I quattro colori di Hogwarts

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#441

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Randall poteva non essere particolarmente portato per gli scontri diretti, ma nel corso degli anni aveva imparato anche lui un paio di incantesimi piuttosto utili. Con una stoccata secca della bacchetta aveva reso il loro passo leggero come una piuma, così che potessero arrivare fin sotto alla vetrina del negozio del vecchio senza essere notati.

Hershel, di fronte a lui, scalpitava per l’agitazione. Gli bastava uno svolazzo della bacchetta per far piombare il signor Bradshow in un sonno profondo, ed aspettava solo un indicazione dal fratello prima di lanciare l’incantesimo.

Randall però non poteva che continuare a chiedersi come mai il vecchio signor Bradshaw continuasse a ostentare quell’espressione tranquilla da dietro la cassa del suo negozio. Sapeva perfettamente che presto sarebbero arrivati con la loro risposta, doveva aspettarsi di tutto da parte loro. Cosa poteva aver escogitato?

Nonostante il dubbio, Randall fece cenno al fratello di lanciare il suo incantesimo.

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A quel punto, potevano provare ad entrare.

Nel momento in cui aprirono il portone d’ingresso per entrare, un calderone pieno di qualche liquido puzzolente messo in bilico proprio sopra le loro teste si mise a oscillare pericolosamente. Randall riuscì per un pelo a lanciare un incantesimo di librazione e evitare che gli si rovesciasse addosso.

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Victoria: ma che roba è?
Randall: … non lo so di preciso, ma dubito che fosse innocuo.
Hershel: mi ricorda una lezione di erbologia, credo che questa roba fosse urticante o qualcosa del genere.

Si guardarono con aria perplessa: il vecchio pensava davvero di ottenere qualcosa con quel calderone in bilico sulla porta?

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Era arrivato il momento del punto successivo del loro piano: aspettare che l’effetto della pozione polisucco svanisse e scoprire chi si celasse sotto le sembianze del vecchio signor Bradshaw.

L’effetto di questa pozione può durare anche per ore, quindi furono tutto sommato fortunati a dover aspettare soltanto per tre quarti d’ora prima che il signor Bradshaw riassumesse il suo vero aspetto. Nonostante ciò, l’attesa fu snervante per tutti e tre.

Hershel: forse ci siamo, guardate!

Sotto i loro occhi, il viso del vecchio iniziò a mutare e a ringiovanire a vista d’occhio. Quella che si trovarono davanti era la faccia di un ragazzo pressappoco della loro stessa età, ancora profondamente addormentato a causa dell’incantesimo.

Un ragazzo addormentato dall’aspetto stranamente famigliare.

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Victoria: ehi, ma io lo conosco! È Jeff, il ragazzino che mi aveva convinto ad entrare nella Resistenza!
Randall: sul serio?
Victoria: ecco perché mi aveva riconosciuta subito!

Questa rivelazione più che rispondere alle loro domande sollevava però nuovi interrogativi: i ragazzi della Resistenza erano tutti babbani, quindi come aveva fatto Jeff a prendere la pozione Polisucco, fingersi un vecchio e a gestire un negozio di articoli magici? E, domanda più importante, perché?
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#442

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Victoria: risvegliatelo, lo voglio sveglio mentre lo prendo a sberle!
Randall: … un secondo, credo che ci convenga tenerlo quanto meno bloccato. Incarceramus!

Una sottile corda comparve dalla sua bacchetta e legò Jeff sulla sedia. Lo sballottamento sembrava anche averlo risvegliato, così pochi secondi più tardi il ragazzo riaprì cautamente gli occhi.

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Jeff: (confuso) … che è successo?
Victoria: (arrabbiata) succede che sei un deficiente! Che pensavi di fare?

Per quanto stordito dall’incantesimo e in evidente condizione di svantaggio, Jeff non ci mise molto per mettere a fuoco la situazione e rispondere per le rime alla provocazione.

Jeff: ti sei vista tu, invece? Che stai combinando, fai addirittura finta di essere una strega pur di stare al fianco del tuo damerino biondo?

