I quattro colori di Hogwarts

Raccontaci le tue storie di gioco!
Da quelle inventate alle sfide che hai intrapreso!
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#511

Si erano divertiti molto durante quella festa, dalla piccola Alexis fino ai suoi nonni.
Arrivati alla sera Scarlett e William avevano salutato gli ospiti e iniziato a rimettere in ordine la casa, approfittando del fatto che la piccola si fosse addormentata poco prima.

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William: (sottovoce) Scarlett, stavo pensando a una cosa.
Scarlett: (sottovoce) che genere di cosa?
William: (serio) … credo che dovremmo iniziare a prendere in considerazione l’idea di sposarci.

Scarlett si limitò a sgranare gli occhi, non si aspettava che Will potesse tirare fuori l’argomento cos', di punto in bianco, e per giunta proprio durante le pulizie di casa.

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William: insomma, stiamo vivendo assieme da parecchio tempo, e poi c'è Alexis. Sarebbe anche una questione di…
Scarlett: (divertita) il romanticismo tu non lo conosci proprio, vero?
William: ...
Scarlett: ci stavo pensando anch’io, sono d’accordo.

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William: (sottovoce) … sta per mettersi di nuovo a piangere.
Scarlett: (sottovoce) stavolta tocca a te!
William: (sottovoce) lo so, lo so.


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Off Topic
Ebbene sì, è l’ora dei figlioli!

Se fosse stata una storia in puro stile Harry Potter, sarei saltata direttamente di 20 anni più in là per farvi vedere i pargoletti a Hogwarts, proprio come è finito l’ultimo libro/film. Forse non vi avrei neanche fatto vedere Will e Scarlett che si mettono assieme.
Però in questa storia è anche importante the sims, quindi qualche capitolo su come si sviluppano le famigliole (un po’ tipo Legacy, ma con i trucchi ;) ) ci sta.
Per farvi vedere tutta la vita di tutti quanti ci vorrebbero però tanti capitoli quanti ne ho già scritti, non posso davvero farcela a scrivere così tanto, né ci azzeccherebbe con il resto della storia. Quindi nel giro di un paio di capitoli aspettatevi di vedermi raccontare quello che succede nell’arco di 15 anni o giù di lì.
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#512

Capitolo 72.16:
Nozze e altre sorprese


16 Settembre 2029

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Sig. Walker: agitato, William?
William: un po’.

In teoria non doveva essere quella gran cosa, dopotutto di fatto lui e Scarlett vivevano da coppia sposata già da parecchio tempo. Eppure non poteva restare indifferente nel vedere tutte quelle persone lì per loro, come non poteva esserlo nel trovarsi sotto ad un arco nuziale, o nel pensare al significato di quel gesto.

A dirla tutta, però, in quel momento gli risultava anche piuttosto difficile ignorare il vestito che avrebbe indossato Scarlett: ormai mancavano pochi minuti alla sua entrata in scena e volente o nolente l’immagine era già piuttosto vivida nella sua mente.

Sig. Walker: non dovresti essere così preoccupato, oggi dovreste cercare di divertirvi!
Sig.ra Walker: Alexander!
Sig. Walker: che c’è, è vero!

Per lui tutto sommato era stato facile, in fondo andava d’accordo con tutta la sua famiglia. Per Scarlett invece…

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Scarlett: ma deve per forza esserci anche lui?
Sig.ra Davies: ci teneva molto ad essere presente, si è già perso il matrimonio di tuo fratello! E poi ha promesso che resterà seduto in fondo e non ti rovinerà la giornata!
Scarlett: (contrariata) … che faccia un po’ come gli pare.

Perché doveva esserci anche suo padre? Era uscito da Azkaban già da un annetto, ma questo non era stato sufficiente per farle riallacciare i rapporti con lui. Gli aveva a malapena fatto conoscere Alexis, e solo perché sua madre aveva insistito. Era proprio quella la cosa che capiva di meno, come faceva sua madre a dargli ancora retta?

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Randall: ehi, eccola!
Victoria: che bel vestito! Ma dove l’ha trovato?
Isabelle: mi sembra di aver visto qualcosa di simile a Diagon Alley.

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#513

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Randall: (scherzoso) allora, come si sta da sposati, piccioncini?
Scarlett: dovresti dircelo tu, su questo ne sai più di noi!
Isabelle: ancora congratulazioni, ragazzi!

Alexis: uhm...
Isabelle: ciao Alexis, come va?
Alexis: pappa!
Scarlett: mi sa che inizia ad aver fame.

