cambiano poco, come te, mentre altre cambiano molto.

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Sig. Bradshaw: vista la nuova situazione, mi pare ovvio che non siate nelle condizioni di pretendere alcunché da me. Anzi, se entro quarantotto ore non mi cederete volontariamente il vostro brevetto, la qui presente signorina riceverà una spiacevole visita da parte degli Obliviatori del Ministero.

Nessuno riuscì a replicare mentre il Signor Bradshow gli rivolgeva un ultimo sorrisetto soddisfatto, per poi congedarli dicendo:

Sig. Bradshaw: quindi adesso, se volete scusarmi, io avrei dei telefoni, anzi parlatoi, da tirare fuori dagli scatoloni. Buona giornata.
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Victoria: ma chi diamine è quel tizio? Non l’avevo mai visto in vita mia, come ha fatto a riconoscermi?
Hershel: non credo che sia questo il problema principale. Che facciamo adesso?
Victoria: questo è un ricatto bello e buono, dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto non possiamo lasciargli davvero il brevetto!
Hershel: ma che alternative abbiamo? Se non facciamo quello che dice quello là andrà davvero a denunciarti al Ministero!
Victoria: Randall, diglielo anche tu! Non possiamo cedere a un ricatto così stupido!
Randall: ... ha ragione Hershel, non possiamo fare altro.
Victoria: credete davvero che quel vecchio pazzo si fermerà al vostro brevetto? Se gliela facciamo passare liscia questa volta continuerà a ricattarci per sempre!
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#430

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Randall: ma cos’altro proporresti di fare? Al Ministero basta una soffiata per mandare una squadra di Obliviatori a casa nostra! Ti cancellerebbero tutti i tuoi ricordi del mondo magico, per sempre!
Victoria: credi che non lo sappia? Però che altro dovrei fare? Nascondermi e non uscire più di casa per paura dei ricatti di un vecchio mago ruba-brevetti?
Hershel: ehi, calmatevi! Così non risolviamo niente, dobbiamo ragionare bene su cosa ci convenga fare!

Hershel aveva ragione, se non riuscivano a calmarsi e a ragionare non sarebbero mai venuti a capo di nulla.
Era un problema più grande di loro, da soli non vedevano come venirne fuori. Dovevano chiedere aiuto a qualcuno, e la loro scelta era abbastanza ovvia.
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Isabelle: (trafelata) abbiamo fatto più in fretta che potevamo! Cos’è successo?
Hershel: qualcuno ha riconosciuto Victoria. E adesso ci ricatta per avere il nostro brevetto.
Isabelle: cosa? Ma com’è successo?

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Randall: accidenti!
Isabelle: che succede?
Randall: Scarlett non risponde, continua a partire la segreteria. Un’oretta fa ho mandato una lettera via gufo sia a lei che a suo fratello, spero che almeno uno dei due ci risponda.
Isabelle: e Will invece?
Randall: (rassegnato) sono quasi sicuro che sia ripartito per New York questa mattina, non riceverà il nostro messaggio prima di domani.

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Handir: ma quindi è tutta colpa di quel signore anziano?
Victoria: il signor Bradshaw, sì. E gli abbiamo pure venduto il nostro primo telefono, deve aver passato la notte a smontarlo per poi copiarcelo! Stupido vecchio...
Handir: (pensieroso) ... quel signore aveva un che di strano. Trasmetteva molta energia, considerata la sua età. E poi aveva un che di famigliare, come se l’avessi già incontrato da qualche parte...

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Victoria: come avrà fatto a scoprire tutte quelle cose su di me?
Randall: (pensieroso) non ne ho idea. Però, forse, non conosce allo stesso modo me e Hershel. Addirittura, Isabelle e gli altri potrebbe non riconoscerli affatto.
Victoria: a che stai pensando?
Randall: con le informazioni che abbiamo non possiamo fare granché. E di persona non possiamo indagare perché ci riconoscerebbe subito. Però forse...
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