I quattro colori di Hogwarts

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#471

Randall e Victoria guardarono tutti i presenti, felici. Sì, ne avevano dovute passare tante per arrivare fin lì. Ma le loro famiglie e amici c’erano sempre stati, e li avevano aiutati ad ogni passo. Non potevano che sentirsi fortunati ad avere così tante persone che gli volessero bene.

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Alla fine di una giornata così, non potevano che essere speranzosi anche per il loro futuro.


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Qualche giorno più tardi, a casa di Scarlett

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Isabelle: allora, di che volevate parlarci?
Scarlett: forse potremmo aver trovato un modo per evitare che altra gente si trovi di nuovo nella situazione in cui si sono trovati Randall e Victoria qualche settimana fa, con il signor Bradshaw e quel maganò.
William: e senza infrangere nessuna Legge.
Randall: (scettico) e cosa pensereste di fare?

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William: non è detto che funzioni, e probabilmente ci vorrà un sacco di tempo, però…
Scarlett: … stavamo pensando di proporre una raccolta firme e richiedere ufficialmente di modificare lo Statuto Internazionale di Segretezza.
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#472

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Sotto spoiler, chiudiamo con qualche foto buffa legata al capitolo.
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#473

Capitolo 67.11:
Cambiamenti


La settimana successiva, Ministero della Magia

Scarlett e William ci avevano messo quasi tutto il pomeriggio per spiegare anche a Randall e Isabelle i dettagli della loro idea. A quel punto, Isabelle aveva deciso di raccontare anche agli altri del diario di Jeff e della vita a cui erano costretti i magonò, mentre Randall, che tra tutti era il più coinvolto nella faccenda, gli aveva aiutati a individuare i punti più critici della convivenza tra maghi e babbani.

Dopo averci lavorato per giorni, pensavano di essere finalmente arrivati a mettere insieme una proposta di modifica allo Statuto Internazionale di Segretezza convincente. Non sapevano se avrebbe funzionato oppure no, ma erano tutti d’accordo che almeno un tentativo andasse fatto. Quindi si ritrovarono presto a montare un banchetto nell’atrio del Ministero della Magia cercando di promuovere la loro raccolta firme.

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Scarlett: non avete neanche un amico babbano? O un parente?

L’atrio del Ministero era sempre affollato di maghi, streghe e svariate creature magiche, ma la maggior parte di loro sembrava ignorarli completamente. Fino a quel momento avevano raccolto solo dieci firme, contando anche le loro.

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Randall ogni tanto si limitava a scuotere la testa per lo sconforto, anche se non si aspettava niente di diverso per un attimo ci aveva quasi sperato. Isabelle invece non si era ancora data per vinta e continuava a rincorrere tutti i passanti per lasciargli uno dei loro volantini. William, intanto, si limitava a osservare la situazione, con la sua solita espressione distaccata.

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Scarlett: Will, potresti almeno provare a darci una mano però! Perché te ne stai lì impalato?
William: sto aspettando
Scarlett: aspettando cosa?
William: la gente qui attorno non sembra particolarmente interessata alla nostra proposta. D’altro canto, però, restando qui dovremmo riuscire ad attirare l’attenzione della signora Ministro.
Isabelle: come la Signora Ministro?
William: da quanto riesco a Vedere, dovrebbe arrivare tra circa un quarto d’ora.
Scarlett: (decisa) allora dovremo cercare di convincere direttamente lei.

Come predetto da William, la signora Ministro non tardò ad arrivare.

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Ministro: (severa) che state facendo? Questo è l’atrio del Ministero della Magia, non un mercato!

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Scarlett: (decisa) signora Ministro, stiamo facendo una raccolta firme per proporre delle modifiche allo Statuto Internazionale di Segretezza.
Ministro: (perplessa) e quali modifiche vorreste introdurre?
Scarlett: vorremmo che venisse chiarita la posizione dei babbani che conoscono il mondo magico. Al momento ce ne sono molti, ma la società si limita a tollerarli e non permette loro di entrare a far parte del nostro mondo a tutti gli effetti. Riteniamo che, al giorno d’oggi, questa situazione sia solo una grossa ipocrisia, signora Ministro.