Randall: piuttosto, ma chi è il tipo che è arrivato con Morgan? Lo conoscete?
William: (contrariato) sì, lui è Lorenzo. Era il mio compagno di stanza a New York.
Randall: per caso non ti sta simpatico?
Scarlett: diciamo che Lorenzo è un gran chiacchierone, e che a Will non piace particolarmente parlare con lui.

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Isabelle: però sembra che vadano d’accordo.

William si limitò ad un’alzata di spalle, come a voler dire: “contenti loro…”



Si stavano divertendo tutti, se non fosse stato per la presenza del signor Davies che aveva fatto storcere il naso a parecchie persone.

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^(*Il padre di Scarlett potrebbe essere quello che è invecchiato peggio di tutti, è il signore sulla sinistra*)

Sig. Davies: ho come l’impressione che non sarei dovuto venire.
Sig.ra Davies: suvvia, non sta andando così male.
Sig. Davies: ma Scarlett mi odia davvero così tanto?
Sig.ra Davies: mi sa proprio di sì.

Il padre di Scarlett scosse la testa, sconsolato. Aveva fatto tutto quello che aveva fatto sperando di poter aiutare la sua prima figlia, Aurora, ma non si aspettava che questo avrebbe fatto tanto male a Scarlett.
Forse avrebbe dovuto scusarsi con lei…
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#514

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William: uhm?
Scarlett: hai Visto qualcosa?

Capì cosa doveva aver attirato in quel modo l’attenzione di Will pochi istanti dopo, quando vide suo padre avvicinarsi a loro con aria titubante. Non si aspettava che quell’uomo avesse pure la faccia tosta di rivolgerle parola in un giorno come quello.

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William: (parandosi davanti) Signor Davies, le devo chiedere di…
Scarlett: Will, me la posso cavare. Non preoccuparti.

Dicendo questo Scarlett aveva passato a William la piccola Alexis, che per fortuna sembrava sul punto di addormentarsi, e si era girata con decisione verso suo padre.

Da quanto William riusciva a Vedere, Scarlett sembrava avere la situazione sotto controllo, ma lui non riuscì comunque a evitare di lanciare un’occhiataccia severa verso il Signor Davies.

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Scarlett: che vuoi?
Sig. Daives: … volevo scusarmi con te. Nient’altro.
Scarlett: pensi davvero che ti basti chiedere scusa?
Sig. Davies: ...
Scarlett: (seria) una volta mi hai detto di aver fatto le tue scelte, e di doverne accettare tutte le conseguenze. Beh, questa è una conseguenza.
Sig. Davies: (rassegnato) è comprensibile. Posso per lo meno congratularmi con voi? Sembrate una bella famiglia.
Scarlett: grazie.

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Scarlett lo fissò con odio ancora per qualche istante, prima di aggiungere:

Scarlett: tra poco taglieremo la torta. Se ne vuoi almeno una fetta, ti conviene sbrigarti.

Se suo padre voleva davvero entrare a far parte della sua vita, avrebbe dovuto prima dimostrarle che poteva fidarsi di lui. E ci sarebbe voluto molto, molto tempo.


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Negli anni successivi, William e Scarlett avevano avuto altri due bambini. Il primo, Stephen, era nato il 9 giugno 2030 ed era anche l’unico tra i loro figli ad aver ereditato i capelli ricci e rossi di Scarlett.

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#515

Il 30 dicembre 2031 invece era nato Nicholas, che se non fosse stato per un cenno di riccioli in testa e gli occhi un po’ più chiari sarebbe stato la copia spiccicata di William.

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Scarlett: (sottovoce) mi sa che dovremmo darci una calmata.
William: (sottovoce) concordo.


Nonostante avessero pochi anni di differenza l’uno dall’altro, i tre non avrebbero potuto essere più diversi, sotto tutti i punti di vista.


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Ottobre 2037

Scarlett: (ad alta voce) ehi Will, ma è finita la farina?
William: (dall'altra stanza) mi sembra che ce ne sia ancora un po’ nel mobiletto sulla destra!
Scarlett: (controllando quel mobiletto) ah, eccola!

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Alexis: mamma! Stephen e Nicholas non la piantano di rompere!
Scarlett: stanno solo giocando, porta pazienza.
Alexis: ma non possono andare a farlo fuori?
Scarlett: non finché piove!
Alexis: uffa però!
Scarlett: se ti annoi, puoi giocare a scacchi con Yvonne. Sono sicura che non aspetta altro.
Alexis: uhm, e va bene...