A quel punto Randall si mise in mezzo ai due litiganti, ormai l’espressione arrabbiata di Victoria diceva: “forse voi maghi non potete far del male ai babbani, ma per quanto mi riguarda non ci sono problemi!”

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Cercando di usare tutta la calma che gli era rimasta, Randall disse invece:

Randall: non credo che tu ti renda conto della situazione in cui ti trovi in questo momento, fossi in te non tirerei troppo la corda.
Jeff: (strafottente) oh, ho capito dove vuoi andare a parare. Sia io che Victoria abbiamo qualcosa da nascondere al Ministero perché siamo babbani, e siamo pure considerati soggetti a rischio in quanto ex militanti della Resistenza. Io posso minacciare voi di chiamare gli Obliviatori e voi potete fare lo stesso con me, quindi sperate di aver raggiunto una situazione di stallo. O sbaglio?
Victoria: che hai da ridere?
Jeff: siete così ingenui. Pensate davvero che sarebbe stato così facile?

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Jeff: vedete, io non sono un babbano come Victoria. Tutta la mia famiglia è composta da maghi, sia i miei genitori che i miei fratelli sono andati a Hogwarts. Anch’io ho sperato di andarci fino all’ultimo, mi mancava tanto così per essere ammesso! E invece no, hanno preferito etichettarmi come un magonò e buttarmi in mezzo ai babbani.

Victoria, Randall e Hershel avevano ascoltato l’intera storia senza commentare, non si aspettavano che il discorso potesse prendere quella piega.

Notando che che nessuno di loro accennava a rispondere in alcun modo, Jeff si premurò di precisare:

Jeff: quindi, come vedete, non potete usare lo Statuto di Segretezza contro di me, perché quella legge non si applica ai magonò. A dirla tutta, credo che nella squadra di obliviatori al momento lavori anche mia sorella Charlotte.
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#443

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Jeff: quindi, anche se sono io quello bloccato a una sedia, l’unica a rischiare ancora di farsi cancellare la memoria è sempre Victoria. Ho deciso che sarò gentile con voi, se mi cederete immediatamente il vostro brevetto potrei decidere di chiudere un occhio e lasciarvi andare.

Durante tutto il lungo monologo Victoria aveva fissato Jeff con un’espressione sempre più sconvolta. Credeva di conoscerlo dai tempi della Resistenza, eppure non aveva mai saputo niente di tutta quella storia. E, cosa ancora più preoccupante, non sapeva come uscire da quella situazione.

Nel frattempo Randall aveva in apparenza mantenuto la calma per tutto il tempo, mentre nella sua testa cercava disperatamente di trovare una soluzione che gli permettesse di togliere Victoria dal pericolo e al contempo di non perdere il brevetto per cui avevano lavorato così a lungo. Non gli piaceva per niente l’idea di fare del male a un magonò, ma non vedeva molte alternative. E poi Jeff se l’era proprio cercata.

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Randall: (serio) credo che possa anche esserci un’altra alternativa, anche se speravo di non arrivare a tanto.
Hershel: … che hai in mente?
Randall: (serio) può ricattarci in questo modo solo perché sa troppo su di noi, giusto?

Dicendo questo giocherellava distrattamente con la sua bacchetta, con un’espressione serissima sul volto. Randall di solito non era così, aveva sempre un sorriso e una buona parola per tutti. In quel momento invece faceva quasi paura.

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Victoria: (preoccupata) Randall, che vuoi fare?
Randall: è l’unica soluzione che mi viene in mente. Finché quei ricordi rimangono nella sua testa, troverà sempre un modo per ricattarci. L’unico modo per risolvere definitivamente la situazione è cancellarli.
Jeff: ve l’ho detto, non potete chiamare gli Obliviatori o anche Victoria perderà i suoi ricordi!
Randall: infatti non ho intenzione di chiamare proprio nessuno.
Victoria: n-non vorrai mica…?