La signora Ministro li guardò uno per uno con sguardo pensieroso, prima di commentare:

Ministro: il tema meriterebbe indubbiamente di essere affrontato. Ma l’atrio del Ministero non è la sede più appropriata, se non vi dispiace vi chiederei di smontare questo banchetto e a spostare la discussione nel mio ufficio. Potete presentarvi alle due.


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#474

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Ministro: pensandoci bene, anche per la questione degli elfi della Foresta c’entravate voi quattro, siete proprio uno strano gruppetto. Se non ricordo male, in effetti, il Preside Powell aveva commentato che già a Hogwarts eravate soliti a farvi coinvolgere nelle situazioni più strane.

La signora Ministro rimase poi in silenzio alcuni attimi, mentre sfogliava le pergamene che riassumevano la loro proposta e raccoglieva le idee.

Ministro: (pensierosa) quello che state sollevando è un problema spinoso. Lo Statuto Internazionale di Segretezza è stato imposto a livello mondiale, le motivazioni per cui i babbani debbano restare all’oscuro del mondo magico sono serie. D’altro canto, ci sono sempre stati dei babbani che hanno vissuto insieme a noi, anche se la convivenza non si è mai dimostrata facile.

La signora Ministro sembrava quasi parlare tra sé e sé, doveva conoscere bene il problema.

Ministro: è curioso che ci sia lei a capo di questa iniziativa, signorina Davies. Quanto state chiedendo non è poi così diverso da quanto suo padre ha chiesto durante il suo processo.

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Scarlett: non ho niente a a che fare con lui, signora Ministro.
Ministro: questo lo conferma il fatto che siate qui a parlarne con me, invece che in strada a reclutare persone.

Detto questo la Signora Ministro si fermò un istante per prendere una pergamena e una penna dal cassetto della sua scrivania. Scribacchiò poi un paio di parole, prima di chiedere:

Ministro: sentiamo cos’altro avete da dire. Ad esempio lei, signorina Harris, mi risulta che sua madre sia una babbana. Ha qualche considerazione da fare?

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Isabelle: sì, signora Ministro. Credo che i genitori babbani dovrebbero avere la possibilità di partecipare di più alla vita dei loro figli. È difficilissimo sentirsi dire che tuo figlio è un mago e che dovrà stare per quasi tutto l’anno in una scuola sperduta dall’altro capo del Paese a studiare cose che non capisci.
Ministro: ammetto di aver avuto la sua stessa impressione, quando ero più giovane.
Isabelle: se posso, vorrei aggiungere che anche i magonò mi sembrano abbandonati a loro stessi fin troppo spesso.

Annuendo, la Signora Ministro si fermò qualche istante per annotare qualche parola, prima di procedere con la domanda successiva.

Ministro: passiamo invece al signor Collins. Mi risulta che lei abbia addirittura sposato una ragazza babbana non più tardi della scorsa settimana. Ha qualche osservazione da fare in proposito?

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Randall: posso dirle che è difficile oltre ogni dire, Signora Ministro. Secondo la Legge non possiamo dire all’altro di essere un mago fino al matrimonio, ma questo è oltremodo ingiusto e anacronistico. Non si può stare con una persona per anni senza mai essere sinceri.
Ministro: su questo non posso che concordare. Inoltre, ho come l’impressione che molti giovani potrebbero preferire infrangere lo Statuto Internazionale di Segretezza e confidare di nascosto ai loro compagni di essere dei maghi ben prima delle nozze, e quindi fuori dalla giurisdizione del Ministero.

Randall rimase interdetto per un momento, non si aspettava che la signora Ministro cogliesse tanto da quanto aveva detto. Però non si lasciò intimorire, aveva ancora altro da dire.

