I quattro colori di Hogwarts

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#451

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Sig. Bradshaw: dei telefoni, non ti ricordi? Eravamo riusciti a incastrare i Collins e a farci cedere il loro brevetto!
Jeff: …
Sig. Bradshaw: (sospettoso) così non te ne ricordi più.


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William: (serio) anche il vecchio sembra al corrente di tutta la faccenda, racconterà tutto quanto al nipote e sarete punto a capo.
Randall: … e quando dovrebbe succedere tutto questo?
William: il magonò si sveglierà tra circa sei ore, quindi tutto questo avverrà poco prima dell’alba.

I presenti a quel punto si scambiarono un’occhiata spaventata: come potevano cavarsela questa volta?
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Erano rimasti tutti al negozio di Randall a parlare delle loro alternative fino a notte fonda. Ne avevano discusso e ridiscusso, ma non sembrava che ci fossero molti modi per uscire da quella brutta situazione.

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Scarlett: sarebbe ancora più grave che l’aver cancellato la memoria a quel magonò, questa volta sarebbe anche premeditato!
Randall: (rassegnato) però, se non facciamo nulla, quei due andranno a denunciarci al Ministero prima di domani sera.

Da un lato nessun voleva che Randall, Victoria e Hershel venissero denunciati ed arrestati, ma neanche l’idea di doversi intrufolare nella casa di un mago anziano e malato in piena notte per modificargli la memoria sembrava la cosa giusta da fare.

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Randall: … non siete obbligati a venire anche voi, tutto questo casino è successo solo per colpa mia.

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Isabelle: siamo una squadra, non ti abbandoneremo proprio adesso. Giusto, ragazzi?
William: (pragmatico) questa volta mi sembra l’unico modo per uscirne.
Scarlett: ...

Scarlett non riuscì a rispondere subito, in testa aveva la confusione più totale. In fondo sia Randall che Victoria cercavano solo un modo per poter vivere assieme, anche se lo Statuto Internazionale di Segretezza gli rendeva le cose più complicate che mai. Avevano sempre nascosto moltissime cose al Ministero della magia, ma non l’avevano mai fatto con cattive intenzioni.
Certo, neanche Jeff e il signor Bradshaw si erano fatti scrupoli prima di infrangere la legge e ricattare gli altri, ma questo poteva giustificare il fatto che gli venisse cancellata la memoria?
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#452

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Scarlett: io… non ne sono per niente sicura. Questa volta si tratta di cancellare la memoria a un anziano, se succedesse di nuovo che altro potremmo dover fare? Di questo passo non ci vorrebbe molto prima di diventare criminali per davvero.

E quindi fare la fine di suo padre...

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William: anche questo è vero, dovreste cercare una soluzione definitiva. Se continuate a fare quello che fate ora, stando tutti e tre in negozio, non ci vorrà molto prima che qualcun altro vi noti.
Randall: (sfinito) lo so.


Per alcuni istanti un silenzio opprimente cadde sulla stanza, prima che Scarlett sbottasse definitivamente dicendo:

Scarlett: e va bene, vi aiuterò. Ma solo se mi promettete che sarà l’ultima volta!
Randall: di cose pericolose ne abbiamo già fatte a sufficienza, per quanto mi riguarda.
Isabelle: sì, sono d’accordo.

William: sbrighiamoci, ci conviene arrivare a casa del signor Bradshaw prima che si svegli se non vogliamo complicare ulteriormente la situazione.
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Partendo dalle Premonizioni di William non era stato difficile individuare la casa del signor Bradshaw, non era molto lontana dal suo negozio in effetti.

Alla fine erano andati solo Randall, Scarlett, Isabelle e William: di avventure ne avevano avute molte negli anni, ormai loro quattro sapevano di essere una squadra affiatata in situazioni del genere.

Dal punto di vista pratico, cancellare la memoria a quel vecchio non sarebbe stato affatto difficile per loro. Quello che continuava a preoccuparli era piuttosto il pensiero di tutte le conseguenze di quel loro gesto. Forse voleva dire anche questo, diventare grandi.

Scarlett: (sottovoce) la casa è protetta da qualche incantesimo?
William: (sottovoce) da quanto Vedo, entrando ora faremmo scattare un incantesimo di allarme.

Scarlett si limitò ad annuire, a prendere la bacchetta e ad agitarla con una steccata secca in direzione della casa. Il funzionamento degli incantesimi di allarme era tra le prime cose che aveva imparato durante il suo addestramento da Auror, dopotutto.

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Scarlett: (sottovoce) ricordatevi di cancellare anche le tracce degli incantesimi che fate, altrimenti sarà fin troppo facile rintracciarci.

E dicendo questo, fece un altro svolazzo complicato con la bacchetta.