Alexis non andava particolarmente d’accordo con i fratelli minori. Fin da piccola le era piaciuto farsi raccontare storie e, da quando aveva imparato a leggere da sé, aveva iniziato a passare molto tempo leggendo libri per conto suo. Le piaceva anche giocare con le bambole, ma preferiva farlo da sola perché i fratelli finivano sempre con il rovinarne qualcuna. Anche gli altri giochi che sembravano divertire tanto Stephen e Nicholas non le piacevano granché, che c’era di divertente nel correre come pazzi e rotolarsi nell’erba?

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Stephen: roar, roar! E poi sputa fuoco, roar! Ehi Nick, vuoi giocare anche tu con i draghetti?
William: Nicholas, non Nick.
Stephen: ma Nick è più bello! Lo dice anche lui, vero Nick?

Stephen invece era molto socievole, gli dispiaceva quando sua sorella gli diceva di non voler giocare con lui. In compenso gli piacevano un sacco gli animali e le creature magiche, per cui non era raro vederlo portarsi dietro il suo pupazzetto a forma di snaso o giocare con i suoi modellini di draghi sputafuoco. Era anche l’unico dei tre a riuscire ad avvicinare Maya, la barbagianni ormai anziana di William, senza rischiare di farsi beccare una mano.

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Nicholas: sì, Nick è meglio. Non mi piace Nicholas, è da vecchio!
Stephen: e a me piace Steve, Stephen è troppo noioso!
William: (rassegnato) ok, come preferite… Allora, Nick, non vuoi giocare con i draghi insieme a tuo fratello?
Nicholas: però quello è un cavallo, non un drago.
Stephen: dai, è uguale!
Nicholas: (dubbioso) uhm.

William: cosa preferiresti fare, allora?
Nicholas: io voglio andare fuori!
William: ma fuori piove, e non smetterà fino a domani.
Nicholas: ah.
William: però possiamo costruire un castello, ti va?
Nicholas: uhm. Ok.

A Nicholas invece piaceva stare all’aperto, andare sull’altalena e correre finché poteva, quindi in giorni piovosi come quelli si annoiava sempre tantissimo. La cosa con cui riusciva a divertirsi di più quando era bloccato in casa così erano le costruzioni, anche se di solito i suoi castelli finivano con il subire l’assedio di uno dei pupazzi sputafuoco di Stephen.
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#516

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L’unico gioco che riusciva a mettere davvero d’accordo tutti e tre era il quidditch. I bambini non vedevano l’ora di poter andare dai loro nonni, perché loro avevano un giardino in cui potevano volare senza nessuna preoccupazione. A dirla tutta, anche Scarlett si divertiva ancora un mondo a giocare con loro.

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William: Nicholas, non ti sembra di volare un po’ troppo in alto?
Scarlett: (volando) tranquillo Will, abbiamo tutto sotto controllo! Ehi Alexis, passa qua la pluffa!

Sig.ra Davies: tu non hai mai giocato a quidditch, vero?
William: no, in effetti no.
Sig.ra Davies: è un vero peccato, non sai cosa ti sei perso!
William: uhm…
Sig.ra Davies: ma tuo padre non ti ha mai insegnato a giocare? Mi ricordo che a scuola non se la cavava troppo male. Mi ha anche mandato in infermeria un paio di volte, aveva una mira con quei bolidi…
William: ci ha provato, in effetti, ma non è mai interessato particolarmente.
Signora Davies: sicuro? Perché…
William: mi scusi in secondo. (Rivolto ai figli) Alexis, fa’ piano con quella pluffa!


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Sia William che Scarlett avevano continuato a lavorare al Ministero della Magia, per entrambi l’idea di dover lasciare il lavoro era semplicemente assurda. Conciliare il lavoro con il crescere tre bambini non era però cosa facile, quindi avevano deciso che avrebbero lavorato entrambi a orario ridotto fin quando i piccoli non fossero cresciuti abbastanza da andare a Hogwarts.