Istintivamente Victoria fece un passo indietro, timorosa. L’incantesimo di memoria era stato una delle sue paure più concrete degli ultimi anni, non si aspettava che proprio Randall sapesse come fare quell’incantesimo e che fosse addirittura disposto ad utilizzarlo su qualcuno.

Però, se cercava di pensare razionalmente, non avevano molte altre alternative. Quella poteva essere la soluzione.

Randall: … lo so che è una soluzione drastica, però…
Victoria: no, hai ragione. Ma sei sicuro di riuscirci senza farlo andare fuori di testa?
Randall: ragionevolmente sicuro. Non devo cancellargli molti ricordi, non dovrebbe essere troppo difficile.

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Nel frattempo anche Jeff iniziò a perdere la sua iniziale baldanza, non aveva previsto che la situazione potesse prendere quella piega. Era pochissima la gente in grado di fare quell’incantesimo a dovere, che probabilità c’erano?

Jeff: tzé, voi maghi non avete proprio altri mezzi per risolvere i vostri problemi, vero? Cancelliamo la memoria a tutti quelli che non vi vanno a genio, forza!

Randall cercò ancora con lo sguardo Victoria e suo fratello Hershel. Nessuno di loro poteva sapere se quella fosse la decisione giusta o se se ne sarebbero pentiti, ma per il momento sembravano tutti e tre d’accordo. Prese un respiro profondo per concentrarsi, doveva solo cancellargli i ricordi relativi a Victoria, al suo periodo nella Resistenza e alla questione dei telefono. Nient’altro.

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Randall: Oblivion.
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#444

Capitolo 62.11:
Riunione


Nel frattempo, nella Foresta Proibita...

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I rappresentanti del Ministero venuti per mettersi in contatto con gli elfi erano stati estremamente insistenti, per Isabelle e Handir era stato praticamente impossibile evitare di accompagnarli fin nel bel mezzo della Foresta Proibita.

Addetto Ministero: quindi non tutti gli elfi abitano in questa Foresta?
Handir: sì, ci sono altre Foreste in cui abitano altri gruppi di elfi. Ma questo è il gruppo più numeroso.
Addetto Ministero: e vi tenete in contatto in qualche modo, o dovremo fare lo stesso per tutti gli altri gruppi?
Handir: i sacerdoti di ogni Foresta sono costantemente in contatto tra di loro, una notizia come quella di essere stati scoperti dagli umani si sarà diffusa più in fretta del polline di betulla.
Addetto Ministero: ah.

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Handir: non credo che saranno molto contenti per la nostra visita, probabilmente non appena percepiranno la nostra presenza cercheranno di tenerci fuori.
Addetto Ministero: e dovremmo preoccuparci?
Handir: non troppo, sanno che anche cacciandovi non risolverebbero granché. E poi vi sto aiutando io, no?

Fosse stato per Handir avrebbero raggiunto il centro della Foresta in quattro e quattr’otto, ma gli addetti del Ministero e Isabelle non riuscivano a camminare velocemente quanto lui attraverso quella Foresta che si faceva sempre più intricata. Quindi impiegarono un paio d’ore prima di raggiungere la loro meta.

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Sacerdotessa: (in collera) cosa vi porta a violare di nuovo la nostra Foresta?
Addetto Ministero: veniamo in pace, chiediamo soltanto la possibilità di stringere accordi ufficiali con voi.
Sacerdotessa: non vogliamo accordi. Tutto quello che vogliamo è poter continuare a vivere come abbiamo sempre fatto, senza l’interferenza di gentaglia come voi!

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Addetto Ministero: il Ministero della Magia non ha alcuna intenzione di ledere la vostra libertà. Tuttavia, tutte le creature e esseri magici sono tenute a stringere accordi con il Ministero. Se lo vorrete, durante le trattative potrete decidere di continuare a vivere nella Foresta come avete sempre fatto e metteremo nero su bianco che nessun mago potrà entrare. Se qualcuno di voi invece decidesse di vivere assieme ai maghi, come sta facendo il qui presente Handir, sarà a tutti gli effetti in diritto di farlo senza doversi nascondere in alcun modo.