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Randall: oltre a questo, vorrei anche far notare che i babbani con cui viviamo sono in sostanza obbligati a continuare a vivere da babbani. Credo che però molti di loro sarebbero invece ben disposti a darci una mano.
Ministro: questo ha per caso a che fare con il negozio che ha aperto di recente assieme a suo fratello?

A quel punto i ragazzi si scambiarono un’occhiata preoccupata, era ormai evidente che la signora Ministro li conoscesse molto meglio di quanto si aspettassero. Se le cose stavano così, tanto valeva essere sinceri.

Randall: … anche. Victoria, mia moglie, ha avuto un ruolo importante nell’inventare i telefoni che vendiamo, e pure a rimettere in sesto i locali del negozio. Ci ha lavorato tanto quanto me e mio fratello, se non di più, ma al momento non può essere considerata una dei titolari del negozio solo perché non è una strega.

La signora Ministro si prese qualche istante per appuntare qualche frase sulla sua pergamena. Quella discussione stava prendendo delle pieghe molto interessanti.

Ministro: sono certa che siate consapevoli del fatto che molte famiglie di maghi siano ancora fortemente legate alle loro tradizioni, anche per fargli superare i pregiudizi contro i nati babbani ci sono voluti secoli. Pensate davvero che una legge del genere potrebbe essere ben accolta?
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#475

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William: oggettivamente, è molto probabile che una proposta del genere possa sollevare polemiche. Ma la società sta cambiando, ormai i rapporti con i babbani non sono più malviste come un tempo e in futuro diventeranno anche più comuni di quanto non siano ora. Per quanto difficile sia, siamo convinti che sia importante affrontare il problema al più presto.

La signora Ministro li fissò uno per uno, sembrava soddisfatta di come era andato quell’incontro. Si prese ancora qualche istante per riflettere, prima di concludere dicendo:

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Ministro: forse questo vi sorprenderà, ma dovete sapere che il Ministero sta già lavorando alla questione. Vi ringrazio comunque per questa discussione, mi avete dato un paio di spunti interessanti.

I ragazzi si scambiarono ancora un’occhiata stupita, prima che la Signora Ministro aggiungesse:

Ministro: se posso darvi un suggerimento, vi consiglio di tenere d’occhio i giornali nei prossimi mesi.


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Quella sera, pub I tre manici di scopa

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Randall: non credevo che la Signora Ministro ci avrebbe ascoltato così facilmente!
Isabelle: ma pensate davvero che il Ministero se ne stia già occupando?
William: adesso riesco a Vedere qualcosa in proposito, anche se l’immagine non è ancora particolarmente chiara. Se le cose stanno davvero così, ci vorranno ancora mesi prima di saperne qualcosa in via ufficiale.
Scarlett: se lo dice la signora Ministro, io mi fido.

Il discorso venne deviato da Isabelle, che si esibì in uno sbadiglio davvero notevole.

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Isabelle: (sbadigliando) scusatemi! Ieri ho finito di scrivere la relazione all’una di notte, questa sera sono proprio stanca.
Randall: certo che parlate sempre tutti di studio! Quindi puntate tutti e tre a diplomarvi la prossima estate?
Scarlett: assolutamente!
Isabelle: sì, anch’io!
William: c’è da chiederlo?

Randall: in pratica l’unico che se ne frega sono io!
Scarlett: e pensare che a scuola eri quello che studiava di più, invece!
Randall: (scherzoso) ehi, guardate che ho da fare anch’io!

Dicendo questo, Randall giocherellava anche con la fede che portava al dito, attirando l’attenzione degli altri tre.

Isabelle: piuttosto, com’è essere sposati?
Randall: (pensieroso) in fondo non è tanto diverso da come vivevamo prima, però… diciamo che ci vorrà un po’ per abituarcisi.