Per gli studi dei bambini, invece, avevano deciso che fino agli 11 anni avrebbero frequentato tutti e tre le nuove scuole elementari aperte dal Ministero. Tradizionalmente i figli dei maghi erano istruiti dalle loro famiglie prima di iniziare a frequentare Hogwarts, perché iscrivere dei piccoli maghi e streghe che ancora non sanno controllare la loro magia in una scuola babbana comportava un rischio troppo alto di infrangere lo Statuto Internazionale di Segretezza. Erano però sempre di più le famiglie di maghi che, a causa del lavoro dei genitori, non erano più in grado di provvedere di persona all’istruzione elementare dei propri figli. Quindi, il Ministero aveva deciso di aprire anche delle scuole per i maghi e le streghe più piccoli.

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William: allora, cosa avete fatto di bello oggi a scuola?

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Alexis: abbiamo iniziato a studiare le guerre dei giganti!
Scarlett: oh, interessante!

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Stephen: oggi io ho chiesto alla maestra se potevamo vedere un drago, ma mi ha detto di no!
William: i draghi sono molto pericolosi, non puoi andarci vicino.
Stephen: uffa!
Scarlett: tu invece che hai fatto di bello, Nick?
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#517

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Nicholas: oggi abbiamo fatto la M!
Scarlett: di questo passo imparerai a leggere in men che non si dica!

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William: Stephen, è ancora presto per alzarsi da tavola.

Stephen, che non aveva ancora neanche scostato la sedia dal tavolo, si limitò a rispondere con un sospiro rassegnato. Per lui e i suoi fratelli il fatto che loro padre sapesse in anticipo tutto quello che stessero per fare era una cosa assolutamente normale, ma questo non toglieva che fosse anche una gran scocciatura.
Ma, certe volte, avere un papà che prevede il futuro poteva anche rivelarsi divertente.

Nicholas: papà, dopo ci fai vedere di nuovo la sfera di cristallo?
William: perché no.

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Nonostante l’avessero già visto fare centinaia di volte, i tre non potevano che restare incantati di fronte alle immagini che si muovevano nella sfera di cristallo. William cercava appositamente delle immagini carine, buffe o divertenti da far vedere loro, ed evitava accuratamente avvenimenti importanti o spaventosi.

Stephen: ah, hai trovato un unicorno!
William: visto?

Alexis: (pensierosa) ma se papà sa prevedere il futuro, prima o poi ci riusciremo anche noi?

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William: è molto meno divertente di quello che sembra.
Scarlett: e poi lo sanno fare in pochissimi. Anche nella famiglia di papà, l’unica altra persona che lo sapeva fare era la vostra bisnonna.
Alexis: ah.
William: comunque, se doveste iniziare a fare sogni strani dovete avvisarci subito, va bene?
Alexis: (perplessa) ok, va bene.



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William: (stanco) stasera non ne volevano proprio sapere di andare a letto.
Scarlett: che stanchezza!


Tra la famiglia e il lavoro non avevano praticamente più tempo per nient’altro, ormai arrivavano sempre alla sera distrutti. Ma ne valeva la pena, di questo ormai erano sicuri.
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#518

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Loro erano due protagonisti della storia, e hanno avuto ben tre figlioli, quindi si sono guadagnati due capitoli tutti per loro.

Per gli altri invece ci sarà un capitolo a testa, state pronti!
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#519

Oggi tocca a Randall e Victoria, chissà come se la caveranno!

Vi faccio notare che questo capitolo va in parallelo con i due precedenti, non è successivo. Ho fatto così perché per andare in ordine cronologico puro sarei dovuta saltare da una famiglia all’altra di continuo, rendendo difficilissimo seguire quello che succede.

Capitolo 73.16:
Collins & co


20 Marzo 2029

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Hershel: ha chiamato la signora Clarke, dice di aver bisogno di una riparazione.
Randall: puoi andarci tu? Io tra mezz’ora devo andare a sostituire un paio di telefoni al Ministero.
Hershel: ok, no problem.


Gli affari in negozio andavano alla grande, tra vendite e assistenza avevano da fare per tutto il giorno.

Hershel: ma che stai scarabocchiando?
Randall: oh, stavo pensando come sarebbe un televisore per maghi. Ce le vedete le Sorelle Stravagarie in TV?
Hershel: sarebbe forte!

Preso dall’entusiasmo per la sua nuova idea, Randall si era voltato verso Victoria per far vedere anche a lei quello schizzo.

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Randall: ehi Vicky, tu che ne pensi di iniziare a lavorare a un televisore?
Victoria: (distratta) ...
Randall: Vicky, tutto bene?
Victoria: … oh, sì, certo.