Gli elfi della Foresta sapevano essere estremamente orgogliosi, ma erano anche intelligenti abbastanza da sapere quando una battaglia era persa. Per quanto potente fosse la loro magia, non sarebbero riusciti a far dimenticare la loro esistenza a tutti quei maghi.
Con estrema riluttanza, la Sacerdotessa degli elfi rispose quindi:

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Sacerdotessa: stringeremo questo accordo, se ci tenete tanto. Ma non accetteremo più che degli umani si rechino nella nostra sacra radura in questo modo. E noi non abbiamo nessuna intenzione di raggiungere nessuno dei vostri bizzarri edifici. I prossimi incontri si svolgeranno al limitare della Foresta, al prossimo plenilunio.
Addetto Ministero: (confuso) va bene, credo che possa…
Handir: (sottovoce) penso che adesso ci convenga tornare indietro, se restiamo potrebbero innervosirsi sul serio.
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#445

Ci avevano impiegato un altro paio d’ore per ritornare a casa, e un’altra ora prima di riuscire a scrollarsi di dosso gli addetti del Ministero. Ormai il sole stava tramontando, dovevano sbrigarsi!

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Isabelle: (preoccupata) siamo in ritardo da far spavento, dobbiamo andare subito da Randall!
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Poche ore prima, a New York

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Cassy: ehi, dove state correndo a quest’ora?
William: dobbiamo tornare urgentemente a Londra.
Cassy: ma non sei arrivato ieri? (Scuote la testa) Fa’ un po’ come vuoi...

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Scarlett: sbrigati, siamo già in ritardo!
William: appunto, anche correndo ormai non possiamo arrivare in tempo.
Scarlett: ma se non ci sbrighiamo perderemo pure la prossima passaporta, quindi datti una mossa!



MACUSA, ufficio passaporte di New York

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Scarlett: come sarebbe a dire che la passaporta è in ritardo?
???: non possiamo farci niente, potrete partire tra circa due ore e un quarto.

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Scarlett: (frustrata) e che cavolo!

Non poteva lasciare Randall da solo in un momento del genere, non poteva! Ma come le era venuto in mente di andare fino a New York per una scommessa così stupida? Se solo fosse rimasta a casa sua tutto questo non sarebbe successo!

Mentre Scarlett era impegnata a rimuginare su questo e molto altro, William si era seduto di fianco a lei con rassegnazione, aveva preso dalla borsa un libro dall’aria particolarmente noiosa e si era messo a leggere.
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#446

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Scarlett: ti sembra il momento di mettersi a leggere?
William: forse questo particolare ti è sfuggito, ma in questo periodo non ho avuto molto tempo per studiare. Devo darmi da fare se voglio riuscire a restare al passo e dare l’esame finale entro l’estate prossima.
Scarlett: che esame?
William: l’esame per prendere la licenza da Veggente.

Detto questo, Will era tornato a nascondersi dietro a quel libro per studiare. Di solito lui non parlava molto di quello che faceva a New York quando tornava a casa, ma le era bastato stare là con lui per un giorno e mezzo per rendersi conto che in realtà si stava impegnando davvero molto.

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Scarlett: ma che stai studiando di preciso?
William: (vago) sto imparando a usare la sfera di cristallo per leggere il futuro.
Scarlett: che? Ma funziona sul serio?
William: così sembrerebbe.
Scarlett: e mi dici solo adesso che sai far funzionare una sfera di cristallo!?
William: non è poi una cosa così impressionante. Tanti veggenti lo sanno fare.
Scarlett: e quando avresti imparato a farlo?
William: ehm, vediamo...