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Randall: (cambiando discorso) Will, ma tu pensi di ripartire per New York già domani mattina?
William: sì, ho già il biglietto per la passaporta.
Isabelle: certo che nell’ultimo paio di mesi, con tutto quello che è successo, sei stato qui con noi molto più spesso del solito!
William: (stanco) e infatti adesso ho un sacco di roba da studiare in arretrato.
Scarlett: ...
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#476

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Barista: buonasera ragazzi! Era da un po’ che non passavate più, ci stavamo domandando che fine aveste fatto!
Randall: in effetti negli ultimi mesi abbiamo avuto parecchio a cui pensare.
Barista: mi fa molto piacere rivedervi tutti qui! Però noi a breve dovremo chiudere, quindi…
Isabelle: oh, non ci eravamo accorti che fosse così tardi!



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Randall: io vado, è tardissimo! Buonanotte a tutti!
Isabelle: ci si vede la settimana prossima!

E, senza pensarci troppo, si erano smaterializzati a casa, aspettandosi che gli amici avrebbero fatto lo stesso a breve.

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Scarlett: Will, hai un minuto?
William: (perplesso) uhm?

Le Premonizioni sembravano offuscate quella sera, William non riusciva a mettere a fuoco quello che Scarlett stesse per dirgli. Di qualsiasi cosa si trattasse, doveva essere lei la prima ad essere indecisa sul da farsi. Era da quando avevano nominato New York, in effetti, che si era fatta più silenziosa del solito.

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Scarlett: (vaga) è tanto difficile l’esame di licenza da Veggente?
William: come?
Scarlett: sembri preoccupato, quando ne parli.
William: di sicuro non è semplice. E poi in questi ultimi due mesi sono rimasto indietro con lo studio, sarà difficile riuscire a fare tutto in un solo semestre. E poi, per recuperare, credo che stavolta dovrò restare là anche i weekend a studiare. Probabilmente non mi vedrete qui spesso.
Scarlett: ... me lo aspettavo.

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Detto questo, Scarlett si fece ancora più silenziosa e cupa in volto. E William sapeva che non era affatto un buon segno.

William: che succede?
Scarlett: ...
William: (ironico) ehi, non vorrai mica dire che ti mancherò?
Scarlett: non scherzare!
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#477

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Scarlett: guarda che mi mancherai sul serio, ok?

Premonizioni o non premonizioni, William non poté che rimanere spiazzato per qualche istante. Non era tanto per quello che gli aveva detto, in fondo l’aveva capito che le sarebbe mancato, per usare le parole che aveva usato lei.
Quella, però, era la prima volta che Scarlett gli diceva una cosa del genere ad alta voce.

William: (sottovoce) Scarlett...

Nei tre anni precedenti si erano un po’ persi di vista, dopo il suo trasferimento a New York era stato inevitabile. In quell’ultimo periodo, però, sembravano essere cambiate molte cose. Avevano scherzato, si erano scambiati idee e si erano confidati a vicenda. Era stato bene insieme a lei, ed era sicuro che anche per lei fosse stato lo stesso.

Gli sarebbe mancata così tanto, una volta che fosse ritornato a New York. Voleva starle vicino, voleva...

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Scarlett: ...ehi ...
William: uhm?
Scarlett: … ma che ti è preso?


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Off Topic
Questa potrebbe essere la fine di un capitolo più cattiva che abbia mai scritto.
Bwawawa, ma quanto sono cattiva!
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#478

Capitolo 68.11:
E adesso?


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Yvonne: torre in D5.
Scarlett: …
Yvonne: ehi, tocca a te!
Scarlett: scusa, oggi non mi va proprio di giocare a scacchi.
Yvonne: che ti prende? È da un pezzo che fissi il soffitto!

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Yvonne: perché non mi dici cos’è successo?

Normalmente Scarlett non si sarebbe messa a parlare di cose importanti con Yvonne. Ma aveva bisogno di schiarirsi le idee, in fondo parlarne poteva essere un buon modo.