Isabelle: (sottovoce) possiamo entrare adesso?
Scarlett: (sottovoce) sì.

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Con tutta la cautela di cui erano capaci, erano quindi entrati nella casa del Signor Bradshaw. Senza commentare, William era subito andato alla finestra più vicina per fare da vedetta. Così, se qualcuno si fosse avvicinato alla casa avrebbe potuto avvisare tutti gli altri molto prima che venissero notati. O, per lo meno, questa era l’idea.
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#453

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Scarlett: (sottovoce) che ti prende?
William: (sottovoce) c’è qualcosa di strano in questa casa. Riesco a Vedere solo immagini frammentate.
Scarlett: (sottovoce) allora faremmo meglio a sbrigarci.

Intanto si erano avvicinati con cautela al vecchio. Isabelle, per precauzione, gli aveva lanciato contro un leggero incantesimo per essere sicura che restasse addormentato.

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Isabelle: (sottovoce) non ha una bella cera.
Randall: (sottovoce) cerchiamo di fare in fretta.

Randall prese un bel respiro per calmarsi. Se già cancellare la memoria a Jeff era stato difficile, farlo con un vecchio malato e addormentato era pure peggio.

Doveva concentrarsi.

Il vecchio doveva solo dimenticarsi di loro, di aver copiato il loro telefono e di aver cercato di ricattarli. Poi poteva anche tornarsene a fare qualsiasi cosa stesse facendo prima.

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Randall:



Il vecchio non reagì, l’incantesimo sembrava essere andato a buon fine. Era stato facile o, per lo meno, così sembrava.

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Isabelle: Will, stai bene?

William continuava a Vedere solo poche immagini del Futuro, non capiva proprio quale potesse essere il problema. Ma almeno una di quelle immagini gli sembrava fin troppo chiara.

William: … credo che ci sia qualcun altro, in questa casa.
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#454

Capitolo 64.11:
Im-previsti II


William si teneva la testa tra le mani, aveva un mal di testa che sembrava volergli aprire il cranio in due e, come a voler peggiorare la situazione, non riusciva a Prevedere il futuro come faceva di solito. Era riuscito a Vedere una sola cosa in quegli ultimi minuti, ed era stata sufficiente a gettare tutti nel panico.

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William: … credo che ci sia qualcun altro, in questa casa.
Randall: cosa? E dove?
William: (scuotendo la testa) per qualche motivo non riesco a…
Isabelle: non sforzarti troppo, così peggiori solo la situazione.

Il Signor Bradshaw era sistemato, ma in quella casa poteva essere presente qualcun altro a conoscenza dei fatti che stavano cercando disperatamente di nascondere. Non potevano più contare sulle Premonizioni di William e, come se non bastasse, rimanevano soltanto un’ora prima che Jeff tornasse in quella casa.
La situazione era critica, ma dovevano cercare di restare calmi.

Scarlett: credo che ci convenga dividerci.
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Randall: (sottovoce) ci mancava solo questa.

Che altro poteva succedergli ancora? Era mai possibile che capitassero tutte a loro?

Isabelle: (sottovoce) ci resta solo da controllare la soffitta. Pronto?
Randall: (sottovoce) pronto.

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La soffitta sembrava uguale a quelle che si sarebbero potute trovare nelle case di qualsiasi mago del Paese. Si potevano vedere vecchi bauli pieni di cappelli a punta e vesti da strega logore, calderoni mezzi arrugginiti e numerosi barattoli dal contenuto difficilmente identificabile.

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Isabelle: (tra sé e sé) questo sembra… un diario?

Sembrava la calligrafia di un ragazzino, che fosse di Jeff? Isabelle sapeva di dover far attenzione a non lasciare prove, ma era anche curiosa di capire di più su quel ragazzo. In ogni caso quel diario era completamente ricoperto di polvere, probabilmente non si sarebbero neppure accorti di averlo perso.
Facendo attenzione a non farsi vedere da Randall, si mise il diario in tasca.

Intanto Randall aveva ispezionato il resto della soffitta. In mezzo a tutto quel ciarpame non sembrava esserci proprio nessuno.

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Randall: se c’è davvero qualcun altro in questa casa, allora deve essere di sotto.
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#455

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Scarlett: continui a non Vedere nulla?
William: no.

Era una sensazione davvero strana. Era come se qualche oggetto all’interno di quella casa stesse riuscendo a schermare il suo Occhio Interiore. Qualcosa come…

William: … era già successo una volta, a Hogwarts. Quella volta che la Resistenza ha attaccato il castello.
Scarlett: è vero, era colpa dei cappelli che quei ragazzini avevano in testa!
William: sì, proprio quelli.