Un anno e mezzo prima, Circolo degli Oracoli del Bronx (NY)

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William: (concentrato) tra due minuti passerà una signora anziana con un bambino piccolo in braccio.
Delphine: come sono?
William: la signora ha i capelli bianchi, tagliati molto corti e indossa una specie di vestito verde a pallini, mentre il bambino piccolo sta dormendo. Credo che gli abbiano messo una tutina azzurra, o qualcosa del genere.
Delphine: va bene. Poi chi altro Vedi?
William: tra sette minuti passeranno due studenti nella direzione opposta. La ragazza ha un sacco di treccine in testa e si è messa una camicetta blu. Il ragazzo invece ha una maglietta con una specie di scritta...
Cassy: riesci anche a Vedere cosa c’è scritto?
William: (concentrato) “Non fermarti alla terza media” . E che vorrebbe dire?

L’esercizio continuò per parecchi minuti, più cercava di andare avanti con la previsione più faticoso diventava.


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William: tra due ore passerà un’altro di quei rumorosi veicoli babbani...
Delphine: di che colore è il veicolo?
William: giallo, e ha una targhetta bianca sul tettuccio.
Delphine: e riesci ad andare più avanti di così?
William: (concentrato) ... tra quattro ore e mezza il cielo si rannuvolerà, e Lorenzo si alzerà per accendere le due candele del candelabro sulla parete a destra. Poi.... (stanco) ... no, più avanti di così non riesco ad andare.


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???: (beffardo) ma dai, non arrivi neanche a prevedere cosa succederà tra mezza giornata?
Lorenzo: ehi, prevedere quattro ore e mezzo da sveglio non è mica male!
? ?: Lore, tu non fai testo. E poi a che serve essere Veggente se non riesci a Prevedere per davvero qual è il futuro della gente?
Cassy: su questo in effetti Eric non ha tutti i torti.
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#447

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William aveva passato i giorni successivi studiando come un pazzo in biblioteca. Era frustrante, tutto quello che aveva capito in quei mesi era che il modo con cui era capace a Prevedere il Futuro era inutile. Chi assume un Veggente che sa solo dirti cosa ti capiterà nelle quattro ore successive? I sogni premonitori restavano l’unico modo con cui era in grado di prevedere il futuro in modo accettabile, ma non ne aveva nessun controllo e quindi non poteva farci affidamento. Doveva trovare al più presto una soluzione, o non sarebbe mai riuscito a passare l’esame di licenza e tutto quel tempo passato al Circolo degli Oracoli del Bronx sarebbe andato completamente perso.

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William: (scocciato) che vuoi?
Cassy: (seria) potrei aver trovato un metodo per aiutarti a Prevedere il futuro.

Dicendo questo aveva tirato una sfera di cristallo e un libro fuori dalla sua borsa.

William: (scettico) una sfera di cristallo? E che dovrei farci?
Cassy: (saccente) non fare quella faccia, credo davvero che con te possa funzionare. Vedi, anche se non riesci a Prevedere il futuro con particolare anticipo, mi sembra di aver notato che tu riesca però a mantenere un livello di dettaglio notevole. L’altro giorno sei riuscito a Vedere una quantità di particolari che neanch’io avevo notato.
William: (scettico) non mi sembra di aver fatto niente di che.
Cassy: non è facile trovare qualcuno che riesca a Vedere in anticipo cosa ci sia scritto su una maglietta.
William: anche se fosse, questo che c’entra con la sfera di cristallo?


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Cassy: (porgendo il libro) pagina 394, leggi.

Non particolarmente convinto della faccenda, William aprì il libro alla pagina indicata e si mise a leggere. Cassy poteva anche essere una fastidiosa “so tutto io”, ma quando cercava di aiutare gli altri in quel modo di solito era perché era convinta che avrebbe davvero funzionato. E poi in quel momento non sapeva davvero che altri pesci prendere, che aveva da perdere?

William: (leggendo) “Non tutti possono osservare immagini nitide in una sfera di cristallo, in quanto ciò che viene mostrato altro non è che una proiezione di quanto l’Occhio Interiore Vede. Per poter sfruttare appieno questo strumento è quindi necessario essere in grado di Vedere immagini di notevole nitidezza.”

Tutto ciò non gli sembrava particolarmente utile. Che utilità poteva avere proiettare le sue Premonizioni in una palla di vetro?

Cassy: continua a leggere, la parte interessante arriva adesso.