Scarlett: (imbarazzata) … ieri uno dei miei amici ha provato a baciarmi. Ma io l’ho spinto via.
Yvonne: ah.
Scarlett: cioè, non me l’aspettavo, e non sapevo che altro fare!

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Yvonne: tu non ce l'hai mai avuto un ragazzo, vero?
Scarlett: (imbronciata)

Yvonne: (curiosa) ma chi sarebbe il ragazzo che voleva baciarti?
Scarlett: (imbarazzata) … Will, quello con i capelli neri.
Yvonne: oh, ma è quello che ti ha portato la cena qualche settimana fa! Mi sembrava che andaste d’accordo, no?
Scarlett: …

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Will era fatto un po' a modo suo, ma dopo tutto quel tempo non poteva negare di essersi avvicinata molto a lui, quando gli aveva detto che le sarebbe mancato era assolutamente seria.

Quella però era l’ultima reazione che si sarebbe aspettata da parte sua, che gli era passato per la testa? Erano amici da una vita e sembrava tutto così semplice, che motivo c'era di complicarsi così la vita? Non era un caso se non aveva mai avuto un ragazzo, non aveva mai capito quel genere di relazioni e aveva sempre pensato di stare molto meglio senza.
Ma perché Will invece aveva deciso di voler cambiare le carte in tavola così, di punto in bianco? Le sembrava una vera assurdità, ecco cosa.

Però, se l'idea era davvero tanto assurda, perché non riusciva proprio a zittire quella vocetta nella testa che diceva...

Yvonne: ma lui non ti piace neanche un po’?
Scarlett: (arrossendo) ma che domande fai, Yvonne!
Yvonne: la tua faccia sta diventando rossa come la tua camicia, stai bene?
Scarlett: io...

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Scarlett: ... io non ci sto capendo più niente, non so che fare!
Yvonne: vi ho visto, l'altro giorno. Tu piaci a lui e lui piace a te, non dovresti pensarci troppo!
Scarlett: ...

Yvonne: che problema c'è, non ti fidi di lui?
Scarlett: ...
Yvonne: non avrai mica paura?
Scarlett: ma che ti passa per la testa? Io non ho affatto paura!
Yvonne: allora perché l'hai respinto?

Scarlett rispose mettendo su il broncio, in quel momento non aveva nessuna risposta convincente per quella domanda.

Yvonne: voi due dovreste parlarne, non ti pare?
Scarlett: che? Ormai sarà già tornato a New York, e dopo quello che è successo non mi vorrà neanche rivolgere parola!

E poi cosa poteva dirgli, se neanche lei riusciva più a capire cosa volesse fare?

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#479

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Lorenzo: ehi, ma sei ancora lì? Guarda che è quasi ora di cena!
William: (distaccato) per stasera passo, devo studiare.
Lorenzo: certo che in questi giorni sei proprio strano. Che hai combinato in Inghilterra?
William: (brusco) non sono affari tuoi.

Non appena Lorenzo fu uscito dalla biblioteca, William non riuscì a evitare di scuotere la testa per lo sconforto. Aveva frainteso completamente la situazione, ecco cos’aveva fatto.

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Non capiva proprio come potesse essergli passato per l’anticamera del cervello che quella potesse essere una buona idea. A dirla tutta, forse, il problema era proprio che non ci aveva pensato affatto.

Con il senno di poi, invece, più ci ragionava più gli sembrava di trovare motivi per cui quella era stata, senza ombra di dubbio, una pessima idea.

Doveva essersi trattato di un momento di debolezza, il pensiero di dover tornare a New York l'aveva fatto sentire così solo...

Eppure sapeva perfettamente di non capirci nulla di quel genere di faccende, che pensava di fare? E, soprattutto, come aveva fatto a pensare di poterle piacere?



Più per smettere di rimuginarci sopra che per altro, William riaprì il libro che stava studiando, quasi con stizza. Per lo meno, quella poteva essere un’attività utile.