Se Jeff era davvero uno dei ragazzini della Resistenza, come sosteneva Victoria, in effetti non era poi così improbabile che tenesse uno di quei maledetti cappelli scherma-magia in casa sua.

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Scarlett: ci manca ancora quel muro laggiù.

Avevano già esaminato la cantina e la maggior parte del piano inferiore, non sembrava esserci nulla di strano. Ma Scarlett non aveva nessuna intenzione di fermarsi alle apparenze e, seguendo quanto aveva imparato durante il suo addestramento, stava cercando le tracce di attività magica all’interno dell’edificio. Più andavano avanti, però, più Scarlett si sentiva come un ladro. Stavano davvero facendo la cosa giusta?

Scarlett: credo che ci sia una porta nascosta, qui dietro.
William: …

Cercando di non pensare troppo a quello che stavano facendo, Scarlett puntò la bacchetta verso quel passaggio nascosto scandendo l’incantesimo:

Scarlett: Alohomora!

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Una porta segreta si aprì, mettenedoli di fronte a una piccola stanza. le pareti erano ricoperte da scaffali stipati degli oggetti più strani.

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Scarlett: in mezzo a questa roba sembrano esserci parecchi manufatti di magia nera. Se il Ministero dovesse vedere un posto del genere…
William: non mi pare che quei due si facciano molti problemi ad infrangere la legge.

Scarlett non commentò, ma aveva pensato la stessa identica cosa. Il contenuto di quella stanza, da solo, era sufficiente per far finire sia il signor Bradshaw che Jeff ad Azkaban per anni interi. Non poteva continuare ad ignorare una situazione del genere!
Era davvero possibile che non ci fosse una soluzione che permettesse loro di denunciare quei due criminali e tenere Randall fuori dai guai?

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William: … credo che quel dannato cappello sia qui dentro, da qualche parte.

Solo in quel momento Scarlett si accorse di quanto fosse pallido Will in quel momento. Quel cappello scherma-magia lo stava facendo stare davvero male.

Scarlett: riesci a capire dove l’hanno messo?
William: … ho l’impressione che sia su uno di quegli scaffali, a sinistra.

Scarlett si mise ad esaminare lo scaffale, alla ricerca di uno di quei vecchi cappelli neri.

Scarlett: secondo te potrebbe essere questo?
William: … non ho intenzione di avvicinarmi più di così.
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#456

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Senza pensarci due volte, Scarlett aveva puntato la bacchetta contro quel cappello scandendo la formula:

Scarlett: Evanesco!

facendolo scomparire nel nulla.

Scarlett: stai meglio?
William: decisamente.
Scarlett: allora, adesso riesci a Vedere chi altro c’è in questa casa?
William: dammi un secondo.

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Il mal di testa stava sfumando velocemente, ma William ebbe comunque bisogno di quasi un minuto prima di riuscire a riordinare le idee in modo sufficiente da riuscire a Vedere qualcosa di sensato.
E, a quel punto, si accorse immediatamente di aver fatto un tremendo errore di valutazione.

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William: (perentorio) dobbiamo andarcene da qui, subito.
Scarlett: perché, che succede?

William si limitò a farle segno di seguirlo mentre si dirigeva a passo svelto verso il piano di sopra, dovevano raggiungere al più presto anche Randall e Isabelle.

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Randall: allora, l’avete trovato?
William: la Premonizione di prima era troppo confusa, mi era sembrato che ci fosse già qualcun altro nella casa. Invece deve ancora arrivare.
Randall: cosa? E quando dovrebbe succedere?
William: a minuti, quindi dobbiamo sbrigarci ad andarcene.
Scarlett: ma chi sta arrivando?
William: sembra un compratore per i manufatti di magia nera che abbiamo trovato al piano di sotto. Non sa nulla di voi, non rischia di denunciarvi. Ma se rimaniamo qui la situazione diventerebbe molto complicata, dobbiamo andarcene subito!

Randall e Isabelle non se l’erano fatto ripetere due volte e si erano immediatamente smaterializzati via. Convincere Scarlett invece non era stato altrettanto facile.

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Scarlett: non se ne parla neanche! Qui è in corso un commercio illegale di manufatti, non possiamo far finta di niente anche su questo!
William: e che pensi di fare? Dire ai tuoi capi che stavi passando da qui per caso?
Scarlett: no, però…

Doveva esserci un altro modo, doveva! Aveva solo bisogno di un po’ di tempo per pensare a come fare per...
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#457

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Scarlett si guardò confusa attorno a sé per qualche istante, prima di rendersi conto che Will l’aveva smaterializzata con sé al negozio di Randall, dove gli altri li stavano aspettando.