William non era particolarmente convinto della faccenda, ma riprese comunque a leggere quel paragrafo.

William: (leggendo) “La delocalizzazione delle immagini mostrate dall’Occhio interiore per mezzo di un oggetto esterno ne rendono più agevole l’interpretazione e il controllo. In seguito a uno studio attento della tecnica, un Veggente può imparare a muoversi all’interno della grande matassa dei fili degli eventi e ad apprezzarne gli eventi nodali con un dettaglio e una portata paragonabili a quanto osservato in Sogno.”


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Scarlett: forte! Quindi quello che puoi Vedere nella sfera di cristallo è simile ai sogni Premonitori che facevi a scuola?
William: con la differenza che adesso posso decidere io cosa Vedere.
Scarlett: ma quindi potresti Vedere il Futuro di chiunque? E quanto puoi andare in là?
William: (vago) dipende, alcune cose sono più chiare di altre.
Scarlett: ma perché non ce l'hai detto prima? Quando risolveremo questo casino, devi assolutamente farmi vedere come funziona!
William: ... certo che sei proprio curiosa.

Detto questo, William riaprì il libro che ancora teneva in mano.
Aveva pensato spesso di raccontare agli altri di quello che stava imparando a fare con la sfera di cristallo, ma aveva sempre lasciato perdere. Alla fine non era questa gran cosa, e non gli riusciva neppure così bene. A giudicare dalla reazione di Scarlett, però, sembrava quasi che potesse essere una cosa interessante, dopotutto.
Pensieroso, William girò la pagina del libro. Prima di rimettersi a studiare però aggiunse ancora:

William: … non riesco ancora a Vedere granché, siamo ancora troppo lontani, ma temo che potrei dover usare la sfera di cristallo prima di quanto pensi.
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#448

Retro del negozio di Randall, mezzanotte

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Avevano cancellato tutte le tracce, cercando di eliminare anche tutti i dettagli che avrebbero potuto far ricordare a Jeff di quella sua messinscena. Nel negozio non era rimasto nessun telefono né volantino che ne parlasse e avevano poi rimesso in ordine il locale, rimosso le trappole e lasciato Jeff addormentato su un sofà nel retro del suo negozio. Probabilmente al suo risveglio sarebbe stato confuso dalla situazione, ma con un po’ di fortuna la faccenda si sarebbe sistemata da sola. O almeno così speravano.

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Isabelle: (preoccupata) cos’è successo? State tutti bene?
Randall: ma che fine avevate fatto?
Isabelle: è colpa degli addetti dell’ufficio per il controllo delle creature magiche, sono venuti a casa nostra proprio stamattina e ci hanno praticamente obbligati ad accompagnarli fino al centro della Foresta!
Hershel: (alla finestra) ehi, sembra che stiano arrivando anche gli altri!

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Scarlett: (preoccupata) siamo arrivati troppo tardi, vero?

Randall, Victoria e Hershel non riuscirono a rispondere subito, erano successe talmente tante le cose e non sapevano da dove iniziare.

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Però, per lo meno, erano finalmente di nuovo tutti insieme.
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#449

Capitolo 63.11:
L’ultima avventura


Randall, Victoria e Hershel misero anche gli altri al corrente degli avvenimenti degli ultimi giorni, partendo dal volantino con il telefono copiato per passare al bieco ricatto di quello che credevano essere il Signor Bradshaw, per arrivare infine alla loro ultima visita al negozio della concorrenza.

I nuovi arrivati erano sbiancati sempre di più man mano che la storia proseguiva, non si aspettavano che la situazione potesse essere tanto grave.