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La mattina successiva

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In quei giorni Victoria sembrava pensierosa, ma Randal non riusciva proprio a capire perché. In quell’ultimo anno era stata molto stressata perché aveva deciso di finire l’università a tutti i costi, quindi si era messa a studiare come una pazza per mesi. Però alla fine era riuscita a laurearsi, e pure con un bel voto.
Eppure era rimasta pensierosa anche dopo, quando aveva ripreso a lavorare in negozio come faceva prima. Che cosa le passava per la testa?

Randall: Vicky, è successo qualcosa?
Victoria: … come?
Randall: è da un po’ che sembri sempre preoccupata.

Victoria sospirò. In effetti aveva mille pensieri per la testa, ed era confusa anche lei su cosa volesse. Per quello non ne aveva ancora parlato a Randall, anche se più ci pensava e meno dubbi aveva. Forse poteva essere arrivata l’ora per parlargliene…

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Victoria: ecco… Randall, tu hai mai pensato ad avere dei figli?
Randall: (spiazzato) dei… figli?

Avere dei figli… in effetti, quando Randall si immaginava da anziano, pensava che sarebbe stato bello avere dei figli e nipotini. Ma non gli era mai passata per la testa l'idea che fosse già arrivato il momento di cercare di avere un figlio e diventare genitori. Victoria invece sì? Era per questo che sembrava così pensierosa?

Randall: ma… ma intendi adesso?
Victoria: era solo un’idea. Però, in effetti, forse è ancora troppo presto. Lascia perdere.
Randall: …

Victoria: (alzandosi) è tardi, dovremmo andare ad aprire il negozio.




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Forse non era presto, dopotutto. Si erano sposati da giovanissimi per i motivi che tutti conoscevano, ma erano passati comunque tre anni e mezzo. E, nel frattempo, il negozio aveva ingranato la marcia giusta. Quindi, se entrambi volevano avere dei figli, forse quello era davvero un buon momento per prendere in considerazione l’idea...

Hershel: ehi Randall, stai bene?
Randall: (colto di sorpresa) come?
Hershel: sembri preoccupato, tutto bene?
Randall: sì, tutto a posto. Stavo solo pensando a una cosa.
Hershel: ok… (tra sé e sé) ma che gli prende a tutte e due?


Doveva parlarne di nuovo con Victoria. E seriamente, questa volta.
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#520

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Randall: Vicky, riguardo quello che stavano dicendo l’altro giorno… ecco… ci ho pensato un po’. E penso che, in effetti, potrebbe essere un buon momento per cercare di avere un figlio. Se lo vuoi anche tu, intendo.

Victoria lo osservava stupita, con la forchetta a mezz’aria: non si aspettava che Randall potesse ritirare fuori l’argomento tanto presto.

Victoria: sul serio?
Randall: sì.


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Una volta presa la decisione, non dovettero aspettare molto prima che Victoria restasse incinta.

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Quando lo avevano detto alle loro famiglie e ai loro amici erano rimasti tutti un po’ sorpresi, ma erano anche sembrati tutti felici per loro.

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Sig.ra Smith: ne parlavamo appena qualche settimana fa, chissà quando si decideranno a farci diventare nonni!
Sig.ra Collins: congratulazioni!

I genitori di Randall e quelli di Victoria abitavano ancora in appartamenti vicini, e da quando loro due avevano iniziato ad uscire assieme erano diventati amici per la pelle. Ormai, quando andavano da loro li trovavano spesso tutti e quattro insieme.

Avevano proprio messo assieme una bella famiglia, metà di maghi e metà di babbani.


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(*stiamo andando in parallelo rispetto ai due capitoli precedente, quindi per il momento è nata solo Alexis*)

Scarlett: (scherzosa) vi siete ingelositi quando avete visto quant’è bella Alexis, ammettetelo!
Randall: (scherzoso) ci hai beccato!

Mentre parlavano, Randall stava agitando distrattamente la bacchetta per cambiare il colore delle pareti, cercando una tonalità che potesse piacere a tutti. Violetto, celeste, fiordaliso… gli altri non impiegarono molto a notare che stava passando al setaccio tutte le gradazioni d’azzurro che gli passassero per la testa.

Isabelle: oh, ma sarà un maschietto?
Victoria: sì.
Scarlett: niente sorpresa per voi?

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Victoria: questa faccenda della sorpresa non la capisco proprio. È stata una sorpresa quando il dottore ce l’ha detto, che bisogno c’è di aspettare che nasca?
Isabelle: avete anche già pensato a un nome?
Randall: sì, in effetti una mezza idea ce l’abbiamo.


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