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Scarlett: (arrabbiata) ma che ti è saltato per la testa, Will?
William: non potevamo fare altro, ho Visto chiaramente che se fossimo rimasti…
Scarlett: chissene frega di cos’hai Visto! Quelli sono criminali da rinchiudere ad Azkaban, dovremmo denunciarli senza pensarci due volte!

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Isabelle: Scarlett, non possiamo andare al Ministero come se niente fosse...
Randall: a quel punto dovremmo spiegare che cosa stessimo facendo là, e rischieremmo di essere arrestati pure noi. Non se ne parla proprio!

Scarlett li guardò tutti e tre, allibita. Possibile che nessun altro si rendesse conto di quanto fosse pericoloso lasciare che i Bradshaw continuassero il loro commercio illegale di manufatti di magia nera, o le loro truffe?

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William: cerca di ragionare un attimo, che altro potevamo fare? E che sarebbe successo?

Scarlett in risposta si limitò a fissarlo, sconvolta. Almeno lui avrebbe dovuto capire tutti i dubbi che le stavano passando per la testa, era l’unico con cui ne aveva parlato.
Doveva esserci un altro modo per uscire da quella situazione senza infrangere la legge, aveva solo bisogno di un po’ di tempo per trovare la risposta!
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#458

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Scarlett: fate quello che vi pare, io ne ho abbastanza di tutta questa storia!

E si era smaterializzata via, probabilmente verso casa sua, senza che nessuno riuscisse a pensare a un modo per riuscire a fermarla.

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Victoria: (preoccupata) ma cos’è successo?
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Dopo aver raccontato anche a Victoria, Handir e Hershel quello che era successo, erano ritornati tutti dentro il negozio.
Erano tutti sfiniti da quella nottata che sembrava non voler finire più, ma c’era ancora almeno una cosa che andava fatta.

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William: (stanco) credo che sia meglio controllare che il futuro sia cambiato.

Gli altri annuirono e lo guardarono mentre rimetteva la sua sfera di cristallo sul tavolo e si preparava a esaminare di nuovo il futuro di Jeff e di suo nonno.

Complice la stanchezza, impiegò parecchi minuti prima di riuscire a ritrovare il filo degli eventi giusto e proiettare quello che Vedeva nella sfera di cristallo.

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Sig. Bradshaw: stai bene? Sei stato via tutta la notte!
Jeff: …. non sto male, sono solo un po’... confuso.
Sig. Bradshaw: (perplesso) come vanno le vendite in negozio?
Jeff: bene, credo.
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#459

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Sig. Bradshaw: non ricordo, stai facendo qualche offerta speciale al momento?
Jeff: non mi sembra.
Sig. Bradshaw: allora dovremmo pensare a qualcosa.


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Randall: dici che ha funzionato?
William: sembrerebbe di sì. Stando a quanto riesco a Vedere, non sembra che il loro corso degli eventi rischi di incrociarsi di nuovo con il vostro. Anche se provo ad andare più andare più avanti di così…
Isabelle: non esagerare, stanotte ti sei già stancato a sufficienza.
William: … in effetti non hai tutti i torti.
Isabelle: a dirla tutta, penso che abbiamo tutti bisogno di riposo.
Randall: su questo sono d’accordo.
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#460

Capitolo 65.11:
Giusto e sbagliato


Qualche giorno dopo, casa di Isabelle e Handir

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Nei giorni seguenti, Isabelle aveva passato ore su ore guardando fuori dalla finestra della sua stanza, cercando di riflettere su tutte le cose che erano successe.
Alla fine erano riusciti a tirare Randall fuori dai guai, ma era davvero finito tutto per il meglio?

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Handir: ho preparato il tè, ne vuoi?
Isabelle: sì, grazie.

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Handir: cosa stavi leggendo?
Isabelle: (pensierosa) è il diario di Jeff, il ragazzo a cui Randall ha modificato la memoria. L’ho trovato l’altro giorno nella soffitta del signor Bradshaw.
Handir: ah. E l’hai già letto tutto?
Isabelle: sì. È una storia molto triste la sua, sai?
Handir: perché, cosa gli è successo?

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Isabelle: Jeff è un magonò, e anche l’unica persona a non poter usare la magia di tutta la sua famiglia. Sembra che sia i suoi fratelli che i suoi genitori l’abbiano lasciato in disparte e guardato dall’alto in basso per questo, la sua è stata un’infanzia molto triste.

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Isabelle: da ragazzino ha passato moltissimo tempo nel negozio di suo nonno, lui è come cresciuto là dentro. Da quanto ha scritto, sembra che suo nonno fosse anche l’unico a non considerarlo come un completo fallimento. Il diario è pieno di insulti verso tutti gli altri maghi e il Ministero, odia davvero molto il mondo magico.
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