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Scarlett: (sconcertata) hai cancellato la memoria di un magonò? Ma sai almeno quante leggi avete violato?
Randall: che altre alternative avevamo? Non potevamo lasciare che il Ministero lo venisse a sapere!
Scarlett: se siete finiti in questa situazione è solo perché avete troppe cose da nascondere! Non si può infrangere la legge tutte le volte che vi torna comodo!
Randall: (arrabbiato) tu invece avresti sempre rispettato le regole alla lettera, vero?
Scarlett: non era la stessa cosa! Io ho sempre cercato di aiutare la gente, ma non ho mai fatto male a nessuno! Cancellare la memoria di qualcuno è inaccettabile invece!
Randall: gli ho solo fatto dimenticare quello che sapeva su di noi, non mi sembra così grave!
Scarlett: non ti sembra grave? Ma dove hai la testa?
Victoria: non mi pare che ci fossero rimaste molte alternative, sai?

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Isabelle: calmatevi tutti! Non risolviamo niente litigando così!

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William: ha ragione Isabelle, ormai quello che è fatto è fatto. Però forse siamo ancora in tempo per limitare i danni.
Randall: perché, che altro dovrebbe capitarci?
William: il futuro è più imprevedibile di quanto normalmente si pensi. E poi non c’è da escludere che quel magonò stesse nascondendo dell’altro.

I presenti si scambiarono un’occhiata tesa. Forse quella discussione poteva aspettare, c’erano cose più urgenti a cui pensare.

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William: ad esempio, come ha fatto un magonò ad aprire un negozio senza che nessuno notasse nulla? E come ha fatto a copiare il vostro telefono senza aiuto?
Randall: … a questo non avevo pensato. È impossibile che abbia fatto tutto da solo, servono una marea di incantesimi per farlo funzionare.
Isabelle: se è per questo, non poteva neanche prepararsi la pozione polisucco. Per lui in effetti è già molto rischioso anche solo bere quella pozione.
Victoria: volete dire che lo sta aiutando qualche mago?
Randall: (preoccupato) … sembra l’unica risposta possibile.

Ma come potevano scoprire chi fosse il suo complice e, soprattutto, quanto sapesse su di loro?

Scarlett: Will, credi di riuscire a Vedere il futuro di quel ragazzo in qualche modo?
William: … posso provarci.

Mentre lo diceva aveva già recuperato una sfera di cristallo dallo zaino che si era portato dietro, per poi metterla al centro di uno dei tavoli del negozio.

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Randall: (perplesso) da quando usi le sfere di cristallo?
William: in tre anni qualcosa l’avrò pure imparata.

Preoccupati, ma anche incuriositi, si disposero tutti attorno alla sfera di cristallo.

Nel frattempo William si concentrò per cercare il filo degli eventi di Jeff per poi seguirlo fin nel futuro, mettendo in pratica tutto quello che aveva studiato con tanta fatica. Impiegò più tempo di quanto pensasse prima di riuscire a vedere qualche immagine delinearsi nella sfera di cristallo, quel filo degli eventi per qualche motivo era particolarmente sfuggente e sfuocato. Gli altri però non sembravano essersene accorti, e si erano limitati ad avvicinarsi ulteriormente alla sfera di cristallo per vedere meglio le immagini al suo interno.
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#450

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Jeff: (confuso) ma … che ci faccio qui?

Stava facendo qualcosa di importante, eppure non riusciva proprio a ricordarsi che cosa. Confuso come non lo era mai stato, si sbrigò ad uscire dal negozio per ritornare verso casa sua.


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Jeff: nonno, sono a casa!
???: Jeffrey, sei tu?

Jeff salì al piano di sopra, in direzione della voce che lo aveva appena chiamato.


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Randall: aspettate, ma quello è il vero signor Bradshaw, quello in cui Jeff si trasformava prendendo la pozione polisucco!
William: (concentrato) da quanto riesco a Vedere, credo che si tratti di suo nonno.
Scarlett: ok, ma che bisogno ha di fingersi suo nonno?
Randall: (pensieroso) non credo che al momento il Ministero permetta ai magonò di portare avanti da soli un negozio di articoli magici.
William: (concentrato) aspettate, c’è anche dell’altro.

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Sig. Bradshaw: stai bene? Sei stato via tutta la notte!
Jeff: ... non sto male, sono solo un po’... confuso.
Sig. Bradshaw: e come vanno le vendite di quei telefoni?
Jeff: (confuso) le vendite dei cosa?
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