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“Le scelte compiute dalle persone hanno un’enorme importanza nella determinazione del loro futuro. Non deve quindi sorprendere come queste scelte possano anche influenzare quello che i Veggenti riescono a Vedere.
Si possono distinguere due momenti principali: prima e dopo la scelta. Nel tempo che precede la scelta è praticamente impossibile riuscire a Prevedere cosa accadrà in seguito, in quanto il corso degli eventi può prendere vie molto diverse a seconda della scelta fatta.”


Come se non se ne fosse accorto da solo, in quel momento tutto quello che riusciva a Vedere del suo futuro era un grosso punto interrogativo. Non aveva ancora deciso quello che voleva fare, ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare la questione. Anche se, dopo una figuraccia del genere, non era neanche certo di riuscire a guardarla ancora in faccia...

Ormai con gli occhi che gli si chiudevano dal sonno, cercò di andare avanti con la lettura di quel capitolo:

“Nel caso di scelte secondarie rispetto al corso principale degli eventi, del tipo “cosa posso mangiare per colazione?”, è comunque possibile Prevedere alcuni aspetti di quanto sta per accadere, anche se in modo piuttosto offuscato. Nel caso di scelte più importanti, scelte che gravano sul corso principale degli eventi del tipo “partire o non partire?”, è invece impossibile Prevedere alcunché prima che la scelta venga presa. In questo caso si parla di bivi, o biforcazioni. Riconoscere questi bivi, la scelta che li scatena e i possibili scenari per il Futuro, sono tra i compiti più importanti e difficili di ogni Veggente. Va inoltre considerato che…”

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William: zzz....

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???: Will, sveglia!
William: … che?
???: certo che ti addormenti sempre in posti strani, tu.
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#480

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William: (stupito) … Scarlett?

William, ancora mezzo intontito dal sonno, si limitò a fissarla per parecchi istanti, cercando di mettere insieme i pezzi.

L’orologio alla parete segnava le undici di sera, tenendo conto del fuso orario e degli orari delle passaporte doveva essere partita da Londra nel cuore della notte. D'altronde, catapultarsi lì senza pensarci due volte era proprio da lei, non era mai stata brava ad aspettare.

William: perché sei venuta fin qui?
Scarlett: credo che dovremmo parlarne. Non lo pensi anche tu?

L’ora della cena era passata da un pezzo, ma si erano comunque spostati in cucina per cercare qualcosa da mangiare. In realtà nessuno dei due aveva particolarmente fame, ma per lo meno tra un boccone e l’altro potevano pensare a cosa dire.

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William: non c’era nessun bisogno di correre fin qui in piena notte. Ho solo fatto una stupidaggine, non serve che…

Scarlett lo interruppe subito scuotendo la testa con decisione, per poi dirgli:

Scarlett: Will, io... io non me l’aspettavo, non pensavo che tu, insomma... ma perché l’hai fatto, Will?

Dicendolo era arrossita fino alla punta delle orecchie, ma questo non le aveva impedito di guardarlo dritto negli occhi, come suo solito. A dirla tutta, William si stava ricordando fin troppo bene cosa gli fosse passato per la testa qualche sera prima. C’era davvero bisogno che glielo dicesse ad alta voce?

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William: (rassegnato) ... l'ho fatto perché mi piaci. Credo. Ma visto che per te non è lo stesso, non c’è bisogno di fare tante storie.
Scarlett: … guarda che non ti ho ancora detto di no.
William: uhm?

Scarlett esitò un attimo prima di riuscire a finire la frase, aveva bisogno di farsi coraggio. In effetti, avrebbe trovato molto meno spaventoso affrontare una manticora piuttosto che finire quel discorso. Ma era andata fino a New York proprio per parlargli, non poteva tirarsi indietro proprio in quel momento.

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Scarlett: (imbarazzata) mi piaci anche tu. Credo.
William: … sul serio?
Scarlett: sì. Ti sembra tanto strano?
William: ...
Scarlett: ... avevo bisogno di un po’ più di tempo per capirci qualcosa. Ecco.
William: ...
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