Giorno 15 - Tutto è pronto
Dopo aver assaporato il sonno eterno, la sveglia del mattino alle 5 è ancora più dura: ma Jessica ha deciso di tornare subito al lavoro, e così all’alba l’auto aziendale si presenta per prelevarla e portarla alla base, dove però non sarà più un pluridecorato asso ma una qualunque recluta addetta alla pulizia dei bagni (con lo spazzolino ovviamente).
Quando Jessica ormai è uscita, io invece rientro dal mio lavoro notturno... questo tran-tran mi sta uccidendo, non sono fatto per la vita monotona in questa catapecchia circondato da macchine parlanti arrugginite e vampiri ubriachi (a furia di fare prove su se stessa con la mixologia Marine ha iniziato a biascicare e quando non shakera è svenuta da qualche parte).
Per non parlare della tenuta da lavoro attuale che è qualcosa di ridicolo, mi hanno dato sta mascherina ma non avendo nulla su cui poggiarla mi tocca tenerla su con del nastro adesivo, e ogni volta che la tolgo delle piccole squame della mia delicata pelle rimangono intrappolate nella colla, facendomi così assomigliare a un incrocio tra l’arbitro Collina e Cassano..
Non si può andare avanti così! E’ giunto il momento di portare a termine il mio piano per la conquista del mondo!
Non appena Jessica rientra e Marine è sufficientemente sobria per intendere e volere, riunisco la famiglia in cucina (o soggiorno o camera da letto, tanto è tutto lì) (la robotta è impegnata nello spegnere un incendio di grosse dimensioni, non mi sembra il caso di disturbarla) ed espongo il mio programma: partiremo di nuovo per l’Egitto!
No questa volta non si tratta di un impegno di lavoro, voglio regalare alla mia ritrovata moglie un viaggio di nozze come si deve, e intanto approfittarne (con al fortuna sfacciata di Marine) per trovare le ultime reliquie necessarie al compimento del mio piano perverso.
Non appena arrivati in Egitto, per la nostra ROMANTICA luna di miele.. Jessica non trova nulla di meglio da fare che mettersi a riparare tutto ciò che trova di rotto.. forse si è messa in testa di risolvere da sola il problema della mancanza d’acqua potabile in Africa.. gesto ammirevole..
Una volta finite le riparazioni, Jessica, che durante il primo viaggio in Egitto si trovava ingabbiata (da me) in attesa di passare a miglior vita, si precipita a vedere le piramidi (cosa ci troveranno mai di bello.. molto molto meglio la snasata sfinge, che mi ricorda un po’ la mia mamma *sigh, mammina*)